Terre rare, ovvero l'ubiquità.

http://www.repubblica.it/ambiente/2011/07/01/news/web_oro-18480870


Basta leggere questo articolo e ci si renderà di come la nostra vita, oggi, è proprio come camminare costantemente su una cresta.
Esposta cioè a mille, diecimila possibili "black out" di tutti i tipi, dove tutto (anche i messaggi che ci scambiamo, come questo) è appeso a un filo invisibile quanto sottile, ossia la disponibilità di qualcosa che spesso è rarissimo e, come se non bastasse, concentrato in pochissime mani.

E dove però l'incredibile è come e quanto quasi nessuno lo sappia. Tutto ciò che ci sembra normale è invece di una precarietà spaventosa. La disponibilità di massa per tante cose ha qualcosa di miracoloso a tal punto che viene subito spontaneo domandarsi (appena si sa come stanno le cose) se sia più logico pensare che possa anche durare nel tempo o invece, piuttosto, il contrario.

Col rischio che di colpo avvenga come accade per la salute: scoprirne l'importanza e il privilegio di averla solo quando viene a mancare.
Ci siamo costruiti col progresso una vita sicuramente più interessante, ma altrettanto sicuramente molto più vulnerabile.
 
...vallo a dire ad Antonio Simioli....

ti dirà che non abbiamo studiato statistica e che i prossimi 150.000 anni saranno dettati da una crescita esponenziale che solo chi conosce i misteri della matematica come lui può riuscire a comprendere ed abbracciare appieno.

abbiamo la strada spianata, con queste teste....intendo dire...con queste menti illuminate , quando sarò anziano vedrò nuovi mondi come star trek!
altro che stronzio, gallio e tellurio!

quanto siamo fortunati!
 
Alcuni elementi già vengono "riciclati" ma il problema è che le quantità in gioco, sui singoli prodotti finiti, è talmente irrisoria che i costi di riciclo (estrazione, concentrazione e raffinazione) sono anti economici, ai prezzi odierni ovviamente; probabilmente quando i costi delle materie prime "vergini" :p aumenteranno, ulteriormente, diventerà più conveniente il riciclo ed allora il costo delle materie prime "vergini" si riabbasserà e tornerà sconveniente il riciclo sino a quando aumenterà nuovamente per effetto della domanda&offerta e ritornerà conveniente il riciclo ...... e così avanti ..... sino a quando non si troveranno altri metodi estrattivi più convenienti o remunerativi o metodi alternativi che non usano queste materie prime. Se vuoi la visione ottimistica.

Se invece vuoi la visione pessimistica ......... sostituisci da "e così avanti" con ...... sino al completo spolpamento delle materie prime della terra con la conseguenza che un ipod da 100 costerà 10000 perchè 9900 serviranno per pagare queste materie prime, la conseguenza di questi aumenti saranno il crollo dell'economia dei paesi asiatici che vivono sull'elettronica poichè la domanda, di questi oggetti, crollerà.

Se vuoi la visione catastrofica ....... aggiungi alla visione pessimistica ..... con i paesi asiatici alla fame la terza (o la quarta) guerra mondiale darà il colpo di grazia al nostro mondo ...... e "non" vissero felici e contenti.

IMHO / AMMP

Ciao :), Gianluca
 
inoltre ad ogni passaggio in riciclo, se ne perde una certa quantità in ossidi non recuperabili.
ad esempio per il piombo delle batterie la percentuale di riciclo è del 60 %, il resto viene perso.
 
è vero avete ragione, ma per riciclo intendevo anche che un prodotto non può vivere solo per 3 anni.....si dovrebbe avere la possibilità di aggiustarlo e riutilizzarlo, non solo di rimpiazzarlo sempre con uno nuovo. credo che il tempo di vita delle cose debba necessariamente essere allungato per 2 motivi:
1. quelli citati di sfruttamento delle risorse,
2. nessuno avrà più così tanti soldi per comprare sempre nuovi prodotti.
 
