Tesi sul Trekking!

Ciao!

Sono uno studente in Scienze del turismo in procinto di tesi, e vorrei stenderla sull'argomento "trekking"
Ecco, volevo sapere se qualcuno di voi conosce dei libri affidabili da poter consultare =)

Gli argomenti che andrò a trattare saranno più o meno:
- I rischi dell'attività
- La forma mentis del trekking (come ci si comporta durante l'attività, cosa può cambiare tale attività in una persona)
- L'equipaggiamento
- Il bilanciamento tra voglia di comodità e voglia di rischio che attira il turista al trekking

Grazie! :D
 
Ciao BeerHero (bel nome) Benvenuto sul forum.

Anche io, a priori forse la penso come Daedin e cioe' che l'escursionismo e' una cosa istintiva, da non analizzare molto.

Pero', pensandoci bene,
visto che sei uno studente, ti voglio aiutare se posso,
e visto che tratti di una risorsa (Il turismo) importantissimo per l'Italia, ti voglio aiutare, se posso.

La prima domanda che ti farei per inquadrare la situazione e per fare rendere di piu' una tesi e' questa:

A che scopo vuoi fare questa analisi?

Per esempio:

Vuoi che la tua analisi crei possibilita' economiche per la zona di cui stai trattando?
Vuoi mirare a sviluppare nuovi prodotti per la categoria dei trekkers?
Altro?
 
S

Speleoalp

Guest
Prova a cercare delle guide nel Club Alpini di dove abiti, solitamente quelle pubblicazioni riprendono gli argomenti che hai citato e sempre solitamente sono attendibili.
Poi il discorso soggettivo è tutt'latra storia, infinita... ma quello che hai chiesto lo puoi trovare senz'altro in quei libri/guide.
 
Grazie per il commento costruttivo Crafter.

Per quanto riguarda i prodotti stavo pensando a qualcosa di sperimentale, a metà tra il survival kit a lungo termine ed un equipaggiamento da trekker completo, (utilizzabile dunque anche come Bug Out Bag) ma sono cose che dovrei discutere col prof =)
La tesi è sul trekking in generale, e verte su quei 4 punti che ho scritto. Una parte di essa vorrei che fosse una sorta di guida molto riassuntiva e veloce da leggere per neofiti in questa disciplina.

Speleoalp hai ragione, sicuramente andrò a darci un'occhiata, spero solo siano scientificamente riconosciute dal mio ateneo =)
 
eh basta rischi rischi rischi!!!!!!!!!
Cos'è una tesi sul trekking oppure sul rischio!?!?!
In quattro dei punti che hai dato la parola "rischio" rientra già in due.
Va a finire che vieteranno il trekking perchè pericoloso per le persone. Già i media ogni tanto ci danno dentro inculcando nella ente una valanga di str-----te
Le persone che non conoscono il mondo del trekking la prima cosa che pensano è Bear Grylls.

In ogni caso, scusa il pH, ma se la pensi così sei fuori strada e se fossi in un relatore la boccerei subito una tesi così.


Ti dò qualche spunto costruttivo (IMHO)

Analizza il trekking visto dall'italiano o il trekking visto da uno straniero (per semplificare puoi prenderti alcuni stati dell'Europa meridionale, il centro e il Nord Vs l'America).
Per questo devi frequentare i forum e studiare cosa le persone chiedono o quali siano gli "hot topic".
Per esempio puoi prenderti forum in aggiunta a questo, come backpackinglight (USA) o outdoorseiten (Germania) e spulciarli un po'.

organizzerei anche la tesi in modo da evidenziare peculiarità stagionali.

- La forma mentis del trekking (come ci si comporta durante l'attività, cosa può cambiare tale attività in una persona)

Uno spunto (un po' estremo):

http://christine-on-big-trip.blogspot.de/p/about-me_03.html


- L'equipaggiamento

di questo si trova molto in rete.
Un vasto argomento è il confronto tra il backpacking tradizionale o l'ultralight, e qui ci sono anche numerosi libri a riguardo
 
Forse sono stato troppo sintetico io, con "rischi" intendo anche e soprattutto come fronteggiarli, specialmente per un novizio, esempio stupido:
Non voglio dire "Non andate a fare trekking perché il sole picchia e crepate con una botta di calore" ma tuttalpiù "Se andate a fare trekking portatevi un cappello e/o della crema solare".
Quindi il fulcro del discorso sarebbe sulla soluzione,e non sul rischio, in modo da incoraggiare futuri hikers.
D'altronde è un'attività che mi piace, perché dovrei parlarne male?

