Sempre piu vegani e vegetariani.

Eh ce ne vogliono di virgolette per definire un piacere il "tiro al vegano" ... quando si è nel ruolo del vegano
Sú non fare la vittima :biggrin: anche perché è quello che fanno, normalmente, i vegani nei confronti degli onnivori.

Non ho mai visto lanci di pancetta nei ristoranti vegani, il contrario sì ..... un esempio http://www.lastampa.it/2013/09/17/c...rrosticini-v5V3n7hWI46fF5JKZy5MJI/pagina.html
Ok saranno stati vegani della domenica ma in tanto l'hanno fatto, immagino che anche in quel caso la LAV sia stata interpellata (tra parentesi la denuncia di Cracco ovviamente cadrà http://www.ansa.it/lombardia/notizi...vio_12815d6a-2421-46e6-a6b4-a98c934ba044.html dubito che Cracco quereli la Aidaa poiché così diventerebbe un martire, l'associazione, e sempre tra parentesi rileggendo l'articolo della LAV non ho trovato nulla che dicesse che si discostasse dai gesti degli estremisti, hanno semplicemente detto che non aveva fondatezza giuridica ma non hanno espresso una opinione sull'operato).

Riflettevo inoltre sul tuo concetto "a lungo termine del mondo vegano" ..... ho la sensazione che questo sia solo un modo per non cozzare contro il muro delle osservazioni sulle conseguenze rispetto al nostro attuale mondo ma poter comunque continuare ad esporre le proprie convinzioni più che una visione a "n" generazioni più in là. Intendiamoci, ognuno è libero di usare le proprie strategie, non ci vedo nulla di trascendentale o di sbagliato.

Ciao :si:, Gianluca
 
Guarda che prima ho detto e chiarito che il veganismo non è una scelta salutistica ed ho ben spiegato il mio quadro di riferimento: i primati - cui siamo legati a livello evolutivo - NON sono vegani. Chi sostiene che il veganismo sia la scelta più adatta all'uomo perché naturale, viene facilmente smentito. Però il veganismo è salutisticamente sostenibile con ridotte integrazioni (tipo B12) e dato che ha una base morale e non salutistica, tanto mi basta.

Ho capito, ti ringrazio per i toni sempre pacati, condivido questi tuoi pensieri :)
 

Su questo punto abbiamo raggiunto un accordo di vedute, visto che è quello che ho fatto notare prima; quindi ne consegue che la famosa correlazione fra mancanza di carne e ritardo nello sviluppo - da te asserita - non esiste.




Va bene, però continui a non tener conto del fatto che quasi la metà della produzione cerealicola mondiale viene divorato negli allevamenti, come ti avevo fatto già notare, e tu avevi risposto:



Per una massa così colossale di produzione viene utilizzata un'estensione enorme di terra o no? Quindi prima si reinserisce questa nei calcoli, altrimenti il discorso sfasa. D'accordo che dalle "tue parti" non sono necessari, ma da qualche altra parte li faranno ben fuori, altrimenti che li producono a fare, no?



Se è per questo già oggi ci sono fertilizzanti fatti con soli vegetali; ne ho tirato su uno a caso
http://www.antikaofficinabotanika.i...MI-ORGANICI-VEGETALI.aspx?a=CookieConsentTrue
nel momento in cui l'agricoltura tendesse ad orientarsi verso la "scomparsa" degli animali d'allevamento, visto che sicuramente la massa di concime animale si ridurrebbe, e crescerebbero - come segnali - gli scarti vegetali indigeribili, questo settore comincerebbe a diventare economicamente interessante ed a svilupparsi.



Beh certo, se uno stabilisce a priori le regole del gioco, dimenticando dettagli come l'impatto della scomparsa dei cereali foraggeri, senza tener conto delle variazioni e degli adattamenti produttivi che avvengono ogni volta che la domanda varia, è evidente che quella è la fine.
Comunque, per carità, va bene così, mi hai perfettamente fatto capire su cosa ti basavi per le tue osservazioni e tanto mi basta, non perdere tempo a cercare studi. Fra l'altro quello della scomparsa dei concimi organici animali è un elemento che non avevo mai valutato, quindi ti ringrazio per avermelo fatto considerare.


