Escursione tentativo -fallito - al Picco di Circe

Parchi del Lazio
  1. Parco Nazionale del Circeo
Sabato, dopo mesi di nullafacenza (quantomeno fra i monti), si tenta una camminata, obiettivo il Picco di Circe, dove non sono mai salito nonostante l'indiscutibile vicinanza da roma.
Primo inconveniente: il sentiero da Torre Paola è ancora chiuso (e anzi, visibilmente sbarrato) per manutenzione. Avevo letto che l'ordinanza di chiusura scadeva il 31 marzo ma - ahimè - ne hanno fatto un'altra, stavolta senza una vera e propria scadenza ("...fino al completamento dei lavori" ...!!!).
Quindi si riprende la macchina e si va dall'altro versante, a San Felice, parcheggiamo in località Le Crocette e finalmente si cammina!
Una decina di minuti su asfalto, per poi piegare in leggera discesa, sulla destra, in un sentiero che prima attraversa un bel bosco e poi, dopo una ventina di minuti, arriva sulla cresta che si segue facilmente con un pò di saliscendi, fra classica macchia e bellissimi panorami su entrambi i lati. Ma purtroppo, la pioggia incombe, le nuvole arrivano veloci, Palmarola sembra galleggiare sospesa in aria mentre le altre isole scompaiono fra nubi e foschia.
Inizia a diluviare e non sembra pioggia troppo passeggera. Cosi', nonostante non manchi moltissimo alla vetta, indossiamo i kway e giriamo i tacchi.
In un'ora siamo di nuovo alla macchina, è quasi ora di pranzo, scendiamo al porto e pasteggiamo con pesce locale e vino bianco, impegnandoci per un nuovo tentativo ... non appena possibile

qualche foto
partenza da torre paola, ma il sentiero è chiuso e sbarrato
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palmarola sospesa sul mare
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il picco che si avvicina.. ma anche le nuvole
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e la pioggia
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Peccato ma credo che ci si possa consolare con la opportunità di tornare in una di quelle giornate in cui il il luogo dà il meglio di sé: giornate, certo, fresche, ma soprattutto assolate, una combinazione (fresco+sole) non poi così rara in questi ultimi inverni. La salita più bella poi, come saprete, è quella da Torre Paola essendo l'altro sentiero (da le Crocette) una lunga sgambata su uno stradello in cresta che porta a ridosso del picco per diventare - almeno prima degli ultimi lavori, ora non so - un sentiero piuttosto problematico per la mancanza di una traccia evidente e l' abbondanza di vegetazione.

***
Sono peraltro curioso di conoscere in cosa consistano i lavori, comprendo da un lato la preoccupazione di prevenire i numerosi incidenti che pure ci sono stati (credo per lo più ad inesperti con scarpe inadatte) ma non vorrei che ne risultasse una via "troppo comoda", tale da incoraggiare un aumento di presenze già al limite dell' "overtourism" in certe giornate.
 
Eh in effetti quando arriva la pioggia meglio tornare,
mi hai ricordato una escursione improvvisata anni fa.

Eravamo andati per un pic-nic gli altri non erano appassionati di escursioni,
Io decido di raggiungere per conto mio, il monte Nero sugli appennini piacentini ma le nuvole incombevano.

Il guaio è che eravamo piazzati lontano dall'imbocco dei sentieri CAI e avrei dovuto fare un lungo giro in asfalto prima di prendere il sentiero, così decido ti tagliare dritto attraverso il bosco puntando ad intercettare il sentiero quasi sulla cima. E così faccio appena arrivato sulla cima arrivano le prime gocce rifaccio allora il percorso all'indietro ma dopo aver abbandonato il sentiero tutto viene avvolto dalle nubi e mi ritrovo in una nebbia che non vedo a 2 metri e così non ho nessun riferimento.

Per fortuna si trattava di un percorso breve e con poche possibilità di sbagliare.
 
Ricordo che il sentiero che parte da Torre Paola,quello fatto da me diversi anni fa,era una "spada" dritta e ripidissima,almeno in parte,quindi anche pericoloso in certe situazioni,non credo avesse le caratteristiche di un sentiero escursionistico che con quelle pendenze avrebbe dovuto addomesticare la salita a mezzo tornanti.Mi ero già chiesto se sarebbe stato modificato in futuro.
 
