Escursione Tentativo al m. Corvo, cresta ovest

Dati

Data: Luglio 2018
Regione e provincia: Abbruzzio, AQ
Località di partenza: Diga di Provvidenza
Località di arrivo: Diga di Provvidenza
Tempo di percorrenza: n.d.
Chilometri: n. d.
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: assenza di sentiero, ripidità marcata.
Periodo consigliato: assenza di neve.
Segnaletica: per lo più assente.
Dislivello in salita: n.d.
Dislivello in discesa: n.d.
Quota massima: n.d.
Accesso stradale: SS80
Traccia GPS: n.d.

Descrizione

Tentativo al m. Corvo, cresta ovest ovvero quanto è importante essere affiatati in un gruppo.

Ripesco dai ricordi questa uscita e mi costa perché mi è rimasto un grande senso di insoddisfazione.
Tuttavia mi ricordo che in qualche discussione si parlava del sentiero che dalla val chiarino sale verso il colle delle Monache. L'ho testato di persona.
Ma andiamo con ordine.
Giornata di metà luglio, prima escursione in Italia dopo un anno di erasmus: si parte in tre verso l'Abruzzo, direzione monte Corvo, preso dalla val Chiarino e dalla cresta ovest. Parcheggiamo sulla strada sterrata quando si fa troppo dura per una punto (non ho capito dove inizia il divieto), e ci mettiamo in cammino. Lambiamo il rifugio Fioretti e iniziamo la salita verso la cresta. Il cammino è da subito molto difficile e probabilmente scegliamo la via peggiore: sarebbe convenito prendersela comoda e non "attaccare subito la cresta" ma salire un po' più verso nord. Ci aspettano comunque 1000 metri di dislivello fino alla cresta che, comunque, sembrano scorrere veloci e la valle diventa sempre più piccola. L'inclinazione è tale da annullare ogni "perdita di tempo" orizzontale. Dopo 600 m però, a 400 dalla vetta, uno dei due amici innalza bandiera bianca e l'altra si sente poco bene.
Guardo verso la vetta e non vorrei rinunciare. Ma non mi sento di lasciarli soli. Non conosco i sentieri per poterli indirizzare e loro forse sarebbero indipendenti in Trentino, ma non certo in Abruzzo.
Anche perché scendere la cresta ovest e tornare indietro non è facile, per nulla. Troppo ripida.
L'alternativa più papabile è scendere verso il "corridoio" del monte Cardito e poi riguadagnare la val chiarino mediante un presunto sentiero via bosco che non conosco. Un bel pratone poco ripido si apre alla nostra sinistra.
A malincuore decido di scendere.
Arriviamo al piano, verso 1700 m. C'è un panorama bellissimo verso la val chiarino.
Entriamo nel bosco, con la traccia di osm nel gps. Si susseguono varie tracce e finché si tiene come riferimento la cresta del monte Cardito non ci si perde, ma dall'imbocco della discesa della val chiarino le cose si fanno più difficili. Il sentiero esisteva, senza dubbio. Ma si susseguono luoghi "aperti" dove ogni punto del bosco si equivale, a passaggi più stretti dove il sentiero sarebbe più evidente, se non fosse sporco, sporchissimo. Alberi, rami, piante: la vegetazione lo ha di nuovo inglobato e muoversi è veramente difficile. Ogni passo è lento perché bisogna cavalcare tronchi e rami caduti o cresciuti. Il gps serve per darci la direzione e per farci ritrovare la traccia nei punti "obbligati". Per il resto è a libera interpretazione. Ci mettiamo quasi tre ore per scendere 400 metri.
Certo uno era stanco e l'altra stava male, ma è stato un semi-calvario.
Senza dubbio sarebbe stato più facile salire e scendere per l'altra cresta, a parte il dislivello.
Fare due passi in fila sulla strada della valle ci sembra un miracolo. Arriviamo dietro la masseria Cappelli.
Ho fatto bene a non lasciarli soli: sarebbero ancora nei boschi.
Ho la traccia, ma va bene quella di OSM.
In summa: non è impossibile scendere in val Chiarino dal colle delle monache, ma è un'operazione lenta e dubito si possa fare senza i riferimenti gps di OSM.

Foto:

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^^^ Arrivo in val Chiarino

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^^^ Salita in cresta

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^^^ Discesa

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^^^ Dal "Corridoio" alla val Chiarino.
 
Ultima modifica:
Dalle foto la via che hai fatto sulla occidentale mi sembra quella tutto sommato corretta, in pratica la zona bassa si equivale come terreno e pendenza, poi da un certo punto devi necessariamente tenerti sul filo di cresta perché c'è un canale roccioso da un lato ed il nulla dall'altro.