Sono sicuro che si trovino parecchi libri, ma appunto per questo ho chiesto qui, non ne conoscete qualcuno che, secondo la vostra esperienza, sia più adatto degli altri? =)

Grazie comunque delle segnalazioni!
 
Analizza il trekking visto dall'italiano o il trekking visto da uno straniero (per semplificare puoi prenderti alcuni stati dell'Europa meridionale, il centro e il Nord Vs l'America).
Per questo devi frequentare i forum e studiare cosa le persone chiedono o quali siano gli "hot topic".
Per esempio puoi prenderti forum in aggiunta a questo, come backpackinglight (USA) o outdoorseiten (Germania) e spulciarli un po'.


organizzerei anche la tesi in modo da evidenziare peculiarità stagionali.


quoto parola per parola.



La tesi è sul trekking in generale, e verte su quei 4 punti che ho scritto. Una parte di essa vorrei che fosse una sorta di guida molto riassuntiva e veloce da leggere per neofiti in questa disciplina.

Allora, come prima cosa farei un tentativo a definire "Trekking". Non ho problemi ad usare la parola perche' non e' la solita Americanata: E' una parola Boera Sudafricana :) per me', per esempio e' un viaggio a piedi o con i muli di almeno 3 giorni fermandosi ogni notte in un posto diverso.

Sul discorso dei rischi e survival: Non conosco il "Survival", :) ma secondo me il Trekker, in un ambito turistico, dovrebbe fare tutto quello che puo' per evitare di mettersi nei rischi ed usare le risorse naturali non rinnovabili o rinnovabili lentamente.

Se si vuole sviluppare il Trekking anche decentemente come risorsa turistica e poi si lascia che tutti raccolgano legna, per esempio, o peschino dal laghetto da dove passa il sentiero, non rimane piu' niente.

Su questo fenomeno ti potrei dare un esempio che vorrai ricercare: Anche se in Nord America ci sono dei posti pieni di legna da prendere come vuoi, nel Parco nazionale di Yosemite se vuoi fare un "Trek" ti devi prenotare da mesi ed e' ormai da decenni VIETATISSIMO raccogliere anche uno stecchino dal suolo. Credo che l'unica risorsa naturale che ti lasciano usare e' l'acqua dei ruscelli, prova a vedere per confermare. I trekkers, prima delle camminate, vanno in macchina a dei punti strategici che intersecano i sentieri e lasciano li' i caches di cibo ed equipaggiamento per i prossimi giorni di cammino. La conclusione per la tua guida per neofiti: Portarsi tutto da casa, o come si fa' anche in Italia, appoggiarsi ai rifugi.

Tutto IMHO.
 
quanto segue sembra molto più polemico e molto meno amichevole di quanto sarebbe se ne stessimo parlando faccia a faccia, non ti offendere, perché nonostante il tono vuole essere un aiuto.

Secondo me la prima domanda che qui chiunque ha letto la tua richiesta si sta facendo da ieri è "ma lo SAI, di che stai per parlare, oppure no"? Cioè l'hai mai FATTO trekking tu, o è un argomento che ti è capitato addosso per caso, di cui non sai nulla? Perché da domande tipo "qualcuno di voi conosce dei libri affidabili" sembrerebbe proprio così.

Il che non vuol dire AFFATTO "se appena ti è possibile lascia perdere, cambia argomento". Anzi. Magari viene fuori qualcosa di originale e interessante PROPRIO perché ci ha lavorato qualcuno "da fuori", a mente fresca.

