- Parchi della Calabria
-
- Parco Nazionale del Pollino
Data: 30 gennaio 2021
Regione e provincia: Calabria Cosenza
Località di partenza: Acquasalata
Località di arrivo: Vetta Dolcedorme e ritorno
Tempo di percorrenza: ca. 9 ore
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EEAI
Descrizione delle difficoltà: Percorso lungo,dislivello notevole,condizioni di innevamento non eccelse,ghiaccio e vetrato lungo la parete Nord
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: bandierine cai biancorosse fino alla sorgente del Vascello
Dislivello in salita: 1140 m
Quota massima: 2267 m
Accesso stradale: A2 uscita Frascineto,direzione Civita.Prima del paese strada montana a sx per Colle Marcione.Giunti alla masseria dove termina l'asfalto proseguire per circa due chilometri e mezzo.
Descrizione
In programma abbiamo Serra Dolcedorme per la Direttissima ma la sciroccata e le piogge del giorno precedente hanno praticamente “bruciato” le vie a sud. Dopo aver valutato bene le condizioni decidiamo per un percorso nel versante nord. Così da Castrovillari dove nel frattempo ci ha accolto una luna d’argento, ci trasferiamo in località Colle Marcione di Civita dove attendiamo altri due compagni, Stefano con cui ho condiviso l’ultima splendida ascensione su Cozzo del Pellegrino e una newentry, Pierpaolo.
Per questo cambio di programma ci avviamo un po’tardi dalla località Acquasalata direzione bosco Fagosa. Le condizioni nei versanti a nord sono discrete, l’unica preoccupazione potrebbe essere il vento che il giorno precedente è arrivato a soffiare con raffiche fino a 90 chilometri l’ora. La nostra meta sarà sempre il Dolcedorme che risaliremo però lungo l’aereo e maestoso crestone Est.
Raggiungiamo dapprima la suggestiva radura della sorgente del Vascello dalla quale sgorga un’acqua copiosa e freschissima. Successivamente dopo una bella e ripida ravanata nel bosco usciamo all’omonimo passo a quota 1963 m. posto tra la Manfriana Occidentale e la Timpa del Pino di Michele. Alcuni maestosi pini loricati ci danno il benvenuto introducendoci in un “altro mondo”.
Da questo spartiacque abbiamo un bel colpo d’occhio sulle rocce della Manfriana Occidentale, e il panorama va mano a mano aprendosi tra i vasti orizzonti della piana di Sibari e della Valle del Raganello fino al mar Jonio. Verso il Dolcedorme il vento che oggi vuol divertirsi si esibisce in un vorticoso gioco con le nubi che si rincorrono caotiche e frenetiche aprendo e richiudendo di volta in volta un irrequieto cielo tra il blu cobalto e il turchino.
E così iniziamo la cavalcata lungo il crinale, molto lungo ma con inclinazioni mai eccessive. Raggiungiamo prima la Timpa del Pino di Michele a quota 2060, toponimo che si rifà ai tempi del brigantaggio. Qui’ infatti su un pino loricato sarebbe stato impiccato Michele, un pastore che aveva “parlato troppo” con la legge. Intanto splendidi esemplari di pino loricato abbarbicati sulle rocce davanti e sotto completano un quadro grandioso.
La nebbia continua ad offuscare la visuale senza comprometterla più di tanto ma mentre guadagniamo quota le condizioni migliorano decisamente. Sembra che il Dolcedorme infine voglia premiarci dopo una lunga e faticosa ascensione aprendoci uno scenario mozzafiato in tutte le direzioni. La parete nordest è uno spettacolare paginone ghiacciato, reso tale dal vento forte che soffia da ovest ed’ è un piacere sentire i ramponi che mordono il ghiaccio mentre lentamente raggiungiamo i 2267 m. della cima.
Giusto il tempo per qualche scatto, un video per riprendere l’arrivo dei compagni in vetta e immortalare gli incredibili panorami che dal re del meridione si possono ammirare a trecentosessanta gradi che dobbiamo cominciare a scendere. Il vento che ci sferza senza pietà, per quanto le temperature non siano sotto zero, è davvero forte e non dà tregua.Mentre scendiamo lungo questo immenso lastrone di ghiaccio che è la parete nord siamo quattro invisibili puntolini scuri. Puntiamo decisamente verso il Piano di Acquafredda, noto per la “radura degli alberi serpente”, un boschetto di spettacolari faggi estremamente contorti e attorcigliati.
Al piano abbiamo modo di immortalare anche Italus, il pino loricato e albero più antico d’Europa, che vegeta poco lontano su un costone di Serra Ciavole ormai baciata dai rossi raggi del sole al tramonto. Mentre ci avviamo lungo la “Scaletta”, la pista che collega il Piano di Acquafredda con il Piano di Fossa ecco formarsi nubi lenticolari che tradiscono la presenza di vento forte in quota. Il buio incombe e dobbiamo infine tirar fuori le frontali fino a che raggiungiamo le auto.
Davvero un’uscita tosta ma piacevole grazie all’allegra compagnia di oggi. Ringrazio Pasquale con il quale tra zone rosse e quant’altro non ci vedevamo dai tempi di Volturara irpina, da Stefano che ha accolto di nuovo il mio invito e il buon Pierpaolo che si è unito a noi per la prima volta.
