Scarponcini vs scarpe trail running

Apro questo piccolo thread prendendo spunto da un post di @paiolo riportato nel topic "ciabatte da campo", nel quale diceva:
"Ormai sempre più gente ha abbandonato gli scarponi ed utilizza, per le proprie uscite, calzature da trekking basse o ancor meglio scarpe da trail running. Se non fai alpinismo e non devi affrontare neve/ghiaccio gli scarponi in realtà hanno poco senso, li abbiamo utilizzati per decenni più per motivi culturali che per reale necessità".

Anche io sto sperimentando e vorrei quindi confrontarmi con l'esperienza di altri: prima sono partito con scarponcini più classici (Scarpa Kailash), poi ho fatto una prova con delle scarpe da montagna basse della Decathlon, da qualche tempo ho acquistato gli scarponcini La Sportiva Stream (che sembrano un po' un compromesso tra scarponcino e trail running). Non ho ancora provato scarpe da trail running vere e proprie, ma mi incuriosiscono.

In generale, se escludiamo gli estremi dell'alpinismo (per il quale ci vuole lo scarpone classico) e del trail running (per il quale ci vuole la scarpa omonima) e ci concentriamo sulle più comuni attività di trekking/cammino/escursione, i vantaggi principali di scarpe basse mi sembrano la leggerezza di peso ed il comfort di camminata. Di contro, con scarpe basse ho patito l'affrontare terreni "difficili" in particolare: terreni fangosi (l'effetto ventosa che ti sfila la scarpa, mentre con una scarpa alta questo non succede) o terreni fangosi/bagnati (maggior probabilità che l'acqua o il fango ti entrino dentro da sopra nonostante l'eventuale goretex); terreni sassosi (per la protezione del malleolo non tanto dalle storte, che mi sembra non vero, quanto da colpi): in tutti questi terreni le scarpe mid mi sembrano avere un di più. Se poi si considera il caso di scarpe con tomaia in mesh si aggiunge il vantaggio della freschezza della scarpa (ma quest'ultimo è un vantaggio solo d'estate), dall'altro estende il problema della minor protezione da colpi a tutto il piede (camminando tra i sassi resta solo l'eventuale puntale in gomma a dare protezione). Altre opinioni?

Immagino che le stesse cose possano valere per scarpe da trail running, probabilmente in modo più marcato nel bene e nel male. E' così?
 
Anch’io d’estate uso scarpe basse in montagna. Ho appena preso delle Scarpa Zodiac GTX, che sostituiscono le precedenti Aku ormai con la suola liscia.
Condivido le considerazioni sui vantaggi/svantaggi.
In estate, gli scarponi li uso solo se so che troverò fango, guadi, oppure su percorsi nello sfasciume, dove in effetti una protezione laterale e una suola molto strutturata fanno la differenza.
 
Per me è iniziato tutto nel 2017, quando ho iniziato a guardare i primi video su youtube per puro caso di pescho anvi e salatissimo, e poi a seguire altri... con la scoperta di questo forum, la formazione poi vien da sola.

Il primo paio di scarpe è stato una Salomon mid gtx del deca.. pensavo di utilizzarla tutto l'anno, ma in verità non era ne carne ne pesce.. d'estate sudavo, d'inverno gelavo.. la scarpa non era male, ma non ero contento..

Fù dopo il primo anno, ed un paio di scarpe consumate, che decisi di dividere le pedule. Prenderne uno per l'inverno ed uno per l'estate.

Presi uno stivaletto Aku per l'inverno, che ahimè, solo dopo qualche km scoprì che il mio piede non è adatto a quello scarpone.. pazienza.. e l'affiancai alla prima scarpa da trail... La Lycan (lasportiva).. con la quale mi trovai subito benone, non in gtx, mi ha accompagnato per 12 mesi.. la qualità della scarpa è bassa, ma il prezzo era bassino (60 euro scontatissima)..

Dopo altri 12 mesi, provo finalmente le ultraraptor.. che scarpa!! protezioni nei punti giusti, scarpa ben areata, buona suola... direi che sono stati 105 euro investiti bene..

Infine da Febbraio di quest'anno, mi sono preso le Mafate Speed 3.. anche questa ragazzi CHE SCARPA!!..

