Trekking Tour randagio dei Sibillini in livrea ottobrina

Parchi delle Marche
  1. Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati

Data: 19-20 ottobre 2013
Regione e provincia: Marche, MC
Località di partenza: Frontignano di Ussita
Località di arrivo: Fonte San Lorenzo (Monte Prata), Castelluccio
Tempo di percorrenza: 10 + 9 ore
Chilometri: 13 + 12
Grado di difficoltà: facile.
Descrizione delle difficoltà: nessuna, tranne una facile ferratina
Periodo consigliato: mezza stagione (primavera - autunno)
Segnaletica: buona
Dislivello in salita: m. 1300 + 1200 ca.
Dislivello in discesa: leggermente inferiore.
Quota massima: Monte Priora /Pizzo della Regina, 2332 m.s.l.m.
Accesso stradale: Frontignano, da Ussita; Fonte San Lorenzo, da Monte Prata (s.p. Visso- Castelluccio)
Traccia GPS: (puoi caricarla sulla Mappa di Avventurosamente: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/)

Descrizione


“E' sempre una grande emozione parlare di questo anello, ripercorrere mentalmente immagini e suoni, fin quasi a riviverne anche i profumi...
Pur trattandosi di un "piccolo" pezzetto immerso nella vastità del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Val di Panico, e in particolare la cresta che sale dal fondo valle fin sù al Pizzo Berro, è ancora oggi per me la come la più amata delle camere da letto: quante notti ci ho passato con la mia fidata monotelo/monoposto!?! La sensazione di protezione e di quiete che mi regala non la provo da nessun'altra parte, nonostante si è immersi nel buio più buio...
Era ormai passato qualche anno dalla mia ultima escursione su questo anello, e le mie intenzioni di ritornare hanno colto in pieno gli stessi desideri di un grande amico, il buon Zetacane (Mauro), che al Berro ha assegnato la medaglia di "N°1".
E quindi, per via degli impegni di lavoro (non ditelo in giro, ma in parte è una scusa ) ci siamo ritrovati di venerdì pomeriggio inoltrato, come spesso abbiamo fatto ultimamente, alla volta della Forcella del Fargno, con la serenità in cuore, certi del fatto che avremmo trascorso una nottata fantastica, comunque sarebbe andata.
Vorrei poter dire "lascio il resto alle immagini", ma farei una figura barbina...l'attrezzatura fotografica a nostra disposizione era da festa di compleanno...una banale compatta che, si sa, in mancanza di luce soffre non poco a danno delle immagini, figuriamoci al buio della Val di Panico, ricoperta da un piumone di nuvole basse. Tuttavia, spero che dalle poche "decenti" immagini (è una parola grossa, lo so...) traspaia l'emozione che ci ha accompagnato fino al ritorno al rifugio, e in particolare sotto l'attacco della "famigerata" ferratina. L'attimo tra i più belli, a mio parere, è stato proprio quest'ultimo: restare seduti su un terrazzino di pochi centimetri, e godersi solo le nostre risate ricche di adrenalina, mescolate al silenzio dirompente del vuoto invisibile sotto di noi...
Potrei scrivere, per ore, delle emozioni forti che solo da una notturna come questa ho vissuto...ho ancora il cuore in gola mentre sto scrivendo.
Grazie Mauro. Senza il tuo spirito e la tua passione condivisa non so quando sarei ritornato su quei sentieri...
E scusami se t'ho rotto i "cosiddetti" in qualche momento
Buona vita, a tutti.