Buon divertimento :)



CUT

sulla prima, la correlazione non e' con la carne ma con le proteine animali in genere. ho sbagliato a dire carne (ripeto che mi riferivo allo scenario vegano, per cui loro come "carne" si autovietano anche i derivati), no problem, resta il punto che le proteine animali in fase di sviluppo sono fondamentali.

i concimi fatti con solo vegetali hanno grossi problemi sia di costi che di equilibrio dei nutrienti, spesso oltre ai vegetali devono introdurre apporti chimici (possono anche essere comunque di origine vegetale come ceneri e compost, eh!!! solitamente sono di origine mineraria) per reintegrare composti azotati di cui non sono ricchissimi. inoltre costano. il letame non e' il miglior concime in assoluto, ma e' molto valido e soprattutto ha costi bassi. come rapporto qualita' prezzo e' imbattibile. nel momento in cui noi creiamo il "veganworld", purtroppo ci troviamo comunque ad avere a che fare con dei concimi che non sono del tutto sufficienti o sono settoriali, e con costi e rese non ottimali per tutte le produzioni. mi do la zappa sui piedi e dico che, piantando un po' di fagioli che hanno batteri simbionti azotofissatori e comunque raccogliendo la nostra pipi' e buttandola sul campo qualcosa si recupera, ma non molto. per inciso, e' lo scenario delle coltivazioni medievali, con la rotazione triennale e quadriennale (e il maggese era usato come pascolo, non veniva lasciato a se stesso, comunque indirettamente forniva cibo).

altro punto, come gia' detto varie volte: il guano di pipistrello e di uccelli funziona bene, ma e' usato anche per fare esplosivi e altri prodotti chimici. quindi non e' sempre detto che funzioni. avrei una domanda ai vegani, e non sto scherzando: e' etico usarlo? se io trovo una cacca di cane per terra, e' etica usarla per concimare la mia aiuola? oppure non va bene in quanto animale?

si, una parte della produzione cerealicola e' destinata ad allevamenti, ma spesso e' produzione realizzata dove non crescerebbe altro. oppure potrebbero crescere cereali a consumo umano, o con basse rese oppure trovandoci ad avere una nutrizione solo a cereali (no bene!!! frutta e verdura servono, e penso che anche tu sia d'accordo con me su questo). dalle mie parti i foraggeri sono limitati in quanto si punta moltissimo sul "ceroso", che ti resta dopo l'uso per produzione umana. se noti ho anche eliminato i pascoli dall'equazione. se vuoi rifaccio i calcoli stimando anche una percentuale dei foraggeri, non ho problemi :)

l'altro grosso limite e' lo spazio fisico. una stalla occupa penso un mille, duemila metri quadri. la concentrazione di animali e' di x tonnellate (possiamo stimarla :) ). per ottenere una resa simile con cereali penso serva 10 o 20 volte la superficie equivalente di una stalla. si, possiamo senza dubbio recuperare lo spazio delle foraggere, ma resta il fatto che siamo ben oltre la superficie fisicamente disponibile.

le variazioni e gli adattamenti produttivi sono molto al limite, ora come ora la resa e' difficile da aumentare ulteriormente. se pensiamo quanti passi avanti abbiamo fatto dal teosinte al mais, o dal grano del neolitico a quello di oggi, e' evidente :) la sfida attuale e' la sopravvivenza delle colture a situazioni avverse, e spesso anzi si scende pure come rese rispetto a qualche anno fa. una mia compagna di universita' :wub: ha fatto la sua tesi sugli adattamenti del riso al cuneo salino del po. le ho dato una mano con calcoli tabelle ecc, e come produttivita' e' un casino, non c'e' margine di miglioramento ma si riesce almeno a non perdere molto. teniamo conto che le condizioni in pianura padana stanno peggiorando di molto negli ultimi anni, tra 20 anni non mi stupirebbe vedere una steppa semidesertica in cui non si coltivano quasi piu' cereali (e quindi anche le rese calano). questo portera' a un cambiamento anche nella zootecnia. gia' ora si parla di introdurre il lama, e a volte si fa, in quanto si ritiene che resista meglio. 15 anni fa ci avevano provato con gli struzzi, se ricordate (ce n'era un piccolissimo allevamento sperimentale con una coppia e i piccoli a lovertino, frazione di albettone, sotto la provincia di vicenza ma su una propaggine dei colli euganei)

la mia intenzione non e' coprire di ridicolo i vegani o i vegetariani (anche se ammetto che tra i due preferisco i secondi). la mia intenzione e', dati alla mano, dimostrare che il "veganworld" purtroppo allo stato attuale non e' realizzabile per ovvi motivi e in futuro, dati i cambiamenti climatici sara' pure peggio. i miei stessi calcoli, se notate bene, sono tra le righe anche molto critici degli allevamenti intestivi e del "quintali di braciole a tutti i costi" (e se volete potrei fare dei conti anche per quello).

