C
ciclotore2
Guest
Alcune notti l'Etna un lieve scorsa di terremoto con "bang" finale mi ha condotto a fare delle riflessioni, di per se non proprio inerenti alla situazione dei luoghi in cui vivo, dove i terremoti leggeri non sono una rarità, ma alla situazione territoriale italiana.
A parte, forse la Sardegna, pare non vi siano altre zone esenti da terremoti periodici o vulcani attivi.
Se di per se l'Etna o lo Stromboli conducono un'attività relativamente prevedibile, lo stesso non si può dire per il Vesuvio e per il meno conosciuto Marsili, un perocoloso vulcano sottomarino inquadrato nel cuore del Tirreno fra Sicilia, Calabria e Campania.
Il Marsili esplodendo potrebbe creare uno tsunami di dimensione epica spaziando via le coste fra Sicilia e Lazio e creando problemi anche alle coste orientali sarde e liguri.
Come ovviare a tali catastrofi? Facendo vera prevenzione, poi e' anche vero che davanti ad un emotivo un evento catastrofico c'e' poco da fare.
Nel 2011 la Protezione Civile aveva alzato a 24 i comuni della zona rossa vesuviana, compresi tre quartieri esterni di Napoli. Questi grandi geni di dirigenti e governanti cercano come organizzare gli eventuali esodi in caso di avvisaglie di possibili eruzioni, senza centrare il vero nocciolo della questione che e' quello di evacuare gia' oggi le aree fortemente a rischio. Nell'hinterland vesuviano vivono 5 milioni di persone che non potranno essere evacuate in nessun modo in caso di eruzione imminente o in corso.
Secondo me occorre uno studio mirato allo spopolamento dei comuni piu' popolosi con la creazione di nuovi grandi centri urbani in luoghi sicuri e l'interdizione residenziale di quei comuni immediatamente prossimi al cono vulcanico.
Col Marsili invece i danni territoriali saranno ingenti ma sara' anche più facile potersi allentare dalle coste almeno con 72/48 ore di anticipo.
E veniamo ai terremoti, che spesso accadono in aree lontane dal mare e dai vulcani.
Ricostruire le citta' d'arte danneggiate dai terremoti e' doveroso, tornarci a vivere no.
Per questo anche in questo caso sarebbe utile ed interessante costruire nuovi e graziosi quartieri periferici con abitazioni ed infrastrutture studiate appisitamente per ovviare al problema.
Chi potrebbe escludere con certezza che gli eventi sismici in Emilia, Umbria ed Abruzzo non siano solo occasionali?
A parte, forse la Sardegna, pare non vi siano altre zone esenti da terremoti periodici o vulcani attivi.
Se di per se l'Etna o lo Stromboli conducono un'attività relativamente prevedibile, lo stesso non si può dire per il Vesuvio e per il meno conosciuto Marsili, un perocoloso vulcano sottomarino inquadrato nel cuore del Tirreno fra Sicilia, Calabria e Campania.
Il Marsili esplodendo potrebbe creare uno tsunami di dimensione epica spaziando via le coste fra Sicilia e Lazio e creando problemi anche alle coste orientali sarde e liguri.
Come ovviare a tali catastrofi? Facendo vera prevenzione, poi e' anche vero che davanti ad un emotivo un evento catastrofico c'e' poco da fare.
Nel 2011 la Protezione Civile aveva alzato a 24 i comuni della zona rossa vesuviana, compresi tre quartieri esterni di Napoli. Questi grandi geni di dirigenti e governanti cercano come organizzare gli eventuali esodi in caso di avvisaglie di possibili eruzioni, senza centrare il vero nocciolo della questione che e' quello di evacuare gia' oggi le aree fortemente a rischio. Nell'hinterland vesuviano vivono 5 milioni di persone che non potranno essere evacuate in nessun modo in caso di eruzione imminente o in corso.
Secondo me occorre uno studio mirato allo spopolamento dei comuni piu' popolosi con la creazione di nuovi grandi centri urbani in luoghi sicuri e l'interdizione residenziale di quei comuni immediatamente prossimi al cono vulcanico.
Col Marsili invece i danni territoriali saranno ingenti ma sara' anche più facile potersi allentare dalle coste almeno con 72/48 ore di anticipo.
E veniamo ai terremoti, che spesso accadono in aree lontane dal mare e dai vulcani.
Ricostruire le citta' d'arte danneggiate dai terremoti e' doveroso, tornarci a vivere no.
Per questo anche in questo caso sarebbe utile ed interessante costruire nuovi e graziosi quartieri periferici con abitazioni ed infrastrutture studiate appisitamente per ovviare al problema.
Chi potrebbe escludere con certezza che gli eventi sismici in Emilia, Umbria ed Abruzzo non siano solo occasionali?