Sopravvivenza reale, la preparazione psicofisica.

saro' greve: come ha detto ian malcom in jurassic park, "la sopravvivenza e' dominata da fattori casuali"

puoi essere bello figo forte quanto vuoi, ma se nasci in un villaggio africano (e questo non lo scegli) hai sicuramente ben piu' possibilita' di morire di fame, malattie o per una fucilata di uno che nasce a trento.

altra cosa: perche' tutti pensano alle rambate e alle situazioni estreme, quando in realta' quel che facciamo ogni giorno e' finalizzato inconsciamente al risvegliarci vivi domani??? ok che la nostra societa' e' stramaledettamente piena di comodita' e maschera benissimo le cose negative come vecchiaia e morte, ma anche il semplice andare a prendere il pane e' finalizzato ad arrivare a domani.
 
Aleks, visto che rispolveri l'argomento, avrei altro da dire, basandomi sulle esperienze vissute in questi anni di raduni ed uscite in compagnia, la "sopravvivenza" o meglio l'arte di vivere senza troppe comodità della "civiltà moderna", è fatta anche di preparazione a tavolino, o meglio di preparazione pratica, se vuoi sopravvive re d'inverno, devi saper tagliare e spaccare legna e non solo teoricamente, per essere in grado di tagliare e spaccare tanta legna quanta ne serve d' inverno, senza avere capi tecnici e scaldino, fornelletto, e quant'altro la tecnologia moderna offre, devi essere allenato fisicamente e preparato all'uso degli attrezzi da taglio, è inutile avere il top di gamma dell'husquarna se al primo tronco sbagli il taglio e la barra della motosega ti si incastra nel legno, come è inutile se non hai la forza di usare l'attrezzo, di trasportare la legna, e di spaccarla o avere la forza e sprecarla per colpa di tecniche sbagliate.
In definitiva, le tecniche devono essere conosciute e praticate per essere efficaci, se tu a casa tagli, spacchi, accatasti la legna per il caminetto, invece che acquistarla già processata e pagare qualcuno che te la impila, raggiungerai la padronanza della tecnica, al contrario, anche se conosci a menadito la posizione da tenere per lo spacco perfetto di un ceppo di betulla nordica, ed anche se sollevassi 200 kg. alla panca, non praticando attivamente taglio, spacco e trasporto di legname, non avresti la tecnica, la forza e la resistenza necessaria per abbattere un albero secco, con l'accetta, trasportarlo fino al campo e processarlo come si deve, o meglio, potresti anche farlo, ma sprecheresti tanta di quell' energia che con un buon "allenamento specifico" ti saresti potuto risparmiare.
In definitiva, questo della legna vuole essere un esempio applicabile in tutti i campi, se vuoi essere un uomo dei boschi, devi essere preparato ad esserlo ed il modo migliore è vivere il più possibile nei boschi.
E non ne voglio più parlare.
 
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In un ambito ipergenerico di sopravvivenza direi che dopo avere raggiunto un peso forma e una % di massa grassa accettabile , mi sembra fondamentale allenare molto il fiato e l'apparato cardiovaacolare su sforzi prolungati con qualsiasi esercizio aerobico di resistenza poi accompagnato da aerobico intenso su brevi periodi.
Poi per la parte muscolare in ambito sopravvivenza mi sembra importante privilegiare la forza resistente e praticare esercizi di forza.funzionale a corpo libero che coinvolgano piu' gruppi muscolari .
Detto questo il migliore esercizio al mondo lo fanno coloro che tutti i giorni fanno lavori pesanti e gravosi tipo contadini vecchia maniera manovali muratori stradini che operano anche all'aperto con qualsiasi condizione metereologica. Andare in palestra due volte alla settimana gonfia i muscoli e l'ego ma nella difficolta' reale conta il condizionamento serio del corpo.
 
