sognare è superfluo e repressivo... scegliere e costruire sono il vero sogno-
Ciao Ivan.
Su quest'ultima frase dissento sulla prima parte e concordo sulla seconda.
Secondo me forse serve solo mettersi d'accordo (semprechè sia possibile) su cosa debba intendersi per "sognare".
Bastano solo i pochi post sopra per capire che spesso forse si scambia un desiderio di vacanza (della serie: che bello piantare in asso tutto e tutti e sparire...PER UN BEL PO') per un desiderio di vita (qualcosa di definitivo).
Il desiderio di vacanza è comprensibilissimo. Forse la sua radice più intima è staccare la spina da tutto quel groviglio di responsabilità da cui a un certo punto ci si sente soffocati. Dalle più nobili: la famiglia; lo studio; il lavoro; alle più banali: bollette e scadenze varie, aggiustare un oggetto che si rompe, ecc. Oppure sottrarsi alla stessa semplice routine del quotidiano: la ripetitività di gesti, azioni, orari, parole, discorsi.
A volte ci si sente talmente soffocati che la sola IDEA di fuggirne e liberarsene - anche per un solo giorno - assume sic et simpliciter l'aspetto di un..."sogno". Spesso ad occhi aperti.
Giustissimo e comprensibilissimo. Ma è come il sogno di togliersi le scarpe (ancor più se dentro ci sono sassolini) quando si avverte di avere le vesciche; mai gesto più banale è allo stesso tempo avvertito a livello planetario come liberatorio.
Ma tutt'altro è scambiare impropriamente quest'accezione di "sogno" per desiderio di vita. Ossia una fuga definitiva dalle responsabilità che, comunque, comporta di doversene assumere altre credo non meno fastidiose (non credo che in Svezia le incombenze pratiche spariscano di colpo, anzi magari spariscono molte comodità). Si fugge dalla famiglia, si fugge da una società, si fugge da un piccolo universo...per puntare dove, a cosa ?
Siamo sicuri cioè che il presunto "sogno" sia e resti tale solo FINCHE' non ci si decide a materializzarlo ? Che spesso inconsciamente siamo portati E che molto, molto pochi sono capaci di materializzare un sogno senza rimanerne delusi ? Proprio perchè non sanno in realtà cosa cercano se non il concetto di "lontananza" ?
Se il sogno è (e si esaurisce) nella lontananza, allora quando si è fuggiti il sogno è bell'e finito: e cosa si fa dopo ?
Il sogno include la parte più accattivante della realtà e ne esclude quella più scomoda: l'incertezza e la possibile delusione. Forse è proprio avvertendo inconsciamente questo che siamo portati a dilatare il sogno: pensarlo, ruminarlo, ricamarlo, accarezzarlo, SENZA però deciderci mai a realizzarlo: coscienti che in quel momento vi porremmo fine, come a un incantesimo.
Si è ironizzato all'infinito sulle domande marzulliane, ma quella mitica "La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?" un fondo di verità ho sempre ritenuto che ce l'avesse.
Ora, per fare un piccolo esempio pratico, l'idea di incontrare più persone possibile al Raduno rappresenta - a suo modo - un piccolo sogno, se intendiamo come tale qualcosa che stuzzica la fantasia anche solo per il fatto di rappresentare un distacco dalla quotidianità.
Però non nego che l'idea di immaginarmi GIA' lì, magari con la delusione di tante defezioni dell'ultimo minuto che rischiano di farmelo andare di traverso, rappresentano un piccolo tarlo: l'incertezza mi rende quasi più piacevole l' IDEA di andare che non la partecipazione effettiva.
Un saluto.