Mah, considerando la poverta di quelle zone e l'epoca è probabile...però non basta essere allenati perchè non ti si congelino i piedi e vadano in cancrena
Forse le scarpe intese come cuoio e tomaia non erano alla porta economica ma comunque rimedi di fortuna (per noi oggi) per coprire i piedi e non ritrovarsi a camminare a piedi nudi sono sempre esistiti, da pezzi di iuta o di stoffa pesante a qualsiasi altra cosa che possa, in qualche modo, isolare il piede sia dal freddo che dal terreno a costi prossimo allo zero (quando riciclati) se non effettivamente a costo zero (quando presenti in natura ..... naturalmente).
Poi, intendiamoci, sicuramente un paio di scarpe/scarponi sono in un mondo, i piedi nudi in un altro ma, magari, in mezzo, un paio di piedi ricoperti di, che ne sò, pelli di animali ci potrebbero anche stare (penso) a qualsiasi altitudine o livello economico proprio per il concetto di "necessità si fà virtù".
Ciao, Gianluca
Ho letto un libro che non parla dell'himalaia ma raccoglie interviste fatte a semplici persone che sono state le prime a vivere in uno dei villaggi rurali che si andavano a creare in Sila, Sila che fino a quel momento d'inverno rimaneva completamente disabitata.
In una di queste interviste il figlio di colui che era il responsabile del trasporto della posta con un ciucciariello (asinello), trasporto che avveniva ogni 15 giorni per l'inaccessibilità della zona, racconta che lui e il fratello erano troppo poveri per avere le scarpe, e quindi camminavano tutto l'anno senza nonostante tutto, neve, freddo, terreno, rovi, ecc.
Pensa un pò...come si dice... FARE DI NECESSITA' VIRTU'!
ciao
Francesco
http://www.ibs.it/code/9788872844830/siebert-renate/lorica-ritratto-piu.html
Infatti non la vedi la foto!