Sempre piu vegani e vegetariani.

"Come riporta il Guardian, la produzione di carne prevede il consumo di quantità molto maggiori di acqua, rispetto a quelle per la coltivazione delle verdure. L'Ime (Institution of Mechanical Engineers), società di ingegneria con sede a Londra, ha stimato che per produrre un chilo di carne ci sia bisogno di una quantità che varia dai 5mila ai 20mila litri di acqua, mentre per coltivare un chilo di grano servono tra i 500 e i 4mila litri di acqua.

La differenza è molto marcata per via dell'acqua bevuta dagli animali, che si somma a quella impiegata per produrre il foraggio e i mangimi di cui si nutrono."

Scusa, non per polemizzare , ma quei dati riguardano gli allevamenti intensivi, esistono studi che parlano del costo opportunità dell'acqua destinato al bestiame (che beve non perchè lo mangiamo ma perchè esiste :))
Le mucche e le pecore allo stato brado o semibrado non consumano acqua che ha un costo opportunità (il costo derivante dal distogliere l'acqua da altri usi) . le pecore o le mucche maremmane o chianine non tolgono acqua a nessuno. Tu stesso hai detto "per via dell'acqua bevuta..." , quindi dobbiamo abbattere gli animali? sterilizzarli? iniziamo a distinguere fra allevamenti intensivi e no e fra l'impatto degli allevamenti perchè esistono e non perchè li mangiamo.
 
@jhoe quei numeri li avevo visti anche io però mi lasciano perplesso nel senso che mi sembrano molto alti.

Una mucca, da latte, dovrebbe bere dai 70 ai 150 litri di acqua a seconda del clima, un bovino non da latte dovrebbe essere sui 50 litri sempre al giorno.

Una mucca da latte produce dai 20 ai 35 litri di latte al giorno, considerando che il latte di mucca l'87% è acqua si può dire che solo con quello rende dai 17 ai 30 litri di acqua.

Considerando solo l'abbevveramento di una mucca da latte per anno e prendendo gli estremi peggiori si ha:

150 x 365 - 17 x 365 = 48545 litri

se prendo i migliori si ha:

70 x 365 - 30 x 365 = 14600 litri

immaginando che una mucca, da latte, venga macellata dopo 15 anni si avrà un consumo pari a:

48545 x 15 = 728.175 litri
14600 x 15 = 219.000 litri

Immaginando una mucca sui 500 kg si ha 1456 litri/kg e 438 litri/kg a cui si dovranno aggiungere l'acqua consumata per tutto il resto che se quantifico in base ai parametri di cui sopra sono:

500 x 5.000 = 2.500.000 litri
500 x 20.000 = 10.000.000 litri

Non ho idea di quanto quantificare il resto però mi sembrano comunque alti, cioè se beve un litro ne consuma 10 nel resto...... ovviamente sono calcoli spannometrici !!! :)

Booooooo

Ciao :si:, Gianluca
 
aggiungo una cosa: l'acqua bevuta viene rimessa in circolo (pisciata!) a poca distanza, la mucca mica se la tiene per sempre. e anche quella che passa al latte poi la pisciamo.

l'evapotraspirazione delle piante invece ti porta via acqua che dio solo sa dove cavolo va a finire. e se mi va a piovere in albania, a me che sto coltivando le mie piantine a padova non torna nulla.
 
D

Derrick

Guest
jhoe, il punto non è quanta acqua "serve", ma quanta acqua "si paga" o "si trasporta".
L'agricoltura, come sopra evidenziato da altri, richiede l'acqua in certe quantità e in certi periodi. Altrimenti rischi di buttare tutto.
La pastorizia invece avviene sui pascoli dove "piove gratis". Il pastore non paga per portare l'acqua al pascolo, né entro certi limiti gli importa se piove prima o dopo, in montagna piove comunque abbastanza ad esempio, mentre l'agricoltore paga per portare l'acqua ad irrigare il suo cetriolo. E se non paga lui, paga la società che costruisce acquedotti, mantiene canali di irrigazione, paga consorzi di bonifica ecc.
La prossima volta che vai in montagna e incontri un pastore, chiedi quanto paga per l'acqua che le sue bestie consumano pascolando (poi facci sapere la sua risposta parola per parola...).

