Sequestrati 5.400 coltelli made in Italy ma cinesi...

A scanso di equivoci, Fox da sempre produce anche in Cina, tutti i coltelli della gamma BlackFox sono infatti made in Cina. Quelli esposti dalla GDF sono tutti BlackFox. Nel servizio di un tg locale si vedono molte altre immagini, ma sempre tutto BlackFox, ho intravisto solo una volta il marchio FKMD (quello made in Italy) ma non si capiva molto. In ogni caso, ripeto, se mi parlano di sequestro di lame con falso made in Italy e poi fanno vedere solo roba della linea cinese, qualcosa non quadra. Alcune fonti dirette dicono che Fox rigetta tutte le accuse e muoverà i legali per difendere la propria reputazione
Nell'articolo parla chiaramente di prodotti con stampato "made in Italy".
Che poi il giornalista possa aver scritto una palese falsità è sempre possibile.
Andrebbe licenziato lui se così fosse!
 
Io faccio solo notare che in nessuna foto mostrata c'è questo famoso 'made in Italy' su prodotti li importanti dalla Cina, ma che, ripeto, quello che viene esposto é tutta roba notoriamente cinese e venduta come tale. Non sono né un l'avvocato, né un estimatore dei prodotti Fox.... però, così, a naso, mi sorge il dubbio che questa volta qualcuno abbia preso un granchio (poi, ok, magari ci saranno irregolarità burocratiche nell'import). Quando beccarono Maserin, l'azienda ammise l'errore, qui invece Fox pare intenzionata a dare battaglia
 
Io faccio solo notare che in nessuna foto mostrata c'è questo famoso 'made in Italy' su prodotti li importanti dalla Cina, ma che, ripeto, quello che viene esposto é tutta roba notoriamente cinese e venduta come tale. Non sono né un l'avvocato, né un estimatore dei prodotti Fox.... però, così, a naso, mi sorge il dubbio che questa volta qualcuno abbia preso un granchio (poi, ok, magari ci saranno irregolarità burocratiche nell'import). Quando beccarono Maserin, l'azienda ammise l'errore, qui invece Fox pare intenzionata a dare battaglia
Credo che chi di competenza , alias la GdF, abbia fatto le sue considerazioni su ciò che ha materialmente riscontrato e non ciò che notoriamente si conosce.

Faccio un esempio, se il prodotto X è presentato sul mercato come prodotto in cina ma poi su quella specifica scatola c'è scritto prodotto in italia si compie una frode poiché fa fede il singolo prodotto non quello che c'è scritto, ad esempio, sul catalogo o sul sito web, ovviamente escludendo l'errore.

Poi, per carità, la GdF non è infallibile e, magari, alla fine è un malinteso o semplice pura burocrazia.

Ciao :si:, Gianluca
 
Io faccio solo notare che in nessuna foto mostrata c'è questo famoso 'made in Italy' su prodotti li importanti dalla Cina, ma che, ripeto, quello che viene esposto é tutta roba notoriamente cinese e venduta come tale. Non sono né un l'avvocato, né un estimatore dei prodotti Fox.... però, così, a naso, mi sorge il dubbio che questa volta qualcuno abbia preso un granchio (poi, ok, magari ci saranno irregolarità burocratiche nell'import). Quando beccarono Maserin, l'azienda ammise l'errore, qui invece Fox pare intenzionata a dare battaglia
Hai pienamente ragione, se noti nel mio intervento ho usato il condizionale riguardo a Fox. Come ho scritto, esistono però i più furbi e funziona che mentre io importo un prodotto Cina Export, ci metto dentro anche il prodotto Made in Maniago. Questo non vuole affermare che sia questo caso....
Pensar male è un peccato, ma spesso... Nicola
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Hai pienamente ragione, se noti nel mio intervento ho usato il condizionale riguardo a Fox. Come ho scritto, esistono però i più furbi e funziona che mentre io importo un prodotto Cina Export, ci metto dentro anche il prodotto Made in Maniago. Questo non vuole affermare che sia questo caso....
Pensar male è un peccato, ma spesso... Nicola
Non arrivano mai, ma quando arrivano le fiamme gialle...
 
Nella foto mi sembra di vedere due Blackfox Vesuvius, uno con manico nero ed uno con manico verde. Sono quelli con il paracord arancione. Quello nero è nel suo fodero in kydex con il fire steel. Sulla scatola nera si vede il logo Blackfox... la volpe.
In effetti Blackfox è Made in China, credo si sappia...
 
