Solastalgia : nostalgia di un luogo senza averlo mai abbandonato

Tutti sappiamo il significato del termine "nostalgia" : è l'insieme della sensazioni provocate dalla mancanza (improvvisa o progressiva) di qualcosa da cui ci allontaniamo (nello spazio o nel tempo).

Invece il termine "solastalgia" - coniato nel 2003 - rappresenta qualcosa di diverso : la nostalgia di qualcosa da cui non ci siamo mai allontanati, ma che in realtà è come se si fosse allontanata da noi diventando "altro" rispetto a prima, cambiando i propri connotati. In altri termini, un luogo può rimanere lo stesso - come mere latitudine e longitudine - ma cambiare completamente aspetto : se noi rimaniamo lì, senza spostarcene di un millimetro, proveremo nostalgia per esso esattamente come se ce ne fossimo allontanati lasciandolo identico, ed anzi è probabile che a quel punto ce ne allontaneremo proprio "per" nostalgia, ossia alla ricerca (del tutto aleatoria ed improbabile) di un altro luogo che per aspetto e caratteristiche possa in qualche modo rimpiazzarlo.

Questo meccanismo si estrinseca a vari livelli : da quello del proprio orticello (in senso letterale), ad esempio il cambiamento traumatico che può provocare semplicemente vedersi costruire un palazzo proprio di fronte alla finestra dalla quale fino a quel momento si poteva godere un panorama, o urbanizzazioni e de-naturalizzazioni di vario tipo ; fino alla scala globale, che in un certo senso rappresenta il grado "catastrofico" della sensazione, perchè sembra non lasciare scampo, non sapere neppure dove fuggire : si pensi ad aspetti del degrado planetario, non importa se vissuti tangibilmente in prima persona (magari guardando vecchie foto) oppure bombardati da notizie che sembrano arrivare "da lontano", perchè quella lontananza geografica non conta quando il luogo che cambia non è un fazzoletto di terra, ma la Terra con la T maiuscola, "il" Luogo, unico possibile. Così, la scomparsa di un ghiacciaio, la deforestazione amazzonica, l'inquinamento oceanico, la perdita della biodiversità e in generale tutti i processi che appaiono globali e irreversibili, generano solastalgia nella misura in cui fanno riconoscere sempre meno il proprio habitat, come se si stesse sgretolando la propria casa di fronte alla quale si resta impotenti. In mezzo a questi due estremi, ovviamente, tutte le possibilità intermedie.

Ad ogni modo, nei casi locali resta l'idea consolatoria che spostandosi si possa riuscire a ristabilire una qualche propria simbiosi tra sè e l'ambiente in cui si sta ; nel caso globale no, domina la sensazione che ovunque ci si possa spostare incombano i segni - magari semplicemente diversi - di un cambiamento in peggio ineluttabile, e quindi l'idea che la nostalgia non possa essere placata. A quel punto, più che di "luoghi", diventa la nostalgia di un "tempo" (che però ovviamente non è ripristinabile). E a volte subentrano sensazioni collaterali, il disagio interiore, talora l'angoscia simile al tipico senso di perdita provocato da un lutto, dalla disintegrazione del proprio centro di gravità.
Per usare una frase di chi ha coniato il termine (riportata nel link), lo solastalgia "non è la nostalgia, cioè la malinconia causata dalla mancanza di una casa ormai lontana, ma è l'angoscia causata dall'alterazione dell'ambiente della propria casa in una nuova inquietante normalità".

Parecchie volte negli anni su questo forum ho visto vagheggiare idee (o semplici velleità) di "ritorni" a "qualcosa" : in primis ad altri luoghi, e a tutto ciò che vi è connesso. Ecco, mi verrebbe da dire che in fondo questo altro non è che inconscia solastalgia : nostalgia indefinibile di qualcosa che si è allontanato da noi pur rimanendo noi nello stesso luogo. Che invece è rimasto semplicemente lo stesso "posto" in termini di coordinate geografiche, ma non è più lo stesso luogo.
Tra i diversi link reperibili che tratteggiano la cosa, questo mi è sembrato il più efficace e interessante anche per come nella parte finale incalza il lettore a verificarla su se stesso.

https://www.giardinaggiointeriore.net/deturpazione-ambiente-naturale-e-solastalgia/
 
Ultima modifica:
nostalgia indefinibile di qualcosa che si è allontanato da noi pur rimanendo noi nello stesso luogo. Che invece è rimasto semplicemente lo stesso "posto", ma non è più lo stesso luogo.
La verità è che nemmeno noi non siamo mai rimasti nello stesso luogo, inteso come tempo. Il luogo, la casa, il posto potrebbe restare invariato, solo che noi 30 anni fa eravamo dei ragazzini che giocavano nel cortile è adesso siamo dei adulti, che guardano altri ragazzini giocando nel cortile. Il tempo passa per tutti, uomini e luoghi.
Il problema forse è che adesso tutto cambia troppo in fretta.
 
La verità è che nemmeno noi non siamo mai rimasti nello stesso luogo, inteso come tempo. Il luogo, la casa, il posto potrebbe restare invariato, solo che noi 30 anni fa eravamo dei ragazzini che giocavano nel cortile è adesso siamo dei adulti, che guardano altri ragazzini giocando nel cortile. Il tempo passa per tutti, uomini e luoghi.
Il problema forse è che adesso tutto cambia troppo in fretta.

Un luogo se non viene modificato resta identico, per mutare servono tempistiche geologiche.
Quindi, rimanendo in un luogo rimasto se stesso, probabilmente non riconosceremmo più noi, ma il luogo sì. In parole povere, la nostalgia sarebbe della propria gioventù, non dell'ambiente:D :)
 
bellissimo spunto.

questo weekend ero dai miei, ho dormito nello stesso letto in cui dormivo da piccolo. sono uscito con due amici con cui esco da penso una ventina di anni. pero' non e' come allora, come pure non lo era gia' una decina di anni fa. siamo come i fiumi, siamo sempre noi ma non siamo piu' noi.
 
Vivendo a Roma sono sommerso dalla retorica su "Roma sparita", tanto da averne maturato un rifiuto.

L' incapacità di queste persone ancorate al passato di progettare adeguatamente un futuro si è resa complice degli abomini degli speculatori e della inettitudine degli amministratori.

Purtroppo l'ideologia scartò l'unica idea sensata: spostare a sud, nell' attuale quartiere EUR il centro della città e sviluppare la città nuova verso il mare lasciando intatto il centro storico liberandolo nel contempo dalla pressione dei ministeri e dei cosiddetti "palazzi del potere". La città murata sarebbe oggi libera dall' assedio dei quartieri sorti nel dopoguerra e sarebbe (già con le regole attuali) pedonalizzata almeno al 50%.

Di questo sogno è rimasta una sola scritta, lo stile dell' edificio spiega il perché del rifiuto "ideologico":

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