- Parchi del Lazio
-
- Monti Lepini
Dati
Data: 4/12/2022
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Pian della Faggeta
Località di arrivo: Pian della Faggeta
Tempo di percorrenza: 8h 20m
Chilometri: 19
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, a parte qualche passaggio con mani su roccia per andare all'Eremo di S.Erasmo
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI ottima
Dislivello in salita: 1400mt
Dislivello in discesa: 1400 mt
Quota massima: 1536mt
Accesso stradale: parcheggio su via Rerum Novarum
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8621
Descrizione
Finalmente, dopo tre settimane di inattività forzata da esigenze familiari, torno ad uscire. Sento nelle gambe la spinta del cane da caccia! Col mio sodale, decidiamo di andare al Semprevisa, ad entrambi ignoto: già in passato ero stato sui Lepini e, senza esserne travolto, avevo tuttavia apprezzato le viste, la natura molto rigogliosa ed una certa dolcezza di fondo. Tutte cose che ritroverò in questa strana giornata.
Alle 8.00 del mattino, siamo al Parcheggio di Pian della Faggeta per attaccare la salita: nonostante la pioggia della notte ed il cielo nuvoloso, il cielo sembra mantenere le promesse di tempo variabile ma buono di 3Bmeteo.
Pian della Faggeta
Tutta la salita è veramente rilassata, oserei dire blanda, con alcuni scorci piacevoli ma diciamo non inediti. Per altro, sbucati al passo della Schiazza di Paolone, constatiamo con grande disappunto che - a dispetto di alcune vaghe prospettive distanti sulla Piana di Sezze - tutto il gruppo montuoso è avvolto da una fitta nebbia e scosso da un vento freddo. In sostanza, non si vede un piffero!
Acqua di Mezzavalle
Piana di Sezze dalla Schiazza di Paolone
La fortuna per un piemontese è che, per indelebili memorie infantili, la nebbia regala sempre una certa magia ed un senso di intimità: la nebbia è l'uscita dei chirichetti dalla Messa di Natale!
Nebbia e alberi misteriosi
L'assoluta mancanza di visibilità riduce assai le possibili suggestioni della vetta del Semprevisa, in sè non certo notevole per altitudine o conformazione. Ma la croce di vetta con le parole di Nardi lasciano comunque un pensiero sospeso.
Vetta del Semprevisa
La strada per Monte La Croce prima e Monte Erdigheta poi è piacevole, con la nebbia che un poco alla volta sembra diradarsi, aprendo scorci sulle valli sottostanti.
Vista dall'Erdigheta
Arrivati al M.Pizzone il cielo si è aperto e decidiamo di scendere giù per i 400mt di dislivello che portano all'Eremo di S.Erasmo: la discesa non è agevolissima e l'eremo onestamente non trasmette grandi sensazioni, ma la deviazione lascia tre cose che - a me più che al mio sodale - più che ripagano la faticaccia di salire e scendere: le endorfine che scatena la fatica fisica, finora onestamente assente; sprazzi di luce e colori tra gli alberi che illuminano gli occhi; e una pausa pranzo su tavoloni comodi testando la mia grande novità: il kit caffè! Ovvero una tazza micro di titanio da 200ml, con fornelletto ad alcool, per farmi un buon caffè americano liofilizzato al modico peso di 126gr, granella inclusa. @paiolo santo subito!
Sprazzi di luce
Kit caffè
Incomprensibilmente non appagato da queste delizie, il mio sodale comincia a trasgredire ripetutamente il secondo comandamento ("non nominare il nome di Dio invano") quando lungo una salita - già un po' tesa di suo - parte la pioggia. Non battente, ma insistente e continua per le due ore di cammino che ci restano. Non sa, lo sfortunato, che a me piace moltissimo camminare sotto la pioggia, a condizione che non sia diluvio. Ma quando, condividendoglielo, lo rendo edotto, proprio nell'unico momento in cui la pioggia sembrava essersi fermata, al riprendere della stessa medito seriamente di darmi alla fuga per evitare le sue ire.
Lo sfortunato sembra prendersi la sua vendetta quando vede che rimetto la mia Fuji nello zaino per non bagnarla: per una volta non gli scasserò gli zebedei con le mie pause foto e l'impossibilità di fare anche solo una foto per le restanti due ore sarà una giusta punizione della mia hybris metereologica. In effetti il tratto rimanente appare a me come quello più bello e suggestivo di tutta la giornata, e molto affascinante in assoluto. Tutto il tragitto tra i punti 17 e 21 è infatti molto verde ed affollato di presenze magiche: tassi e faggi giganti e contorti dai mille colori; e pietre bianche di 50 cm erette verticalmente in lunghi filari come fossero le lapidi di un sacrario novecentesco. Non una di queste meraviglie posso fotografare...se non nel cuore! E insieme ci ripromettiamo di tornare in questi luoghi, con tragitto differente e meteo migliore, per rivedere tutto "come Dio comanda"!