Ultima modifica:
..... ci mancherebbe altro :)

Però una risposta della Fox, in merito, non l'ho trovata in internet, qualcuno l'ha trovata ?

Ciao :si:, Gianluca
L' ho cercata anch'io ma niente sarei contento che fosse tutto un malinteso ne dubito anche perché se agisco in fede la reazione ad una falsa accusa e immediata mi auguro che a breve emanino un comunicato
 
Il discorso è legati ai dazi doganali più che al made in. Considerando che Black Fox è descritta anche nel sito come made in China neanche dovrebbe esserci stato il sequestro. Discorso diverso invece è se io costruttore dichiaro di produrre in Italia pezzi che poi assemblo in Cina e che metto in vendita qui. in questo caso nell'esportazione non pago dazio perchè esporto merce già tassata in Italia per una lavorazione secondaria all'estero. invece se questa merce viene prodotta e spedita dalla Cina quando entra in Italia devo pagare le tasse doganali. e mi sa che qui sta il problema di Fox.
 
In un sito di vendita, sotto un coltello Fox ho trovato il seguente comunicato:

Giusto per fare chiarezza su cio' che si legge in giro pubblichiamo le smentite che presto saranno anche rilasciate a mezzo stampa a carico delle testate giornalistiche che hanno scritto gli articoli.



"E' importante sgombrare il campo dal dubbio principale - ha fatto sapere Fabio Gasparini, legale di fiducia della famiglia Frati -: i coltelli della linea Black Fox, che sono il classico basso di gamma, vengono prodotti in alcune porzioni in Cina o a Taiwan, come l'azienda da sempre pubblicizza in tutti i suoi canali istituzionali, sia cartacei, sia online. Una scelta strategica ben precisa e promossa senza alcuna pubblicità ingannevole, per concentrarsi sul top di gamma, che ha portato la Oreste Frati a vincere, anche in molte edizioni recenti, il prestigioso titolo di "Coltello dell'anno" alla più importante Fiera mondiale di Atlanta, negli Stati Uniti".


"Le contestazioni della Guardia di Finanza - prosegue il legale - non sono relative al coltello o al singolo involucro, quanto alle scatole in cui erano custoditi nel magazzino. Contenitori che, effettivamente, riportano la scritta Made in Italy, Made in Maniago, che rappresenta il vanto dell'azienda. Va, tuttavia, specificato che quelle confezioni non sono destinate al consumatore finale, con cui non ci sono rapporti, ma ai grossisti che acquistano i prodotti e poi li pongono singolarmente in vendita. Non c'è stata, quindi, alcuna azione che potesse configurare la volontà di ingannare chicchessia: erano nello scatolone sbagliato, ma solo per il trasporto".


"Ci rimettiamo all'autorità giudiziaria - ha concluso Gasparini - e siamo certi che gli investigatori abbiano agito con zelo e attenzione, ma siamo assolutamente persuasi che le accuse penali possano cadere sin da subito e che, al massimo, possa essere contestata un'irregolarità amministrativa, peraltro tutta da dimostrare. Il messaggio importante è però che la Oreste Frati non ha mai pensato di oltraggiare il Made in Italy con produzioni straniere, che ha invece sempre ampiamente pubblicizzato come tali. Sarebbe controproducente per se stessa, visto che il marchio nazionale le garantisce un prestigio mondiale per tutta la gamma di prodotti d'élite, remunerativi, che l'hanno fatta conoscere e apprezzare a ogni latitudine del pianeta".
 
In un sito di vendita, sotto un coltello Fox ho trovato il seguente comunicato:

Giusto per fare chiarezza su cio' che si legge in giro pubblichiamo le smentite che presto saranno anche rilasciate a mezzo stampa a carico delle testate giornalistiche che hanno scritto gli articoli.



"E' importante sgombrare il campo dal dubbio principale - ha fatto sapere Fabio Gasparini, legale di fiducia della famiglia Frati -: i coltelli della linea Black Fox, che sono il classico basso di gamma, vengono prodotti in alcune porzioni in Cina o a Taiwan, come l'azienda da sempre pubblicizza in tutti i suoi canali istituzionali, sia cartacei, sia online. Una scelta strategica ben precisa e promossa senza alcuna pubblicità ingannevole, per concentrarsi sul top di gamma, che ha portato la Oreste Frati a vincere, anche in molte edizioni recenti, il prestigioso titolo di "Coltello dell'anno" alla più importante Fiera mondiale di Atlanta, negli Stati Uniti".