Io ti dico la mia, sono un ex paracadutista della folgore impiegato in missioni all'estero. Il motto in situazioni complicate era ed e' rimasto lo stesso: "improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo"
puoi essere preparato a fare tutto, ma tanto come dice Murphy: "se qualcosa puo' andar male sicuramente lo fara'" e a corollario aggiungo...e lo fara' sicuramente nel modo peggiore ovvero quello che non sei preparato ada affrontare.
Ti puoi preparare, addestrare, provare tutto, ma tanto il giorno che ne avrai veramente bisogno sarai in una situazione, con dei compagni e dell'attrezzatura diversa.
Quindi l'addestramento di cui parli sta solo nel fatto di imparare a prendere le cose come vengono e risolvere il puzzle che hai difronte (sopravvivere) con i pezzi che hai in quello specifico momento.
Saluti The_Hawk
 
Sono d'accordo che la sopravvivenza e' soprattutto un fatto di solidita' psicologica e di attitudini innate o coltivate come la capacita' di improvvisazione l'adattabilita' agli imprevisti , la forza di spirito e .... Molto importante la capacita' di pensare positivamente e lucidamente sotto stress quando i problemi incombono.
Un campione di triathlon sulla carta dovrebbe essere molto preparato fisicamente ma se poi davanti alle difficolta' reali va in panico se davanti a un po di sangue sviene se davanti alla paura improvvisa si immobilizza... Non sopravvivera'.

In generale comunque parlando solo di preparazione fisica una preparazione allaround con una buona base aerobica e lavoro su ncondizionamento alla fatica prolungata muscolare e magari condizionamento al dolore sono una buona idea.
Un superpalestrato che squatta millemila kg e che poi non riesce a correre 2 km senza farsi esplodere un polmone o sfracellarsi una rotola per il peso eccessivo (e ne ho vista tanta di gente cosi') non e' che parta avvantaggiato rispetto a un militare normopeso di corporatura media che corre 10 km con zaino pieno in spalla e fa come minimo 30-40 trazioni alla sbarra e si allena a corpo libero alla vecchia maniera .
 
L'ipertrofia muscolare (pomparsi in palestra) è altresì controproducente in quanto quella tipologia di esercizi mira ad isolare il muscolo (per ottimizzare il lavoro sullo stesso allo scopo di determinarne la crescita), con conseguente perdita di "equilibrio" ed armonia nel lavoro sinergico che ogni gruppo muscolare è deputato a svolgere nei normali movimenti del corpo.

Vorrei aprire una parentesi sul discorso forze speciali. Forse non è utile farne un riferimento per quanto attiene alla preparazione perché in quei casi stiamo parlando di modalità, tipologie ed obiettivi di addestramento che non sono riproducibili in altri contesti, essendo mirati essenzialmente a sviluppare capacità specifiche e connesse con la tipologia di capacità operativa che tali unità devono esprimere. Considerando che in precedenza si è fatto accenno ai films, secondo me è utile far riferimento ad uno dei più realistici degli ultimi anni (e tra i più belli, a mio avviso): Lone survivor. Si consideri che Lutrell (il SEAL di cui il film racconta l'impresa) in mumerose interviste ha ammesso anche di aver avuto attimi in cui era rannicchiato dietro un masso sotto pesante fuoco nemico senza aver la forza né il coraggio di intervenire per tentare di salvare un altro operatore, questo per dire che, da unico sopravvissuto, avrebbe anche potuto dire di essere stato superman e gli avrebbero creduto, ma non l'ha fatto. Assodata l'attendibilità di Lutrell, quello che deve impressionare è che ognuno dei quattro operatori coinvolti in quella sfortunata operazione ha continuato a combattere con tre, quattro, cinque ferite d'arma da fuoco nonché gli effetti di numerose esplosioni nelle loro vicinanze. Non voglio "spoilerare" il film a chi non l'avesse ancora visto, comunque Lutrell ha riferito sempre che durante la sua sopravvivenza tra la fine degli scontri ed il suo salvataggio, benché ferito gravemente, era certo di poter resistere almeno sei giorni in quanto qualsiasi cosa potesse succedergli non sarebbe stato peggio della "hell's week" (la peggior settimana nell'ambito dell'iter di selezione per i SEALs).
Archiviato il caso Forze speciali, scusandomi per la lunghezza del post, io credo di vedere più vicino alla gente "comune" il caso dei nostri nonni che ad esempio sono rientrati a piedi dalla Russia 70 anni fa e con scarso addestramento... Un iper allenamento dà sicuramente i mezzi per incrementare le probabilità di sopravvivenza, ma la discriminante è la "forza mentale".
My penny....
 