Però io la parte sull'equipaggiamento la casserei e basta. Un po' perché mi sembra quella di meno valore, come argomento di tesi, ma soprattutto: se chiedi libri affidabili e davvero non hai mai fatto trekking, più di un copia e incolla di utilità assai discutibile non ne verrà fuori. E se discutendo la tesi becchi qualcuno che va in montagna regolarmente, fissato sull'equipaggiamento come la gente che gira qui, ti fa fuggire piangendo.

Su forma mentis e bilanciamento del rischio, suggerisco di leggere anche i libri di Bonatti o di Mauro Corona (a partire da "I misteri della montagna"), lì secondo me trovi sia citazioni utili, sia spunti per analizzare l'estremo opposto, cioè quelli che attaccano i sentieri solo con sandaletti, canottiera, abbronzante e bancomat
 
mi rendo conto parlando con chi non fa trekking o sport outdoor in generale che c'e' una visione estremamente distorta di questo mondo.
Penso sia colpa dei media, tra attacchi all'orso e survival.
Non e' niente di tutto cio', anche se e' quello che piace alla gente comume.
L'altra visione e' il trekking-famiglia, in posti turistici e a massimo a 1-2 ore di distanza dal parcheggio. La parola "trekking" non c'entra proprio, la chiamerei passeggiata, non confondere le due cose... In Italia, gente che pratica trekking vero ce ne e' poca.

IMHO fare una tesi senza saperne niente e' difficile, perche' la visione del trekking la si matura sul campo e non leggendo libri.
I libri sono utili a chi vuol leggersi questi temi per piacere, o per chi e' esperto, per cercare tra le righe utili trucchi e suggerimenti, o semplicemente per immedesimarsi...

Son cattiva e dico che se fai una tesi da un unico libro, a digiuno di trekking e senza sentire la gente, vien fuori un riassunto dello stesso per non dire un plagio.
 
S

Speleoalp

Guest
Beerhero, io comunque sono a disposizione senza problemi se hai domande o curiosità (anche in privato), senza sviare da quello che chiedi e cerchi... le motivazioni, giustificazioni, ecc sono di tua competenza, se riesco ad aiutarti rispondendo a qualche tua domanda specifica, lo faccio volentieri.

Per quanto riguarda le definizioni, sicurezza, ecc mi astengo... in quanto le definizioni per me valgono meno di 0 e per moltissime ci sono "mille" posizioni differenti. Senza contare che moltissime a livello storico vengono re interpretate in base alla scuola di pensiero di persone, gruppi, ecc... In realtà si potrebbe parlare di "attività in natura". Per i rischi e i pericoli, come in ogni attività, ritengo siano le prime cose di cui rendersi consapevoli... difatti ci sono "mille mila" incidenti evitabili e che coinvolgono spesso gli espertoni,.....
 
oh Signur! Ci rovineranno anche il trekking!! O.O
Secondo me questo è un po' indipendente dalla tesi. Anzi, fossi nell'autore indagherei molto a fondo i cambiamenti che ci sono stati nel tempo in questa attività.

Fino a 15 anni fa in montagna ci andavi mediamente un po' come ti pareva. Oggi se fai sentieri di moda è probabile che devi stare anche attento a come ti vesti, altrimenti finisci per essere deriso.
Qualche anno fa, in montagna si andava con le mimetiche del mercatino di surplus militare, lo zaino invicta mezzo rotto delle scuole medie o gli zaini di stoffa degli alpini e bene o male eri un praticante. Le tende e sacchi a pelo erano un gran bell'acquisto e le 4 stagioni erano tende da spedizione che in media non erano possedute dai trekker standard, e solo quando avevi alimentato la passione per molto tempo allra ti recavi in un negozio per comprare costosa attrezzatura da trekking.

Oggi tutto è molto più codificato e specializzato. Prima della tua "prima" escursione valuti già l'acquisto di materiale tecnico particolare e spendi un capitale. Materiale tecnico dalla testa ai piedi di default, non acquistato nel tempo e col crescere della passione ma già in partenza. Ne consegue che la flotta di famigliole che passeggiano in montagna la domenica sono già vestite sbrilluccicanti come un alpinista esperto (affiancati dagli opposti che salgono con i sandali ma pur sempre alla moda). Se guardano uno che se ne stà qualche giorno nel bosco e si fa un rifugio dicono che è un rambo o che è matto, quando loro la montagna manco sapevano cos'era prima che la tv gli spiegasse quando fosse figa la natura.