Mario”


Le parole lette finora non sono mie. Sono quelle, testuali, indirizzate da un marchigiano (Mario) a un corregionale (Mauro) in una delle loro più recenti esperienze negli stessi posti che poi siamo andati a ripercorrere in gruppo, loro due compresi, in una promiscua mescolanza laziale-marchigiano-abruzzese-toscana che ha finito per amalgamarsi nel migliore e più insperato dei modi.
Ripensando alla Sibillinata, il ricordo di queste parole, lette tempo fa e che già sul momento mi colpirono, mi è riaffiorato istintivo e spontaneo.
Per varie ragioni: attengono precisamente agli stessi luoghi; sono state vergate da uno dei personaggi “strategici” (logisticamente ma anche umanamente) della nostra esperienza, ovvero il gestore del Rifugio del Fargno nel quale, come in un sandwich, abbiamo inframmezzato una splendida serata a due escursioni; sono indirizzate a un altro personaggio strategico, ovvero quel Mauro che – in un ping pong di esemplare capacità interattiva col “terminale romano” Francesco/Gerifalco – ha dimostrato in pieno cosa significhino la potenzialità racchiuse dal forum sol che si sappia e si voglia dar loro libero sfogo, e che invece rimangono spesso inespresse. Ma vorrei dire che le ragioni vere, ancora più pregnanti e più profonde, sono altre.
Ci sono momenti in cui un’esperienza rappresenta e segna, sia pur nel suo piccolo, un piccolo tornante della storia di una comunità, una pietra miliare: è come scollinare su un filo di cresta e vedere schiudersiun panorama, apparire chiare cose che fino a poco prima si potevano al massimo soltanto intuire o immaginare.
Ciò che secondo me quest’esperienza sui Sibillini ha messo a fuoco e reso nitida è quella che si potrebbe considerare la “parabola vitale” dell’escursionista, da cui deriva di riflesso quella dei forum che li raccolgono, frutto dell’intreccio tra parabole dei singoli che si trovano a stadi tra loro molto diversi.
Si comincia mossi da un sentimento di curiosità, scoprendo il proprio territorio, con una familiarità via via maggiore; poi sopraggiunge il bisogno di condividerlo con altre persone, alcune delle quali fatalmente destinate a diventare così compagni d’avventura – siamo ancora a uno stadio “ludico” – e poi amici per comunanza di passione, e poi talvolta nella vita. La selezione naturale quasi darwiniana che avviene in queste fasi è spietata: la maggior parte di chi “avrebbe potuto” diventare un escursionista non lo è più, circostanze della vita o più spesso le motivazioni più intime e profonde son venute meno o sostituite da altre. Si potrebbe dire che per i sopravvissuti la montagna a questo punto non rappresenta più un concetto ludico, un’occasione di divertimento (se non in apparenza) bensì quasi una vera esigenza vitale, come nutrirsi o respirare. Costoro a un certo punto si ritrovano ad aver “arato” e ruminato il territorio in tutte le possibili circostanze sia atmosferiche (giorno, notte, tutt’e quattro le stagioni, sotto il sole cocente e la pioggia battente, con vento, grandine, neve), sia in termini di stato d’animo: dall’andarci dopo aver mandato al diavolo il mondo, fino all’andarci sull’abbrivio della più grande felicità. La conoscenza di ogni anfratto, dettaglio, segreto, la memorizzazione della morfologia sono tutte al massimo livello di saturazione; ed è così che ormai arriva a sentirlo come la propria seconda casa, come il guscio per una lumachina. Anzi, di più: come la culla per un neonato; o ancora di più: come un embrione nel liquido amniotico della placenta…un tutt’uno !. E’ questo ciò che ho sentito vibrare nelle parole riportate all’inizio : “la sensazione di protezione e di quiete che mi regala non la provo da nessun'altra parte, nonostante si è immersi nel buio più buio...”
Ma ad un certo punto persino questo non basta più. Evidentemente, non è ancora quella la massima aspirazione che si possa provare.
Quando si conosce e si ama la propria montagna al punto da sentirla come casa propria, vivendola non più come fanciullesca avventura bensì con un senso ben più maturo di serenità, quiete, protezione, vera e propria “appartenenza” ad essa, ebbene comincia forse a tratti ad affiorare l’ultima e definitiva sensazione d’incompiutezza, che può essere domata solo risolvendosi ad ospitare in quella “casa” anche altri, facendogliela conoscere e condividendone le bellezze, i segreti, le gioie che è in grado di offrire.