Concordo sul discorso dei nonni .
Anche uno dei miei e' tornato a piedi dalla Russia . Esempi di sopravvivenza reali . Erano pero' uomini diversi di base dalla maggioranza di noi. Mio nonno era un vero contadino vecchio stampo che ha passato l' 80 % della sua vita in calzomcini e basta ,per tutto l'anno e si vestiva normale solo la domenica per andare on chiesa .
Gente che lavorava 18 ore al giorno di pura fatica e che in vacanza si faceva i passi di montagna in bici come se fossero al giro di Italia in giornata .... Cosi' per gioco con gli amici... Gente che viveva praticamente nudo e scalzo in mezzo ai campi e in mezzo a un campo e' morto da vecchio.
A circa 70 anni era in grado di fare trazioni alla.sbarra con una sola mano appeso ad un ramo. Viveva in una cultura primordiale e contadina in cui la durezza e la prestanza fisica erano fonte di orgoglio e vanto.
 
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I nostri nonni che hanno sopravvissuto anche a due guerre mondiali o magari ci hanno lasciato la pelle. Quelli che hanno ricostruito tutto da zero dopo i bombardamenti. quelli sono i sopravvisuti che hanno davvero qualcosa da dire di come si sopravvive a una guerra, ma non solo, anche alla fame , alla poverta' e alla miseria. Altro che i fenomeni televisivi o di youtube ...
 
I nostri nonni che hanno sopravvissuto anche a due guerre mondiali o magari ci hanno lasciato la pelle. Quelli che hanno ricostruito tutto da zero dopo i bombardamenti. quelli sono i sopravvisuti che hanno davvero qualcosa da dire di come si sopravvive a una guerra, ma non solo, anche alla fame , alla poverta' e alla miseria. Altro che i fenomeni televisivi o di youtube ...
Straquoto
 
Alla fine, salvo i casi rari che comunque sono limitatissimi o quasi insignificanti, siamo un popolo debole e con scarse chances di sopravvivenza, in termini generali. Siamo indeboliti dalla comodità, dall'approccio che ci fa evitare qualunque sforzo o sacrificio e che quindi non ci prepara ad affrontare l'emergenza...
 
W

Woodvivor

Guest
I nostri nonni che hanno sopravvissuto anche a due guerre mondiali o magari ci hanno lasciato la pelle. Quelli che hanno ricostruito tutto da zero dopo i bombardamenti. quelli sono i sopravvisuti che hanno davvero qualcosa da dire di come si sopravvive a una guerra, ma non solo, anche alla fame , alla poverta' e alla miseria. Altro che i fenomeni televisivi o di youtube ...
Quoto pienamente, per come la vedo io sono queste persone e il contatto con esse, che possono insegnare in maniera attendibile e realistiche le abilità, conoscenze, filosofie, approcci, ecc... necessari a saper campare (vivere e sopravvivere).... anche quando non si riceve nulla dagli altri, ma bisogna in ogni caso far fronte al "percorso della vita".
Condivido pienamente.... altrio che show televisivi e video su su youtube visti e presi come "guru della vita umile, essenziale, minimale, del saper sopravvivere e arrangiarsi".
QUOTONE ;)