Una via comoda non esiste su quel crinale, dall'attacco sono 1100m in 2.5km e non si scappa :p

Hai fatto bene a rinunciare per vari motivi, non da ultimo che i 400m che ti restano sono quasi più tosti dei precedenti perché i primi 600 si fanno sentire e la salita dopo una brevissima tregua ritorna la mazzata che è...

Il "corridoio" non l'ho mai fatto, ma me lo hanno descritto come nel tuo racconto, comunque ripeto che secondo me hai fatto benissimo a prendere questa decisione visto come stavano i tuoi compagni :si:
 
Sì, le foto si riferiscono a quando già avevamo la traiettoria corretta, ma prima, invece di passare da dove si vedono gli alberi nelle foto, eravamo partiti a sx (guardando vs il basso come in foto) di quella "spalla" che si vede sulla sinistra (diciamo nei primo 150 m), dopodiché abbiamo tagliato un canalone e aggirato la "spalla".
Sì alla fine sono convinto sia stata la decisione più saggia e meno rischiosa: in un modo o nell'altro a casa si torna scendendo quel bosco e, quando c'è un problema, le opzioni sono sostanzialmente tre, dalla peggiore alla migliore:
- il Soccorso Alpino;
- raggiungere un rifugio;
- scendere, scendere, scendere!
Purtroppo poi non ho avuto modo di ritornarci perché sono tutt'ora all'estero (stavolta in sud america, non passo le notti insonni sul forum... non ancora) e quindi mi è rimasto un po' il rimpianto.
 
Sì, le foto si riferiscono a quando già avevamo la traiettoria corretta, ma prima, invece di passare da dove si vedono gli alberi nelle foto, eravamo partiti a sx (guardando vs il basso come in foto) di quella "spalla" che si vede sulla sinistra (diciamo nei primo 150 m), dopodiché abbiamo tagliato un canalone e aggirato la "spalla".
Sì alla fine sono convinto sia stata la decisione più saggia e meno rischiosa: in un modo o nell'altro a casa si torna scendendo quel bosco e, quando c'è un problema, le opzioni sono sostanzialmente tre, dalla peggiore alla migliore:
- il Soccorso Alpino;
- raggiungere un rifugio;
- scendere, scendere, scendere!
Purtroppo poi non ho avuto modo di ritornarci perché sono tutt'ora all'estero (stavolta in sud america, non passo le notti insonni sul forum... non ancora) e quindi mi è rimasto un po' il rimpianto.

Il Corvo è lì da un bel po'... ti aspetterà
 
Ciao a tutti,
è tanto che non scrivo su "Avventurosamente" ma la cresta Ovest del Corvo è una delle mie vie preferite e quindi eccomi:
Uno dei principali insegnamenti che la montagna ci da è quello di saper rinunciare e, anche nella rinuncia talvolta quello che ne viene fuori è una bella e comunque educativa esperienza, come nel tuo caso.
Noi abbiamo percorso quella via due volte, ad Agosto (2017) e a Febbraio (2018) ed è oggettivamente difficile, soprattutto quando si lascia il sentiero, prima del Fioretti, per affrontare una cresta ripida e faticosa.
Coraggio, è stata comunque una bella impresa e, alla prossima sicuramente riuscirai
Un saluto,

Mactom
 
Abbracciati così forte dalle faggete ripide del Corvo è un onore altro che rinuncia. I tentativi fanno parte di un escursione come lo studio e la preparazione di un percorso, come salire su una cima o semplicemente esplorare una valle magica come il Chiarino. Nei tentativi inoltre si improvvisa e si accresce quindi la conoscenza dei propri limiti, compagni e dellumore della Montagna. Improvvisare un cambio di programma rende anche indietro quella bella sensazione di riuscire a cavarsela in ogni modo, che a me inorgoglisce a dirla tutta. Bellissima escursione, complimenti e grazie della condivisione.
 
Non che voglia fondare una sorta di club ma anche io qualche annetto fa (molto prima del 2018) feci sul Corvo una per me memorabile rinuncia, per semplice inadeguatezza dei miei mezzi (avevo sottovalutato l' impegno fisico) rispetto al programma (cresta integrale del del Corvo da Prato Selva).

Anche se questa è l'unica rinuncia che ricordi (ce ne saranno pure state delle altre) a parte lo scorno di un programma andato a male credo di non averne "sofferto" più di tanto.
 
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