"Le contestazioni della Guardia di Finanza - prosegue il legale - non sono relative al coltello o al singolo involucro, quanto alle scatole in cui erano custoditi nel magazzino. Contenitori che, effettivamente, riportano la scritta Made in Italy, Made in Maniago, che rappresenta il vanto dell'azienda. Va, tuttavia, specificato che quelle confezioni non sono destinate al consumatore finale, con cui non ci sono rapporti, ma ai grossisti che acquistano i prodotti e poi li pongono singolarmente in vendita. Non c'è stata, quindi, alcuna azione che potesse configurare la volontà di ingannare chicchessia: erano nello scatolone sbagliato, ma solo per il trasporto".


"Ci rimettiamo all'autorità giudiziaria - ha concluso Gasparini - e siamo certi che gli investigatori abbiano agito con zelo e attenzione, ma siamo assolutamente persuasi che le accuse penali possano cadere sin da subito e che, al massimo, possa essere contestata un'irregolarità amministrativa, peraltro tutta da dimostrare. Il messaggio importante è però che la Oreste Frati non ha mai pensato di oltraggiare il Made in Italy con produzioni straniere, che ha invece sempre ampiamente pubblicizzato come tali. Sarebbe controproducente per se stessa, visto che il marchio nazionale le garantisce un prestigio mondiale per tutta la gamma di prodotti d'élite, remunerativi, che l'hanno fatta conoscere e apprezzare a ogni latitudine del pianeta".
Molto interessante. Dove lo hai trovato?
 
Che razza di imbecilli: per un aleatorio guadagno immediato, rischiare di rovinare il nome di un intero distretto. :wall:
... Dell' Intero Marchio "Italia".

Tralascio il caso in discussione di cui non so' niente ma, vivendo all' estero vorrei condividere una constatazione: Il Nome "Italia" di per se' ha un valore inestimabile. Queso e' un vantaggio che molti altri posti nel mondo non hanno o hanno in misura molto ma molto minore. Con i vantaggi vengono anche le responsabilita'. Il marchio dovrebbe essere protetto come un bene strategico. In piu', per qualche motivo si e' riusciti a fare una "Brand extension" positiva non solo ai prodotti fatti in Italia ma anche al carattere, lavoro e all' operato degli Italiani, anche quelli che sono all' estero. Le generazioni di consumatori si susseguono a tamburo battente, se si diluisce un marchio o non si fa' di tutto per difenderlo e mantenerlo in pochi anni non vale piu' niente. Male.
Senza parlare poi delle contraffazioni che ci sono nel mondo alimentare...

Figurativamente, ci mancherebbe: Gogna pubblica, catrame e piume per chi fa' male al marchio in tutte le sue manifestazioni. Incursioni militari Special Ops per distruggere i posti dove si producono i falsi!!! :biggrin:
 
per l'appunto è stato contestato che merce cinese transitava come made in Italy senza così pagare i dazi. poi coi loro comunicati potranno indorare la pillola a piacimento, ma questo è.
 
per l'appunto è stato contestato che merce cinese transitava come made in Italy senza così pagare i dazi. poi coi loro comunicati potranno indorare la pillola a piacimento, ma questo è.
Fermo restando la ricostruzione riportata da @Badowski la merce era già in Italia ovvero era già transitata dalla dogana ovvero erano già stati espletati gli obblighi doganali
Le contestazioni della Guardia di Finanza - prosegue il legale - non sono relative al coltello o al singolo involucro, quanto alle scatole in cui erano custoditi nel magazzino. Contenitori che, effettivamente, riportano la scritta Made in Italy
Ed anche l'articolo dell'Ansa riporta che la perquisizione è avvenuta all'interno di una ditta di Maniago e non presso la dogana.

Diciamo che la ricostruzione data dalla ditta, per voce di un intermediario, discosta, rispetto a quella data dall'articolo che è comparsa sull'ansa, relativamente al fatto che da una parte si parla di un semplice cartone che riporta la scritta "made in italy", ed i singoli contenitori, e coltelli, quelli effettivamente destinati alla vendita ovvero quelli che il cliente riceve, riportino la scritta di provenienza corretta, mentre l'articolo parla di "iconica dicitura made in Italy vergata sulle lame". Ovviamente la prima ricostruzione, a mio avviso, è un semplice equivoco, nulla di più, la seconda..... bhè no.

Rimane comunque che l'articolo dell'ansa parla anche di 1600 coltelli privi delle informazioni obbligatorie sull'origine dei prodotti e pronti per la vendita.

Comunque, se son rose fioriranno e se son spine pungeranno. Vediamo se ci sarà la smentita ufficiale e in che termini.

Ciao :si:, Gianluca
 
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