Regione e provincia: Calabria Cosenza
Località di partenza: Acquasalata
Località di arrivo: Vetta Dolcedorme e ritorno
Tempo di percorrenza: ca. 9 ore
Chilometri: 14
Grado di difficoltà: EEAI
Descrizione delle difficoltà: Percorso lungo,dislivello notevole,condizioni di innevamento non eccelse,ghiaccio e vetrato lungo la parete Nord
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: bandierine cai biancorosse fino alla sorgente del Vascello
Dislivello in salita: 1140 m
Quota massima: 2267 m
Accesso stradale: A2 uscita Frascineto,direzione Civita.Prima del paese strada montana a sx per Colle Marcione.Giunti alla masseria dove termina l'asfalto proseguire per circa due chilometri e mezzo.
Descrizione
In programma abbiamo Serra Dolcedorme per la Direttissima ma la sciroccata e le piogge del giorno precedente hanno praticamente “bruciato” le vie a sud. Dopo aver valutato bene le condizioni decidiamo per un percorso nel versante nord. Così da Castrovillari dove nel frattempo ci ha accolto una luna d’argento, ci trasferiamo in località Colle Marcione di Civita dove attendiamo altri due compagni, Stefano con cui ho condiviso l’ultima splendida ascensione su Cozzo del Pellegrino e una newentry, Pierpaolo.
Per questo cambio di programma ci avviamo un po’tardi dalla località Acquasalata direzione bosco Fagosa. Le condizioni nei versanti a nord sono discrete, l’unica preoccupazione potrebbe essere il vento che il giorno precedente è arrivato a soffiare con raffiche fino a 90 chilometri l’ora. La nostra meta sarà sempre il Dolcedorme che risaliremo però lungo l’aereo e maestoso crestone Est.
Raggiungiamo dapprima la suggestiva radura della sorgente del Vascello dalla quale sgorga un’acqua copiosa e freschissima. Successivamente dopo una bella e ripida ravanata nel bosco usciamo all’omonimo passo a quota 1963 m. posto tra la Manfriana Occidentale e la Timpa del Pino di Michele. Alcuni maestosi pini loricati ci danno il benvenuto introducendoci in un “altro mondo”.
Da questo spartiacque abbiamo un bel colpo d’occhio sulle rocce della Manfriana Occidentale, e il panorama va mano a mano aprendosi tra i vasti orizzonti della piana di Sibari e della Valle del Raganello fino al mar Jonio. Verso il Dolcedorme il vento che oggi vuol divertirsi si esibisce in un vorticoso gioco con le nubi che si rincorrono caotiche e frenetiche aprendo e richiudendo di volta in volta un irrequieto cielo tra il blu cobalto e il turchino.
E così iniziamo la cavalcata lungo il crinale, molto lungo ma con inclinazioni mai eccessive. Raggiungiamo prima la Timpa del Pino di Michele a quota 2060, toponimo che si rifà ai tempi del brigantaggio. Qui’ infatti su un pino loricato sarebbe stato impiccato Michele, un pastore che aveva “parlato troppo” con la legge. Intanto splendidi esemplari di pino loricato abbarbicati sulle rocce davanti e sotto completano un quadro grandioso.
La nebbia continua ad offuscare la visuale senza comprometterla più di tanto ma mentre guadagniamo quota le condizioni migliorano decisamente. Sembra che il Dolcedorme infine voglia premiarci dopo una lunga e faticosa ascensione aprendoci uno scenario mozzafiato in tutte le direzioni. La parete nordest è uno spettacolare paginone ghiacciato, reso tale dal vento forte che soffia da ovest ed’ è un piacere sentire i ramponi che mordono il ghiaccio mentre lentamente raggiungiamo i 2267 m. della cima.
Giusto il tempo per qualche scatto, un video per riprendere l’arrivo dei compagni in vetta e immortalare gli incredibili panorami che dal re del meridione si possono ammirare a trecentosessanta gradi che dobbiamo cominciare a scendere. Il vento che ci sferza senza pietà, per quanto le temperature non siano sotto zero, è davvero forte e non dà tregua.Mentre scendiamo lungo questo immenso lastrone di ghiaccio che è la parete nord siamo quattro invisibili puntolini scuri. Puntiamo decisamente verso il Piano di Acquafredda, noto per la “radura degli alberi serpente”, un boschetto di spettacolari faggi estremamente contorti e attorcigliati.
Al piano abbiamo modo di immortalare anche Italus, il pino loricato e albero più antico d’Europa, che vegeta poco lontano su un costone di Serra Ciavole ormai baciata dai rossi raggi del sole al tramonto. Mentre ci avviamo lungo la “Scaletta”, la pista che collega il Piano di Acquafredda con il Piano di Fossa ecco formarsi nubi lenticolari che tradiscono la presenza di vento forte in quota. Il buio incombe e dobbiamo infine tirar fuori le frontali fino a che raggiungiamo le auto.
Davvero un’uscita tosta ma piacevole grazie all’allegra compagnia di oggi. Ringrazio Pasquale con il quale tra zone rosse e quant’altro non ci vedevamo dai tempi di Volturara irpina, da Stefano che ha accolto di nuovo il mio invito e il buon Pierpaolo che si è unito a noi per la prima volta.