Anche nell'ambiente "anglosassone" più stretto le attività sono molto codificate:
A: «Quindi tu adotti un approccio bushcraft con elementi survival mantenendo un equipaggiamento ultralight?»
B: «Veramente volevo farmi una passeggiata un po' così... per i fatti miei, star quà una notte e tornare»
A: «Ahh, wild camping... però che zona affollata, ho incontrato 3 skyrunner e un paio di nordic walker, 2 biker che scendevano e una coppietta che faceva bird watching ma non avevano neanche un 10x40, così è inutile. Che poi sti rovi, mi sono strappato il pantalone in gtx che avevo comprato sabato scorso, fortuna che è ripstop».
B: «...»


Insomma la massa ha riscoperto la montagna e l'economia ha fiutato per bene. Semmai è questo che potrebbe rovinare il trekking. Servirebbe più rilassamento... più "faccio quel che mi pare, come mi pare". Insomma evitare di farsi problemi di standardizzazione.
Se un giorno arriverai a farti dei problemi su ciò che indossi o su "come" pratichi la tua attività in natura nei confronti di altri escursionisti, allora quel giorno il trekking sarà rovinato.

Secondo me questo forum o la sua tesi o altra divulgazione in materia dovrebbe invece aiutare a concentrarsi più sull'aspetto delle uscite in natura che sulle modalità con cui si esce.

Insomma non fraintendetemi, non è una critica all'acquisto di equipaggiamento tecnico (supergiustificata dal fatto che comunque oggi costa pochissimo e funziona benissimo) ma sul fatto di non far pesare mentalmente queste cose.
Rimanendo nell'ambito del forum, ecco cosa mi ha fatto innamorare di questa community
Quì il post chilometrico: http://www.avventurosamente.it/xf/threads/trekking-in-lessinia.1683/
Quì il resoconto: http://www.housegate.net/woodvival/escursioni/lessinia2008/lessinia2008.htm
Insomma, secondo me quello è il senso delle uscite in natura.

Ma questo post è valido anche per la pesca, la caccia, la mountain bike e qualsiasi altra attività che ad oggi devi leggerti un manuale per vedere se la stai praticando secondo gli standard o stai sbagliando qualcosa.
Sono passatempi: fate quel che cavolo vi pare, con le cose che avete o che potete permettervi; zero problemi, solo rispetto, questa dovrebbe essere l'unica regola dell'escursionismo.
 
che bell'idea :)
non mi pare ci siano problemi a sviscerare le tematiche inerenti i tre punti da te fissati anzi, potremmo forse dover essere costretti a sfrondare il troppo materiale :)
credo, per te, sia più comodo decidere in che modalità decidere il flusso informazioni:
tu chiedi, in modo selettivo, e ti viene risposto
fissi un generico argomento e genericamente ottieni materiale grezzo (risposte).
p.s. hai un Messaggio Privato
 
"le definizioni per me valgono meno di 0"

ma per lui/lei no, almeno se ci tiene a fare bella figura. Noi, qui, e chiunque altro a livello personale, possiamo fare quello che ci pare, ovviamente, e entro certi limii possiamo anche **chiamarlo** come ci pare.

Ma una tesi universitaria è un'altra cosa, la correttezza linguistica è di rigore. E a rigor di termini trekking, nella lingua italiana e non solo, significa questo e non altro. checchè ne dicano i giornalisti quando parlano a vanvera di queste cose:

"viaggi o spostamenti a piedi di più giorni, in massima parte su sentieri o carovaniere, in zone per lo più montuose e non servite da altre vie di comunicazione" vedi http://www.treccani.it/vocabolario/trekking/

quindi se fai una tesi specificamente su "viaggi o spostamenti a piedi di più giorni, in massima parte ecc" la puoi chiamare tesi sul trekking. Altrimenti stai facendo una tesi su altri argomenti, che va benissimo, ma la devi chiamare di conseguenza. O come MINIMO, devi iniziare con argomentazioni solide del perché dici e titoli che è una tesi "sul trekking", quando in realtà non parli principalmente di quelle cose.
 