per il resto, questo e' il mio cervello alla ian malcolm :lol::lol::lol:

https://www.explainxkcd.com/wiki/index.php/212:_Brain
 
ribadisco che non ho alcuna intenzione di fare il tiro al vegano, sono ragionevolmente dalla parte degli animali,
ma se leggo affermazioni non sostenibili, credo sia corretto contraddirle anche perché finiscono esse stesse per far danno.
quindi ne consegue che la famosa correlazione fra mancanza di carne e ritardo nello sviluppo - da te asserita - non esiste.
Io apprezzo il tuo dialogare,
questo sopra ad esempio è però solo un esercizio dialettico, invece in un confronto che cerchi il "senso" delle cose si potrebbero valutare le cose in modo ben diverso...
per quanto nello specifico del tema "ritardo di sviluppo" secondo me c'è veramente poco di abbastanza
certo a favore di qualsiasi posizione, ritengo infatti che un ritardo di sviluppo che non sia causato da
denutrizione ma solo da un diverso ciclo nutrizionale potrebbe essere tuttaltro che negativo,
ho osservato infatti che molti individui che hanno avuto ritardo di sviluppo hanno poi avuto vita lunga
e soprattutto giovinezza prolungata

Va bene, però continui a non tener conto del fatto che quasi la metà della produzione cerealicola mondiale viene divorato negli allevamenti
io non so se questo corrisponde al vero, è sicuramente lontano dal modo di fare agricoltura che conosco io
ma può essere che in america o in cina per gli allevamenti superintensivi sia così
e quelli sono d'accordo che sono una aberrazione da combattere e credo sia anche possibile
ottenere dei risultati in tempi umani.
Se è per questo già oggi ci sono fertilizzanti fatti con soli vegetali; .. crescerebbero - come segnali - gli scarti vegetali indigeribili, questo settore comincerebbe a diventare economicamente interessante ed a svilupparsi.
su questo sono un po' scettico, ma non nel senso che credo sia impossibile
di fatto si andrebbe a sostituire il processo digestivo degli erbivori con un processo "industriale"
e per me questo è innaturale


ho detto e chiarito che il veganismo non è una scelta salutistica .... Però il veganismo è salutisticamente sostenibile con ridotte integrazioni (tipo B12) e dato che ha una base morale e non salutistica,
Questo per me è un discorso che va benissimo,
è accettabilissimo, degno di totale rispetto, e non è minimamente criticabile,
Quello che invece per me non va è che uno (non intendo specificatamente te ne alcun altro in particolare)
per sostenere la scelta morale ..tiri fuori studi di cancerosità della carne e simili cose.
 
Papa Francesco: “Non mangiate l’agnello, serve solo agli interessi dell’industria alimentare”
Ma ecco cosa ha detto esattamente:

“Tra le comunità cristiane più antiche, l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo. La sua uccisione per Pasqua non ha alcun fondamento nella tradizione cristiana, semmai ha radici nel Vecchio Testamento. È un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza. È un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’ industria alimentare“.
 
Il peggio è che il voler travisare in questo modo le parole si finisce per fare un danno triplo:

Il primo danno è la credibilità dei messaggi di lav e affini che quando ti sgamano a diffondere bufale
diventa difficilissimo riottenere credibilità,

poi c'è un danno per pregiudizio, che per molti ciò che arriva dal vaticano è da disattendere a priori,

ma più di tutto è il danno fatto con un messaggio sbagliato, io credo infatti che l'allevamento degli ovini sia
quello meno intensivo al mondo, cioè io non ho mai visto ovini allevati in batteria al chiuso, credo che non sia conveniente
in quando rendono molto meglio e con meno spese allevandoli in stato semibrado.
Questo fa si che il "non favorire l'industria alimentare" evitando gli agnelli abbia invece l'effetto opposto di favorirla molto
perché al 99% chi non ha mangiato agnello ...ha comunque mangiato carne ...di manzo, maiale o tacchino
e quelle in buona parte si che arrivano da allevamenti industriali.
 
Il Gazzettino.it
Boom di vegetariani e vegani
e i macellai vanno a picco

di Antonella Santarelli

PORDENONE - Le tavole e i prodotti tipici della ricorrenza pasquale non hanno portato alcun beneficio alle casse di alimentaristi e macellai naoniani, che anzi, lamentano cali degli introiti da "capogiro". Ad avere la peggio è stata di sicuro la carne, sia quella bovina che quella agnello e capretto, con contrazioni sino al 40%, anche a causa delle nuove tendenze alimentari, che stanno facendo lievitare in provincia i vegetariani e i vegani, andando ad aggiungersi alla già nutrita popolazione di fan del bio. Difficoltà economiche, nuove tendenze alimentari, il 3% dei giovani è vegano e il 40% è vegetariano, oltre al declino delle tradizioni, stanno facendo dunque sparire la carne dalle tavole...
 
Proposta (non)seria :biggrin::lol::woot:

Vegani e vegetariani tutti a Pordenone !!!!!

