- Parchi delle Marche
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- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data: 2-3-4 agosto 2013
Regione e provincia: Marche
Località di partenza: Foce di Montemonaco
Località di arrivo: Foce di montemonaco
Tempo di percorrenza: 3 ore il primo giorno, 9 ore il secondo, sette ore il terzo
Chilometri: 38.5
Grado di difficoltà: EE...
Descrizione delle difficoltà: lunghezza percorso, zaino pesante, caldo
Periodo consigliato: evitare periodi caldi, il percorso è interamente sotto il sole
Segnaletica: presente, assente nel tratto Foce-Banditello, a tratti visibile nel tratto Sibilla-Foce
Dislivello in salita: 3300 metri
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2476 Monte Vettore
Accesso stradale: da Norma (LT) A24, uscita Teramo, SS 81 per Ascoli Piceno, SS 4 Salaria, SP078 per Montemonaco, poi direzione Foce
Descrizione
Cosa si prova? Cosa si prova a dormire da soli a più di 2000 metri in cima a un monte.
Questa è stata la voce sentita dopo tre giorni di cui tre ore notturne di vagabondaggio sulle imponenti creste dei Sibillini.
Eh già.
Il ragazzo degli arrosticini di Foce di Montemonaco, con un curioso sorriso, mi chiede per quale motivo ho pensato di fare questa cosa, a suo dire un po’ stravagante.
Le sensazioni al termine del viaggio sono differenti rispetto a quelle che immaginavo, per vari motivi.
Dopo la due giorni dello scorso anno sulla Majella in compagnia di mio cugino Roberto, il tempo mentale di metabolizzare le emozioni vissute, ed ecco che pensai ad un’altra avventura di più giorni.
E l’obiettivo andò subito verso i pittoreschi e misteriosi ambienti della Sibilla, quelle severe e irte creste che sparano a picco i loro versanti in solchi colorati di nero, per quanto profondi.
Impressioni carpite solo dall’ascolto di viaggiatori ben più esperti, e attraverso la lettura di avvincenti resoconti.
Tra l’altro questi Sibillini sono maledettamente lontani da casa, per cui con il passare dei mesi provo a buttare giù delle sommarie traversate, incroci strani, salite e discese mozzafiato.
Perché il territorio dei Sibillini si presta a tutto.
Una montagna a 360°, valli profonde e interminabili, creste affilate colorate dal verde dei ciuffi e dal grigio perla della calcarea roccia.
Dopo aver consultato il mio grande amico e mentore Doriano Rasicci, penso ad una cavalcata per le creste, con partenza da Foce dritto su verso il Banditello, fino alla vetta dei Sibillini, il Vettore, per poi proseguire per la parallela del Redentore fino al Porche, e concludere il viaggio puntando la fata-strega Sibilla.
Inizio a contattare gli abituali amici e compagni di escursioni, ma vuoi per il periodo vacanziero vuoi per altro, mi trovo a partire solo.
Certo che, dopo settimane di rinvii per aspettare un fine settimana meteo-stabile, potevo attendere ancora.
Ma quando mi metto in testa una cosa…fatto sta che preparo gli attrezzi e parto.
Dietro suggerimento di Doriano arrivo a Foce venerdi sera alle 20, pronto per farmi 1000 metri di dislivello di notte dentro i boschi del Banditello, e raggiungere la sella a circa 1820 metri.
Saggia idea, così la mattina successiva sono già in quota.
Ma Doriano non sapeva che ero solo.
E devo ancora una volta ringraziarlo.
Una camminata nel buio pesto del bosco, da solo, mi mancava.
1° giorno, venerdi 2:
Camminare immersi in un mondo che all’inizio senti ostile, perché non è il tuo.
Ti senti ingombrante, una presenza insolita che quasi da fastidio alle le creature che popolano il bosco notturno.
Ma durante il viaggio in auto mi sono auto-trainato sulla gestione e il controllo delle emozioni, delle paure, della sofferenza. O almeno c’ho provato.
Il sentiero è per nulla visibile e neppure comodo, poi sei continuamente all’erta per ogni rumore. Suoni mai sentiti, coinvolgimento fisico ed emozionale.
Un repentino sibilo seguito da una folata di vento mi accarezza la spalla, non so, forse una uccello notturno che mi sfiora, un attimo di gelo, mi fermo e mi giro puntando la frontale, ma nulla, chissà.
Più avanti uno squotere di rami ed ecco che dal buio compare la figura di uno splendido Barbagianni, che spavaldo si mette pure in posa su un esile rametto, quando gli punto la lampada.
Lo zaino sembra pesare maledettamente, 13 Kg sono un’altra cosa rispetto ai 3-4 dello zainetto giornaliero, mi ci dovrò abituare.
Dopo 2 ore e 40 minuti di viaggio dentro le pagine di uno dei libri di fiabe che leggo a mio figlio Gabriele, raggiungo la sella a 1820 mt, proprio dopo la cima del Banditello.
Finalmente la prima tappa è raggiunta, monto alla meno peggio la tenda e provo a dormire, nonostante gli strascichi adrenalinici continuino a gironzolare dentro la testa.
Dormo poco e male, comunque alle 6 vedo chiarore dal telo della tenda e mi alzo.