La pastorizia è quindi un modo per sfruttare acqua che non sarebbe utilizzabile per usi agricoli. Esattamente come è un modo per sfruttare terreni che, per inclinazione, per clima, per lontananza dal mercato, per scarsa fertilità, per elevata "pietrosità", non sarebbero economicamente sfruttabili per usi agricoli.
Non puoi tanto facilmente convertire un pascolo in una coltivazione.

Se invece una pratica agricola consuma esclusivamente acqua piovana, allora dire che "consuma" acqua non ha alcun senso, tanto varrebbe dire "consuma sole" o "consuma aria". E' gratis.

E infine, come giustamente notato, o va al mare e poi rievapora e poi ripiove, o va nell'erba e poi rievapora e poi ripiove, o va nell'erba e poi va nella mucca e poi rievapora e poi ripiove, o va nell'erba e poi va nella mucca e poi nel carnivoro e poi al mare e poi rievapora e poi ripiove.

L'acqua è sempre la stessa, il pianeta nel suo complesso la ricicla continuamente.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Un chilo di carne rossa costa quindicimila litri d’acqua
La ricerca del Politecnico di Torino su alimenti e fabbisogno idrico
http://www.lastampa.it/2012/11/15/s...ri-d-acqua-FvDnU7OmQQi2OMU1PUVuEO/pagina.html

Quanta Acqua Consumiamo per Mangiare? 15.300 litri di acqua per 1 fiorentina e 120 litri per un bicchiere di vino e 70 litri di acqua per 1 mela. Ecco il volume di acqua necessario per i nostri alimenti: caffè, latte, pane, riso, grano …
http://www.genitronsviluppo.com/200...lume-di-acqua-necessario-per-i-nostri-alimen/

Il consumo di acqua nell'allevamento di animali
http://www.saicosamangi.info/ambiente/consumo-acqua.html

L’equazione cibo – risorse – energia
http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/cibo_risorse_energia

Manifesto acqua virtuale negli alimenti. pdf
http://www.stopthedrop.it/User/Pdf.aspx?filename=poster_acquaVirtuale_HERA.pdf

Impatto ambientale dell'industria dei cibi animali
https://it.wikipedia.org/wiki/Impatto_ambientale_dell'industria_dei_cibi_animali
 

Purtroppo in questo periodo ho poco tempo, però vedo di rispondere quando riesco

Analizziamo un po' il primo documento che ritieni sia dimostrativo della "correlazione e causalita' tra mancanza di apporto di carne e ritardo nello sviluppo fisico e mentale dei bambini, specie se piccoli"

Il punto 6.6 di pagina 16 recita:

Si deve consigliare alle madri una dieta bilanciata e nutriente, senza che sia necessario evitare specifici alimenti.
Ohibò, vuol dire che qualcuno - al fine di avere una dieta bilanciata e nutriente - ritiene "necessario" evitare specifici alimenti? Visto che stiamo parlando di carne, chi mai sosterrebbe che è "necessario" per le madri eliminarla altrimenti la dieta non è bilanciata e nutriente? I vegetariani sostengono che possa essere bilanciata e nutriente anche senza carne, ma non che toglierla sia necessario, altrimenti è squilibrata.
Mah, forse il testo si riferisce a coloro che ritengono necessario per le madri evitare i cibi spazzatura, dalle patatine alla Coca cola, però sarebbe ben singolare che questo non sia condiviso.

Continuiamo:

Le madri che allattano e che evitano carne, pesce, pollame, uova e latticini hanno un rischio importante di carenza di calcio, ferro e vitamina B12 che potrebbe causare problemi di salute ai figli.