Ecco, tutto questo per spiegare come la “sibillinata” sia stata in fondo nient’altro che figlia di questo desiderio, una stupenda simbiosi e reazione chimica col desiderio opposto di altre persone le quali, dal canto loro, volevano conoscere un ambiente in gran parte sconosciuto, conoscerlo nel senso più vero e viscerale del termine: e consapevoli che per poter quantomeno sperare di respirarne l’anima non potevano che affidarsi a chi quell’anima l’aveva già respirata, i “padroni di casa”.
Il terreno d’incontro tra questi due desideri così complementari, e il luogo della reazione chimica che ne è derivata, è stato il forum; è accaduto a mia memoria per la prima volta, è stato di fatto un Raduno itinerante con un intermezzo stanziale (in rifugio) ed è in questo senso che ho definito quest’esperienza come un piccolo tornante della storia di questa comunità, di cui il forum è la voce. Direi infatti che non avrebbe potuto esserci miglior dimostrazione delle potenzialità racchiuse in questo strumento, che aspettano solo di venir sprigionate.
E come già ebbi occasione di affermare per i Raduni (quelli classici), sono cose che si possono solo vivere e non già raccontare. Nessuna parola potrà mai rendere - se non in un modo tragicamente scolorito - un colloquio, una risata, una battuta, una sensazione di presenza, uno sprazzo di adrenalina al pensiero del girono dopo, la “certezza del fatto che avremmo trascorso una nottata fantastica, comunque sarebbe andata” (ancora una scheggia delle parole di Mario).
Soprattutto poi se questo avviene tra persone per le quali in gran parte la montagna rappresenta ormai, appunto, un’esigenza di vita: quando ci si incontra, definire “piacevole” la compagnia è oltremodo riduttivo, epidermico, del tutto improprio; ancora una volta le parole rivolte da Mario a Mauro sono più eloquenti di qualsiasi altra. Sono persuaso che parole di quello stesso tenore in quest’occasione le abbiamo sicuramente pensate tutti, anche se magari non espresse.
Esperienza autunnale, quella sui Sibillini, che più autunnale non avrebbe potuto.
In genere viene istintivo andare a cercare di cogliere l’anima di questa stagione nel distillato di colori che solo essa sa offrire. Dove c’è bosco, le foglie si raggrinziscono e i loro ultimi sprazzi cromatici – i più eccezionali e allo stesso tempo i più effimeri – assomigliano alle ultime convulsioni che precedono la caduta, cioè la morte. Presto diventeranno un tappeto esangue, simile a un lazzaretto: anche la morte, quella dei cicli naturali, dà spettacolo.
Ma in realtà autunno non è solo bosco che (in apparenza) muore, e proprio i Sibillini, così spogli, sono l’esaltazione di tutto ciò che l’autunno sa esprimere e che NON sia bosco. E’ luce che perde l’accecante prepotenza e la violenta invadenza della verticalità, per diventare una lama radente che si rassegna a infrangersi su ogni ostacolo, rispettandone e così esaltandone le forme, la nitidezza dei contorni e dei colori, in una parola l’identità.
Poche forme si prestano come quelle dei Sibillini a lasciarsi come accarezzare da questa luce.
La pietra viva e acuminata, quella dei massicci abruzzesi per intendersi, qui rappresenta l’eccezione. Invece in prevalenza spiccano superfici spolverate di un’erba simile a un muschio che spazia dal verde al grigio al marrone; lisce e arrotondate come fossero inguainate in un mantello; cocuzzoli simili a quelli che forma la sabbia finissima di una clessidra cadendo dalla strettoia, talvolta posti in successioni prospettiche di rara perfezione. Non mancano neppure sorprendenti forme geometriche come la piramide del Priora che evoca quella di Cheope e relega il Velino a una controfigura, e il cui sentiero verso la vetta, incastonato esattamente al centro, sembra come la scala di un palcoscenico.
L’autunno è aria che comincia a trasportare profumi naturali, brezze e brume che portano odori a sollecitano a immaginare i posti da cui possano provenire e da quali attività, mosti che fermentano, camini che ricominciano a fumare. Sottile alternanza ed equilibrio tra freddo e caldo che non riescono mai a prendere il sopravvento l’uno sull’altro.
I Sibillini autunnali da noi vissuti hanno reso appieno tutto questo: da un tappeto crepuscolare di nuvole basse sotto di noi mentre in cresta ci avviavamo al Rifugio del Fargno, la spettacolare licantropica luna piena che in quegli stessi momenti assomigliava a un’enorme forma luminosa di formaggio.