Onnivori, e commercianti & allevatori di Pordenone, nel resto d'Italia :poke:

Ciao :si:, Gianluca
non vedi tutti i risvolti....

i carnivori subito a Pordenone... con le macellerie che hanno terrore di non riuscire a vendere la carne
staranno svendendo fiorentine da 2kg a 10 euro o meno! :D
 
non vedi tutti i risvolti....

i carnivori subito a Pordenone... con le macellerie che hanno terrore di non riuscire a vendere la carne
staranno svendendo fiorentine da 2kg a 10 euro o meno! :D
Interessante contro proposta :D ..... ma finite le fiorentine che fanno ?

Contro contro proposta :roll:

Tutti a Pordenone a togliere dal groppone alle macellerie fiorentine filetti controfiletti ossibuchi stinchi muscoli e quant'altro ..... ovviamente a prezzo di costo :sleep: ...... finito il tutto gli aiutiamo a trasferire baracca e burattini in altri zone d'Italia :poke: e presenziamo, come clack, quando gli venderanno, a peso d'oro, ai vegani e vegetariani, le varie strutture, tanto a "loro" non mancano i soldi :biggrin:

Facciamo un pulman di avventurosi ? :lol:

Ciao :si:, Gianluca
 
sempre tra parentesi rileggendo l'articolo della LAV non ho trovato nulla che dicesse che si discostasse dai gesti degli estremisti, hanno semplicemente detto che non aveva fondatezza giuridica.

Per forza, l'articolo è stato fatto prima che andassero da Cracco a far baccano.

Riflettevo inoltre sul tuo concetto "a lungo termine del mondo vegano" ..... ho la sensazione che questo sia solo un modo per non cozzare contro il muro delle osservazioni sulle conseguenze rispetto al nostro attuale mondo ma poter comunque continuare ad esporre le proprie convinzioni più che una visione a "n" generazioni più in là.

Io prendo in considerazione la realtà di fatto paragonandola a quello che è avvenuto in passato. Tutti i movimenti di rivendicazione dei diritti di qualcuno (propri o di terzi) hanno impiegato secoli o millenni per avere successo (quando l'hanno avuto). Perché quindi dovrei impegnarmi a discutere su un mondo immediatamente vegano quando siamo a meno dell'1%?
Le modifiche graduali avvengono e sono anche enormi. Un paio di secoli fa da noi l'80% della popolazione era dedita all'agricoltura, oggi siamo al 6-7%, grazie a migliorie della resa e soprattutto alla meccanizzazione. Una rivoluzione assoluta dal punto di vista occupazionale, che se fosse stata solo ipotizzata ai tempi avrebbe portato a una demonizzazione della meccanizzazione agricola, pensando che avrebbe reso disoccupati milioni di contadini. E immagino la reazione che si sarebbe avuta dicendo che ci avrebbero pensato gli sviluppi economici e sociali a rendere equilibrato il tutto, senza creare le masse di disoccupati paventate.
Poi evidentemente se vuoi pensare che sia un modo per aggirare i problemi, liberissimo.

i concimi fatti con solo vegetali hanno grossi problemi sia di costi che di equilibrio dei nutrienti,

Ovviamente oggi è così perché ci sono ampie disponibilità di concimi organici e non c'è nessuno stimolo di ricerca in senso alternativo; ricordo che il mio docente di merceologia (..nt'anni fa :biggrin:) spiegava come l'energia nucleare non riuscisse a svilupparsi per i bassi prezzi del petrolio, mentre con la crisi energetica le cose cambiarono. E così avviene in tutti i settori, è un'evoluzione normale come quella darwiniana.

si, una parte della produzione cerealicola e' destinata ad allevamenti, ma spesso e' produzione realizzata dove non crescerebbe altro.
oppure potrebbero crescere cereali a consumo umano, o con basse rese oppure trovandoci ad avere una nutrizione solo a cereali (no bene!!! frutta e verdura servono, e penso che anche tu sia d'accordo con me su questo).
(...)
la mia intenzione non e' coprire di ridicolo i vegani o i vegetariani (anche se ammetto che tra i due preferisco i secondi). la mia intenzione e', dati alla mano, dimostrare che il "veganworld" purtroppo allo stato attuale non e' realizzabile per ovvi motivi e in futuro, dati i cambiamenti climatici sara' pure peggio.

Allora, stando a questi dati siamo a circa la metà. Su 2310 MT ne vanno circa 1140 per gli animali. Dove e come siano composti non lo sappiamo né io né tu, quindi si può ipotizzare tutto quello che si vuole.