Allora qui è da decidere se le cinque categorie riportate sono da considerarsi singolarmente o in blocco, cioè se la sola mancanza di una di queste comporta rischi o se la mancanza complessiva di tutte e cinque li comporta.
Evidentemente si tratta dell'aggregato, sia perché c'è una "e" e non una "o" di congiunzione finale sia perché altrimenti ciascuna di esse sarebbe da considerarsi indispensabile. Se la Plasmon e la Mellin hanno tentato un "la carne è indispensabile", dubito che la Galbani tenterebbe mai un "il formaggio è indispensabile".

Quindi si deve leggere: le madri vegane hanno un rischio importante di non avere abbastanza calcio, ferro e vitamina B12. E le madri vegetariane, quelle che assumono latticini e uova? Evidentemente no, perché la dietetica da decenni riconosce che la dieta ridondantemente definita latto-ovo-vegetariana (cioè vegetariana) non crea alcun problema.

Ne deriva che la carne non è indispensabile né tantomeno che la sua mancanza è correlata a malattie (sulla base di questo documento).

Ma cosa succede per i figli delle madri vegane cui è diretta quindi l'indicazione? Il rapporto dice:

Questi devono essere controllati regolarmente da un pediatra e ricevere integrazioni con vitamina B12, ferro e calcio se necessario.
Come "se necessario"? Dovrebbe essere automatico: madre che allatta senza assumere alimenti di origine animale (non solo carne) = carenza di calcio, ferro e vitamina B12. Invece no, si aggiunge un "se necessario" perché non è detto che sia così (salvo pensare a madri capaci di gestire da sole (senza pediatra) talmente bene le carenze ventilate da non aver bisogno di integrazione).

Di fatto questo paragrafo mostra di essere stato oggetto di una notevole discussione, perché oggi nella comunità scientifica queste certezze non ci sono neppure per i vegani, così da essere uscito un testo alquanto bizzarro, che di fatto si limita a dire "attenzione alle carenze che possono esserci - ma non necessariamente ci sono - nelle madri vegane" in calcio, ferro e vitamina B12.

Ricercando "carne" e "carni" nel testo, non appare mai il termine necessario, bensì "importante", che è quello che appunto la Plasmon dovette sostituire a "indispensabile".

Quanto all'altro documento dell'Università di Amman è chiarissimo :biggrin::biggrin::biggrin:

001.jpg


Al di là che nelle università sparpagliate per il mondo si possono trovare ricerche con considerazioni di tutti i tipi, qui si punta sulla B12 e anche qui (nel test) si parla di vegani: "strictly vegetarian".
Tant'è vero che i risultati migliori li hanno ottenuti coloro che consumano uova e non coloro che consumano carne tutti i giorni...

Quindi nessuna correlazione fra carne e ritardi nello sviluppo fisico e mentale.
Poi chiaro che puoi sostenere quello che preferisci, ma dubito che con questi documenti riuscirai a far ripristinare a Plasmon e Mellin le loro pubblicità sull'indispensabilità della carne (anche se ci terrebbero tanto e ti ricompenserebbero profumatamente).

Quanto alla questione dei disastri ecologici per la dieta vegana che avevi paventato, come mi sembra sia stato già riportato sopra, gli studi in corso vanno in tutt'altra direzione. Vedremo se in futuro proseguiranno o faranno marcia indietro.

http://www.pnas.org/content/early/2016/03/16/1523119113.full

Ciao
Roberto
 
"è compresa l’acqua utilizzata per l’irrigazione dei campi, ma anche quella necessaria a diluire gli agenti inquinanti, pesticidi e trattamenti chimici utilizzati in agricoltura"

dal primo link di @jhoe . Immagino il conto sia fatto per tutto il foraggio che mangia il bovino dallo svezzamento fino alla macellazione :)
 