Arrivato a questo punto, di cose ne avrei scritte fin troppe per fermarmi qui.
Ma invece mi sento di chiudere con una riflessione molto più generale che può tranquillamente - se lo si vuole - essere letta a parte, in un secondo momento, perché di per sé sembrerebbe non entrarci per nulla con un thread del genere e potrebbe forse più giustamente essere oggetto di un altro autonomo in tutt’altra sezione.
Tuttavia la faccio egualmente qui e ora perché non riesco a scacciarmela dalla testa e anche perché sono incapace di ragionare a compartimenti stagni, cosa nonostante tutto reputo un pregio e non un difetto.

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Mi è capitato abbastanza spesso, ultimamente, sentire in modo diretto o indiretto l’eco di commenti su un certo presunto “inaridimento” del forum, della capacità o forse voglia d’iniziativa. Toni velati di mestizia a commentare un presunto clima crepuscolare di smobilitazione, dove ci si lamenta che molti tornino alla chetichella ai rispettivi orticelli, per le più svariate e mai dichiarate ragioni, disimpegnandosi nei modi più felpati e silenziosi ma proprio per questo più perfidi ai fini della sopravvivenza stessa delle ragioni d’essere del forum. Prende il sopravvento il timore che quest’ultimo diventi come quei paesi sperduti destinati all’estinzione dopo un lento spopolamento simile a uno stillicidio. Paesi fantasma, dove restano gli edifici, ma orfani dell’anima di chi li abitava.
Ora, per un verso mi viene spontaneo esorcizzare questi timori considerando questa situazione più che naturale. Il forum altro non è che il riflesso concentrato delle vite di ciascuno di noi, e anche queste vite seguono, per fortuna, i rispettivi cicli naturali. Passate le esuberanze, i sentimenti “su di giri”, le esagerazioni, le arditezze, le esaltazioni, le infatuazioni tipici della stagione estiva, arriva fatalmente (e per fortuna) il momento dello scarico. La depurazione delle scorie, la potatura degli eccessi, il setacciamento. Anche le vite hanno i loro “autunni”, le fasi in cui i semi devono pur marcire per poi rinascere; le foglie ingiallire, ripiegarsi e cadere per far spazio ai nuovi germogli che verranno.
Certo però non posso neppure nascondermi che il silenzio in cui si dispiegano questi “autunni” individuali sia a sua volta il riflesso ben poco piacevole di certe situazioni ben più ampie e più concrete, che non riesco a ignorare e al cui pensiero resto veramente a disagio: problemi di vita che, ahimè, specie in fasi come queste tutti abbiamo sotto gli occhi. Quando si legge (è solo un esempio tra tanti) “disoccupazione giovanile al 45%”, è semplicemente da oche giulive poter pensare che l’onda lunga di un simile dramma non possa/debba, per chissà quali misteriosi motivi, arrivare fin qui. E non credo di esagerare chiamandolo “dramma”, visto che non ha precedenti se non tornando ad ere geologiche addietro e a contesti storicamente eccezionali (per gravità).
Se devo essere sincero, ogni volta che mi ritrovo in compagnia, tanto più in occasioni come queste, mi ritrovo anche a farmi qualche domanda tra me e me sugli assenti, su chi in quei momenti NON c’è. E, forse sbagliando ma temo di no, mi ritrovo sempre a pensare che almeno per alcuni questa assenza non sia affatto voluta, che la partecipazione sia stata invece in qualche modo tarpata, abortita dal fatto di non avere la testa sgombra quel minimo che serve, di non avere quella minima sufficiente serenità di fondo o, addirittura, la possibilità materiale.
Magari è una situazione temporanea, contingente, eppure almeno per me alla fine rappresenta un piccolo tarlo, perché equivale a rendersi conto che di fronte a un’occasione in grado di offrire quei classici piccoli sprazzi di felicità si è realizzata di fatto una silenziosa discriminazione: non tutti hanno potuto permettersela. E questo è un ossimoro, almeno se si crede veramente che quel famoso concetto per cui “la felicità è tale solo se condivisa” non sia solo vuota retorica.
Questa, almeno per me, è stata l’unica piccola macchia, che in realtà si estende un po' a tutta l'attività da forum. Invece con specifico riferimento alla sibillinata di macchiolina ce ne sarebbe un’altra, la confesso apposta per “alleggerire” almeno un po’ la prima: caro Mario, raccogliendo le recensioni, in mezzo ai 10 e lode per logistica e maggior parte di culinaria, la prossima volta dovresti: 1) migliorare le lenticchie della zuppa e, soprattutto, 2) evitare un improbabile baccalà che, lassù al Fargno, sta alla polenta come appunto la stessa polenta starebbe a un pesce cotto all’acquapazza in un ristorantino della costiera amalfitana. :D

