Spunti per Veglie e Chiaccherate

Rimane sempre più difficile trovare spunti, magari brevi racconti, per le veglie davanti al fuoco. Potrebbe essere utile a tutti riunire qui i nostri ultimi argomenti affrontati nelle chiaccherate o nelle veglie con i nostri ragazzi. Ma se ci sono ragazzi ancora in unità, la domanda è: di che vorreste discutere?
Buona Strada
A
 
Ne propongo due a me molto care, poichè le ho presentate al fuoco della mia partenza:

L’amicizia per il Piccolo Principe

In quel momento apparve la volpe.
-Buon giorno- disse la volpe.
-Buon giorno- rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
-Sono qui- disse la voce -sotto il melo…
-Chi sei?- domandò il piccolo principe -sei molto carino…
-Sono una volpe- disse la volpe.
-Vieni a giocare con me- le propose il piccolo principe -sono così triste…
-Non posso giocare con te- disse la volpe -non sono addomesticata-
-Ah! Scusa- fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
-Che cosa vuol dire "addomesticare"?
-Non sei di queste parti, tu- disse la volpe -che cosa cerchi?-
-Cerco gli uomini- disse il piccolo principe -Che cosa vuol dire "addomesticare"?-
-Gli uomini- disse la volpe -hanno dei fucili e cacciano. E’ molto noioso! Allevano anche le galline E’ il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?-
-No- disse il piccolo principe -Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?-
-E' una cosa molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"...
- Creare dei legami?
-Certo- disse la volpe -Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E io non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l' uno dell' altro. Tu sarai per me l'unico al mondo, e io sarò per te l'unica al mondo... Gli uomini non hanno più tempo... Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non ci sono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami! ...
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:
-Ah!- disse la volpe -piangerò-
-La colpa è tua- disse il piccolo principe -io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...
... -Va' a riveder le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto-
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose... -Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo... Non si può morire per voi... ,lei, lei sola è più importante, perché è lei che ho innaffiata..., perchè è lei che ho ascoltato... Perché è la mia rosa-
E ritornò dalla volpe -Addio- disse.
-Addio- disse la volpe -Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi... E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante...
(da Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, Bompiani, Milano 1995)


e

IL CUORE PIU' BELLO DEL MONDO


C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti gliel'ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: "Beh, a dire il vero.. il tuo cuore è molto meno bello del mio."
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dove dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene - così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi.
Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!", disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime."
"Vero.", ammise il vecchio. "Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi - e così ho qualche bitorzolo, a cui sono affezionato, però: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che provo anche per queste persone.. e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la VERA bellezza?"
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perchè l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.


Spero vi piacciano e possano esservi d'aiuto.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Ciao a tutti.
Nel mio Reparto (Centauri del Gruppo Tropea 1^) è da qualche anno che al fuoco di bivacco un capo racconta (meglio...interpreta) i racconti della saga della tigre di Mompracen di Emilio Salgari. Siccome sono racconti lunghi è invalsa l'abitudine di raccontarne un pezzo per ogni fuoco e, non riuscendo a terminarli in un campo solo, si riprende il racconto al campo successivo dal punto in si è interrotto. Naturalmente si fa in modo che ogni spezzone possa essere anche preso come un racconto a se stante. Il tutto condito dall'atmosfera preparata da un altro capo, dalla scarsa luce delle fraci del fuoco e, assolutamente essenziale, dall'interpretazione del "narratore". Vi assicuro che i ragazzi sono assolutamente "rapiti".
Ciao
Nino
 
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