Sempre piu vegani e vegetariani.

Ho potuto constatare che parecchi nel nostro ambiente concordano sull'autolesionismo di simili uscite sull'opinione pubblica
Sì ma se dietro ai vegani c'è una qualche associazione, come mi pare di capire e come pare di capire facendo una semplice ricerca con google, perché non c'è una presa di posizione in quel senso ?

Se è autolesionismo perché non c'è stato nessuno che abbia detto "concordo sui motivi che possono esserci dietro ad azioni del genere, perché sono anche miei, ma non ne condivido i metodi" ?

Ciao :si:, Gianluca
 
Se è autolesionismo perché non c'è stato nessuno che abbia detto "concordo sui motivi che possono esserci dietro ad azioni del genere, perché sono anche miei, ma non ne condivido i metodi" ?

Sostanzialmente (almeno io la vedo così) per una variazione del detto "la smentita è una notizia data due volte". Queste persone gioiscono dalla notorietà di queste brillanti uscite, quindi più pubblichi la cosa - anche per dissociarti - più la diffondi; inoltre sono ben contente di "pestare i piedi" alle associazioni, considerate mollaccione, quindi di fatto presumo che (edit per specificare il soggetto) le associazioni considerino meglio lasciar andare tutto nel dimenticatoio e non prenderle neanche in considerazione (che è quello che invece vogliono).
Io, laddove posso, preferisco invece presentare un'analisi a freddo di simili episodi, in modo da far capire - sulla base ad esempio dei commenti riscontrati - perché questo sistema sia sbagliato anche dal punto di vista pratico. Questo per dare concrete argomentazioni, quando servono, che non siano i soliti "piagnistei nonviolenti" (come definiscono la nostra posizione).
Questi interpretano il vegetarismo/veganismo morale (che hai visto sopra) tanto quanto le fazioni "cattoliche" e "protestanti" in Ulster interpretavano i principi cristiani. Purtroppo sono in crescita non indifferente, e se gli chiedi di Plutarco non mi stupirei se dicessero che è il fratello del disneyano Pluto.

Ciao Roberto
 
Ultima modifica:
Mi sono accorto che in tante lenzuolate di parole non ho spiegato su che base sostengo l'equivalenza per cui gli schiavi erano visti come gli animali di oggi.

Alcuni decenni addietro (mi sembra di essere Paperone quando raccontava ai nipoti le avventure nel Klondike) svolsi il servizio civile nel Museo storico e archeologico di Como.
Nel riordinare gli scaffali di una biblioteca vidi un interessante estratto: il titolo era
Rapporti di lavoro nel mondo antico di M.A Levi (Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e lettere - Rendiconti, parte generale e Classe di lettere - Volume 108 - Milano 1974

Vi si leggeva fra l'altro:

"A questo punto è particolarmente notevole il fatto che l'espressione più dura e determinante della condizione degli schiavi viene dal linguaggio giuridico greco, ed è la parola andrapodòn". Chiamare gli schiavi andrapoda è certamente un'espressione di carattere colto ed artificioso, inventata dai giuristi sull'esempio di tetrapodòn, cioè quadrupede. Nessuna delle molte espressioni che il greco conosce per indicare gli schiavi ha la crudezza di questo termine legale che vuol dire nient'altro che "animale umano", più preciso e netto del termine latino equivalente, instrumentum vocale, cioè strumento parlante".

Breve ma chiaro no? Poi che dal punto di vista pratico molti schiavi fossero trattati come umani non c'è dubbio, ma nel momento in cui si doveva applicare il diritto, quella era la loro collocazione: animali umani.
D'altronde oggi molti animali da affezione sono trattati assai bene, ma per il nostro diritto sono ancora sostanzialmente beni mobili, oggetti. Però il loro maltrattamento è vietato, così come c'erano limiti a quello che si poteva fare agli schiavi.

E sostanzialmente qui si trovano dati analoghi a pag 125
https://books.google.it/books?id=6_...fA4ChDoAQhfMAs#v=onepage&q=andrapodon&f=false

Vi si legge come - ad esempio - Rodriguez sostenga che nell'opera in Dionigi di Alicarnasso il termine andrapodòn configura "lo schiavo come elemento del processo produttivo in relazione agli altri simili elementi come la terra, gli animali o le proprietà in generale".