Data: 4/12/2022
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Pian della Faggeta
Località di arrivo: Pian della Faggeta
Tempo di percorrenza: 8h 20m
Chilometri: 19
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, a parte qualche passaggio con mani su roccia per andare all'Eremo di S.Erasmo
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: CAI ottima
Dislivello in salita: 1400mt
Dislivello in discesa: 1400 mt
Quota massima: 1536mt
Accesso stradale: parcheggio su via Rerum Novarum
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8621
Descrizione
Finalmente, dopo tre settimane di inattività forzata da esigenze familiari, torno ad uscire. Sento nelle gambe la spinta del cane da caccia! Col mio sodale, decidiamo di andare al Semprevisa, ad entrambi ignoto: già in passato ero stato sui Lepini e, senza esserne travolto, avevo tuttavia apprezzato le viste, la natura molto rigogliosa ed una certa dolcezza di fondo. Tutte cose che ritroverò in questa strana giornata.
Alle 8.00 del mattino, siamo al Parcheggio di Pian della Faggeta per attaccare la salita: nonostante la pioggia della notte ed il cielo nuvoloso, il cielo sembra mantenere le promesse di tempo variabile ma buono di 3Bmeteo.
Pian della Faggeta
Tutta la salita è veramente rilassata, oserei dire blanda, con alcuni scorci piacevoli ma diciamo non inediti. Per altro, sbucati al passo della Schiazza di Paolone, constatiamo con grande disappunto che - a dispetto di alcune vaghe prospettive distanti sulla Piana di Sezze - tutto il gruppo montuoso è avvolto da una fitta nebbia e scosso da un vento freddo. In sostanza, non si vede un piffero!
Acqua di Mezzavalle
Piana di Sezze dalla Schiazza di Paolone
La fortuna per un piemontese è che, per indelebili memorie infantili, la nebbia regala sempre una certa magia ed un senso di intimità: la nebbia è l'uscita dei chirichetti dalla Messa di Natale!
Nebbia e alberi misteriosi
L'assoluta mancanza di visibilità riduce assai le possibili suggestioni della vetta del Semprevisa, in sè non certo notevole per altitudine o conformazione. Ma la croce di vetta con le parole di Nardi lasciano comunque un pensiero sospeso.
Vetta del Semprevisa
La strada per Monte La Croce prima e Monte Erdigheta poi è piacevole, con la nebbia che un poco alla volta sembra diradarsi, aprendo scorci sulle valli sottostanti.
Vista dall'Erdigheta
Arrivati al M.Pizzone il cielo si è aperto e decidiamo di scendere giù per i 400mt di dislivello che portano all'Eremo di S.Erasmo: la discesa non è agevolissima e l'eremo onestamente non trasmette grandi sensazioni, ma la deviazione lascia tre cose che - a me più che al mio sodale - più che ripagano la faticaccia di salire e scendere: le endorfine che scatena la fatica fisica, finora onestamente assente; sprazzi di luce e colori tra gli alberi che illuminano gli occhi; e una pausa pranzo su tavoloni comodi testando la mia grande novità: il kit caffè! Ovvero una tazza micro di titanio da 200ml, con fornelletto ad alcool, per farmi un buon caffè americano liofilizzato al modico peso di 126gr, granella inclusa. @paiolo santo subito!
Sprazzi di luce
Kit caffè
Incomprensibilmente non appagato da queste delizie, il mio sodale comincia a trasgredire ripetutamente il secondo comandamento ("non nominare il nome di Dio invano") quando lungo una salita - già un po' tesa di suo - parte la pioggia. Non battente, ma insistente e continua per le due ore di cammino che ci restano. Non sa, lo sfortunato, che a me piace moltissimo camminare sotto la pioggia, a condizione che non sia diluvio. Ma quando, condividendoglielo, lo rendo edotto, proprio nell'unico momento in cui la pioggia sembrava essersi fermata, al riprendere della stessa medito seriamente di darmi alla fuga per evitare le sue ire.
Lo sfortunato sembra prendersi la sua vendetta quando vede che rimetto la mia Fuji nello zaino per non bagnarla: per una volta non gli scasserò gli zebedei con le mie pause foto e l'impossibilità di fare anche solo una foto per le restanti due ore sarà una giusta punizione della mia hybris metereologica. In effetti il tratto rimanente appare a me come quello più bello e suggestivo di tutta la giornata, e molto affascinante in assoluto. Tutto il tragitto tra i punti 17 e 21 è infatti molto verde ed affollato di presenze magiche: tassi e faggi giganti e contorti dai mille colori; e pietre bianche di 50 cm erette verticalmente in lunghi filari come fossero le lapidi di un sacrario novecentesco. Non una di queste meraviglie posso fotografare...se non nel cuore! E insieme ci ripromettiamo di tornare in questi luoghi, con tragitto differente e meteo migliore, per rivedere tutto "come Dio comanda"!