Un saluto :)

PS: la sibillinata mi ha dato l'ispirazione per cambiare la firma com'è (per) adesso.
 
Ultima modifica di un moderatore:
e' stata una bellissima Sibillinata:)......riassaporare certe emozioni dopo tanto tempo per me e' stato fantastico...unitamente ad avere conosciuto tutti voi....ho passato 2 gg. indimenticabili....grazie a tutti...
a quando la prossima??!!!!

a proposito..mi sono incrociato col Sirenetto...ma purtroppo....la reflex ankora nn me la porto in doccia:):D

mandatemi mail su mp x le foto
 

Allegati

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Che piacere rivedervi tutti assieme in leggiadri e spettacolari posti da favola!!

Ci mancava solo la Sibilla e il Guerin Meschino!

il bellissimo cane delle foto è Zeta, vero Mauro?

SuperM accetterebbe cani al Fargno? Avrei dovuto esserci anche io, se non avessi avuto problemi familiari...

Ancora complimenti a tutti i partecipanti e per l'ottima organizzazione!! :si:
 
Che piacere rivedervi tutti assieme in leggiadri e spettacolari posti da favola!!

Ci mancava solo la Sibilla e il Guerin Meschino!

il bellissimo cane delle foto è Zeta, vero Mauro?

SuperM accetterebbe cani al Fargno? Avrei dovuto esserci anche io, se non avessi avuto problemi familiari...

Ancora complimenti a tutti i partecipanti e per l'ottima organizzazione!! :si:



Ciao Pierpaolo, si si, è proprio lei, che tra l' altro è anche titolare dell' account :))
Per i cani al rifugio.........nelle ore diurne non fanno problemi, ovviamente a patto che.........ma questo è normale.
Per eventuale notte da passarci è meglio che li chiami,io una volta ci ho dormito col quadrupede, ma, per terra davanti al camino, avevano ospiti, quindi giustamente non l' ho neanche chiesto........ti saluto e grazie dei complimenti.Mauro& zeta:lol:
 
Era la prima volta che partecipavo a una gita proposta in un forum, con persone non conosciute (tranne una) e devo dire che è stata un’esperienza magnifica. Veramente grazie a tutti i partecipanti e soprattutto a chi si è preso la briga di organizzare questa due giorni, Francesco e Mauro. Grazie anche a Mario che ci ha sistemato a dovere (in senso buono) nel rifugio.
Un saluto a parte e tutto speciale a Zeta, nostra mascotte della serata al rifugio e della gita di domenica.

