società italiana di montagnaterapia

Non e' uno scherzo:

"progetti di montagnaterapia sono diffusi ormai in tutta Italia e vengono offerti, in maniera gratuita, dalle aziende sanitarie con la collaborazione di volontari accompagnatori, principalmente del Cai"

e no, non ne penso male a priori (ovvero: leggersi TUTTO l'articolo prima di commentare). Ma vedere certe cose diventare sempre piu' business, o comunque sempre piu' "professionalizzate" in sempre piu' modi, non e' tanto rassicurante.

https://www.corriere.it/buone-notiz...ia-60f87ae0-30af-11ec-8aae-e135afa157c8.shtml
 
Conosco bene la realtà perchè qui a Reggio Emilia da diversi anni ormai la mia Sezione CAI collabora molto fattivamente con il CSM dell'AUSL per progetti di Montagnaterapia.
La prima Sezione italiana del CAI ad attivare questa collaborazione, cui hanno seguito molte altre, è stata appunto Parma, citata nell'articolo.
In pratica la collaborazione è gratuita e mira ad assegnare alle attività - sempre organizzate e gestite da operatori sanitari dell'AUSL e nell'ambito della loro professionalità - un operatore esperto di escursionismo, per far sì che la "montagna" sia un ambiente dove poter applicare continuativamente la terapia.
In pratica si accompagnano piccoli gruppi di pazienti in aree molto facili, con camminate di poche ore, a seconda dei pazienti che possono partecipare.
Non vedo alcun business ne professionalizzazione.
Se riesco ti recupero alcun articoli sulla Rivista del CAI che trattano diffusamente dell'argomento, il quale da parte CAI è sempre stato svolto in maniera gratuita e volontaria.
Il Consiglio Centrale del CAI ha promosso in più occasioni tale collaborazione, che ogni Sezione locale affronta in particolare con la propria AUSL di competenza territoriale, naturalmente in quei casi dove si riesce a discutere un protocollo d'intesa e ci sia il personale disponibile.
Ben vengano iniziative come questa, per permettere a chi è più sfortunato di noi di partecipare - come può - della gioia dell'escursionismo.
 
Ad una letta veloce avevo capito "Società Italiana di Magnetoterapia" e non mi sembrava nulla di strano... :biggrin:

Leggendo meglio, "montagnaterapia", non mi sono stupito più di tanto: i benefici psicofisici che ricavo quando riesco ad andare in montagna/boschi & Affini, per me sono evidentissimi! ;)

Ricordo anche che c'è da molto tempo anche la Pet-therapy, a dimostrare che tutto ciò che ci avvicina alla Natura non può farci che bene...
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Tra un po' nascerà, per alcuni di noi, anche la "coltelloterapia" :rofl:
 
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"No cara, non sono malato di coltelli, li uso come terapia per lo stress..." :rofl:
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il bisogno di natura degli ultimi anni e' allucinante. in inghilterra, la nhs ultimamente prescrive di andare a pescare

https://www.theguardian.com/society...-out-here-fishing-prescribed-for-nhs-patients

https://www.anglingdirect.co.uk/com...he-nhs-to-treat-anxiety-depression-in-the-uk/

sperem che non diventi solo una moda o una scusa per soldi
https://m.facebook.com/fishsurfing/
Questi si sono inventati la app con tutti i posti in italia e europa dove pescare se ti interessa! :rofl: :rofl: :rofl:
 
Ultima modifica:
Non vedo alcun business ne professionalizzazione.
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Ben vengano iniziative come questa, per permettere a chi è più sfortunato di noi di partecipare - come può - della gioia dell'escursionismo.

Mi spiego meglio, ieri andavo di fretta. Piu' persone fanno escursionismo come si deve meglio e' per tutti, nessun dubbio su questo.

Quello che mi preoccupa e' la mancanza di spontaneita', il diffondersi dell'idea che queste cose vadano fatte principalmente o solo come esplicite terapie, o comunque come attivita' organizzate e piu' o meno ufficialmente regolamentate da qualcun ALTRO, a cui "iscriversi" (a pagamento o no, business o no conta poco). Non e' una teoria, e' gia' successo. Una volta qualunque ragazzino "giocava a pallone" tutti i giorni, dove capitava, come capitava, senza che nessuno ce lo portasse, auto-organizzandosi con i coetanei. Facendo molto piu' sport, con molto meno stress dei ragazzini moderni. Oggi almeno nelle citta' i ragazzini che ancora "giocano a pallone" cosi' sono quanti, uno su cento? Tutti gli altri "vanno a scuola calcio", a orari fissi, con tornei gestiti dai grandi, e non e' certo un progresso. Questo volevo dire.
 
Ho capito il tuo punto di vista, però hai - secondo me - equivocato sull'argomento, oppure l'articolista non è stato abbastanza chiaro.
La Montagnaterapia non è aperta a tutti: è un'attività terapeutica riservata ai pazienti di determinate strutture AUSL, con la quale, come descritto, si permette di sviluppare parti della terapia all'aria aperta.
Il fatto che sia descritta in un articolo di giornale è semplicemente perchè, per correttezza ed implicita incompetenza, gli operatori AUSL devono avvalersi di figure, professionali o no, per uscire dal loro ambito specifico, che è quello sanitario, ed in questo caso è stato il CAI a ricevere, e rispondre, all'invito.
Punto.
E' come se la classe scolastica di Tuo figlio volesse andare al parco per vedere gli animali, ed un volontario WWF li accompagnasse.
Non vedo ancora il business ne la regolamentazione nè la mancanza di spontaneità di cui parli.
 
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