Ho cercato d'informarmi un pochino di più su impronta idrica e acqua virtuale, a livello di concetti, e devo dire che ora mi è un "pelino" più chiaro il tutto :) ..... o almeno credo di averci capito qualcosa di piú ;)

Innanzitutto quando si parla d'impronta idrica di un determinato prodotto il numero che viene espresso indica il quantitativo di acqua necessaria per avere dal nulla al consumatore quel determinato prodotto, per tanto c'è tutto e anche di più :)

Mi spiego meglio, prendiamo il vino, il quantitativo espresso nell'impronta idrica prende in considerazione l'acqua di origine piovana che naturalmente viene assorbita dalla pianta, l'eventuale acqua utilizzata per integrare nei mesi di scarsità d'acqua, l'acqua utilizzata per la dissoluzione e applicazione di eventuali prodotti chimici, l'acqua per lavare/pulire i macchinari agricoli, l'acqua usata nei vari processi produttivi interni alla cantina compresa l'acqua di lavaggio dei macchinari stessi e l'acqua che servirebbe per ripristinare i valori di eventuali inquinanti su livelli ritenuti sicuri.

Questi valori sono geolocalizzati e variano in relazione al prodotto oltre che nel tempo.

Per tanto nei 14/15.000 litri di acqua per kg di carne bovina ci sono:
  • acqua piovana per il foraggio
  • acqua d'irrigazione foraggio
  • acqua di diluizione/applicazione fitofarmaci
  • acqua manutenzione macchinari agricoli
  • acqua di diluizione mangimi secchi
  • acqua abbeveraggio
  • acqua manutenzione/pulizia/cura dell'intero allevamento
  • acqua utilizzata nel processo di macellazione
  • acqua di diluizione per ripristino dei valori dei prodotti inquinanti a determinati limiti
Molti di questi parametri sono dedotti, molti calcolati, molti parametrizzati .....

Inoltre quei 14/15.000 litri sono la somma di tre valori che identificano la natura, o l'uso, dell'acqua stessa e prendono il nome di acqua verde, blu e grigia.

Da "l'acqua che mangiamo" di M.Antonelli e F.Greco

L’acqua verde è il quantitativo di acqua piovana impiegata dalla coltura per evapotraspirare e assume grande rilevanza per i prodotti agricoli.

L’acqua blu è l’acqua dolce sottratta a un bacino idrico che non viene reimmessa nello stesso da cui è stata prelevata, oppure vi ritorna ma in tempi diversi.

Infine vi è l’acqua grigia, un modo intuitivo e innovativo per esprimere la contaminazione dei corpi idrici in termini di volume, e poter quindi sommare questo quantitativo ai due precedentemente illustrati e ottenere un indice complessivo. L’acqua grigia esprime il volume “immaginario” di acqua necessario per diluire la contaminazione eventualmente prodotta al di sotto di determinati end
point legali, e/o ecotossicologici. Non è un quantitativo di acqua realmente impiegato, ma è il quantitativo di acqua che sarebbe necessario per annullare la contaminazione prodotta dal processo in esame

L’impronta idrica quindi non rappresenta l’acqua realmente contenuta nel prodotto
ma quella necessaria a produrlo. Si tratta di un indicatore dei volumi di acqua impiegati nel processo produttivo considerando anche quelli necessari a neutralizzare gli eventuali impatti prodotti.

In Italia quel numero sembrerebbe leggermente inferiore, 11.500 litri/kg, per la carne bovina, di cui l'87% è acqua "verde"..... almeno secondo http://www.adnkronos.com/sostenibil...taly-consuma-meno_T9FX57RJ1na5Y3lW54khBJ.html

Ciao :si:, Gianluca
 
Ultima modifica:
dato che le mucche permettono di riciclare un bel tot di sostanza organica vegetale per noi non commestibile, quanta di questa acqua occulta andrebbe sprecata nel fantastico mondo dei vegani? risposta: un bel tot %.
 
