- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 2/09/2017
Partenza/Arrivo:chiesa di Senarica (Te)
Grado di difficoltà E -se piove meglio un piede esperto e conoscenza della viscida arenaria-
Difficoltà: nessuna per me.-Per Linda(4 zampe 28 kg) :un canalino di roccia friabile di due metri, in cui l'ho issata solo all'andata.Tratti di sentiero potato su pino mugo e arbusti spinosi.-
Dislivello non cumulativo: punto più basso 633 mt,punto più alto 1130
Km:circa 15
Tempi: sono partito alle 13:15-per cena ero a casa. Tempi di marcia: vedi foto cartelli.
Andata su sentiero Italia 429-ritorno su 430
Descrizione:
A Senarica ci sono stato una sola volta anni fa alla sagra della castagna,di notte tra nebbia e i fumi di vino novello,non ricordavo un borgo così bellino e grande oltretutto.
Escursione piena di sorprese dettate dall'ignoranza personale,dal fatto che in certi posti se non ci passa a piedi non si scoprono, e, più frequente,la zona della laga è ricca di storia che finalmente il parco ha deciso di valorizzare con cartelli esplicativi e importantissimi rifacimenti di sentieri che la natura "poco camminata" si è ripresa anche per la sempre più rada pastorizia.
La prima sorpresa è la grandezza inaspettata di Senarica in cui mi sono presto perso ,verso valle curiosando tra le scritte e incisioni degli ingressi delle case, come pittoresca e utile usanza antica
che ho visto anche in Catalunia.
Ripreso verso monte il sentiero 429 che attraversa il paese e un pezzettino di asfaltata,mi ritrovo prestissimo a picco sul paese in mezzo a blocchi di arenaria e i primi
Cerri già dorati da un aridissima estate 2017. Un insignificante canalino di roccia friabile si rivela invece ostico per la "Lupa della Laga" che infrange due volte il suo entusiasmo in mezzo a queste due rocce che sembrano fatte di sabbia....certo si chiamano arenaria.
Issata, al terzo tentativo , Linda con una mano sul sedere,troviamo riparo, dalle violente e improvvise raffiche di Phone, dentro una "grotta" appena sopra.La grotta merita una prima pausa per la visuale privilegiata di sua maestà C.G. che gioca con con un veloce e densissimo cumulonembo. Se non fosse il 2 settembre avrei pensato al tipo di nuvole da neve. (Invece sarà propio neveggi 3/9 tutta la catena appare con bianchi cappelli)
Ripreso il cammino un'altro canalino appare con una comoda scalinata centrale e poi la camminata prende in ripida salita tra cerri e abeti secchi. Le folate di vento da sud owest pare vogliano farmi assaggiare tutta la siccità della stagione che volge al termine,ma con gli occhiali e un bavaglio, insisto fino al fitto del bosco che rende tregua ,ma non per la salita.
Sbavagliato e al riparo salgo verso Piano Vomano dove tutta la mia ignoranza lho faceva come un luogo geografico a mo' di un colle o radura. Ad accogliermi alla prima casa del paese una mastodontica quercia come a preannunciare la bellezza e la grandezza del "pianoro" che invece è un borgo antico,tutto in piedi (non da poco con tutti questi terremoti),e con case datate 1715 (ne ho vista una con questa data).....di quei borghi che non si può non conoscere,specie un Teramano: mea culpa.
Le prime case offrono uno splendido belvedere con tanto di nome,dove,oltre al "RE" che ancora gioca con i nembi,appaiono mai così distinte le due vette di itermesoli,ma soprattutto una specie di manina rocciosa che spunta sopra la val Maone come per salutare. Picco Pio XI appare in questo modo con le sue Crestine sommitali.Una visione veramente privilegiata di questa montagna che appare in tutta la sua aspra visuale tanto da mettermi un brivido al ricordo di essere stato lì sopra.Linda corre gaia tra gli stretti viottoli di un paese dai numerosi affacci in tutte le direzioni. Nella grande piazza una fontana ci disseta e un cartello ci indica una decisione da prendere:colle del vento o colle dei ferri verso la madonna della Tibia/Crognaleto? Continuare "Sull'alto Vomano" o sconfinare verso il torrente zingaro e quindi unire la scorsa escursione(pubblicherò in seguito anche se precedente). Be!Oggi colle del vento non sembra il caso,e vengo anche attirato dal cartello Quercia Mazzucche. Che bello esplorare!Scoprire posti nuovi,nuovi orizzonti! Sgambettando felici di questo ci avviamo verso "la Tibia".
La terza piacevole sorpresa di oggi è vedere sulla laga sentieri puliti,cartelli esplicativi e segnaletica appena rifatta:Finalmente, anche zone difficilmente fattibili fuori sentiero come questa o la "bassa laga in genere, una Laga più fruibile.