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Per il resto, scusami, capisco i tuoi calcoli, però sono sempre riferimenti alle "mie parti" e a ipotesi del tipo "potrebbe ecc"
A questo punto capisci che si può arrivare a fare una discussione più lunga di quella dei Valsusini senza tirar fuori alcun dato concreto e per concreto intendo che puoi ad esempio veder pubblicato su una rivista scientifica qualificata e indipendente.
Quindi se sei convinto che i tuoi calcoli dimostrino inequivocabilmente che una popolazione vegana sia territorialmente insostenibile, va benissimo, io continuerò a ritenerli fatti a spanne e ben mi guardo dall'impegnarmi a contestarli, anche perché io non saprei farlo e se mando a qualche persona competente la richiesta di un commento a un'ipotesi basata su dati così evanescenti, mi infila un kg di B12 in bocca per carenza perniciosa.

avrei una domanda ai vegani, e non sto scherzando: e' etico usarlo? se io trovo una cacca di cane per terra, e' etica usarla per concimare la mia aiuola? oppure non va bene in quanto animale?

Avrei preferito molto che avessi invece scherzato, perché dimostri che nonostante avessi spiegato in tutte le maniere che il veganismo morale è l'estensione anche ai non umani del rispetto delle loro esigenze fondamentali (che tu hai commentato con il "beep"), fai intendere che il vegano rifiuti i prodotti animali "di per sé", e non quando comportano appunto il mancato rispetto delle loro esigenze etologiche. In quest'ottica, che problema c'è ad usare uno scarto di un cane o di qualunque altro animale tenuto secondo le sue esigenze? Mica viene ingozzato apposta per fargli fare tanta popò :biggrin:

questo sopra ad esempio è però solo un esercizio dialettico, invece in un confronto che cerchi il "senso" delle cose si potrebbero valutare le cose in modo ben diverso...

Eh no, io ho vissuto - da vegetariano - cosa voleva dire essere additati come criminali perché dicevamo che i bambini possono essere allevati senza carne e quindi su questo non sono per nulla elastico; un'affermazione sbagliata così palesemente va evidenziata e corretta.

io non so se questo corrisponde al vero, è sicuramente lontano dal modo di fare agricoltura che conosco io

Va bene, sopra hai visto i dati; guarda che difficilmente mi azzardo a riportare dati che non sono in grado di documentare (salvo dire che sono mie opinioni), tanto più qui che sono sotto tiro, come si vede dalla pioggia di contestazioni che seguono ogni mio intervento, che ovviamente osservo e valuto senza problemi per i motivi già esposti.

su questo sono un po' scettico, ma non nel senso che credo sia impossibile
di fatto si andrebbe a sostituire il processo digestivo degli erbivori con un processo "industriale"
e per me questo è innaturale

Anzitutto nulla vieta a una visione vegana di tenere liberi animali che potrebbero produrre felicemente tanta popò, che però avrebbe costi direi alquanto elevati; comunque ovviamente non ho nulla da obiettare; anche la tua è una visione morale (innaturalità o meno) in sé non è contestabile; posso in questo caso obiettare che oggi la gran parte delle deiezioni arrivano dagli allevamenti intensivi, che di naturale hanno ben poco e se venissero aboliti non ho idea che impatto avrebbero sulla produzione "letamiera mondiale"e sui costi.

ma se leggo affermazioni non sostenibili, credo sia corretto contraddirle anche perché finiscono esse stesse per far danno.

Sì, però un conto sono le contraddizioni documentate e un conto quelle "IMHO"; capisci che qui non siamo- come dice Gianluca - le tifoserie Milan e Juventus ma (dimensionalmente) Milan - Venegono Inferiore; dato che ogni volta che scrivo qualcosa devo dapprima ricercare tutti i dati per vedere se è sufficientemente sostenibile; e infatti sulla produzione cerealicola hai fatto subito notare indirettamente (ma a ragione) che non c'erano.
Quindi le contraddizioni IMHO preferisco lasciarle perdere, in quanto non sono qui per convincere nessuno, ma solo per valutare - sulla base delle vostre risposte - la contestabilità di quanto propongo.

Quello che invece per me non va è che uno per sostenere la scelta morale ..tiri fuori studi di cancerosità della carne e simili cose.

Questo avviene perché la diffusione del veganismo morale mette in conto tempi biblici e ... i giovani d'oggi non hanno pazienza! Noi vecchi babbioni sì, anche se siamo più vicini a diventare materia organica (io ho già indicato alla Socrem di appartenenza che le ceneri della mia cremazione devono servire alla concimazione dei campi, ma mi hanno detto che mi hanno già qualificato come rifiuto tossico-nocivo :biggrin:).

E passiamo allora alle osservazioni di pag 25

Rob, il vegano medio non mangia "cose che abbiano occhi. Se hanno occhi, non le mangio".
Il vegano medio, l'italiano medio, il tedesco medio, l'immigrato medio, il musulmano medio ecc sono tutti stereoptipi di cui si può dire quel che si vuole; qui rispondo su quel che propongo io, non i "medi".

dovresti ammettere che sei anche tu biecamente specista. Un uomo non lo mangeresti mai, anche morto di morte naturale!