"Come riporta il Guardian, la produzione di carne prevede il consumo di quantità molto maggiori di acqua, rispetto a quelle per la coltivazione delle verdure.
Io non concedo fede cieca a nessuno,
figuriamoci se mi fido quando ad esempio non trovo nella tabella quanta acqua occorre per un Kg di mais.

Un altro aspetto che hanno "dimenticato" di valutare è COME viene usata l'acqua... e non è aspetto da poco conto,
cioè... dalle mie parti il foraggio (che se ne produce molto) è lasciato al naturale evolvere del meteo ovvero
riceve solo acqua piovana ... mais pomodori ecc invece vengono annaffiati con acqua dai pozzi.

Dimenticato è anche il fatto che gran parte dei mangimi di polli e maiali ad esempio sono prodotti di scarto
che non finirebbero per alimentare nessuno.

Io ne deduco che c'è dietro la volontà di indirizzare ad un risultato NON di fare una analisi obiettiva.

Io amo gli animali ma detesto queste cose perché fanno perdere credibilità a chi vorrebbe tutelarli
in modo serio e coerente con la natura stessa .
 
Un chilo di carne rossa costa quindicimila litri d’acqua
La ricerca del Politecnico di Torino su alimenti e fabbisogno idrico
http://www.lastampa.it/2012/11/15/s...ri-d-acqua-FvDnU7OmQQi2OMU1PUVuEO/pagina.html

Quanta Acqua Consumiamo per Mangiare? 15.300 litri di acqua per 1 fiorentina e 120 litri per un bicchiere di vino e 70 litri di acqua per 1 mela. Ecco il volume di acqua necessario per i nostri alimenti: caffè, latte, pane, riso, grano …
http://www.genitronsviluppo.com/200...lume-di-acqua-necessario-per-i-nostri-alimen/

Il consumo di acqua nell'allevamento di animali
http://www.saicosamangi.info/ambiente/consumo-acqua.html

L’equazione cibo – risorse – energia
http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/cibo_risorse_energia

Manifesto acqua virtuale negli alimenti. pdf
http://www.stopthedrop.it/User/Pdf.aspx?filename=poster_acquaVirtuale_HERA.pdf

Impatto ambientale dell'industria dei cibi animali
https://it.wikipedia.org/wiki/Impatto_ambientale_dell'industria_dei_cibi_animali
mi sembra che siano numeri buttati li a vanvera, io farei come dice Derrick , andare a in montagna , ma anche in collina, dico io, e chiedere quanto acqua ha usato il pastore per le sue mucche, e poi fra gli articoli citati si parla di 120 litri di acqua per un bicchiere di vino, che cavolo vuol dire? hai mai visto innaffiare una vigna (può essere necessario appena impiantata per un'estate o due ma poi la vigna non si innaffia...... , servirebbe meno approssimazione in queste cose
 
D

Derrick

Guest

Quanto all'altro documento dell'Università di Amman è chiarissimo :biggrin::biggrin::biggrin:

Vedi l'allegato 87366

Al di là che nelle università sparpagliate per il mondo si possono trovare ricerche con considerazioni di tutti i tipi, qui si punta sulla B12 e anche qui (nel test) si parla di vegani: "strictly vegetarian".
Tant'è vero che i risultati migliori li hanno ottenuti coloro che consumano uova e non coloro che consumano carne tutti i giorni...

Quindi nessuna correlazione fra carne e ritardi nello sviluppo fisico e mentale.
Poi chiaro che puoi sostenere quello che preferisci, ma dubito che con questi documenti riuscirai a far ripristinare a Plasmon e Mellin le loro pubblicità sull'indispensabilità della carne (anche se ci terrebbero tanto e ti ricompenserebbero profumatamente).