Anche se ritengo, sensazione puramente personale, che nonostante questa consapevolezza é spesso condivisa dai più.... nello stesso tempo, quando si parla di approcci e metodi di quei tempi usati da quelle persone, il tutto viene sminuito e visto come poco sicuro, poco attendibile, poco realistico, poco plausibile ecc.... Insomma messo in discussioni a favore delle convinzioni "moderne" personali.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Mio nonno mi diceva che in guerra hanno fatto porcate assurde che si e' rimproverato moralmente per il resto della vita... Che ammazzavano ragazzini a colpi di badile e di bastone che stavano in trincea in mezzo a morti e topi per settimane e quando pioveva tutto si riempiva di acqua e ti pigliavano pure le peggiori malattie , non dormivano quasi mai o dormivano come sassi nei momenti piu' assurdi.
Mi raccontava che tornando a piedi dalla russia hanno consumato le scarpe e poi i piedi e hanno mangiato di tutto ... Non entro nei dettagli.
Tantissimi sono morti e alla fine l'unica cosa che ti fa andare a casa e'il miraggio di fare ritorno a casa vivo dalla tua famiglia e i tuoi figli . E una fotografia e l'unica cosa a cui aggrapparti .
Comunque mio nonno e'sopravvissuto e ha fatto una vita lunga e relativamente felice ma le ciccatrici se le e'portate dentro per tutta la vita. Fino a 93 anni ha avuto incubi riccorrenti che lo svegliavano varie volte al mese . Subito dopo la guerra non riusciva piu' a dormire e stava quasi impazzendo.
 
I nostri nonni che hanno sopravvissuto anche a due guerre mondiali o magari ci hanno lasciato la pelle. Quelli che hanno ricostruito tutto da zero dopo i bombardamenti. quelli sono i sopravvisuti che hanno davvero qualcosa da dire di come si sopravvive a una guerra, ma non solo, anche alla fame , alla poverta' e alla miseria. Altro che i fenomeni televisivi o di youtube ...

E un concetto che non solo condivido ma ho cercato anche di portare avanti anni fa in discussioni come “Non e facile sopravvivere” e altre. Quello che ognuno di noi vede tutti i giorni, cataclismi e terrorismi di tutti i tipi e colori, purtroppo vedrà ancora per molto tempo avanti. Questa e la realtà. Sentiamo la necessità di essere preparati per affrontare quello che ci porterà il giorno dopo, questa necessità la sentono e vedono anche quelli che speculano e ci fanno un bel show di tutto questo. Dunque secondo me la sopravvivenza non è, e non potrebbe essere un gioco. E portata al livello di gioco solo per addolcire la pillola. In realtà tutto quello che vediamo su youtube e vari programmi televisivi sulla sopravvivenza e una presa in giro. Gli ultimi esperti in bugie, hanno scoperto che mescolare un po’ di verità con le menzogne vieni fuori la bugia perfetta a quale la gente crede. Siamo d’accordo che fare quello che ci mostrano vari esperti di sopravvivenza più volte non solo non ti salverà ma avvicinerà la tua fine? Almeno io credo cosi. E noi dobbiamo essere consapevoli di questa cosa e cercare delle testimonianze come quelli esposti in questo 3d per cercare di imparare qualcosa di veramente utile per tutti noi. Purtroppo ci sono poche le persone che condividono le loro esperienze, anche per la paura di non andare contro corrente e trovarsi con una valanga di critiche e accuse di ogni genere.
 
Diventando più grande mi sembra che una possibile preparazione possa poggiare su: salute, mente stabile, conoscenza tecnica e magari benevolenza nei propri confronti.
Sul condizionamento fisico, con il trascorrere del tempo, mi sono venuti dei dubbi. Intendiamoci, non è un invito a stare sul divano, ma solo a fare un bilancio tra quello che si perde e quello che si ottiene.
Con gli anni ho visto persone molto allenate diventare più fragili (discipline? corsa, bodybuilding, ciclismo). E più a rischio. Con schemi motori limitati, e parallelamente una capacità di improvvisare inibita. Nel condizionamento c'è una soglia oltre il quale migliora la forma, ma peggiora la salute complessiva (legamenti, squilibri muscolari, iperproduzione di cortisolo). Ecco, se mi trovassi in una situazione di pericolo vorrei avere il fisico integro anche se non in forma, piuttosto che il contrario.
E la mente stabile... non ha prezzo.
 
una delle cose che mi e' rimasta impressa di quando ero piccolo era alcuni veci che tramandavano oralmente le porcate fatte dalle truppe napoleoniche e i trucchi usati dai loro antenati per farne fuori un tot senza farsi beccare (e la stessa cosa si e' ripetuta nel 1866, anche se con intensita' minore, gli italiani erano piu' furbi)
 
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