Ho sempre preso scarpe non in gtx, in quanto se il piede si bagna, si asciuga anche più velocemente.. mentre con una in gtx, se il piede si bagna, asciuga col cavolo.
 
Apro questo piccolo thread prendendo spunto da un post di @paiolo riportato nel topic "ciabatte da campo", nel quale diceva:
"Ormai sempre più gente ha abbandonato gli scarponi ed utilizza, per le proprie uscite, calzature da trekking basse o ancor meglio scarpe da trail running. Se non fai alpinismo e non devi affrontare neve/ghiaccio gli scarponi in realtà hanno poco senso, li abbiamo utilizzati per decenni più per motivi culturali che per reale necessità".

Anche io sto sperimentando e vorrei quindi confrontarmi con l'esperienza di altri: prima sono partito con scarponcini più classici (Scarpa Kailash), poi ho fatto una prova con delle scarpe da montagna basse della Decathlon, da qualche tempo ho acquistato gli scarponcini La Sportiva Stream (che sembrano un po' un compromesso tra scarponcino e trail running). Non ho ancora provato scarpe da trail running vere e proprie, ma mi incuriosiscono.

In generale, se escludiamo gli estremi dell'alpinismo (per il quale ci vuole lo scarpone classico) e del trail running (per il quale ci vuole la scarpa omonima) e ci concentriamo sulle più comuni attività di trekking/cammino/escursione, i vantaggi principali di scarpe basse mi sembrano la leggerezza di peso ed il comfort di camminata. Di contro, con scarpe basse ho patito l'affrontare terreni "difficili" in particolare: terreni fangosi (l'effetto ventosa che ti sfila la scarpa, mentre con una scarpa alta questo non succede) o terreni fangosi/bagnati (maggior probabilità che l'acqua o il fango ti entrino dentro da sopra nonostante l'eventuale goretex); terreni sassosi (per la protezione del malleolo non tanto dalle storte, che mi sembra non vero, quanto da colpi): in tutti questi terreni le scarpe mid mi sembrano avere un di più. Se poi si considera il caso di scarpe con tomaia in mesh si aggiunge il vantaggio della freschezza della scarpa (ma quest'ultimo è un vantaggio solo d'estate), dall'altro estende il problema della minor protezione da colpi a tutto il piede (camminando tra i sassi resta solo l'eventuale puntale in gomma a dare protezione). Altre opinioni?

Immagino che le stesse cose possano valere per scarpe da trail running, probabilmente in modo più marcato nel bene e nel male. E' così?

Praticamente hai detto già tutto tu.

Io ormai da anni gli scarponi in estate li uso solo sopra i 3000 m. ma siccome sopra questa quota non vado più, dovrei dire mai.

Viceversa d'inverno - se si va nella neve - diventano ovviamente una necessità, per di più quelli imbottiti (che però poi sono gli stessi che servono anche d'estate in alte quote o su ghiacciai).

Di fatto, quindi a rimanere privo di senso è il classico scarponcino estivo, che rimane troppo pesante sia rispetto alla stagione (tanto più poi con queste evoluzioni climatiche) sia rispetto alle funzionalità e alla comodità del piede. Nel mio caso poi aggiungerei anche la sicurezza, perché suole inutilmente grosse e dure fanno "sentire" anche meno il terreno, facendo perdere aderenza, e sono una sofferenza per piede, che appunto d'estate resta letteralmente maciullato. Per non dire poi che la calzata dev'essere perfetta perché altrimenti le vesciche sono assicurate, e con quelle camminare diventa una tortura aggiuntiva.
L'unica possibile utilità si avrebbe su terreni ghiaiosi (sfasciumi) o appunto fangosi, ma non può essere l'eccezione a determinare una scelta che, per essere giusta ed appropriata a quella, su tutto il resto rischia di rivelarsi sbagliata.
In poche parole, non vedo davvero perché una scarpa escursionistica da montagna non debba essere nient'altro che una normale e comoda calzatura semplicemente rinforzata nei tessuti e nella capacità di aderenza (ad es. coi classici grip).

Aggiungo che proprio il loro uso permette alla lunga di saperle padroneggiare, abbandonando quel senso di inadeguatezza iniziale che può prendere.