Capite perché mi vien da ridere quando si presentano scenari catastrofici di un rapido passaggio a un mondo vegetariano o vegano? Sarebbe come se in pieno periodo greco qualcuno avesse difeso la schiavitù paventando i disastri della sua fine... e probabilmente se fosse finita di colpo ci sarebbero stati sì dei pesanti contraccolpi, ma è stato invece un processo graduale e non poteva che essere così. La riduzione di consumi di bistecche e salsicce in Italia nei prossimi decenni avverrà semplicemente perché nel mondo non ci saranno sufficienti risorse e pertanto i prezzi saliranno, comportando che una fascia di popolazione ne ridurrà necessariamente i consumi, oppure perché la riduzione dei consumi carnei dai livelli attuali sarà avallata da motivi di prevenzione sanitaria. L'influenza delle motivazioni morali sarà presente, ma in misura nettamente inferiore.

Già finito? Eh ma non posso abbandonare così i miei affezionatissimi lettori (ne vedo parecchi negli specchi intorno a me), quindi, visto che stiamo parlando di storia, prendo uno spunto da Fabrizio, per parlare un po' di storia delle religioni (vegetariane), cosa che immagino stia suscitando in voi un entusiasmo irrefrenabile.

:( :-x :wall: :azz: :no: :ka: :argh: :unsure:

Leggiamo a pagina 1 di questa animata discussione

Un conto sono le scelte "non violente" che sono rispettabili e un conto sono le seghe mentali.
Il Budda raccomandava ai suoi frati, durante la questua, di accettare inviti a mangiare anche se in tavola c'era carne, e di mangiare carne, per non offendere chi ospitalmente offre. Quindi anche per Budda il valore della "non violenza" del cibo veniva dopo rispetto ad altri valori, e alla situazione di fatto.
Poi naturalmente c'è sempre il letteralista invasato. Ci sono frati buddisti che filtrano l'acqua con un colino per essere sicuri di non mangiare frammenti di insetti che potrebbero trovarsi nell'acqua. Pippe mentali. Andrebbero informati sul fatto che ingerendo acqua mangiano una miriade di microbi VIVI!

A suo tempo feci delle ricerche di comparazione sulle varie religioni e il loro rapporto con i soggetti non umani.

I più rigorosi sono certo i gianisti indiani, che ritengono "colpa" l'uccisione anche involontaria dei viventi e quindi si attrezzano addirittura con mascherine per non respirarne per errore, oltre a non berne.

Evidentemente con simili principi non hanno grande diffusione, ma - come si legge su Wikipedia ad esempio - https://it.wikipedia.org/wiki/Giainismo

Malgrado il numero esiguo rispetto al totale della popolazione, in India i giainisti si mettono in evidenza e molti di loro occupano posizioni importanti nel mondo degli affari e in quello della scienza. Godono anche di una certa importanza nella cultura indiana, avendo contribuito in modo significativo allo sviluppo della filosofia, dell'arte, dell'architettura, della scienza e della politica dell'intero paese (lo stesso Gandhi ne risentì in qualche modo).

Per i buddisti il discorso è attenuato e si può ritrovare in questa massima:
Non uccidere il vivente, non approvare l'uccisione del vivente e non causare l'uccisione del vivente” Udumbarika Sihanada Suttanta. Ma ce ne sono molte altre di indicazioni analoghe.

A differenza del Gianismo, l'uccisione involontaria non è colpa. In altre parole dicono: che colpa ne ho se mentre cammino mi passa sotto un piede una formica che non vedo e la schiaccio?

Quindi le uccisioni non causate dal monaco non sono causa di danno per lui. Ecco perché alcuni usano il filtro per salvare gli insetti vivi e interi non i frammenti (al di là del fatto che credo sia anche una pratica igienica, come l'astinenza della carne di maiale per i musulmani, visto dove si è originata la religione buddista). Ingurgitarli dipende dalla loro negligenza nel controllare cosa bevono, è loro potere farlo e se non lo fanno si ritengono "colpevoli". Oggi ovviamente non si fa più, perché gli insetti - di norma - non si trovano nell'acqua del rubinetto....

E perché mai allora è stato dato il permesso ai monaci buddisti di accettare la carne data in elemosina o a pranzo. Non contrasta con questi principi?
Piccola precisazione, di cui si sono dimenticati i monaci che (presumo) hanno informato Fabrizio in merito.
La troviamo nei discorsi cosiddetti medi del Canone buddista in cui si riporterebbero le parole di Budda, esattamente il 55 che recita così,:
Vi sono tre casi in cui io dico di non mangiare carne: vista, sentita e sospettata. E vi sono tre casi in cui io dico di mangiare carne: non vista, non sentita, non sospettata.

