Parchi della Basilicata
  1. Parco Nazionale del Pollino
Data: 18 Giugno 2016
Regione e provincia: Basilicata Potenza
Località di partenza: Colle dell'Impiso
Località di arrivo:Serra Crispo,Serretta della Porticella
Tempo di percorrenza: 6 ore
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Piuttosto lunga e cresta nord un pò ripida
Periodo consigliato: gtutto l'anno
Segnaletica: bianco rossi cai
Dislivello in salita: 487 m
Quota massima: 2057 m
Descrizione

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Qualche tempo fa mi chiedevo come mai il Parco Nazionale del Pollino non fosse stato ancora inserito nell'Unesco diventando in tal modo patrimonio dell' umanità, riflessione legittima visto che, se vogliamo prendere in considerazione un solo parametro, vegetano nel suo areale i monumentali pini loricati, unici al mondo e degni quindi della massima tutela e protezione.
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Ed eccomi accontentato. Il 17 novembre 2015, i 195 Stati membri dell'UNESCO, nell’ambito della 38° Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell'UNESCO, hanno riconosciuto la Rete dei Geoparchi Mondiale quale Progetto prioritario dell’UNESCO. Tutti i 120 membri della Rete Globale dei Geoparchi hanno quindi ottenuto il riconoscimento di Unesco Global Geopark. Tra questi è presente il Pollino Geopark e da ciò ne consegue che tutto il territorio del Parco del Pollino è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.
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Se c’è un luogo nel Pollino che meglio rispecchia le caratteristiche suindicate è il versante occidentale del gruppo Serra delle Ciavole Serra di Crispo con la piccola Serretta della Porticella nel mezzo, separate dalla Grande Porta del Pollino.Qui infatti vi è la più alta concentrazione di pini loricati di tutto il parco, e non solo. Su Serra Crispo in particolare vegeta una popolazione di una bellezza tale da ricevere in passato l’appellativo di "Giardino degli Dei".
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Serra Crispo e' stata la meta della mia uscita in solitaria del 18 giugno scorso, ben 11 anni dopo l'ultima volta su questa cima. Le sensazioni che ti trasmette questo luogo incantato sono indescrivibili, passeggi in mezzo a quegli esemplari straordinari guardandoti intorno con un senso di stupore e di meraviglia simile a quella di un bambino davanti ad un giocattolo nuovo. E' un vero paradiso.
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Ho voluto compiere un giro "inedito" per chi proviene da Colle Impiso, e cioè raggiungere la sua base attraversandola interamente per attaccare la cresta nord, percorrerne il filo, scendere dalla parte opposta, salire la Serretta e tornando all'Impiso dai Piani. Nota piacevole la presenza di alcune mandrie di cavalli a brado che pascolavano indisturbati nei pressi della sorgente del Frido, la più elevata del Pollino.

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La giornata molto calda e afosa impone la massima protezione e per sfuggire all’afa cerco di camminare il più possibile lungo il bordo del bosco seguendo il corso del torrente Frido. In realtà non amo molto andare su queste cime in piena estate e in condizioni di grande caldo ma ho bisogno di mettere a tiro le gambe in vista di prossime uscite che si preannunciano molto impegnative.
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Da Colle dell'Impiso a Piano Toscano impiego poco più di un'ora. Il tempo di rifocillarmi e bere un po' di liquidi e mi avvio lungo il Frido sfruttando il più possibile l'ombra degli alberi fino alla Grande Porta. A questo punto invece di iniziare la salita comodamente nel punto più vicino, percorro il sentiero che proviene dalla Madonna di Pollino, fino a che rientrando nella faggeta e girando a destra ad un bivio prendo subito l'attacco della cresta Nord.
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La salita è dura e il caldo si fa sentire tutto. Ho bisogno di fare molte pause all'ombra dei loricati per recuperare. Finalmente giungo in alto dove appare in tutta la sua bellezza il Giardino degli dei. L’ intento è quello di raggiungere la cresta che si affaccia ad Est e per questo devo traversare dalla parte opposta. Raggiunto filo il paesaggio è ancora più sublime perché ti affacci su una balconata che permette una vista mozzafiato sull'alta valle del Raganello e a 360 gradi su tutte le cime più elevate. Peccato che l'afa e la foschia impedisca una visione nitida del panorama, che comunque è in assoluto tra i più stupefacenti del Pollino.
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Un'altra nota incredibile è lo spaventoso sfasciume della roccia marcia della parete est. Qui come forse da nessuna altra parte sembra che mezza montagna, in prossimità della Grande Porta, si sia completamente sbriciolata in una paurosa rovina di massi. E che dire dei pini loricati abbarbicati in precario equilibrio che sopravvivono a tutto e purtroppo anche quelli morti a causa dei crolli e colpiti da fulmini e per altre cause. Tutto il paesaggio in questo luogo è grandioso e spettrale allo stesso tempo.
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Dopo essermi saziato all’inverosimile di tanta bellezza scendo sempre rasentando gli strapiombi dirigendomi verso la Serretta della Porticella che misura 2000 m tondi. Da questo punto appare maestosa la parete Est di Serra delle Ciavole con il bosco della Fagosa che si protende dai suoi piedi distendendosi a perdita d’occhio immenso e sconfinato.
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Chiudo infine questo spettacolare anello passando per la sorgente del Frido, ammirando alcuni esemplari di alberi serpente, un’altra bizzarria di questi luoghi e ritornando infine sui miei passi fino alla sterrata che conduce a Colle dell’Impiso. Un’escursione piena di soddisfazione, appagante e rigenerante allo stesso tempo.
 
Sono stato "solo" due volte in quel magico territorio e ricordo ancora l'emozione di camminare nella solitudine e nel silenzio fra questi giganti contorti con vista sulla curvatura dello Jonio. Questo selvaggio parco nazionale è lontano per la maggior parte di noi, ma non vi fate spaventare dalla distanza e non ve ne pentirete. Fra l'altro il Rifugio Fasanelli è un'ottima base e si mangia anche bene.
@pollinofantastico si chiedeva a proposito dell'UNESCO; io mi chiedo come mai non ne sia stata realizzata una carta escursionistica degna di questo nome per un territorio tanto bello e tanto povero di sentieri. Anzi... tiè... allego lo spezzone della cartaccia (1:50.000) che ho rimediato: meglio di niente.
 

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Sono stato "solo" due volte in quel magico territorio e ricordo ancora l'emozione di camminare nella solitudine e nel silenzio fra questi giganti contorti con vista sulla curvatura dello Jonio. Questo selvaggio parco nazionale è lontano per la maggior parte di noi, ma non vi fate spaventare dalla distanza e non ve ne pentirete. Fra l'altro il Rifugio Fasanelli è un'ottima base e si mangia anche bene.
@pollinofantastico si chiedeva a proposito dell'UNESCO; io mi chiedo come mai non ne sia stata realizzata una carta escursionistica degna di questo nome per un territorio tanto bello e tanto povero di sentieri. Anzi... tiè... allego lo spezzone della cartaccia (1:50.000) che ho rimediato: meglio di niente.
Ti ringrazio
Dici bene vale la pena visitarlo,molto più incontaminato e selvaggio l'Orsomarso con il gruppo della Montea e la valle del fiume Argentino.Sul sito vai Castrovillari e' inoltre stata redatta una nuova carta dei sentieri 1:35000 da richiedere eventualmente.
 
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