- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Partenza/Arrivo ponte di Lama SS 80(forse )(da Teramo dopo il bivio per Campotosto sulla sx)
Difficoltà:attraversare legnami sradicati e abbattuti da una valanga,e ritrovare la strada subito dopo.
Poi una piccola scomodità di montare e smontare i ramponi parecchie volte.
Tempi e km non calcolati dopo la cima.
Ponte di lama/Cresta Owest,Monte S.Franco/ Cresta est/Passo del Belvedere/Rifugio Panepucci/colle della Befana/Ponte di lama.
Descrizione:
La seconda volta che salgo sul San.Franco , e questa volta anche calcando la cresta opposta,per chiudere con un anello non molto impegnativo tecnicamente, ma abbastanza lungo: così reclamano "le scritte" sulle gambe.( Acido lattico nel dialetto Teramano:carne scritta)
Finito di preparare lo zaino a mezzanotte,la sveglia delle 3 è stata ignorata,e gli occhi si sono aperti, naturalmente ,alle 5.
Tanto sonno e stanchezza di una settimana piena,mi hanno trascinato e imbalsamato sopra la sedia della cucina per un quarto d'ora buona,dove pensavo lentamente:mi rimetto a letto o usciamo?
Mi sono preso la riserva di decidere dopo aver infilato i calzettoni,per darmi quasi la scusante per dire :il primo passo almeno è fatto,se vince il sonno vuol dire che ne hai bisogno. Mi sono trovato vestito senza neanche accorgermene. Un uovo crudo,una fetta di pane e olio,una tazza di freddo del giorno prima,il collare alla sveglia Linda che ha già capito tutto e festeggia,e fuori...direzione quasi ignota.
Il Quasi perché avevo già in mente qualche opzione: ancora una esplorata sopra Cerqueto ,Monte girella salendo da un nuovo versante,o dopo tanto ,un "2000" non troppo impegnativo perché già noto e vicino in macchina vista l'ora che scartava Il camicia.
San Franco,bivio SS per Panepucci(ponte di lama),ore 7:09 zaino in spalla.
Ormai ben sveglio ,parto subito tagliando la sterrata che zigzaga per il primo colle owest,con non poca fatica ma tanta strada in meno. Sono in ombra e le folate di vento da sud/est non sembrano affatto calde come ci si aspetterebbe.Cerco di tagliare piu sul fianco nord districandomi tra chiazze di neve ghiacciate e rovi,senza montare i ramponi,ancora impacchettati nello zaino:qualche piccolo pezzo innevato l'ho affronto solo scavando con gli scarponi e attenzione. La neve è poca ma bella portante:sarà così sempre,tranne un piccolo tratto di salita verso il rifugio e nei boschi più assolati dopo l'una...foto
A cavallo della cresta le pendenze non cambiano poi molto rispetto alla "scorciatoia" adottata,in compenso migliora il terreno,le gambe odierne paiono leggere ,e alle 9:28 sono già in cima,anche distratto dal gran bel panorama......foto
Finalmente fuori dal cono d'ombra, ma che comunque non rende più sopportabile il vento, impendendo,ancora,pause contemplative.Deciso comunque a rilassarmi e comunque ampliare il percorso della prima volta, ripiego in direzione nord est su un bel altopiano innevato appena sotto la cima. Per non scendere troppo di quota rimango a mezza costa tra la vetta e l'altopiano adattandomi su dei comodi scalini di prato verde. Al riparo dal vento la fame si fa già sentire ,per cui mezzo pranzo ,con hamburger di vitello casalingo,insalata e zucchine grigliate ,io e Linda l'ho spazzoliamo in un momento...foto.
Comincio a tremare per immobilismo e freddo ancora pungente,ma l'acqua ormai bolle per cui scalderò ancora questo dolce panorama per i prossimi 15 minuti almeno.