Quanto alla questione dei disastri ecologici per la dieta vegana che avevi paventato, come mi sembra sia stato già riportato sopra, gli studi in corso vanno in tutt'altra direzione. Vedremo se in futuro proseguiranno o faranno marcia indietro.

http://www.pnas.org/content/early/2016/03/16/1523119113.full

Ciao
Roberto

Mi sa che non l'hai letto con attenzione.
Nel riassunto si dice:

We used this coupled modeling framework to analyze the environmental and health impacts of four dietary scenarios in the year 2050 (SI Appendix, Table S1) (7, 913). The first (referred to below as REF) is a reference scenario based on projections from the Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), with adjustments to take into account the fraction of nonedible and wasted food (26, 27). The second scenario [healthy global diets (HGD)] assumes the implementation of global dietary guidelines on healthy eating (16, 28) and that people consume just enough calories to maintain a healthy body weight (29). The last two scenarios also assume a healthy energy intake but based on observed vegetarian diets (30, 31), either including eggs and dairy [lacto-ovo vegetarian (VGT)] or completely plant-based [vegan (VGN)]. The three nonreference scenarios are not intended to be realizable dietary outcomes on a global level but are designed to explore the range of possible environmental and health outcomes of progressively excluding more animal-sourced foods from human diets (7, 913).

C'è uno scenario di riferimento e ci sono tre scenari non di riferimento. Uno di questi scenari è quello in cui la gente mangia solo quello che serve per vivere e non di più (HGD) e qui già hai eliminato moltissime malattie e moltissimo spreco. Poi c'è lo scenario latto-ovo-vegetariano, e infine lo scenario vegano (VGN). La ricerca dice esplicitamente che non intende gli scenari di riferimento realizzabili a livello globale. Insomma dice il contrario di quello che dicono i vegani. Solo che viene studiato perché aiuta a modellare lo studio.

In generale nello studio mi pare si faccia riferimento a scenari che comprendono carne, pesce, uova e latticini ma in proporzione minore a quella consumata oggi nella società occidentale.

Lo studio si intitola Analysis and valuation of the health and climate change cobenefits of dietary change. Una lettura scorrendo veloce rivela frequenti riferimenti alla dieta "piscatoria" ad esempio.
 
quanta di questa acqua occulta andrebbe sprecata nel fantastico mondo dei vegani
Non credo che avrebbe un senso, senza offesa, parlare di spreco di acqua occulta nel senso che nell'agricoltura una grossa fetta è acqua derivata dalla pioggia, almeno nelle aree in cui questa non manca, e quella "casca" a prescindere.
Un altro aspetto che hanno "dimenticato" di valutare è COME viene usata l'acqua... e non è aspetto da poco conto
Il problema è che ognuno riporta i numeri in base a cosa vuol far capire.
Chi ha "inventato" questa valutazione, è una analisi moderna, compare nel 1993, a cui si deve grazie al proff. inglese J.A.Allan, queste considerazioni del come, e della natura dell'acqua, le esplica.
Ovviamente l'acqua piovana è una cosa e un conto è l'acqua di irrigazione, la prima c'è a prescindere da cosa c'è "sotto", per cui costo zero, impatto zero, la seconda ovviamente ha un costo ed un impatto.
fra gli articoli citati si parla di 120 litri di acqua per un bicchiere di vino, che cavolo vuol dire?
Come sopra questi "numeri" vanno presi ed interpretati, letti così, volutamente da chi li espone, perdono, a mio modesto avviso, del loro significato originario.

L'esempio del vino è palese.

Innanzitutto la media Italiana non è 120 litri ma 70 di cui 54 verde (pioggia), 5 scarsi blu (fisicamente utilizzata ai fini produttivi) e 11 abbondanti grigia (ripristino). Se poi andiamo a vedere, invece, produzioni specifiche troviamo numeri ancora diversi poiché i disciplinari prevedono metodiche tali che l'acqua assume un'importanza diversa.

