Il vero corso di sopravvivenza perfetto e per tutti non esiste, soprattutto perchè ognuno di noi è diverso e parte da una base diversa.Certo che a leggere tutti questi ultimi commenti mi avete fatto andare via la voglia di partecipare ad un corso di sopravvivenza!!! Proprio perché io voglio fare un VERO corso di sopravvivenza e non certo delle cavolate e ancor meno regalare i miei soldi!!!!!!!
Mi spiego: se sono un alpinista veterano, difficilmente qualcuno avrà qualcosa da insegnarmi in quel campo, ma potrei "rimanerci" in altro ambito, per esempio nell'esplorare una jungla in Guinea. Ergo, potrei partecipare ad un corso per imparare questo, ma solo se lo cerco e perchè serve a me.
Quindi, non potendo realizzare un programma di corsi chilometrico, con proposte per ogni esigenza, i corsi di survival oggi programmati dalle comunque validissime scuole operanti in Italia offrono un "prodotto base", inteso cioè per dare una base comune a chi è veramente alle prime armi, facendo vedere tecniche e materiali "essenziali" che chi partecipa evidentemente non ha mai visto o maneggiato. Qualche volta offrono anche un corso avanzato, e poi anche delle (ma poche) varianti (tipo ambito invernale, oppure minicorsi tematici su vari argomenti localizzati).
E' chiaro che chi vive (o ha vissuto) esperienze di una vita all'aria aperta, dalla campagna alla montagna, non ha bisogno di farsi dire come accendere un fuoco o come medicare un taglio, e probabilmente nemmeno come dormire all'aperto. Come anche chi ha fatto scoutismo come si deve e, parzialmente, anche chi ha ha fatto il militare. E questo vale anche come chi, noi vecchietti per esempio, queste cose le facevamo per gioco quando avevamo 10 anni, visto che in casa non avevamo ne TV ne videogiochi.
Ma non togliamo del tutto l'utilità di queste scuole, ovvero quella di far nascere la curiosità nell'individuo che si avvicina alla "nostra" passione, perchè noi diamo per scontato di essere i "soli depositari del sapere" oppure che tutti quelli che praticano il bushcraft siano bravi come noi, mentre invece ci sono milioni di persone che non hanno avuto (per loro sfortuna) la possibilità di essere scout/soldati/esploratori/alpinisti/tecnici etc. e che però vorrebbero cominciare a fare qualcosa.
Bene, le scuole alla fine - se ci pensate bene - suppliscono prorio a quello che dice @stefanoa, ovvero quando parla di "inviti a partecipare a quello che altri di noi fanno e passare tali conoscenze": so che sto dicendo un cosa forte, ma il survival è una disciplina da sociopatici, ovvero da persone che - da sole- scappano nei boschi e provano e riprovano tecniche e manovre.
Lo sono anch'io, a volte, è chiaro, e non sempre ho voglia di portarmi dietro dei rookies per fare lo ro da chioccia, ma proprio per questo non capiamo che il sapere dobbiamo tramandarlo noi, a chi possiamo, al massimo dei soggetti, per educare ai prinicpi delle leggi della natura,che aiutano enormemente poi nella vita "civile", e ad aprire la mente, dovendo risolvere problemi.
E questo senza dare addosso alle scuole, che appunto invece fanno proprio questo.
Quanti di noi sono disposti a fare uscite con altri? Quanti inviti compaiono si questo e su altri forum per weeked di bushcraft? Quanti sono disposti ad ospitare altri utenti per fare giornate "tattiche"? Quanti hanno voglia di creare, come per esempio l'amico @GreenGabri, gruppi di interesse locale dove accogliere tutti quelli che vogliono provare? Quante richieste di utenti avete visto cadere nel vuoto quando cercavano "amici" nella loro zona?
Avete già la risposta.
Da parte mia, consiglio senza indugio un corso del genere a chi vuole provare un'esperienza, e arrivo a dire anche se già "formato", perchè comunque non si finisce mai di imparare, come consiglio di leggere, leggere e leggere ancora, a più non posso, tutti i testi scritti dall'800 ad oggi (i manuali e i diari dei trapper nordamericani, i veri padri del bushcraft) perchè in quei testi c'è un modo che neppure immaginiamo, così limitati ai 4 oggetti del nostri kit EDC o della nostra esperienza quotidiana.
Ho espresso il mio pensiero, naturalmente, anche forte della mia esperienza di scuole e corsi e della mia "vocazione" all'insegnamento. Non mi sento di colpevolizzare, anche se non tutte le realtà partono da una motivazione sana, nessuna scuola, e se qualcuno partecipando ad un corso di survival ha avuto "strane sensazioni" dagli istruttori, ricordiamoci che, come ho detto all'inizio, siamo tutti diversi, e che siamo comunque liberi (anche per diritto) di esprimere il nostro pensiero e di vestire le nostre attività del nostro pensiero.
Quindi consiglio di partecipare sempre ad ogni attività con umiltà ed attenzione.