- Parchi della Basilicata
-
- Parco Nazionale del Pollino
Data: 9 Aprile 2022
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Serra Ciavole Cima Sud
Tempo di percorrenza: 8 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: PD+
Descrizione delle difficoltà: Neve primaverile molle per tutto l'avvicinamento (uso di ciaspole).Canale con tratti scoperti.Attacco al canale con salto scoperto di III inclinazioni max 50°
Periodo consigliato: Inverno.In primavera con l'esposizione a sud ovest e' difficile trovarlo in condizione
Segnaletica: segni biancorossi lungo il sentiero,tabelle a Piano Toscano fino a che si piega per il canale
Dislivello in salita: 726 m.
Dislivello in discesa: 694 m.
Quota massima: 2127 m.
Accesso stradale: Dal versante calabro: A2 Mediterraneo uscita Campotenese,direzione Rotonda;poi voltare a destra alla Madonnina fino a Colle Impiso (4 Km. dopo Piano Ruggio)
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/serra-delle-ciavole-canale-sud-ovest-99475161
Descrizione
È la legge della compensazione: molte ascensioni invernali realizzate l’anno scorso nella zona dei Piani di Pollino in una stagione invernale protrattasi fino a metà maggio, contro nessuna quest’anno da quelle parti. Giunti a primavera inoltrata non potevo di certo esimermi da una full immersion nel regno primordiale dei pini loricati di Serra Ciavole o Monte Pollino.
In ballottaggio ci sono la classicissima Via dei Lupi nel versante nord di monte Pollino che nonostante lo scirocco dovrebbe tenere ancora, e il canale sud ovest di Serra delle Ciavole. La prima realizzata tante volte ma promessa da un anno a questa parte a Simone, compagno di cordata di oggi; il secondo mai fatto prima, forse improbabile a motivo della sua infelice esposizione, ma non impossibile per la quantità di neve ancora presente in zona. E’ chiaro che giunti ai Piani avremmo verificato a vista le condizioni di entrambi.
Oggi sabato 9 aprile siamo in pochi a muoverci. Le temperature alte del momento dopo le copiose nevicate dei giorni precedenti e lo scirocco in atto pare aver scoraggiato le buone intenzione di molti scalatori, anche a causa del forte vento che sta sferzando le nostre regioni da diversi giorni, stimato a oltre 50 chilometri orari direzione sud ovest. Le conseguenti condizioni dello strato nevoso molle richiederebbe l'uso delle ciaspole per quasi tutto il tracciato, ad eccezione del canalone. Cerco poi di informarmi sulla viabilità per Colle dell’Impiso per evitare il mega giro da Viggianello per la solita e annosa questione della Ruggio Visitone che dal versante calabro viene spalata occasionalmente per non dire raramente.
Mi sarei rassegnato al giro lungo se Simone il giorno prima non fosse andato in ricognizione a Piano Ruggio trovando la strada libera. Il giorno dopo constatiamo con un pizzico di incredulità che era completamente spalata fino a Colle impiso. Raggiungiamo così la località sul presto e alle 7.10 siamo già in marcia. Il vento per ora non disturba affatto ma le nuvole a bandiera che spazzano il Pollino ci dicono che in quota ulula da paura.La neve lungo il sentiero è un frappè, o una granita, a detta di un amico diretto sul Dolcedorme lo stesso giorno. Pertanto calzo da subito le ciaspole, almeno così alleggerisco lo zaino. Sono attrezzi che non amo alla follia perché se è vero che permettono di procedere più agevolmente sulla neve soffice, costringono a una camminata un po’innaturale sollecitando i muscoli adduttori all'interno coscia.
L’interminabile sentiero tutto in faggeta che dall’Impiso conduce a Piano Toscano è un po’ noioso fatta eccezione per i panorami mozzafiato che si aprono a piano Vaquarro sulla perfetta piramide nord ovest del Pollino, costellato di pini loricati e sul circo glaciale dell’imponente Serra del Prete incisa dalla ferita inferta da una poderosa slavina staccatasi dal suo fianco nordorientale nel 2010. In quota la tabella in legno alla Radura di Rummo sepolta dalla neve indica che in alcuni punti ce ne sta anche un metro e mezzo. Dopo circa un’ora e mezza sbuchiamo finalmente a Piano Toscano dove si apre il sipario su un panorama unico che proietta il visitatore in una sorta di trans emozionale. Pochi paesaggi mi trasmettono una simile sensazione. La vista è semplicemente mozzafiato sulle cime più alte del massiccio che circondano a corona i vasti piani di Pollino innevati in un riverbero abbagliante.