Diciamo che messa così è un po' ostica, ma significa che si doveva essere certi che la carne che consumassero non derivasse da un'uccisone effettuata apposta per loro.
E conclude:
"Chi ora toglie la vita per il Compiuto o per un suo discepolo, costui si acquista cinque volte grave colpa. Perché egli comanda: 'Andate e portate qui quell'animale!'; per questo egli acquista per la prima volta grave colpa. Perché poi l'animale, trascinato tremante e riluttante, prova dolore e tormento; perciò egli acquista per la seconda volta grave colpa. Perché poi egli ordina: 'Uccidete questo animale!'; perciò egli acquista per la terza volta grave colpa. Perché poi l'animale nel morire prova dolore e tormento; perciò egli acquista per la quarta volta grave colpa. Perché poi egli fa ristorare sconvenientemente il Compiuto o i suoi discepoli; perciò egli acquista per la quinta volta grave colpa. Ecco cosa accade a chi toglie la vita per il Compiuto o per i suoi discepoli!"

No quindi all'invito ad un pranzo in cui venisse ucciso per loro il vitello grasso (si fa per dire).

E il pranzo con pollo arrosto di oggi è uguale a quello di 2500 anni fa? In passato di norma l'offerta di carne era abbastanza rigida ed era la domanda che doveva adeguarsi; per capirci, se veniva ammazzato un pollo e la famiglia era di quattro persone, qualora avessero invitato due ospiti, di norma non è che la padrona di casa andasse in macelleria a comprarne un altro come fa oggi, semplicemente si divideva per sei anziché per quattro quel che c'era.
Quindi in effetti non si andava contro il precetto di rispetto della vita perché il fatto che il monaco mangiasse o meno quella carne non comportava alcun altro ammazzamento (ma doveva comunque esserne certo).

Oggi al contrario l'offerta varia a seconda della domanda. La massaia varia il quantitativo di animali da comprare (polli) sul numero degli ospiti. Quindi se a pranzo accettano di consumare carne per compiacere la padrona di casa, (che quindi la compra in misura superiore a quella che prenderebbe altrimenti), sono causa indiretta ma effettiva della morte degli animali che consumano.

Quindi il monaco che filtra l'acqua non è un letteralista invasato, ma un soggetto coerente con il suo credo e quello che si pappa la bistecca offerta al giorno d'oggi no, perché sa bene che lui è concausa della domanda e quindi dell'uccisione.

Poi è ovvio che ciascuno fa quel che gli pare, Baggio riusciva a conciliare addirittura la caccia col buddismo, molti "cristiani" vorrebbero cannoneggiare le barche dei migranti... con loro sopra e il cardinal Bagnasco (&C) usa centinaia di migliaia di euro dei suoi risparmi per farsi un bell'appartamento, infischiandosene del precetto di dare ai poveri ciò che non gli è indispensabile.

Si noti per inciso che questi sono precetti per i soli "monaci" buddisti. A differenza nostra, per i buddisti l'unico modo per liberarsi è quello di diventare monaci; i seguaci laici possono fare un po' quel che vogliono, nel senso che se vogliono macchiarsi di "grave colpa" è sostanzialmente affar loro, perché poi - nel loro impianto logico - ne pagheranno le conseguenze, ma non vengono additati alla pubblica esecrazione dai monaci, non è questo il loro dovere.

Ciao
Roberto
 
Sostanzialmente (almeno io la vedo così) per una variazione del detto "la smentita è una notizia data due volte". Queste persone gioiscono dalla notorietà di queste brillanti uscite, quindi più pubblichi la cosa - anche per dissociarti - più la diffondi; inoltre sono ben contente di "pestare i piedi" alle associazioni, considerate mollaccione, quindi di fatto presumo considerino meglio lasciar andare tutto nel dimenticatoio e non prenderle neanche in considerazione (che è quello che invece vogliono).
Non capisco chi sia il soggetto ?..... gli autori di queste "uscite" ? I giornalisti ? I responsabili delle associazioni ?