Ieri è avanzato un po' di ottimo risotto
con crudo,zucchine e porcini,con cui ho fatto dei suppli di riso che anche Linda apprezza ai piedi di quel che rimane di questa mastodontica Quercia.Dopo la pausa un po' titubante riprendo verso un nome che mi crea qualche dubbio:sella di monte Calvario,che invece si rivela una bella radura panoramica con abbeveratoio e stazzo per cavalli.
Dal cartello comincio a intravedere la possibilità di poter fare un ampio anello arrivando vicino (40 min)alla Madonna della tibia e più su fino alla Rocca Roseto già percorsi più di ua settimana or sono.
Intraprendo questa idea che rivela il calvario del cartello in un'ora di salita prima ,e saliscendi dopo, di corsa in montagna" perché assalito da centinaia di tafani che,oltre ad obbligarmi a una provvidenziale camicia,se ti fermavi pizzicavano anche attraverso i Vertigo (pantaloni manco troppo sottili).
Anello non troppo impegnativo ma dove ho scoperto nuovi sentieri da percorrere, utili per il sogno che ho nel cassetto di percorrere tutti i sentieri del Parco nel versante Teramano,dove per alcuni non credo di farcela (come i 4 vadi-corno piccolo e la orientale Del GS),per lo meno non da solo.....ma già senza quelli ci vorrà una vita perché conto anche quelli non in quota che girano i paesi. E così sulla via del ritorno dal Colle dei Ferri,scopro i ruderi di San.Martino sul bellissimo colle del Vento che alla fine mi sono ritrovato lo stesso sotto i piedi.Dopo i ruderi un antica fonte all'asciutto e la "Microchiesa" o Altare di San Antonio.
Al rientro a Piano Vomano trovo riparo dal vento tra qualche stretta via dove un the caldo e una fumatina mi lasciano una mezz'ora su questi scalini a pensare su quanto visto e quanto ancora c'è da scoprire in queste "terre dietro casa".
Meno male che stamattina era nuvoloso e pioveva,così che ho rimediato con un giretto pomeridiano davvero piacevole,e voglio ripetermi:
quanto è bello esplorare nuovi sentieri!!!
Buona montagna a tutti e al prossimo giro dalla Madonna della Tibia a piano
Roseto e la Rocchetta dei briganti.
Partenza/Arrivo:chiesa di Senarica (Te)
Grado di difficoltà E -se piove meglio un piede esperto e conoscenza della viscida arenaria-
Difficoltà: nessuna per me.-Per Linda(4 zampe 28 kg) :un canalino di roccia friabile di due metri, in cui l'ho issata solo all'andata.Tratti di sentiero potato su pino mugo e arbusti spinosi.-
Dislivello non cumulativo: punto più basso 633 mt,punto più alto 1130
Km:circa 15
Tempi: sono partito alle 13:15-per cena ero a casa. Tempi di marcia: vedi foto cartelli.
Andata su sentiero Italia 429-ritorno su 430
Descrizione:
A Senarica ci sono stato una sola volta anni fa alla sagra della castagna,di notte tra nebbia e i fumi di vino novello,non ricordavo un borgo così bellino e grande oltretutto.
Escursione piena di sorprese dettate dall'ignoranza personale,dal fatto che in certi posti se non ci passa a piedi non si scoprono, e, più frequente,la zona della laga è ricca di storia che finalmente il parco ha deciso di valorizzare con cartelli esplicativi e importantissimi rifacimenti di sentieri che la natura "poco camminata" si è ripresa anche per la sempre più rada pastorizia.
La prima sorpresa è la grandezza inaspettata di Senarica in cui mi sono presto perso ,verso valle curiosando tra le scritte e incisioni degli ingressi delle case, come pittoresca e utile usanza antica
che ho visto anche in Catalunia.
Ripreso verso monte il sentiero 429 che attraversa il paese e un pezzettino di asfaltata,mi ritrovo prestissimo a picco sul paese in mezzo a blocchi di arenaria e i primi
Cerri già dorati da un aridissima estate 2017. Un insignificante canalino di roccia friabile si rivela invece ostico per la "Lupa della Laga" che infrange due volte il suo entusiasmo in mezzo a queste due rocce che sembrano fatte di sabbia....certo si chiamano arenaria.