Attraversiamo molto velocemente questa distesa lunare,ammaliati dalla sua luminosità e dalle vette innevate che ci circondano. Simone privo di ciaspole mi segue a distanza facendo più fatica ma in breve ci portiamo difronte al caratteristico sperone nordovest di Serra Ciavole. Puntiamo lo sguardo sul nostro bel canale non molto evidente, parzialmente incassato nelle balze rocciose sul lato sud ovest. Si può confondere tra l’altro con l’ampio pendio nevoso che costeggia la parete a destra. Purtroppo notiamo alcuni passi scoperti, ma viste le condizioni e l’esposizione sicuramente oggi è di oro.
Alla base della parete, vicino ad alcuni massi erratici qui’ numerosi, calziamo i ramponi, mettiamo il caschetto e tiriamo fuori le piccozze. Affrontiamo subito la rampa di accesso al canale scarsamente innevata con inclinazioni di 40° circa. Usciti dalla faggeta dobbiamo risalire un ampio pendio aimé scoperto procedendo anche di traverso su erba, roccette e tronchi riversi per guadagnare l’attacco al canale che si presenta ostico. E’ una piccola forretta innevata seguito da un saltino completamente scoperto di III grado da arrampicare con le mani e la tecnica della drytool, o come l'ha ribattezzata l'amico Pasquale qualche anno fa durante una salita su monte Alpi “erbatool”.
Salendo in libera procediamo dritto per dritto cercando di prendere la neve sporca o sciroccosa più portante, mentre quella bianca e pulita risulta farinosa. Attorno a noi si spiega in tutto il suo splendore un paesaggio fatto di pini loricati abbarbicati tra le balze rocciose, sia secchi e riversi a terra quali relitti lignei simili a fossili consegnatici dalle ultime glaciazioni sia secchi e argentei ma in piedi che resistono ancora alla forza degli elementi. Poi vi sono quelli vivi e vegeti alti e slanciati, dalla straordinaria tenacia a sfidare questi luoghi inaccessibili e selvaggi. Serra delle Ciavole è un tripudio di pini loricati, luogo di una bellezza intrinseca e peculiare in cui vi è la massima concentrazione di questi straordinari monumenti arborei, un’area wilderness di eccezionale valenza da salvaguardare nel modo più assoluto.
A rendere il paesaggio ancora più suggestivo, vi sono le cime più alte che fanno da contraltare e si elevano dietro di noi: l’adiacente Dolcedorme e il Pollino, mentre Serra del Prete è defilata più in lontananza. In uno scorcio a sud est si colgono lontano anche le due vette appuntite della Manfriana. Saliamo in una progressione mai difficile e su pendenze che non vanno oltre i 50° ma con qualche tratto scoperto fino a guadagnare l'estetica l’uscita.
Una volta fuori dal canale il meteo comincia a peggiorare, nuvoloni neri si rincorrono trasportati dal forte vento che adesso si rinforza sempre di più e che ci accompagnerà fino ai 2127 m della Cima sud. Serra Crispo è “sorvolata” da una flotta di altocumuli lenticolari simili a dischi volanti precursori di cattivo tempo in arrivo. In vetta causa vento fortissimo a stento riusciamo a scattare qualche foto o un selfie prima di abbandonarla scendendo per i declivi più dolci del versante nord ovest.
Dietro una roccia al riparo dal vento mandiamo giù qualche barretta energetica per ricaricarci. Rimetto le ciaspole e attraversando le morene glaciali giungiamo tranquillamente all’attacco del sentiero che ci riporterà a Colle dell’Impiso. Questa brutta neve ci ha veramente provati, soprattutto Simone, ragazzo che ha molta voglia di imparare e che a differenza di altre volte vedo davvero stanco. Infine i crochi a Piano Vaquarro ci dicono che la primavera ormai avanza a grandi passi. Speriamo soltanto ci conceda di tornare su questi monti a salutare per l’ultima volta la neve e questa ricca stagione invernale appena trascorsa.