La mia sensazione, invece, è che vale la regola "qualsiasi notizia è pubblicità" anche perché, prendendo per buono i valori riportati dalla Repubblica, i vegani rappresentano una frazione estremamente marginale rispetto alla popolazione Italiana e se non ci si ricorda, ogni tanto, di ciò c'è la possibilità che questi finiscano nel dimenticatoio (mediaticamente parlando) tant'è che se prendiamo il post di apertura del thread ci si rende conto di quanto sia solo un pretesto; a Masterchef hanno cotto proteine animali direi praticamente in ogni puntata e che tre dei quattro giudici hanno strutture commerciali [edit] ben identificabili.

Chiedo scusa se posso sembrare antipatico ma alla fine i problemi di convivenza fra le varie categorie di uomini, relativamente a questo contesto, sono in questi atteggiamenti che sulla carta qualcuno condanna come metodi (e ci credo, non ho dubbi che ci siano) ma che di fatto nessuno, pubblicamente, lo esplica e dubito che non ci sia un giornalista che non sarebbe disposto a riportare queste prese di posizione.

Sarei molto curioso di vedere come si comporterebbero se domani, ipoteticamente parlando, qualcuno riservasse lo stesso trattamento ai ristoranti vegani.

Ciao :si:, Gianluca
 
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D

Derrick

Guest
@rob62

Ah, ecco vedi, io i vegetariani "per compassione" non li consideravo proprio perché non ne conosco nessuno. Sarà come dici tu. Modifico allora l'affermazione: i vegetariani "non compassionevoli" lo sono per motivi di salute. Penso però che, tra i vegetariani, i "compassionisti" siano una minoranza, ma anche qui potrei sbagliarmi. Io proprio non li ho mai incrociati e, tra i numerosi libri igienisto-vegetariani-crudisti che ho letto, il tema della compassione verso gli animali non è mai affiorato. E' pure vero che 30 anni fa forse le cose erano diverse.

Riguardo i monaci buddhisti, certo, è come dici tu. Il monaco una volta al giorno fa la questua con la sua ciotolina. La devozione fa sì che una famiglia devota possa invitare a sedersi a tavola un monaco che viene a fare la sua questua di una manciata di riso.
In questo caso il monaco, se accetta l'invito a pranzo, non deve rifiutare carne. Certamente non è stata "uccisa per lui". E neanche il monaco può richiedere carne a tavola. Se gli viene offerta, viste le regole di ospitalità, per non mortificare chi la offre la accetterà.
Questo che significa: che l'ahimsa, il princpio del non nuocere ad alcuno, pur informando di sé la vita del monaco, non è un valore assoluto.
Questo il vegano NON LO FA. Il vegano rifiuta e basta. Se necessario sta a tavola in silenzio senza mangiare e vuole pure farti sentire in colpa e comunque ti fa capire che si sente superiore a te ;) . Il vegano è dunque persino più rigorista del monaco buddista, che è quello che volevo dire.

Infine, io penso che la ragione per la quale non ci sono state dissociazioni animaliste dall'attacco ridicolo dei vegani contro Cracco è molto semplice. E' la stessa ragione per la quale, per dire, al processo di Norimberga nessuno ha considerato lo sterminio perpetrato dai nazisti ai danni di omosessuali, zingari e comunisti. Sembra siano stati uccisi solo ebrei! E questo perché? Perché se condanni lo sterminio di omosessuali, zingari e comunisti poi la gente ti vede come l'amico di omosessuali, zingari e comunisti e tu capisci che nell'america razzista e bigotta di quei tempi questa cosa non poteva succedere.

Allo stesso modo gli animalisti di oggi non condannerebbero mai l'atteggiamento di chi accusa un cuoco di mangiare un "piccione illegale", anche se è "piccione legale", perché la gente direbbe "gli animalisti si sono messi a difendere i mangiatori di cadaveri".
 
Non sono vegetariano, anzi, abbastanza carnivoro, ma neanch'io prendo un antibiotico da 15 anni :no:

Antibiotici a pranzo e cena. Con la carne
Ogni anno un consumatore medio ne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi, l'equivalente di quattro cure
http://www.corriere.it/animali/10_m...v _ebe1c076-26da-11df-b168-00144f02aabe.shtml

Antibiotici nei Mangimi e nelle Carni
http://www.my-personaltrainer.it/veterinaria/antibiotici-mangimi.html

Guerra di Obama agli antibiotici, troppi residui nella carne http://www.rainews.it/dl/rainews/ar...ici-9a286866-17b4-46b0-a09a-b81861bab183.html

Antibiotici nella carne, quali rischi per la salute?
http://www.europarl.europa.eu/news/...iotici-nella-carne-quali-rischi-per-la-salute
 
Se la tua fonte di proteine animali deriva da allevamenti intensivi il rischio è reale ma è sufficiente non avvalersi di essi e tale rischio praticamente si annulla.