Dal punto di vista teorico non lo faccio solo per condizionamento culturale/emotivo, non perché sia contrario; una volta morti si è morti, quel che resta è materia organica in via di disfacimento.
Per condizionamento culturale/emotivo intendo quello per cui non sono riuscito ad assistere alla riesumazione di mio padre quando dopo trent'anni doveva essere messo in ossario - con mio gran scorno, lo ammetto, perché ero determinato ad andare. Eppure non ho problemi a guardare il teschio vero che ha il mio dentista in vetrina, quindi che problema avrei dovuto a vedere quelle che - in linea teorica - non erano nient'altro che ossa? Di fatto non ci sono riuscito, e mi sono reso conto quanto tale condizionamento faccia presa, almeno su di me.

Se il vegano si pone come latore di un modello di sviluppo e di civiltà "sostenibile", deve considerare come sarebbe il mondo se il 100% dell'umanità fosse vegano. (...) Allora il punto è: se un mondo popolato al 100% da vegani non è sostenibile, il modello vegano non può essere contrabbandato come superiore al modello orrendamente specista carnivoro.

Il modello di veganismo morale graduale da me proposto funzionerebbe anche se si arrivasse al 100% della popolazione, su questo sono certo; quello che vedo paventato qui è una specie di invasione con squadroni vegani che costringono in breve tutta la popolazione mondiale a "convertirsi", come facevamo una volta noi cristiani nei paesi colonizzati e come vorrebbe fare l'ISIS.
In una simile lunare ipotesi evidentemente si porrebbero problemi quali l'improvvisa necessità di mantenere miliardi di animali d'allevamento e uno sconquasso economico.
Ma mi sembra di aver spiegato prima che - nella mia ottica - non può che essere un processo di estrema gradualità (visto che non viene imposto ma proposto) e che quindi i mutamenti culturali ed economici di adattamento sarebbero perfettamente paragonabili a quelli che hanno portato - da noi senza sconquassi - alla fine della schiavitù.
Il fatto che il veganismo proposto sia morale, cioè di estensione del rispetto delle esigenze etologiche degli animali come estensione del rispetto verso gli altri, non comporterebbe neanche ipotesi alquanto bizzarre come la veganizzazione degli inuit. Perché mai dovrebbero essere "veganizzati"? E' forse compatibile con il loro ambiente? No, quindi sarebbe un calpestare il loro diritto alla stessa esistenza, inserita in un ambiente naturale, da cui invece noi ci siamo completamente distaccati, laddove non ci faceva comodo.
Il che ovviamente non significa che tutto quello che fa una popolazione indigena sia di per sé rispettabile; nel momento in cui, a loro volta, calpestano i diritti di terzi per sovrastrutture culturali che nulla hanno a che fare con le esigenze fondamentali e ne ho la possibilità, li farei smettere, anche se si tratta di una forzatura, perché di quelle tradizioni possono fare benissimo a meno. Ad esempio farei il possibile per evitare che le popolazioni indigene americane riprendessero l'uso di sacrifici umani e faccio il possibile perché in Africa sparisca la mutilazione genitale femminile anche se in certe aree è stravoluta dalla popolazione e affinché le donne in Arabia possano emanciparsi, anche se solo l'8% degli uomini (sentito al telegiornale svizzero, non posso quindi dare riferimento) ritiene giusto che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini.
Già ma cos'è il "possibile"? Mi ricollego alla successiva tua osservazione

. Incidentalmente: Tu sei disposto alla guerra civile orrenda per la fine dell'orrore di uccidere animali? Se no, allora non mettere le due cose sullo stesso piano. Io sarei disposto ad una guerra civile orrenda per l'abolizione della schiavitù..

Ecco, io invece non metto nel "possibile" nessuna guerra (intestina o internazionale) per alcuni motivi.
"Lorsignori non sanno cos'è la guerra" pare abbia detto Francesco Giuseppe prima di dare il via con riluttanza, spinto da diplomatici e generali, a quello che sarebbe diventato uno sterminio mondiale, riferendosi a quanto visto a Solferino. Anche noi la guerra non l'abbiamo mai vissuta sulla nostra pelle, però i documenti che arrivano dai paesi in guerra e le testimonianze di chi oggi fugge dalla Siria sono per me più che sufficienti per convincermi che nessuna idea/ideale/ideologia/religione possa essere portata avanti con le guerre. Tu hai giustamente stigmatizzato a pagina 1 l'esponente di Alf che ha accoppato un ricercatore quando eri in Inghilterra. Così come c'è stato un medico abortista che è stato accoppato in America da un pro-life. Tutti mossi dal principio che il proprio ideale è talmente nobile che si deve imporre anche con la guerra. No, grazie.
E anche se sono contrario alla mutilazione genitale femminile non mi passerà mai per la mente di scatenare una guerra per far finire questa mostruosità.