Ma una tesi universitaria è un'altra cosa, la correttezza linguistica è di rigore.
Il mio post non era riferito al libero uso del linguaggio anche se improprio rispetto alle definizioni standard ma sul fatto che, nella sua tesi, dovrebbe anche indagare come il fenomeno delle uscite in natura sia evoluto negli ultimi anni anche nell'ottica del business che si è creato attorno e che ultimamente stà influendo o comunque si sta rivelando invasivo in pratiche che fino ad un decennio fa erano molto più libere da etichette e conformismi.

Più formale di tanto non riesco a spiegartelo il mio post :D
 
E' solo che ho letto "Scienze del turismo" avete idea di cosa vuole dire?
Lasciate stare chi va a farsi fuori un paio di stipendi prima di fare una passeggiata in auto e seggiovia fino al rifugio con tutta la famiglia...

Parlo di chi organizza il turismo, coloro che ne fanno una scienza economica e sociale: di quelli che hanno cementificato le coste, che non ti permettono più di passare sul bagnasciuga come sarebbe tuo diritto per legge anche se c'è uno stabilimento, che costruiscono le seggiovie, che costruiscono rifugi da 200 posti in cima ai monti, di quelli che chiudono i sentieri facendoli diventare a pagamento se vuoi passare (parliamo della via dell'Amore, 5 terre per capirci? Io ci sono cresciuta e ora devo pagare per entrarci... Una volta ogni estate era a posto rimessa posto con volontariato dalla gente del luogo che la usava, poi è arrivato il parco, i soldi, l'organizzazione, il turismo economico... ora sembra che quest'anno ci siano dei tratti chiusi perché non si riesce a rimetterli a posto per i costi e non so che altro, roba di permessi...), di quelli che dicono che prima ci vuole il corso e un esame col patentino e anche una assicurazione (magari convenzionata con chissà quale loro associazione) per bilanciare i rischi che se no poi ne rispondono loro e la gente non gli crede più e non usa più le loro costose strutture... Sono certa da qui in poi potete continuare anche da soli a immaginarvi cosa ho visto in quelle tre parole :(
 
Vorrei aggiungere che anche in questo campo stanno prendendo piede i "MALATI DELLA SICUREZZA"che pensavo fossero limitati solo al campo motociclistico. Ma mi sbagliavo...

E' una cosa che un pò mi dà fastidio perchè da un pò a questa parte sembra che in ogni attività "devi" comunque sempre farti male se no le statistiche non sono contente. Poi per carità non nego di sicuro che di rischio ce ne sia molto meno di come in molti telegiornali fanno vedere. Gli aspetti che ci fanno vedere al tg,ossia miriadi di persone che si fracassano ogni parte del corpo,scout che si perdono,vecchietti arzilli che rotolano cercando funghi. Bè non è proprio come dicono. Fino a oggi girando in zona non mi risulta di aver mai visto "emergenze" .

Non è la prima volta che mi addentro nei boschi dietro casa con le nike alte da pallacanestro,lo zaino delle medie (il mio è ancora intero però) e il vestiario che magari ho usato il giorno prima per i lavori sulla moto. E negli anni passati quante festacce abbiamo fatto nei posti più imboscati e quante volte cercavamo ancora di più l'imboscamento quando nel gruppo c'era una ragazza. Ovviamente di notte,ovviamente non sempre avevi una lampadina portatile eppure quasi mai si demoliva qualcuno. Anche a volte che non si era proprio lucidi...

Deridono? Forse,ma a volte vedo sguardi divertiti da gente che ha ancora il prezzo sui vestiti e sull'attrezzatura. Le attività oramai sono tutte a portata di mano ma come diceva qualcuno " in acqua ci scendono sia i bubble maker che i subaquei"

Diciamo che sto storcendo il naso. Come ogni qualvolta che vedo qualcuno che sbircia dalla finestra
 
Ultima modifica:
Ciao premetto che non ho letto tutto perché sto studiando, e purtroppo ora non ho tempo, comunque se ti interessa ho scritto una tesi sull'alpinismo, se ti interessa te la mando. Ciao
 
Alto Basso