La mia attenzione è tutta per una bellissima cresta ancora quasi del tutto innevata sulla mia destra,che scoprirò dall'amico @Ciccio74 chiamasi cresta dei Coppi. Sempre camminando riparato dalla cresta di vetta,mi avvicino fin sotto dove finisce la salita della cresta appena adocchiata e nuova agli occhi.Bellissima e con la giusta neve,sarei quasi tentato di infilarci la piccozza.Ancor di più, superandola,nel vedere dei passaggi ,creati dalla neve, che scendevano nella favolosa valle del paradiso sulla destra,invece di finire nell'ignoto bosco che vi era sulla punta finale o ,ancora peggio, tentare di scendere l'altro impossibile versante della valle dell'inferno. Be! Intanto sta scritta ufficialmente nel libro dei sogniChissà?Che un giorno non vada a finire come PioXI? Vedremo al terzo giro sul San.Franco,con qualche km in più di esperienze dietro lo zaino magari....foto...
Di certo sono rimasto sbracato quasi un'ora ,a picco sulla valle del paradiso che ,con un sole velato da continue striature espanse del pesante traffico aereo di oggi,crea per occhi bellissime chiazze rosate negli accumuli più vistosi: tipo dei laghetti nei laghetti (dalle foto non credo si capisca cmq).
Ammiravo e pensavo:Sinistra? ....foto... oppure destra?
Deciso di intraprendere la cresta di Rotiliano sulla destra,di buon passo mi incammino verso il passo del Belvedere già noto alla amica Linda.E' stato il momento più bello della giornata,me ne andavo in giro trotterellando e canticchiando una canzone di DeAndre',con un S.Franco tutto per me:non vi era un anima anche se sabato .Nel frattempo, il vento era scemato anche per la quota,per cui finalmente,per il momento,rimetto i tappi ai ramponi fino alla casetta/osservatorio del Passo,e finisce il camminare scomodo a mezza costa tra parti ripidi e chiazze di neve. Finora è stato un continuo monta e rismonta ,ma sarà così tutto il giorno. Il caldo comincia a farsi sentire e devo affrettarmi per non trovare in mezzo al bianchissimo vallone neve inconsistente.La neve specchia il sole che scotta la pelle del viso e infiamma il cuore sempre più gioioso nel camminare,ora,su bella neve portante....foto....
Al rifugio faccio fuori la seconda "stozza" del giorno con frittata offerta gentilmente da Thelma e Luise:le mie galline.Il pranzo è allietato dalla vista di tre Vele che volteggiano sopra il belvedere: chissà se mi vedono come io vedo loro?? Ancora un cioccolatino e di nuovo in marcia verso il bosco.Silenzio,quete e pace sono interrotti solo dal mio affanno nel tirare fuori,di tanto in tanto, le caviglie da una neve che negli sprazzi assolati si fa sempre più acqua.Saranno i km fatti,saranno che sti ramponi adesso servono e non servono,saranno gli anni che passano,ma mi fanno tanto male i piedi e comincio ad avere voglia di tornare al furgone per mettere un paio di "pantofole da tennis" e cambiarmi.Ma il San Franco ha ancora una sorpresa per me.Uno spettacolo dell'orrido ,ma pur sempre qualcosa di spettacolare,come solo la natura può: quel che resta di una valanga. Centinaia di faggi accatastati,sradicati,frantumati,spezzati e trascinati fino a valle.Alzo gli occhi , dove era tutto bosco adesso una grande ferita,bianca ,fredda ad interrompere il pastello degli alberi nudi dell'inverno. Attraversiamo a fatica io e la Lupa e quando siamo nel mezzo,ci si accorge facendo foto che il legname sta ancora sopra il ghiaccio:via veloci...foto...
Guardando indietro comunque non è che era molto aggirabile:legni fino a valle. Passato il "guado di legno" mi ritrovo in un posto tanto scomodo dove ho fatto un traverso con la piccozza che è meglio non descrivere previo cazziate,già ampiamente autoinflitte. Sarei dovuto tornare indietro e guadare un po' più a vallle. .....foto...
Eccomi di fronte ad un rudere con un bel prato fiorito,mi rilasso un attimo dal batticuore e Linda ne approfitta per un pisolino. Tra un po' saremo di nuovo in macchina,stanchi , felici e con tanta primavera addosso.Gran bella giornata sul San.Franco.
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