...addomesticare la salita a mezzo tornanti. ...
Dissento: già così come é troppo poco selettiva, sale troppa gente, tra questa gente tantissimi inesperti con scarpe inadatte che fidano esclusivamente sulla forma fisica per andare in cima e che, purtroppo, riescono a superare quel primo tratto per poi trovare, sulla via di discesa, che parte poco sotto la cima, uno scapicollo di 500mt dove occorre spesso aggrapparsi agli alberi per mantenersi stabili. E sembra che sia proprio lì che avviene la maggior parte degli incidenti.

La prima ordinanza di divieto (non so che fine abbia fatto, credo scaduta) obbligava a farsi accompagnare da una guida, per quanto odiosa per gli escursionisti esperti (che di guida certo non hanno bisogno in un posto simile) aveva senso - ignoro però se sia servita a qualcosa.

Segnalo il precedente del PNALM, dove, per altri motivi (faunistici), la salita in val di Rose per alcune settimane estive è vietata a chi non sia accompagnato dalle guide del parco, previa prenotazione.
 
Dissento: già così come é troppo poco selettiva, sale troppa gente, tra questa gente tantissimi inesperti con scarpe inadatte che fidano esclusivamente sulla forma fisica per andare in cima e che, purtroppo, riescono a superare quel primo tratto per poi trovare, sulla via di discesa, che parte poco sotto la cima, uno scapicollo di 500mt dove occorre spesso aggrapparsi agli alberi per mantenersi stabili. E sembra che sia proprio lì che avviene la maggior parte degli incidenti.

La prima ordinanza di divieto (non so che fine abbia fatto, credo scaduta) obbligava a farsi accompagnare da una guida, per quanto odiosa per gli escursionisti esperti (che di guida certo non hanno bisogno in un posto simile) aveva senso - ignoro però se sia servita a qualcosa.

Segnalo il precedente del PNALM, dove, per altri motivi (faunistici), la salita in val di Rose per alcune settimane estive è vietata a chi non sia accompagnato dalle guide del parco, previa prenotazione.
Sul PNALM i motivi credo siano diversi.Sul Circe ricordo che insieme al CAI di Aprilia facemmo tutti la stessa osservazione.A mente non ricordo il tratto che menzioni tu,dovrei andarmi a rileggere un mio vecchio post.Sta di fatto che un sentiero escursionistico deve soddisfare dei requisiti e dei parametri particolari, soprattutto l'entità della pendenza.Su quel tratto ho i miei dubbi.Poi il problema della eccessiva frequentazione,anche e purtroppo di gente inesperta penso appartenga a un altro tipo di problematica.
 
Certo nel PNALM si parla di tutelare la fauna (caprioli se non erro) dall' invasività dei turisti, al Circeo della sicurezza dei turisti stessi, il problema di fondo in entrambi i casi è l' overtourism.

In figura: la freccia blu indica il tratto ripido che in genere si fa salendo (da quota 40 a 220, mi riferisco alla parte nel bosco con fondo sterrato, zona in verde chiaro sulla cartina) la freccia rossa il tratto ripido che in genere si fa in discesa (da quota 500 a quota 60, in effetti meno dei 500 detti nel precedente post). E' anche possibile ridiscendere per la via di salita, salvo dover affrontare i tratti di pur facile arrampicata in discesa condividendo il poco spazio con il flusso dei turisti che sale.)


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se il punto è non poterlo chiamare "sentiero escursionistico" lo si chiami altrimenti, intervenire per renderlo più facile (e, non dimentichiamolo, meno divertente per chi in montagna ci sa andare) mi sembra assurdo!
 
Ultima modifica:
sale troppa gente, tra questa gente tantissimi inesperti con scarpe inadatte che fidano esclusivamente sulla forma fisica per andare in cima e che, purtroppo, riescono a superare quel primo tratto per poi trovare, sulla via di discesa, che parte poco sotto la cima, uno scapicollo di 500mt dove occorre spesso aggrapparsi agli alberi per mantenersi stabili. E sembra che sia proprio lì che avviene la maggior parte degli incidenti.
le cose troppo selettive servono solo a farti ODIARE qualcosa e magari le persone che ti spingono o obbligano a farla.
Se si vuole che ci sia un turismo un goccio responsabile (giusto non in stile merenderos) occorre che le difficoltà siano congrue(spero che il perido delle trappole dei vietcong sia finito).
Se vogliamo che la gente smetta di ingozzarsi come i maiali nei ristorantini il fine settimana alimentando il girovita e le malattie metaboliche per poi chiuderci tutti in casa al primo virussino che li stermina.
Se una strada è insicura la si mette a posto,se per fare una salita difficile ci vanno le catene di inverno si mette un cartello.
Se servono scarpe adatte si mette un cartello e almeno per chi ha il cervello acceso il problema è risolto.

