Un pò si e un pò no.
Poi mi piacerebbe che intervenissero utenti che sono Capi in servizio, per dare un contributo più attuale, se questo è il perno della discussione. Senza considerare che il progetto Educativo che viene preso dai Regolamenti associativi può poi essere diverso da associazione ad associazione.
Io posso parlare solo per l'AGESCI e parzialmente per il CNGEI, avendo anche lì molti amici e avendo collaborato in diverse attività.
Un pò sì perchè perchè è corretto dire che se "scout" è il nome (che per inciso nel 1975 per l'AGESCI è stato trasfomato/italianizzato in "Esploratore") non ha niente a che fare con il tab Ranger o Scout che viene rilasciato al termine di appositi corsi, soprattutto in ambiente militare.
E' fuorviante partire dal nome per cercare un "nomen omen", e quindi oggi puntualizzare che tali caratteristiche di capacità e perizia in certi argomenti nei ragazzi non ci sono. BP copiò il nome dai suoi scout quando era nel Trasvaal per conto dell'esercito britannico, e tale deve rimanere in ossequio e rispetto alla tradizione.
Un pò no, oltre che per quello che ho già detto, per cui è anche vero che mai Baden Powell ha voluto puntare sulla sopravvivenza in senso stretto nel suo programma educativo, espresso nel libro Scoutismo per ragazzi, che invito tutti a leggere, dove si chiarisce molto bene che si parte dalla semplice vita all'aria aperta per trarne utili insegnamenti atti a trasformare un ragazzo in bravo cittadino.
Non esperto di sopravvivenza o soldato di ventura.
Semmai i punti focali dello scoutismo mondiale (per l'età dagli 11 ai 16 anni) oggi sono il trapperismo e camperismo, come nel libro del buon Mercanti, e la parola d'ordine è AVVENTURA..
E' vero che possiamo affidarci ad uno scout perchè sappiamo che può meritare fiducia, per la sua formazione ed il suo percorso, però non possiamo pretendere che sia un soggetto addestrato e competente in tutto. Sappiamo solo che in ogni cosa che farà ci metterà sempre il "proprio meglio" e cercherà di lasciare il mondo "migliore di come lo ha trovato", con le proprie competenze e le proprie capacità.
Questo è il principio educativo degli scout, il resto - purtroppo - è frutto di luoghi comuni dettati dall'ignoranza (nel senso di non conoscere il mondo scout).
Vi devo dire una cosa, in termini di spirito scout e di formazione, e di quanto sia impressionante quello che rimane dopo essere stato scout.
Ho viaggiato (e tutt'ora viaggio) molto e con gruppi, dovunque nel mondo: quando arrivo all'areoporto e incontro i miei nuovi compagni di viaggio, se ci sono ex scout sono molto pù rilassato e consapevole che avrò un aiuto in più, per qualunque cosa, anche solo morale, per effetto dello "spirito di corpo" che ci segue anche dopo aver terminato il cammino. E questo regolarmente succede.
E' una cosa che non ho mai trovato da nessuna altra parte, sodalizio o associazione che sia.
Grazie @GiulioSherpa per questo nuovo intervento che ha contribuito a migliorare ed approfondire le mie conoscenze sullo scoutismo (non sono stato Scout):
- "scout" è il nome che non ha niente a che fare con il tab Ranger o Scout che viene rilasciato al termine di appositi corsi, soprattutto in ambiente militare
- si parte dalla semplice vita all'aria aperta per trarne utili insegnamenti atti a trasformare un ragazzo in bravo cittadino
- non possiamo pretendere che sia un soggetto addestrato e competente in tutto
- se ci sono ex scout sono molto pù rilassato e consapevole che avrò un aiuto in più, per qualunque cosa, anche solo morale, per effetto dello "spirito di corpo" che ci segue anche dopo aver terminato il cammino. E questo regolarmente succede
che effettivamente, da esterno, non sapevo.
Il mio concetto di Scout era farcito di convinzioni errate.