Data: 2-3-4 agosto 2013
Regione e provincia: Marche
Località di partenza: Foce di Montemonaco
Località di arrivo: Foce di montemonaco
Tempo di percorrenza: 3 ore il primo giorno, 9 ore il secondo, sette ore il terzo
Chilometri: 38.5
Grado di difficoltà: EE...
Descrizione delle difficoltà: lunghezza percorso, zaino pesante, caldo
Periodo consigliato: evitare periodi caldi, il percorso è interamente sotto il sole
Segnaletica: presente, assente nel tratto Foce-Banditello, a tratti visibile nel tratto Sibilla-Foce
Dislivello in salita: 3300 metri
Dislivello in discesa:
Quota massima: 2476 Monte Vettore
Accesso stradale: da Norma (LT) A24, uscita Teramo, SS 81 per Ascoli Piceno, SS 4 Salaria, SP078 per Montemonaco, poi direzione Foce
Descrizione
Cosa si prova? Cosa si prova a dormire da soli a più di 2000 metri in cima a un monte.
Questa è stata la voce sentita dopo tre giorni di cui tre ore notturne di vagabondaggio sulle imponenti creste dei Sibillini.
Eh già.
Il ragazzo degli arrosticini di Foce di Montemonaco, con un curioso sorriso, mi chiede per quale motivo ho pensato di fare questa cosa, a suo dire un po’ stravagante.
Le sensazioni al termine del viaggio sono differenti rispetto a quelle che immaginavo, per vari motivi.
Dopo la due giorni dello scorso anno sulla Majella in compagnia di mio cugino Roberto, il tempo mentale di metabolizzare le emozioni vissute, ed ecco che pensai ad un’altra avventura di più giorni.
E l’obiettivo andò subito verso i pittoreschi e misteriosi ambienti della Sibilla, quelle severe e irte creste che sparano a picco i loro versanti in solchi colorati di nero, per quanto profondi.
Impressioni carpite solo dall’ascolto di viaggiatori ben più esperti, e attraverso la lettura di avvincenti resoconti.
Tra l’altro questi Sibillini sono maledettamente lontani da casa, per cui con il passare dei mesi provo a buttare giù delle sommarie traversate, incroci strani, salite e discese mozzafiato.
Perché il territorio dei Sibillini si presta a tutto.
Una montagna a 360°, valli profonde e interminabili, creste affilate colorate dal verde dei ciuffi e dal grigio perla della calcarea roccia.
Dopo aver consultato il mio grande amico e mentore Doriano Rasicci, penso ad una cavalcata per le creste, con partenza da Foce dritto su verso il Banditello, fino alla vetta dei Sibillini, il Vettore, per poi proseguire per la parallela del Redentore fino al Porche, e concludere il viaggio puntando la fata-strega Sibilla.
Inizio a contattare gli abituali amici e compagni di escursioni, ma vuoi per il periodo vacanziero vuoi per altro, mi trovo a partire solo.
Certo che, dopo settimane di rinvii per aspettare un fine settimana meteo-stabile, potevo attendere ancora.
Ma quando mi metto in testa una cosa…fatto sta che preparo gli attrezzi e parto.
Dietro suggerimento di Doriano arrivo a Foce venerdi sera alle 20, pronto per farmi 1000 metri di dislivello di notte dentro i boschi del Banditello, e raggiungere la sella a circa 1820 metri.
Saggia idea, così la mattina successiva sono già in quota.
Ma Doriano non sapeva che ero solo.
E devo ancora una volta ringraziarlo.
Una camminata nel buio pesto del bosco, da solo, mi mancava.
1° giorno, venerdi 2:
Camminare immersi in un mondo che all’inizio senti ostile, perché non è il tuo.
Ti senti ingombrante, una presenza insolita che quasi da fastidio alle le creature che popolano il bosco notturno.
Ma durante il viaggio in auto mi sono auto-trainato sulla gestione e il controllo delle emozioni, delle paure, della sofferenza. O almeno c’ho provato.
Il sentiero è per nulla visibile e neppure comodo, poi sei continuamente all’erta per ogni rumore. Suoni mai sentiti, coinvolgimento fisico ed emozionale.
Un repentino sibilo seguito da una folata di vento mi accarezza la spalla, non so, forse una uccello notturno che mi sfiora, un attimo di gelo, mi fermo e mi giro puntando la frontale, ma nulla, chissà.
Più avanti uno squotere di rami ed ecco che dal buio compare la figura di uno splendido Barbagianni, che spavaldo si mette pure in posa su un esile rametto, quando gli punto la lampada.
Lo zaino sembra pesare maledettamente, 13 Kg sono un’altra cosa rispetto ai 3-4 dello zainetto giornaliero, mi ci dovrò abituare.
Dopo 2 ore e 40 minuti di viaggio dentro le pagine di uno dei libri di fiabe che leggo a mio figlio Gabriele, raggiungo la sella a 1820 mt, proprio dopo la cima del Banditello.
Finalmente la prima tappa è raggiunta, monto alla meno peggio la tenda e provo a dormire, nonostante gli strascichi adrenalinici continuino a gironzolare dentro la testa.
Dormo poco e male, comunque alle 6 vedo chiarore dal telo della tenda e mi alzo.
Allegati
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