Certo è innegabile che per molti debba essere proprio una questione culturale: proprio due mesi fa, sulle Alpi, svalicando una cresta dopo una salita di 400 m tutta di sentiero su roccia viva, mi sono trovato un breve tratto abbastanza scorbutico dove il sentiero dal versante opposto sembrava "sparito", un centinaio di metri tra lingue di neve, a zig zag in gran parte su traverso, terreno friabile, insomma si rischiava facilmente di ruzzolare. Quando alla fine sono riuscito ad "approdare" e a reimmettermi sul troncone del sentiero, un altro escursionista che stazionava già lì fin da quando io ero ancora in cresta ed aveva assistito a tutto quel mio procedere un po' barcollante e faticoso, squadrandomi mi fa : "Beh, certo che a 2800 m. non ci si avventura con quelle scarpe".
Tra me e me gli ho mandato un vaffa... Secondo lui per un tratto di 5 minuti su un anello di 6 ore avrei dovuto soffrire le pene dell'inferno con degli odiosi scarponi ai piedi. Perché sì, certi attrezzi a volte sono indispensabili anche solo per pochi metri (ad es piccozza o ramponi se si incontra una lingua di ghiaccio), ma non mi pare proprio il caso dell'oggetto-scarpone. Al massimo ti bagni o ti.entrano sassolini nelle scarpe, ma nulla che pregiudichi la sicurezza rispetto a scarpe basse : dunque amen.
 
Praticamente hai detto già tutto tu.

Io ormai da anni gli scarponi in estate li uso solo sopra i 3000 m. ma siccome sopra questa quota non vado più, dovrei dire mai.

Viceversa d'inverno - se si va nella neve - diventano ovviamente una necessità, per di più quelli imbottiti (che però poi sono gli stessi che servono anche d'estate in alte quote o su ghiacciai).

Di fatto, quindi a rimanere privo di senso è il classico scarponcino estivo, che rimane troppo pesante sia rispetto alla stagione (tanto più poi con queste evoluzioni climatiche) sia rispetto alle funzionalità e alla comodità del piede. Nel mio caso poi aggiungerei anche la sicurezza, perché suole inutilmente grosse e dure fanno "sentire" anche meno il terreno, facendo perdere aderenza, e sono una sofferenza per piede, che appunto d'estate resta letteralmente maciullato. Per non dire poi che la calzata dev'essere perfetta perché altrimenti le vesciche sono assicurate, e con quelle camminare diventa una tortura aggiuntiva.
L'unica possibile utilità si avrebbe su terreni ghiaiosi (sfasciumi) o appunto fangosi, ma non può essere l'eccezione a determinare una scelta che, per essere giusta ed appropriata a quella, su tutto il resto rischia di rivelarsi sbagliata.
In poche parole, non vedo davvero perché una scarpa escursionistica da montagna non debba essere nient'altro che una normale e comoda calzatura semplicemente rinforzata nei tessuti e nella capacità di aderenza (ad es. coi classici grip).

Aggiungo che proprio il loro uso permette alla lunga di saperle padroneggiare, abbandonando quel senso di inadeguatezza iniziale che può prendere.

Certo è innegabile che per molti debba essere proprio una questione culturale: proprio due mesi fa, sulle Alpi, svalicando una cresta dopo una salita di 400 m tutta di sentiero su roccia viva, mi sono trovato un breve tratto abbastanza scorbutico dove il sentiero dal versante opposto sembrava "sparito", un centinaio di metri tra lingue di neve, a zig zag in gran parte su traverso, terreno friabile, insomma si rischiava facilmente di ruzzolare. Quando alla fine sono riuscito ad "approdare" e a reimmettermi sul troncone del sentiero, un altro escursionista che stazionava già lì fin da quando io ero ancora in cresta ed aveva assistito a tutto quel mio procedere un po' barcollante e faticoso, squadrandomi mi fa : "Beh, certo che a 2800 m. non ci si avventura con quelle scarpe".
Tra me e me gli ho mandato un vaffa... Secondo lui per un tratto di 5 minuti su un anello di 6 ore avrei dovuto soffrire le pene dell'inferno con degli odiosi scarponi ai piedi. Perché sì, certi attrezzi a volte sono indispensabili anche solo per pochi metri (ad es piccozza o ramponi se si incontra una lingua di ghiaccio), ma non mi pare proprio il caso dell'oggetto-scarpone. Al massimo ti bagni o ti.entrano sassolini nelle scarpe, ma nulla che pregiudichi la sicurezza rispetto a scarpe basse : dunque amen.
Concordo che non essendoci lo strumento perfetto per tutti gli usi, si scelga sugli usi più importanti sennò - se non ci sono rischi eccessivi - su quelli più frequenti. In questo senso trovo più serio il rischio di cuocersi i piedi per ore con scarponi troppo caldo/pesanti che il rischio di dover affrontare un po’ di terreno avverso. Qui la differenza credo la faccia più la capacità/possibilità di conoscere in anticipo il tipo di terreno che non la scarpa: il terreno avverso quanto è avverso e quanto dura?
Io mi sto trovando bene con gli “La sportiva stream” perché sono un po’ delle scarpe da trail rumning ma con altezza mid: quindi leggeri, freschi, ma con vantaggi nel fango e nell’acqua. Mi sembrano molto versatili.