Questo "sale troppa gente" ricorda un "c'è troppa gente in giro" del downlock....IMHO ovvio.
La prima ordinanza di divieto (non so che fine abbia fatto, credo scaduta) obbligava a farsi accompagnare da una guida, per quanto odiosa per gli escursionisti esperti (che di guida certo non hanno bisogno in un posto simile) aveva senso - ignoro però se sia servita a qualcosa.
si,ad alimentare un bisness,io la vedo così. Personalmente la grotta di rio martino una volta era "libera" oggi servono mille vaccate infami e una guida per salvaguardare uno stupido pipistrellino che se peraltro è arrivato fino a noi anche con la grotta libera dovrebbe fare pensare.
Inoltre dopo l'anno e mezzo di una tristissima storia "pidemica" me li fa vedere sotto tutto un altro punto di vista
Segnalo il precedente del PNALM, dove, per altri motivi (faunistici), la salita in val di Rose per alcune settimane estive è vietata a chi non sia accompagnato dalle guide del parco, previa prenotazione.
Insomma si vogliono altri divieti in mezzo ai maroni,personalmente il giorno che appariranno degli escursionisti armati come rapper americani che faranno piazza pulita di fauna e controllori non piangerò una lacrima. Ma non perchè odio fauna e controllori ci mancherebbe altro,tra quando canto,il telefonino che suona come lettore i classici del rock e abbondanti produzioni di rutti e gas intestinali la fauna (vipere e lupi compresi) da me si fanno vedere poco,semplicemente perchè il detto "ad ogni azione corrisponde una reazione" si applica nel suo modo più brutale. e come c'è gente che gode quando vengono messi divieti c'è gente che fa il contrario.
P.S.
Dopo il periodo virussico se sentissi che quel badola di duning kruger (che era siulla bocca di chi più badola di lui contestava il libero pensiero) si è fatto harakiri con il rasoio di occam mi strapperebbe un sorriso
 
Ultima modifica:
le cose troppo selettive servono solo a farti ODIARE qualcosa e magari le persone che ti spingono o obbligano a farla.
Un chiarimento sul contesto: siamo al centro di alcune decine di Km delle spiagge più belle del Lazio, la costiera sabbiosa da Terracina a marina di Latina, dove c' é stato un boom di seconde case (da S. Felice a Terracina) e dove la Capitale vomita centinaia di migliaia di "giornalieri" tutti i santi week end della bella stagione.
Se uno solo su 1000 di questi pendolari invece di starsene sulla spiaggia a sorbire mojito decide di salire su quel sasso ecco che in cima come niente ti trovi centinaia di persone, dopo tutto per salire -al netto del rischio di farsi male - ad un ragazzo/a di venti anni basta non essere del tutto bolso ed in fondo a farsi male sarà uno su 10.000, sempre troppi sul piano umano ma nemmeno tanti su quello statistico.

L' ordinanza del sindaco (due i comuni credo Sabaudia e S. Felice) lo farà odiare? Se ne farà una ragione di essere odiato dai romani, se non altro perché non sono i vacanzieri domenicali a votarlo.

Il "vero" problema è che l'unico discrimine che l' ordinanza sindacale può imporre è l'obbligo della guida, che, come è già stato fatto notare su questo forum, risulta seccante per chi di una guida non ne ha bisogno, e sono (siamo) comunque tanti in una regione che di montagne ne ha parecchie, già nella stessa provincia di Latina, a poche decine di Km dal Circeo.
 
Mi sento di intervenire essendo un "locale" che si è escursionisticamente formato proprio su questo promontorio scalato decine e decine di volte. La mia prima preoccupazione riguarda i fantomatici lavori di messa in sicurezza che mi auguro non vadano a compromettere la bellezza e l'autenticità del percorso con orride infrastrutture.
Per quanto riguarda le restrizioni è sempre la solita storia: un luogo è al sicuro fin quando non arrivano affollamento e turismo di massa, appena si affacciano troppe persone automaticamente la libertà della natura viene sostituita dalle problematiche tipiche della città. Nella mia visione potrebbero anche chiuderlo del tutto alla fruizione dato che questi numeri sono insostenibili sia per gli interventi di sicurezza richiesti sia per il disturbo che inevitabilmente si arreca all'ecosistema: ultimamente avevano perfino montato un'amaca sulla vetta e stoccato bottiglie di vino questo per farvi capire a che punto siamo arrivati.
Di montagne da scalare ce ne sono tante per fortuna, non è scritto da nessuna parte che sia necessario ammassarsi tutti sul Picco di Circe.
 
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