Eventualmente posso chiedermi se sarei disposto a "subire" una guerra pur di difendere i miei valori, nel senso di cosa saprei sopportare. Certo, potrei fare il superuomo e dire "sicuramente, sarei disposto a farmi torturare a morte!", tanto sarebbero solo parole. Credo invece che non riuscirei neanche ad arrivare sopportare quello che subì Shelton, il fondatore dell'igienismo che ci hai presentato precedentemente e che segui, che finì in galera per sostenere il pacifismo contro la prima guerra mondiale (sei un seguace guerrafondaio degenere!:biggrin:) e fu sottoposto a una sorta di persecuzione per le sue visioni poco ortodosse (che invece a mio parere sono valide, e mi sembra che ad esempio sul digiuno anche la comunità medica "ufficiale" cominci finalmente a ricredersi).
Dovrei per questo smettere di fare quel che faccio? Ma non vedo proprio il perché.
Continuerò quindi a sostenere l'analogia fra schiavitù umana e animali sulla base dei documenti che ho esposto precedentemente, finché non verrà controargomentata in modo per me qualificato e ritengo questa posizione perfettamente coerente, anche se non pretendo certo che venga condivisa.

Adesso devo fermarmi. Mi prendo qualche giorno di pausa; dovrei per fine settimana rispondere anche al resto di quel tuo intervento. Prima però vado a finire il panino col salam... ooops, salame di soia, di soia, assolutamente, capito, chiarooo? (acc se si scopre la cosa sono rovinatoooo :biggrin::biggrin:)

Ciao
Roberto
 
la metto semplice: i parametri globali secondo me sono ad area troppo ampia. abbiamo posti dove si va di intensivo al massimo (produzione degli usa) e posti dove non si alleva nulla. l'allevamento da' un indice parziale del consumo di carne, non include ad es la pesca o la caccia, che localmente possono essere estremamente rilevanti.

mi riferisco alle mie zone (veneto, ma come visto sopra non ho problemi a fare calcoli per altre regioni) in quanto secondo me e' una realta' "media": e' antropizzata ma non come milano, roma o torino, e neppure poco come la calabria. penso che sia mediamente rappresentativo. ovvio che milano ha problematiche logistiche ben diverse da peaio (frazione di vodo di cadore appena sotto vinigo) o da cefalu'!!!

a conti fatti, penso che il veganworld sarebbe possibile solo in aree relativamente poco popolate. non voglio andare contro ai vegani per divertirmi e neppure voglio attribuirmi numeri falsi che non ho, come non voglio neppure scivolare nelle sparate di parte. non voglio dire che i vegani sono lo 0.0000002% della popolazione, ma neppure venitemi a dire che sono il 145% della popolazione. diciamo le cose come stanno. usiamo correttamente i numeri, e' quel che voglio fare :)

quella sulla pupu' non voleva essere una presa in giro. ho sentito anche casi di vegani che rifiutavano di usare la cacca del loro animale per concimare in quanto di origine organica. penso che sia questione di visioni.

EDIT: no, non credo che basti il tempo. nel mio calcolo il tempo non era importante, era puramente basato su consumi e aree. la popolazione mondiale dovrebbe calare almeno di un 30%. o la produttivita' aumentare in modi equivalenti, il che e' veramente dura. mi sono sempre chiesto come sarebbe possibile ottenere una cosa simile, magari creando localmente oasi artificiali e cercando di modificare il microclima con l'inserimento di piante via via meno rustiche e piu' produttive, come hanno fatto gli israeliani, ma non e' fattibile ovunque.
 
Per forza, l'articolo è stato fatto prima che andassero da Cracco a far baccano.
Per cui immagino che la LAV abbia poi fatto un qualche "aggiunta" dove si discostasse ed immagino lo abbia fatto per ogni "attentato" che qualche vegano ha fatto (attentato, termine un pò grosso ma che rende comunque l'idea in particolar modo se riferito a strutture commerciali). Tra parentesi se si fa una ricerca sul loro sito, attraverso la funzione cerca in home page, con la parola "cracco" neanche viene fuori qualcosa.

Sinceramente trovo più sensata la reazione dell'ENPA il quale ha espresso parole, per bocca del presidente della sezione di Milano, che trovo più logiche e apprezzabili ovvero che è stato realizzato il tutto per avere solo un po' di notorietà, non ha espresso opinioni sui fatti che sono seguiti poiché l'articolo è antecedente ma, visto il tono dell'articolo, dubito che sarebbe stato dell'idea che fosse stata una reazione sensata
http://www.enpamilano.org/tag/cracco/

Nota curiosa: ammetto che, leggendo l'articolo del ENPA e avendo visto il richiamo di un'altra denuncia dell'AIDAA, mi sono fatto una piacevole risata anche se, a guardar bene, comunque son rotture di scatole burocratiche.