I "numeri" sono un pochino il mio pane quotidiano ma come economista credo che avrei le stesse probabilità di un elefante di avere un rapporto completo con una formichina però, credo, che la legge dei grandi numeri è valido anche in economia e non me vogliate se dico troppe stupidaggini :biggrin:

Io la vedo così ...... :p

Se si producono molti pezzi, il prezzo cala e si possono vendere a più acquirente inoltre si è portati a immettere prodotti sempre più innovativi in seguito a ricerca e nuove tecnologie finanziate dagli utili; se si producono pochi pezzi, il prezzo è alle stelle e si vendono pochi pezzi, pochi pezzi vuol dire molto guadagno per oggetto ma alla fine le somme in gioco sono molto più basse, liquidità più bassa vuol dire poca disponibilità a immettere nuovi prodotti e la ricerca (innovazione) si riduce notevolmente ..... minore ricerca vuol dire utilizzare tecnologie vecchie e meno performanti (anche a livello ecologico).

D'altro canto produrre più pezzi implica o una rotazione più veloce dello stesso prodotto (per cui una vita breve o una anti economicità a ripararlo) oppure aumentare il numero di acquirenti, per aumentare gli acquirenti o si abbassa il prezzo di vendita o si aumentano i redditi pro capite (aumento stipendi e/o aumento dei lavoratori) o ....... boh ?

Morale della favola ...... sino a quando non si troverà la possibilità di vivere con la sola aria, e sino a quando la popolazione mondiale continuerà ad aumentare, ci saranno sempre più prodotti scadenti, qualitativamente parlando (fatti male e con una vita breve), ma ad un prezzo sempre più stracciato.

Mi è venuto il mal di testa :rofl: ...... lo dicevo al medico che non mi poteva cambiare la cura con i psicofarmaci dall'oggi al domani :rofl: ...... guarda che pensieri che faccio ;)

Ciao :), Gianluca
 
è vero avete ragione, ma per riciclo intendevo anche che un prodotto non può vivere solo per 3 anni.....si dovrebbe avere la possibilità di aggiustarlo e riutilizzarlo
Per combattere questa brutta cosa che si chiama obsolescenza programmata bisogna imparare a dare un valore maggiore alla qualita' delle cose e bisogna imparare a metterci le mani dentro per aggiustarle quando non vanno.


Nel mondo dell'informatica c'e' il software libero :woot::woot:

Magari questo articolo rende piu' chiaro il concetto:
Fatti per non durare | Terra - Quotidiano di informazione pulita
 
La mia professoressa di ecologia diceva sempre:
<<se tutti, sulla faccia della terra, volessero un telefonino non ci sarebbero materie prime sufficienti per produrli>>

Morale 1: siamo troppi
Morale 2: se le popolazioni dei paesi sviluppati posseggono prodotti tecnologici è grazie alle popolazioni dei paesi sottosviluppati che non ce le hanno.
 
Nel 2010 sono stati VENDUTI 1.4 miliardi di telefonini !!!! ..... io credo che a breve (2012 ?) ..... saranno in circolazione più telefonini che esseri umani :lol:

Ciao :), Gianluca
 
Bella idea ...... ma come ?

Ci affidiamo anche lì a dei tecnici ? ...... uhm uhm uhm uhm uhm uhm ..... meningi meningi meningi ...... mi verrebbe da dire "no grazie preferisco vivere" in base a questa (pochissima e ancora prematura) esperienza di un governo "tecnico".

Ciao :), Gianluca
 
la mia morale della favola era: cambiamo in maniera radicale il nostro modello di sviluppo :biggrin:

C'è un grosso problema/errore di fondo. E' proprio lo "sviluppo" il fattaccio. Un sistema basato sulla crescita continua non può essere altro che un banalissimo sogno... non si può crescere per sempre..... o forse era non può piovere per sempre? :mumble:
 
Diciamo che e' difficile essere in disaccordo con tutti voi,perche' sono appunto d'accordo con tutti contemporaneamente ma,per una volta ,non voglio essere un pessimista e mi dico che e' una prerogativa dell'essere umano quella di cercare,cercare,cercare per poi di colpo cambiare strada e sbagliare di nuovo,sperimentare,fare casini (anche molto gravi e specularci alla grande) per poi cercare nuovamente,cercare,cercare e sbagliare un'altra volta....una volta al Nautico un mio prof. in 5^ ci disse che tutti i disastri navali della storia con tutta la loro disperazione e morte sono comunque serviti a fare un passo in avanti.....alla tecnologia,alle comunicazioni,ai cantieri navali,insomma un po'a tutti, e ancora adesso e' cosi'(o almeno si spera:biggrin:)....quindi, per tornare al discorso del post ,credo che tra non molto,non ci sara' piu' bisogno del Tellurio,Indio ecc.ecc.perche' magari si e' scoperta una nuova tecnologia che ci terra' comunque appesi sempre al famosissimo filo o a camminare su una cresta.....quello che io condanno e' invece quello che crea tutto questo,i danni ambientali economici e sociali che si creano in altre zone del pianeta ecc.ecc.ecc.
 