D'altro canto qualsiasi alimento non prodotto come dio comanda può risultare inquinato, i vegetali non ne sono di certo esenti (diossina, pesticidi..... terra dei fuochi ect ect).

Ciao :si:, Gianluca
 
D'altro canto qualsiasi alimento non prodotto come dio comanda può risultare inquinato, i vegetali non ne sono di certo esenti (diossina, pesticidi..... terra dei fuochi ect ect).
.... ed in modo particolare le verdure a foglia larga come la lattuga... l'ho coltivata .... lo so
D'altro canto il consumatore vuole cespi enormi con il cuore bianco e noi glielo forniamo come lui lo desidera. Così come la carne che la vuole a basso costo perchè vuole spendere la rimaneza in viaggi e vestiti di marca.
Posso assicurare che il coniglio della mia stalla è esente perchè mangia erba
 
Non capisco chi sia il soggetto ?..... gli autori di queste "uscite" ? I giornalisti ? I responsabili delle associazioni ?

In effetti mancava un soggetto; l'ho corretto.

La mia sensazione, invece, è che vale la regola "qualsiasi notizia è pubblicità"

Vedo di spiegarmi meglio, se riesco, con un esempio.

L'episodio dell'articolo iniziale era avvenuto dopo che era stata presentata una denuncia a Cracco dall'AIDAA, per aver cucinato un piccione a masterchef.
Su tale episodio (la denuncia, non la chiassata fatta da ignoti) il Corriere aveva chiesto il parere della LAV, in quanto associazione nota a livello mediatico e istituzionale e quindi di riferimento.
http://www.corriere.it/animali/16_f...to-b2aa7e74-defd-11e5-8660-2dd950039afc.shtml

Come si legge, purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti i vista, per la LAV la denuncia è sostanzialmente senza base giuridica.
L'articolo circola in rete e viene ripreso da vari organi informativi. Prendiamo ad esempio questo:
http://www.notiziefree.it/animalist...cione-in-tv-lav-nessuna-violazione-23970.html

Il titolo contiene: "la LAV e il presidente del consiglio veneto difendono lo chef". L'autore della denuncia dichiara "complimenti alla LAV. Sostiene che è lecito uccidere i piccioni".

Questi estratti più o meno ulteriormente distorti e distorsivi dell'articolo originale girano poi in rete suscitando un vespaio di polemiche senza fondamento. Lo dico perché in passato ne ho visti diversi.

Si può obiettare che la gente poi controlla alla fonte e si accorge della realtà. Sarebbe bello, ma oggi non è più così (se mai lo è stato). Le notizie vengono recepite come i sottotitoli informativi sul televisori, senza nessuno spirito critico.

Due episodi emblematici.

In febbraio il periodico online Qui Como pubblica che è stato rilasciato il permesso di svolgere la festa del sacrificio in un piazzale alla periferia di Como. Si tratta di una cosa che avviene ogni anno e avveniva anche con la giunta (di opposto colore) precedente.

Esce fuori un putiferio incredibile perché la Lega lo presenta come se sgozzassero gli animali a Muggiò, stile la Mecca.

http://www.quicomo.it/28793/festa-d...a-notizia-finisce-nel-tritacarne-in-malafede/

Basti leggere questo articolo del Giornale.

http://www.ilgiornale.it/news/polit...islamica-sacrificio-insorge-lega-1169188.html

Ben spiega l'effetto una lettrice di Quicomo

il “web” era realmente impazzito. Immagini crude di poveri animali e ricostruzione dei fatti totalmente senza fondamento. La follia pura nei commenti!!!.
Purtroppo questi “pezzi” di giornalismo rimarranno (seppur falsi) sempre all’interno del web ed associati alla nostra città. Il WEB non perdona.. facebook, twitter, blog .. invasi di falsità.

E infatti il pezzo del Giornale è ancora lì e ci resterà. Né il Comune si è dato da fare per toglierlo perché sa che così facendo darebbe la stura ad altre polemiche e girerebbe nuovamente quanto di cui sopra.