ancora invece non mi è chiaro il confronto tra scarpe basse in pelle e in mesh. Le seconde sono più fresche e leggere ma riparano meno dai sassi. Esperienze?
 
Secondo me dipende dal percorso, ma se si può fare con scarpe da trail a mio avviso quest'ultime sono molto meglio sia degli scarponi che delle scarpe basse.
(Per percorsi da trail intendo dove basta avere buon grip per andare in sicurezza e la salita e la discesa ripide ci sono ma non sono preponderanti)
 
A mio parere si tratta di scelte personali.
Io su percorsi in montagna o terreni accidentati non rinuncerei mai a un bel paio di scarponi classici, perchè ritengo importante avere un sostegno per le caviglie.
Possiedo comunque anche scarpe da trail (Adidas Eastrail Gtx) che sono comodissime, leggere e sicuramente meno "impegnative" degli scarponi, ma personalmente le uso solo su terreni facili, tipo passeggiate in campagna.
 
A mio parere si tratta di scelte personali.
Io su percorsi in montagna o terreni accidentati non rinuncerei mai a un bel paio di scarponi classici, perchè ritengo importante avere un sostegno per le caviglie.
Possiedo comunque anche scarpe da trail (Adidas Eastrail Gtx) che sono comodissime, leggere e sicuramente meno "impegnative" degli scarponi, ma personalmente le uso solo su terreni facili, tipo passeggiate in campagna.
Sono abbastanza d’accordo. Scarponcino classico per inverno/alpinismo/neve. Scarpa trail running per camminate su terreni semplici (sterrati, erbosi, boschi). Scarponcino leggero ma con buona suola (tipo Sportiva Stream) per tutto il resto.
Tre paia di scarpe...è un costo però :(
 
Sono abbastanza d’accordo. Scarponcino classico per inverno/alpinismo/neve. Scarpa trail running per camminate su terreni semplici (sterrati, erbosi, boschi). Scarponcino leggero ma con buona suola (tipo Sportiva Stream) per tutto il resto.
Tre paia di scarpe...è un costo però :(

Beh si..., a voler essere pignoli, effettivamente ce ne vorrebbero 3 paia, ma secondo me, con un un paio di scarponi (buoni) e uno di scarpe da trail, si possono riuscire a soddisfare tutte le esigenze.
Io utilizzo dei vecchissimi Tecnica Kathmandu in nabuk con inserti cordura, suola Vibram e membrana Goretex (hanno ormai oltre 10 anni ma sono tuttora perfetti) chiaramente non pratico alpinismo, ma per tutto il resto vanno benissimo, e le Adidas Eastrail citate prima.
 
Mai utilizzato lo scarponcino, ho sempre usato scarpa da trail anche su percorsi molto impegnativi chiaramente non in condizione invernale seria.
Diciamo che ho sentito l'esigenza della scarpa alta su percorsi dal fondo estremamente instabile e sicuramente in via ferrata (stavo infatti valutando l'acquisto).

In generale se devi farci molti chilometri al giorno su percorsi escursionistici (anche EE compresi passaggi su roccia se non puramente alpinistici) va benissimo la scarpa bassa da trail. Se l'idea è un utilizzo simil-alpinistico o comunque su percorsi attrezzati credo che serva un po' di rigidità in più.
 