Ciao :si:, Gianluca
 
Ultima modifica:
Non credo che avrebbe un senso, senza offesa, parlare di spreco di acqua occulta nel senso che nell'agricoltura una grossa fetta è acqua derivata dalla pioggia, almeno nelle aree in cui questa non manca, e quella "casca" a prescindere.

Il problema è che ognuno riporta i numeri in base a cosa vuol far capire.
Chi ha "inventato" questa valutazione, è una analisi moderna, compare nel 1993, a cui si deve grazie al proff. inglese J.A.Allan, queste considerazioni del come, e della natura dell'acqua, le esplica.
Ovviamente l'acqua piovana è una cosa e un conto è l'acqua di irrigazione, la prima c'è a prescindere da cosa c'è "sotto", per cui costo zero, impatto zero, la seconda ovviamente ha un costo ed un impatto.

Come sopra questi "numeri" vanno presi ed interpretati, letti così, volutamente da chi li espone, perdono, a mio modesto avviso, del loro significato originario.

Ciao :si:, Gianluca
certo, condivido in toto la tua argomentazione
 
E' innegabile che produrre un chilo di carne necessiti di più acqua che produrre un chilo di piselli, però questo non vuol dire, a mio avviso, che questi "numeri" vanno presi come indice di qualità del prodotto nè che quel numero rappresenti necessariamente acqua sprecata.

Chi ha inventato questa valutazione lo ha fatto con l'intenzione di fornire uno strumento a chi, a livello politico e/o industriale, si occupa, direttamente o di riflesso, della gestione idrica di una nazione per poter fare valutazioni più lungimiranti e con una visione più ampia possibile.

Per dare degli strumenti a chi si occupa di agricoltura, ad esempio spingendo più su sistemi irrigativi a goccia piuttosto che a caduta tradizionale; per dare degli strumenti alle industrie nei vari processi di trasformazione e per dare ai consumatori degli strumenti per fare anche valutazioni commerciali.

..... e ai giornalisti per fare una informazione non completa :)

Ciao :si:, Gianluca
 
E' innegabile che produrre un chilo di carne necessiti di più acqua che produrre un chilo di piselli, però questo non vuol dire, a mio avviso, che questi "numeri" vanno presi come indice di qualità del prodotto nè che quel numero rappresenti necessariamente acqua sprecata.

Chi ha inventato questa valutazione lo ha fatto con l'intenzione di fornire uno strumento a chi, a livello politico e/o industriale, si occupa, direttamente o di riflesso, della gestione idrica di una nazione per poter fare valutazioni più lungimiranti e con una visione più ampia possibile.

Per dare degli strumenti a chi si occupa di agricoltura, ad esempio spingendo più su sistemi irrigativi a goccia piuttosto che a caduta tradizionale; per dare degli strumenti alle industrie nei vari processi di trasformazione e per dare ai consumatori degli strumenti per fare anche valutazioni commerciali.

..... e ai giornalisti per fare una informazione non completa :)

Ciao :si:, Gianluca
cercando di essere un po' più rigorosi (come può esserlo un dilettante come me su questo argomento) dobbiamo cercare di riportare carne e piselli a un termine che permetta di compararli e secondo me quseto parametro deve essere la capacità nutritiva delle due sostanze e non l'acqua. Il consumo dell'acqua per ciascun prodotto non dice nulla se non riporti tutto alla funzione di questi alimenti che non è altro che l'apporto di calorie e sostanze nutritive per poter vivere e, sopratutto lavorare. Quindi il consumo di acqua va rapportato a questo elemento e non alla quantità di carne o di piselli prodotti ogni 100 litri d'acqua, perche se per a mia esistenza attiva mi servono 2 kg di carne a settimana oppure 10 kg di piselli allora i calcoli dovrebbero essere rifatti e vedere quanta acqua è necessaria non per produrre qualcosa ma per poter vivere e svolgere un'attività.
 
E' innegabile che produrre un chilo di carne necessiti di più acqua che produrre un chilo di piselli, però questo non vuol dire, a mio avviso, che questi "numeri" vanno presi come indice di qualità del prodotto nè che quel numero rappresenti necessariamente acqua sprecata.