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: Colle Impiso
Località di arrivo: Serra Ciavole Cima Sud
Tempo di percorrenza: 8 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: PD+
Descrizione delle difficoltà: Neve primaverile molle per tutto l'avvicinamento (uso di ciaspole).Canale con tratti scoperti.Attacco al canale con salto scoperto di III inclinazioni max 50°
Periodo consigliato: Inverno.In primavera con l'esposizione a sud ovest e' difficile trovarlo in condizione
Segnaletica: segni biancorossi lungo il sentiero,tabelle a Piano Toscano fino a che si piega per il canale
Dislivello in salita: 726 m.
Dislivello in discesa: 694 m.
Quota massima: 2127 m.
Accesso stradale: Dal versante calabro: A2 Mediterraneo uscita Campotenese,direzione Rotonda;poi voltare a destra alla Madonnina fino a Colle Impiso (4 Km. dopo Piano Ruggio)
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/serra-delle-ciavole-canale-sud-ovest-99475161
Descrizione
È la legge della compensazione: molte ascensioni invernali realizzate l’anno scorso nella zona dei Piani di Pollino in una stagione invernale protrattasi fino a metà maggio, contro nessuna quest’anno da quelle parti. Giunti a primavera inoltrata non potevo di certo esimermi da una full immersion nel regno primordiale dei pini loricati di Serra Ciavole o Monte Pollino.
In ballottaggio ci sono la classicissima Via dei Lupi nel versante nord di monte Pollino che nonostante lo scirocco dovrebbe tenere ancora, e il canale sud ovest di Serra delle Ciavole. La prima realizzata tante volte ma promessa da un anno a questa parte a Simone, compagno di cordata di oggi; il secondo mai fatto prima, forse improbabile a motivo della sua infelice esposizione, ma non impossibile per la quantità di neve ancora presente in zona. E’ chiaro che giunti ai Piani avremmo verificato a vista le condizioni di entrambi.
Oggi sabato 9 aprile siamo in pochi a muoverci. Le temperature alte del momento dopo le copiose nevicate dei giorni precedenti e lo scirocco in atto pare aver scoraggiato le buone intenzione di molti scalatori, anche a causa del forte vento che sta sferzando le nostre regioni da diversi giorni, stimato a oltre 50 chilometri orari direzione sud ovest. Le conseguenti condizioni dello strato nevoso molle richiederebbe l'uso delle ciaspole per quasi tutto il tracciato, ad eccezione del canalone. Cerco poi di informarmi sulla viabilità per Colle dell’Impiso per evitare il mega giro da Viggianello per la solita e annosa questione della Ruggio Visitone che dal versante calabro viene spalata occasionalmente per non dire raramente.
Mi sarei rassegnato al giro lungo se Simone il giorno prima non fosse andato in ricognizione a Piano Ruggio trovando la strada libera. Il giorno dopo constatiamo con un pizzico di incredulità che era completamente spalata fino a Colle impiso. Raggiungiamo così la località sul presto e alle 7.10 siamo già in marcia. Il vento per ora non disturba affatto ma le nuvole a bandiera che spazzano il Pollino ci dicono che in quota ulula da paura.La neve lungo il sentiero è un frappè, o una granita, a detta di un amico diretto sul Dolcedorme lo stesso giorno. Pertanto calzo da subito le ciaspole, almeno così alleggerisco lo zaino. Sono attrezzi che non amo alla follia perché se è vero che permettono di procedere più agevolmente sulla neve soffice, costringono a una camminata un po’innaturale sollecitando i muscoli adduttori all'interno coscia.
L’interminabile sentiero tutto in faggeta che dall’Impiso conduce a Piano Toscano è un po’ noioso fatta eccezione per i panorami mozzafiato che si aprono a piano Vaquarro sulla perfetta piramide nord ovest del Pollino, costellato di pini loricati e sul circo glaciale dell’imponente Serra del Prete incisa dalla ferita inferta da una poderosa slavina staccatasi dal suo fianco nordorientale nel 2010. In quota la tabella in legno alla Radura di Rummo sepolta dalla neve indica che in alcuni punti ce ne sta anche un metro e mezzo. Dopo circa un’ora e mezza sbuchiamo finalmente a Piano Toscano dove si apre il sipario su un panorama unico che proietta il visitatore in una sorta di trans emozionale. Pochi paesaggi mi trasmettono una simile sensazione. La vista è semplicemente mozzafiato sulle cime più alte del massiccio che circondano a corona i vasti piani di Pollino innevati in un riverbero abbagliante.