Se non c'è neve (beh in realtà anche con la neve, a volte) e non serve rigidità per rampicare (climbing zone) e non ci sono pietraie infinite (in realtà non sempre si conosce il dettaglio del percorso)... allora scarpe basse, leggere e traspiranti no-gtx che si asciugano in fretta.

Se fa freddo scarponi da alpinismo. Coi ramponi ovviamente scarponi da alpinismo.
Se c'è da rampicare un po' scarponi da alpinismo.
Se so che c'è molta roccia "difficile", sfasciumi e roccette e pietraie infami scarponi da alpinismo.

Quindi alla fine uso due scarpe, dipende dalla stagione e dal percorso.

Però per le scarpe basse devi essere allenato, c'è il rischio incidenti.
 
Ultima modifica:
io ho sempre usato scarponcini alti, anche d'estate... gestisco bene i piedi e a parte la calura non mi davano probkemi di vesciche... e il peso extra non mi pesava :rofl:

poi l'anno scorso ho preso delle lasportiva approach che per il mio uso (500-2500 bosco ferrata crestefacili) sono perfette e penso che avrei dovuto provare queste scarpette prima :wall::azz: piú fresche e leggere e il piede é ben piú agile, specialmente in discesa sono " meno cinghiale e piú elfo dei boschi" :rofl::rofl:
da allora gli scarponi alti voglio usarli solo con neve o ghiaccio coi ramponi... la protezione alla caviglia da colpi laterali manca ma é un rischio per me modesto e accettabile

( ancora non ho provato scarpe da trail vero, perché so che per pigrizia camminerei invece di correre :biggrin: )
 
Anch io da anni, in modo del tutto automatico, ho abbandonato i classici scarponcini da montagna. Iniziavo a trovarli troppo pesanti e troppo soffocanti, dopo pochi chilometri i piedi iniziavano a soffrire e ho iniziato a scegliere la strada della comodità. A meno che non debba affrontare percorsi particolarmente impervi mi sono accorto che con semplici scarpe basse (anche della Decathlon) mi trovo benissimo, viaggio più spedito e I piedi si affaticano meno. Per percorsi semplici o di medio livello li preferisco, considerando poi che ci metto i plantari fatti su misura che mi aiutano ad alleviare problemi cronici di schiena e dolori ai piedi. Una volta utilizzavo gli scarponcini soprattutto per evitare eventuali storte alle caviglie e cose del genere, per tenerli più "saldi" e sicuri, ma mi sono abituato a usare i bastoncini da trekking quindi quel pericolo è diminuito notevolmente.
 
Concordo sia una scelta molto personale che dipende dal proprio stile di camminata.

In tanti mi stanno dicendo per il cammino di santiago di prendere un solo paio di scarpe da trail o tipo Sportiva Ultraraptor. Purtroppo anche con bastoncini io inciampo letteralmente nell'aria , quindi credo che per me la scelta sarà sempre scarponcino alto per protezione caviglia ed eventuale aggiunta di scarpa bassa o da corsa per percorsi più semplici o asfaltati...è un patimento portare un paio in più su lunghe camminate, però le mie caviglie sono più importanti di 500 gr in più di peso.

Credo anche dipenda dall'esperienza del camminatore, se uno cammina tanto ed è consapevole di come non inciampare allora la scarpa bassa diventa la scelta più ovvia per tutte le regioni che avete detto...e in effetti i vantaggi sono tanti!
 
Tutte osservazioni intelligenti che mi sento di condividere.
Gli scarponcini alti li uso ormai solo in inverno. Dei vecchi Tecnica sempre validi.
Li ho affiancati per la bella stagione a delle Columbia Redmond 2. Una scarpa perfetta per il mio piede, non ha un grip eccelso ma è versatile. Peccato sia calda in estate
Così ho fatto l'errore di acquistare le Merrell Moab Vent2.
Scarpa con un ottima suola, fresca e comoda.
Ma è molto larga, non avvolge il piede. E nelle discese son dolori.
Proseguirò la ricerca verso qualcosa di più adatto alla mia calzata.
 
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