Chi ha inventato questa valutazione lo ha fatto con l'intenzione di fornire uno strumento a chi, a livello politico e/o industriale, si occupa, direttamente o di riflesso, della gestione idrica di una nazione per poter fare valutazioni più lungimiranti e con una visione più ampia possibile.

Per dare degli strumenti a chi si occupa di agricoltura, ad esempio spingendo più su sistemi irrigativi a goccia piuttosto che a caduta tradizionale; per dare degli strumenti alle industrie nei vari processi di trasformazione e per dare ai consumatori degli strumenti per fare anche valutazioni commerciali.

..... e ai giornalisti per fare una informazione non completa :)

Ciao :si:, Gianluca



L’equazione cibo – risorse – energia

Alimentazione
Pubblicato il 02 dic 2004
di

Stefano Carnazzi

Coltivare un kg di cereali richiede un centesimo dell'acqua necessaria per 1 kg di proteine animali. E quanta energia serve a produrre il cibo che mangiamo?
Ogni alimento è energia. Ogni alimento è fatto di
energia. Per essere prodotto, trasformato e portato in tavola ci
sono voluti tempo, risorse energetiche e naturali.
I cibi più “efficienti”, cioè quelli che costano meno
alla terra, sono frutta e vegetali. I più costosi, quelli
carnei.
Secondo i dati della Global Hunger Alliance (una coalizione
internazionale che promuove soluzioni ecologiche ed equo-solidali
sul problema della fame nel mondo) vi è una scala di
alimenti che risparmiano acqua.

Ecco quanta acqua viene
consumata per produrre:


1 kg. di patate -> 500 litri d’acqua

1 kg. di grano -> 900 litri d’acqua

1 kg. di mais -> 1.400 litri d’acqua

1 kg. di riso -> 1.900 litri d’acqua

1 kg. di fagioli di soja -> 2.000 litri d’acqua

1 kg. di carne di pollo -> 3.500 litri d’acqua

1 kg. di carne bovina -> da 25.000 a 100.000 litri d’acqua

In altre parole, coltivare un kg di cereali richiede un centesimo
dell’acqua necessaria per 1 kg di proteine animali.

Un altro esempio. Abbiamo un ettaro di terreno agricolo. Se lo
coltiviamo a patate possiamo produrne in un anno 25mila kg. A
fagioli e soia, avremo un raccolto di 1800 kg Se lo destiniamo a
foraggio da dare agli animali da allevamento, alla fine otterremo
solo 60 kg di proteine animali.
Quante persone possiamo sfamare? Sempre secondo i dati GHA, vediamo
il fabbisogno energetico di quante persone può essere
soddisfatto da un ettaro di terra destinato a produrre diversi
alimenti.

Quante persone sfama un
ettaro di terra:


patate –> 22 persone

riso -> 19 persone

mais -> 17 persone

grano -> 15 persone

latte -> 2 persone

pollo -> 2 persona

uova -> 1 persona

carne -> 1 persona



Non solo: “Per produrre una bistecca che fornisce 500 calorie”,
spiegano Sandro Pignatti e Bruno Trezza, autori di Assalto al
pianeta. Attività produttiva e crollo della biosfera
,
“il manzo deve ricavare 5mila calorie. Il che vuol dire mangiare
una quantità d’erba che ne contenga 50 mila. Solo un
centesimo di quest’energia arriva al nostro organismo: il 99% viene
dissipata” (durante la digestione, per il mantenimento delle
funzioni vitali, espulsa o assorbita da parti che non si mangiano
come ossa o peli). Il bestiame è dunque una fonte di
alimentazione altamente idrovora ed energivora… una massa bovina
che ingurgita tonnellate di acqua ed energia. E lo fa per nutrire
solo il 20% della popolazione globale del pianeta.
 
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