Io prendo in considerazione la realtà di fatto paragonandola a quello che è avvenuto in passato. Tutti i movimenti di rivendicazione dei diritti di qualcuno (propri o di terzi) hanno impiegato secoli o millenni per avere successo (quando l'hanno avuto). Perché quindi dovrei impegnarmi a discutere su un mondo immediatamente vegano quando siamo a meno dell'1%?
E allora che senso ha fare previsioni e valutazioni su dati attuali ? Fra mille anni potremmo essere su marte :)

Qualsiasi studio, analisi o quant'altro nasce per dimostrare, o confutare, una tesi o una ipotesi e, sostanzialmente, invitare ad abbracciare, o giustificare, quella tesi, o l'anti tesi, che riguarda lo studio stesso.

Ad esempio se faccio uno studio sulla vacinazione infantile e ne dimostro la sua validità, ovvero che il rapporto danni/benefici sia più a favore di quest'ultimi, lo userò per giustificare le mie scelte (mie in senso lato) e giustificherò, probabilmente, anche gli obblighi, o quello che saranno, nei confronti di terzi (posso anche immaginare scelte volontarie).

Se facciamo discorsi di ecosostenibilità relativamente a scelte vegane è per giustificare che una scelta in quel senso, tolto gli aspetti etici, è comunque praticabile e che i cambiamenti che comporterebbero sono sostenibili.... in altre parole "perchè non diventare vegano ?"

Uno studio sull'ecosostenibilità di un mondo vegano nasce, o comunque verrà utilizzato, non solo come giustificazione di proprie scelte, ma anche per creare nuovi "associati" per cui è un dato di fatto che si punta ad un mondo reale.

Il mondo reale di oggi, non quello virtuale che vede solo determinati scenari, è un mondo dove l'animale è fonte di proteine, è fonte di forza lavoro, è fonte di pellame, è fonte di "n" cose ..... è sostanzialmente sfruttato, senza tanti giri di parole, oggi l'animale è al servizio dell'uomo e gode di ben pochi, se non praticamente zero, diritti, piaccia o non piaccia è così. Per tanto qualsiasi scenario che immaginiamo non può non tenerne conto.

Ora, visto che il mondo vegano è pieno di studi, esiste uno studio che prende in considerazione uno scenario dove dica oggi, con la situazione attuale, reale, si potrebbe arrivare ad un mondo vegano in maniera ecosostenibile ? quando dico reale vuol dire che prenda in considerazione tutti gli aspetti del mondo reale e non che i miliardi di animali allevati scompaiano per magia ..... quelli mangiano tutti i giorni e non aria ..... perchè, per me, parlare di ecosostenibilità senza considerare la posizione attuale è come parlare di Westeros o Essos.

Grazie in anticipo.

Ciao :si:, Gianluca
 
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Papa Francesco: “Non mangiate l’agnello, serve solo agli interessi dell’industria alimentare”
Ma ecco cosa ha detto esattamente:

“Tra le comunità cristiane più antiche, l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo. La sua uccisione per Pasqua non ha alcun fondamento nella tradizione cristiana, semmai ha radici nel Vecchio Testamento. È un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza. È un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’ industria alimentare“.
se è per questo neanche la pasqua ha radici cristiane ma ebraiche ( deriva da Pesach e celebra la liberazione di Israele dalla schiavitù in Egitto)
 
Vorrei ribadire un concetto: il confronto dell'impatto ambientale fra dite vegana e onnivora dovrebbe essere riportato ad parametro unico che non è il consumo dell'acqua ma il fine ultimo della dieta, cioè vivere attivamente per il genere umano. Semmai il discorso da fare dovrebbe essere questo : quanta acqua serve per una dieta vegana e per una onnivora per poter vivere e lavorare e non quanta serve per allevare una mucca.
 
D

Derrick

Guest
se è per questo neanche la pasqua ha radici cristiane ma ebraiche ( deriva da Pesach e celebra la liberazione di Israele dalla schiavitù in Egitto)

E se è per questo, anche il Natale è una festa "derivata" da un'altra, il Dies Natalis Solis Invicti, il Natale del Sole Invitto (culto che si confonde col culto di Mitra, non è chiaro quali siano i confini) che si celebrava, guarda caso, il 25 dicembre. Naturalmente, nell'ambito della strategia di sostituzione del cristianesimo al culto di Mitra/Dio sole (culto ufficiale dell'esercito romano dai tempi di Aureliano, e che era la religione maggiormente praticata nella Roma del III secolo), anche la scelta, come data, del Natale di Cristo il giorno del Natale del Sole Invitto aveva, come dire, il suo perché.
 
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