Issata, al terzo tentativo , Linda con una mano sul sedere,troviamo riparo, dalle violente e improvvise raffiche di Phone, dentro una "grotta" appena sopra.La grotta merita una prima pausa per la visuale privilegiata di sua maestà C.G. che gioca con con un veloce e densissimo cumulonembo. Se non fosse il 2 settembre avrei pensato al tipo di nuvole da neve. (Invece sarà propio neveggi 3/9 tutta la catena appare con bianchi cappelli)
Ripreso il cammino un'altro canalino appare con una comoda scalinata centrale e poi la camminata prende in ripida salita tra cerri e abeti secchi. Le folate di vento da sud owest pare vogliano farmi assaggiare tutta la siccità della stagione che volge al termine,ma con gli occhiali e un bavaglio, insisto fino al fitto del bosco che rende tregua ,ma non per la salita.
Sbavagliato e al riparo salgo verso Piano Vomano dove tutta la mia ignoranza lho faceva come un luogo geografico a mo' di un colle o radura. Ad accogliermi alla prima casa del paese una mastodontica quercia come a preannunciare la bellezza e la grandezza del "pianoro" che invece è un borgo antico,tutto in piedi (non da poco con tutti questi terremoti),e con case datate 1715 (ne ho vista una con questa data).....di quei borghi che non si può non conoscere,specie un Teramano: mea culpa.
Le prime case offrono uno splendido belvedere con tanto di nome,dove,oltre al "RE" che ancora gioca con i nembi,appaiono mai così distinte le due vette di itermesoli,ma soprattutto una specie di manina rocciosa che spunta sopra la val Maone come per salutare. Picco Pio XI appare in questo modo con le sue Crestine sommitali.Una visione veramente privilegiata di questa montagna che appare in tutta la sua aspra visuale tanto da mettermi un brivido al ricordo di essere stato lì sopra.Linda corre gaia tra gli stretti viottoli di un paese dai numerosi affacci in tutte le direzioni. Nella grande piazza una fontana ci disseta e un cartello ci indica una decisione da prendere:colle del vento o colle dei ferri verso la madonna della Tibia/Crognaleto? Continuare "Sull'alto Vomano" o sconfinare verso il torrente zingaro e quindi unire la scorsa escursione(pubblicherò in seguito anche se precedente). Be!Oggi colle del vento non sembra il caso,e vengo anche attirato dal cartello Quercia Mazzucche. Che bello esplorare!Scoprire posti nuovi,nuovi orizzonti! Sgambettando felici di questo ci avviamo verso "la Tibia".
La terza piacevole sorpresa di oggi è vedere sulla laga sentieri puliti,cartelli esplicativi e segnaletica appena rifatta:Finalmente, anche zone difficilmente fattibili fuori sentiero come questa o la "bassa laga in genere, una Laga più fruibile.
Ieri è avanzato un po' di ottimo risotto
con crudo,zucchine e porcini,con cui ho fatto dei suppli di riso che anche Linda apprezza ai piedi di quel che rimane di questa mastodontica Quercia.Dopo la pausa un po' titubante riprendo verso un nome che mi crea qualche dubbio:sella di monte Calvario,che invece si rivela una bella radura panoramica con abbeveratoio e stazzo per cavalli.
Dal cartello comincio a intravedere la possibilità di poter fare un ampio anello arrivando vicino (40 min)alla Madonna della tibia e più su fino alla Rocca Roseto già percorsi più di ua settimana or sono.
Intraprendo questa idea che rivela il calvario del cartello in un'ora di salita prima ,e saliscendi dopo, di corsa in montagna" perché assalito da centinaia di tafani che,oltre ad obbligarmi a una provvidenziale camicia,se ti fermavi pizzicavano anche attraverso i Vertigo (pantaloni manco troppo sottili).
Anello non troppo impegnativo ma dove ho scoperto nuovi sentieri da percorrere, utili per il sogno che ho nel cassetto di percorrere tutti i sentieri del Parco nel versante Teramano,dove per alcuni non credo di farcela (come i 4 vadi-corno piccolo e la orientale Del GS),per lo meno non da solo.....ma già senza quelli ci vorrà una vita perché conto anche quelli non in quota che girano i paesi. E così sulla via del ritorno dal Colle dei Ferri,scopro i ruderi di San.Martino sul bellissimo colle del Vento che alla fine mi sono ritrovato lo stesso sotto i piedi.Dopo i ruderi un antica fonte all'asciutto e la "Microchiesa" o Altare di San Antonio.
Al rientro a Piano Vomano trovo riparo dal vento tra qualche stretta via dove un the caldo e una fumatina mi lasciano una mezz'ora su questi scalini a pensare su quanto visto e quanto ancora c'è da scoprire in queste "terre dietro casa".
Meno male che stamattina era nuvoloso e pioveva,così che ho rimediato con un giretto pomeridiano davvero piacevole,e voglio ripetermi:
quanto è bello esplorare nuovi sentieri!!!
Buona montagna a tutti e al prossimo giro dalla Madonna della Tibia a piano
Roseto e la Rocchetta dei briganti.