E che dire dell'articolo satirico sulla ministra Kienge che voleva dare in pasto cani e gatti agli immigrati? Fra l'altro mi chiedo se sia accettabile usare in questo modo il nome altrui, ben sapendo quel che può succedere.

http://www.lercio.it/kyenge-prendiamo-cani-gatti-degli-italiani-sfamare-gli-immigrati/

Hanno preso l'immagine con il titolo e l'hanno fatta girare sui vari social con insulti di tutti i generi (era arrivata anche a me).

Visto che questa è la realtà, per me le associazioni fanno bene di norma a lasciar finire nel dimenticatoio queste azioni, almeno finché non vengono richieste di esprimersi, proprio per non permettere, a chi vuole sollevare bailamme e far parlare di sé con azioni come quelle della contestazioni al ristorante di Cracco, di farlo anche a spese loro, a causa di quel che poi viene fatto girare in rete.
Diverso sarebbe il caso se le associazioni, una volta interpellate, stessero zitte.

@rob62

Ah, ecco vedi, io i vegetariani "per compassione" non li consideravo proprio perché non ne conosco nessuno. Sarà come dici tu. Modifico allora l'affermazione: i vegetariani "non compassionevoli" lo sono per motivi di salute. (...). E' pure vero che 30 anni fa forse le cose erano diverse.

Giusto, trent'anni fa il vegetarismo era principalmente di tipo nonviolento e fra gli animalisti non girava per niente, anche perché si discuteva soprattutto di cani e gatti; qui a Como il canile fino a una trentina di anni fa era finanziato da una signora che aveva una pellicceria e davvero ci teneva ai cani, sborsando fior di soldi.
Oggi la corrente nonviolenta è sicuramente proporzionalmente ridotta, perché rapidamente surclassata dalla rapida crescita del vegetarismo, poi divenuto veganismo, di impronta esclusivamente animalista.
Di fatto questo ha avuto molta più presa nell'opinione pubblica, perché più facile da applicare, ma è zoppicante (per me) dal punto di vista morale. D'altra parte devo riconoscere che se adesso non incontro più i problemi di allora nel presentare il mio vegetarismo/veganismo lo devo a questa espansione, molto più rapida di quella "etica".

@rob62
In questo caso il monaco, se accetta l'invito a pranzo, non deve rifiutare carne. Certamente non è stata "uccisa per lui". (...) Il vegano è dunque persino più rigorista del monaco buddista, che è quello che volevo dire.
[/QUOTE]

Visto quello che ho riportato sopra, però il monaco buddista oggi non dovrebbe - come dici tu - consumare la carne che si ritrova nel piatto, ma spiegare all'ospitante perché (avendola lui presa appositamente in più) il consumarla significherebbe coinvolgerlo (dal suo punto di vista), senza "demonizzare" chi la consuma.
E se invece cercasse di colpevolizzare con superiorità, bisognerebbe ricordargli un bel passo che mi fece ridere, letto mentre facevo le mie ricerche; per spiegare ai discepoli quanto siano assurdi orgoglio e presunzione di chi si sente superiore agli altri, fece questo paragone (più o meno, vado a braccio perché non ho archiviato quello che non mi serviva): è come se ci fosse un pozzo nero che dice a un suo omologo vicino "io sì che sono un gran pozzo nero, pieno di escrementi, ricolmo di escrementi, traboccante di escrementi, tu no".
Cosa poi faccia un monaco sono affari suoi, in fondo - stando al Vangelo - anche i preti dovrebbero dare i loro soldi personali in surplus in beneficenza, ma non tutti lo fanno.
Un vegano che va in casa d'altri accettando un invito senza aver avvisato che lo è e quindi, dopo aver messo in difficoltà il padrone di casa, facesse pure il primo della classe dimostra gran presunzione, oltretutto dannosa per la causa che dichiara di sostenere.
Se invece è il padrone di casa che - pur sapendo di avere a che fare con un vegano - gli piazza gli spaghetti con le vongole, perché non è carne, beh, gli spiegherei perché non intendo mangiarli

Infine, io penso che la ragione per la quale non ci sono state dissociazioni animaliste dall'attacco ridicolo dei vegani contro Cracco è molto semplice. E' la stessa ragione per la quale, per dire, al processo di Norimberga nessuno ha considerato lo sterminio perpetrato dai nazisti ai danni di omosessuali, zingari e comunisti. Sembra siano stati uccisi solo ebrei! E questo perché? Perché se condanni lo sterminio di omosessuali, zingari e comunisti poi la gente ti vede come l'amico di omosessuali, zingari e comunisti e tu capisci che nell'america razzista e bigotta di quei tempi questa cosa non poteva succedere.