Attraversiamo molto velocemente questa distesa lunare,ammaliati dalla sua luminosità e dalle vette innevate che ci circondano. Simone privo di ciaspole mi segue a distanza facendo più fatica ma in breve ci portiamo difronte al caratteristico sperone nordovest di Serra Ciavole. Puntiamo lo sguardo sul nostro bel canale non molto evidente, parzialmente incassato nelle balze rocciose sul lato sud ovest. Si può confondere tra l’altro con l’ampio pendio nevoso che costeggia la parete a destra. Purtroppo notiamo alcuni passi scoperti, ma viste le condizioni e l’esposizione sicuramente oggi è di oro.
Alla base della parete, vicino ad alcuni massi erratici qui’ numerosi, calziamo i ramponi, mettiamo il caschetto e tiriamo fuori le piccozze. Affrontiamo subito la rampa di accesso al canale scarsamente innevata con inclinazioni di 40° circa. Usciti dalla faggeta dobbiamo risalire un ampio pendio aimé scoperto procedendo anche di traverso su erba, roccette e tronchi riversi per guadagnare l’attacco al canale che si presenta ostico. E’ una piccola forretta innevata seguito da un saltino completamente scoperto di III grado da arrampicare con le mani e la tecnica della drytool, o come l'ha ribattezzata l'amico Pasquale qualche anno fa durante una salita su monte Alpi “erbatool”.
Salendo in libera procediamo dritto per dritto cercando di prendere la neve sporca o sciroccosa più portante, mentre quella bianca e pulita risulta farinosa. Attorno a noi si spiega in tutto il suo splendore un paesaggio fatto di pini loricati abbarbicati tra le balze rocciose, sia secchi e riversi a terra quali relitti lignei simili a fossili consegnatici dalle ultime glaciazioni sia secchi e argentei ma in piedi che resistono ancora alla forza degli elementi. Poi vi sono quelli vivi e vegeti alti e slanciati, dalla straordinaria tenacia a sfidare questi luoghi inaccessibili e selvaggi. Serra delle Ciavole è un tripudio di pini loricati, luogo di una bellezza intrinseca e peculiare in cui vi è la massima concentrazione di questi straordinari monumenti arborei, un’area wilderness di eccezionale valenza da salvaguardare nel modo più assoluto.
A rendere il paesaggio ancora più suggestivo, vi sono le cime più alte che fanno da contraltare e si elevano dietro di noi: l’adiacente Dolcedorme e il Pollino, mentre Serra del Prete è defilata più in lontananza. In uno scorcio a sud est si colgono lontano anche le due vette appuntite della Manfriana. Saliamo in una progressione mai difficile e su pendenze che non vanno oltre i 50° ma con qualche tratto scoperto fino a guadagnare l'estetica l’uscita.
Una volta fuori dal canale il meteo comincia a peggiorare, nuvoloni neri si rincorrono trasportati dal forte vento che adesso si rinforza sempre di più e che ci accompagnerà fino ai 2127 m della Cima sud. Serra Crispo è “sorvolata” da una flotta di altocumuli lenticolari simili a dischi volanti precursori di cattivo tempo in arrivo. In vetta causa vento fortissimo a stento riusciamo a scattare qualche foto o un selfie prima di abbandonarla scendendo per i declivi più dolci del versante nord ovest.
Dietro una roccia al riparo dal vento mandiamo giù qualche barretta energetica per ricaricarci. Rimetto le ciaspole e attraversando le morene glaciali giungiamo tranquillamente all’attacco del sentiero che ci riporterà a Colle dell’Impiso. Questa brutta neve ci ha veramente provati, soprattutto Simone, ragazzo che ha molta voglia di imparare e che a differenza di altre volte vedo davvero stanco. Infine i crochi a Piano Vaquarro ci dicono che la primavera ormai avanza a grandi passi. Speriamo soltanto ci conceda di tornare su questi monti a salutare per l’ultima volta la neve e questa ricca stagione invernale appena trascorsa.