Ragazzi, che dite, invece dei messaggi, incominciamo a mandarci telegrammi o letterine....ma, il risultato sarebbe diverso?

Forse l'unica cosa sarebbe incontrarsi spesso tutti insieme ma, anche così ci sono degli "inquinanti" in ballo legati agli spostamenti continui.

Io sono, un "Razionale" Ottimista, ma anche, un Istintivo Pessimista.
La strada che le future (neanche tanto lontane) generazioni devono percorrere, io non so in realtà se è un binario morto o meno,.... di sicuro, i Padri di oggi e i Nonni di oggi, se non si sbrigano a capire la strada da intraprendere, ho paura che di morto non ci sarà solamente il binario.
Daltronde mi pare che i Padri e i Nonni, abbiano creato una massa di Figli che, sono sveltissimi a comprendere le cose (spesso le peggiori), ma non comandano ancora nulla e se i Loro progéni sbaglieranno strada, Loro non avranno più le conoscenze che gli permetteranno di sopravvivere come cento anni fa;....abbiamo e stiamo ancora perdendo mille Mestieri che per millenni ci hanno fatto andare avanti su questo Pianeta, tutto a causa del Consumismo.
Il giorno che non saranno più in grado di Vivere, non sarà perchè verranno meno le materie prime, ma perchè non sapranno più Continuare a Vivere Semplicemente, avranno perduta la Sapienza della Storia; non sapranno più ricavarsi un filone di pane da un campo di grano e non perchè non avranno spazio per i campi ma perchè non sapranno come fare.
 
Leggendo l'articolo del link mi sono ricordato che nelle "terre rare" ero già incappato.

Il concetto curioso che emerge stavolta (racchiuso nel titolo "i limiti del pianeta valgono per tutti") è che perfino passare a una nuova situazione radicalmente PIU' ecologica rispetto a quella attuale comporterebbe - per paradosso - degli impatti molto MENO ecologici, come appunto un'improvvisa scarsità/esuarimento di questi elementi già di per sé molto scarsi, come dice il nome. La ragione è che sono essenziali in alcune tecnologie come l'eolico ed i veicoli a trazione elettrica, a loro volta essenziali per rendere credibili gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Quindi, è come dire che per sfuggire o evitare certi limiti si finisce per sbattere contro altri. Lettura interessante ed istruttiva, che piacerà credo a Federico perché di striscio afffronta pure il concetto dell'energia persa/distrutta per le estrazioni (l'EROI, il ritorno energetico sull'investimento energetico).

Green economy, terre rare e minerali: i limiti del pianeta valgono per tutti - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
 
conoscevo già questi dati, li tengo a mente per ricordarmi di quanto siamo bravi a sviscerare un problema, tanto bravi quanto inefficienti nell'affrontarlo :)
In ogni caso posso fare ben poco per questa isteria collettiva se non aumentare la resilienza mia e della comunità in cui vivo.
Penso comunque che oramai un collasso sia inevitabile e in qualche modo anche auspicabile: non esistono "pareri neutrali", in questo momento storico chi fa' la "svizzera" finisce inevitabilmente a dar la spalla ai poteri degenerati, parafrasando Coline Serrau.

Proprio ieri sera abbiamo fatto la cena del Gruppo di acquisto solidale, abbiam parlato di molte cose e la gente, dopo un anno, finalmente si è aperta, confidando le sue paure, le sue angosce... ogni tanto una catarsi ci vuole, da quel guazzabuglio di sentimenti negativi ne sono uscito piuttosto frastornato, tutti a voler cambiare gli altri ma il concetto è uno ed uno soltanto: il cambiamento deve prima avvenire dentro i nostri cuori, la mente ed il mondo esterno sono solo una conseguenza.

Quindi posso tranquillamente iniziare a scordarmi l'EROEI, quello non funziona neanche con gli ingegneri :)
 
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