Il mio parere l'ho esposto sopra; direi che il paragone più azzeccato è quello sugli "zingari", che riguarda un popolo da eliminare "in sé" in tutti i loro componenti come gli ebrei; tutti soggetti comunque oggetto di pregiudizi più o meno giustificati (non è che i nomadi siano tutte mammolette), ma non è giusto che, per il fatto che uno sia rom, debba automaticamente essere considerato un delinquente. Eppure oggi è così.

Così come quello che non condivido è il tuo contributo a creare pregiudizi su un'intera categoria, per cui colleghi determinati comportamenti al fatto che uno sia vegano e basta, così come se uno è rom è di diritto un delinquente.
In pratica, un conto è dire "i vegani che ho conosciuto io sono così e cosà ...." e un conto è dire "i vegani (tutti) sono questo e quello".

Poi, evidentemente, come avrai visto non è che mi faccio venire una sincope per questo, anzi, vedere quali sono le contestazioni - se espresse civilmente - e comprenderne la loro fondatezza a me interessa.
E non sono io a negare che ci siano vegani che (come ho già scritto) adottano questo stile di vita più per sentirsi superiori e scaricare la loro aggressività che per senso esteso di altruismo; purtroppo sono spesso loro che - con le loro sparate - riescono più facilmente a farsi notare, rispetto a quelli che si portano avanti tranquilli il loro modo di vita, diffondendolo con l'esempio e la proposta non con gli strilli.
Ma d'altronde è la famosa regola per cui si nota di più un albero che cade rispetto a dieci che crescono.

Allo stesso modo gli animalisti di oggi non condannerebbero mai l'atteggiamento di chi accusa un cuoco di mangiare un "piccione illegale", anche se è "piccione legale", perché la gente direbbe "gli animalisti si sono messi a difendere i mangiatori di cadaveri".

Può darsi, visto che poi il "tritacarne mediatico" fa il suo piacevole effetto distorsivo (per usare un eufemismo) e che le associazioni - giusto o meno che sia - devono cercare di evitare che la loro credibilità verso il proprio pubblico di riferimento venga frullata da certi meccanismi.

Ciao
Roberto
 
Ultima modifica:
Con sincero rispetto delle idee, delle scelte alimentari, e di ogni convinzione dietetica, auguro a tutti voi Avventurosi una felice e serena Pasqua.
Evviva l'equilibrio, la moderazione, e la civiltà nel confronto.
Un grande abbraccio a tutti Voi.:)

Ciao.
Lorenzo. :)
 
ihihihih
eganoe.jpg
 
stavo dando un'occhiata ai dati sulla superficie agricola utilizzabile (SAU) sul totale della superficie terrestre, meno di 5 miliardi di ettari su 15 miliardi di terre emerse (il 29,2% della superficie terrestre che con mari e oceani compresi è pari a 51 miliardi di ettari). Ebbene se vogliamo nutrire tutti dobbiamo poter mangiare pesce, e carne. La SAU a sua volta è composta da
(da wikipedia)
quindi abbiamo meno di 1,5 miliardi di ettari destinati all'agricoltura vera e propria , meno del 3% della superficie del globo , molte terre non forniscono una produzione agricola che compensi le calorie e le energie spese per produrre cibo (aree boschive , terreni poveri, ecc.) . ne consegue che se non fossimo onnivveri saremmo sotto-nutriti o denutriti o malnutriti come dir si voglia, senza parlare del consumo di acqua (avete mai coltivato i cetrioli? per fare un esempio? sapte quanta acqua serve? parecchia, quindi i vegani la fanno troppo facile ma la realtà è diversa
 
:offtopic:

Ammetto la mia ignoranza, per cui abbiate pietà e non infierite troppo :wub:

Perché l'acqua è un problema ?

Tolto l'ovvietà di averla, ma in un posto dove questa non manca (dolce potabile e non) e tolti i costi per averla disponibile e trattata (o non) sul posto, considerato che è a ciclo chiuso, ovvero alla fine ritorna in circolo sotto varie forme, almeno in linea di principio, perché è discriminante ?

Se immaginiamo il tutto in contesto dove l'acqua dolce scarseggia, o manca, mi è perfettamente chiaro ma dove questo non è così mi sfugge, ok c'è il costo per renderla disponibile dove serve ma alla fine è un costo gestibile.

Non infierite :)

Grazie in anticipo

Ciao :si:, Gianluca
 
:offtopic:

Ammetto la mia ignoranza, per cui abbiate pietà e non infierite troppo :wub:

Perché l'acqua è un problema ?

Tolto l'ovvietà di averla, ma in un posto dove questa non manca (dolce potabile e non) e tolti i costi per averla disponibile e trattata (o non) sul posto, considerato che è a ciclo chiuso, ovvero alla fine ritorna in circolo sotto varie forme, almeno in linea di principio, perché è discriminante ?

Se immaginiamo il tutto in contesto dove l'acqua dolce scarseggia, o manca, mi è perfettamente chiaro ma dove questo non è così mi sfugge, ok c'è il costo per renderla disponibile dove serve ma alla fine è un costo gestibile.

Non infierite :)

Grazie in anticipo

Ciao :si:, Gianluca
l'acqua è un problema perchè il ciclo dell'acqua non è detto che coincida con i ritmi di utilizzo, se prendo l'acqua da una una falda e si abbassa il livello aumenta la percentuale di sostenze inquinanti o per problemi di livello e di pressione si infiltra l'acqua di mare e il grado di salinizzazione (detta semplicemente, non sono un esperto), Infatti fare pozzi in certe zone è vietato o ci vuole un'autorizzazione, e poi saprai che in certi mesi estivi i sindaci proibiscono l'irrigazione degli orti . In olanda l'acqua non è un problema , in italia lo è
 
:offtopic:

Ammetto la mia ignoranza, per cui abbiate pietà e non infierite troppo :wub:

Perché l'acqua è un problema ?

Tolto l'ovvietà di averla, ma in un posto dove questa non manca (dolce potabile e non) e tolti i costi per averla disponibile e trattata (o non) sul posto, considerato che è a ciclo chiuso, ovvero alla fine ritorna in circolo sotto varie forme, almeno in linea di principio, perché è discriminante ?

Se immaginiamo il tutto in contesto dove l'acqua dolce scarseggia, o manca, mi è perfettamente chiaro ma dove questo non è così mi sfugge, ok c'è il costo per renderla disponibile dove serve ma alla fine è un costo gestibile.

Non infierite :)

Grazie in anticipo

Ciao :si:, Gianluca
comunque non sei andato così off topic, i vegani dicono che che mangaire carne rappresenta uno spreco d'acqua
 
:offtopic:
Se immaginiamo il tutto in contesto dove l'acqua dolce scarseggia, o manca, mi è perfettamente chiaro.
ma è appunto questo il nocciolo,
dove l'acqua (congiuntamente al terreno adeguato) c'è in quantità sufficiente è già area sfruttata per l'agricoltura,
dove scarseggia o non è proficuo fare impianti di irrigazione si allevano capre pecore o ruminanti.
Ovvero ...
molti dei terreni usati per produrre foraggio e quindi carne, non sarebbero adeguati a produrre colture commestibili per l'uomo.
 
ma è appunto questo il nocciolo,
dove l'acqua (congiuntamente al terreno adeguato) c'è in quantità sufficiente è già area sfruttata per l'agricoltura,
dove scarseggia o non è proficuo fare impianti di irrigazione si allevano capre pecore o ruminanti.
Ovvero ...
molti dei terreni usati per produrre foraggio e quindi carne, non sarebbero adeguati a produrre colture commestibili per l'uomo.
esattamente
 
"Come riporta il Guardian, la produzione di carne prevede il consumo di quantità molto maggiori di acqua, rispetto a quelle per la coltivazione delle verdure. L'Ime (Institution of Mechanical Engineers), società di ingegneria con sede a Londra, ha stimato che per produrre un chilo di carne ci sia bisogno di una quantità che varia dai 5mila ai 20mila litri di acqua, mentre per coltivare un chilo di grano servono tra i 500 e i 4mila litri di acqua.

La differenza è molto marcata per via dell'acqua bevuta dagli animali, che si somma a quella impiegata per produrre il foraggio e i mangimi di cui si nutrono."
 
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