Una annotazione tecnica: dai dati che ho ricavato dal mio personale “GPS” (cartina, curvimetro, righello), confermo quanto detto da Gerifalco nell’altro thread per dislivello e lunghezza dei percorsi.

Foto al link https://picasaweb.google.com/107407926732083459317/Sibillinata?authuser=0&feat=directlink

Un saluto a tutti.
 
Era la prima volta che partecipavo a una gita proposta in un forum, con persone non conosciute (tranne una) e devo dire che è stata un’esperienza magnifica. Veramente grazie a tutti i partecipanti e soprattutto a chi si è preso la briga di organizzare questa due giorni, Francesco e Mauro. Grazie anche a Mario che ci ha sistemato a dovere (in senso buono) nel rifugio.
Un saluto a parte e tutto speciale a Zeta, nostra mascotte della serata al rifugio e della gita di domenica.

Una annotazione tecnica: dai dati che ho ricavato dal mio personale “GPS” (cartina, curvimetro, righello), confermo quanto detto da Gerifalco nell’altro thread per dislivello e lunghezza dei percorsi.

Foto al link https://picasaweb.google.com/107407926732083459317/Sibillinata?authuser=0&feat=directlink

Un saluto a tutti.

Ciao Gianni,
mi fa davvero piacere un commento così perché in fondo rappresenta un omaggio a questo intero forum (poi nella recensione sottolineerò questo aspetto). Mi è anche venuto da ridere leggendo di come SuperM ci abbia "sistemati a dovere", infatti per chi non lo sapesse tra i vari usa-e-getta del rifugio c'erano anche scorte di battipanni della nonna :p
Complimenti anche per le foto che hanno reso l'atmosfera esattamente come mi aspettavo, a differenza di quelle di Mauro il quale per l'ennesima volta mi ha dato piena dimostrazione di come NON farle e di quali macchinette NON comprare :biggrin:, benché sia migliorato molto rispetto alla mitica Kodak (Mauro, che ci vuoi fare, anche per queste cose ci sono quelli un po' negati, come me del resto :music:; e a proposito: non dispensare troppi "thank" se no va a finire che AndreaDB ti sgrida per l'uso improprio :biggrin:).

:)
 
Ciao Gianni,
mi fa davvero piacere un commento così perché in fondo rappresenta un omaggio a questo intero forum (poi nella recensione sottolineerò questo aspetto). Mi è anche venuto da ridere leggendo di come SuperM ci abbia "sistemati a dovere", infatti per chi non lo sapesse tra i vari usa-e-getta del rifugio c'erano anche scorte di battipanni della nonna :p
Complimenti anche per le foto che hanno reso l'atmosfera esattamente come mi aspettavo, a differenza di quelle di Mauro il quale per l'ennesima volta mi ha dato piena dimostrazione di come NON farle e di quali macchinette NON comprare :biggrin:, benché sia migliorato molto rispetto alla mitica Kodak (Mauro, che ci vuoi fare, anche per queste cose ci sono quelli un po' negati, come me del resto :music:; e a proposito: non dispensare troppi "thank" se no va a finire che AndreaDB ti sgrida per l'uso improprio :biggrin:).

:)

Sai, Andrea, le macchinette che fanno foto migliori, costano, pesano e ingombrano, anche se la tentazione è fortissima
Riguardo i thank, hai ragione, usandoli a volte come testimonianza di aver letto il messaggio ne ho fatto un uso improprio
Un forte abbraccio Andrea, e ne approfitto per mandarne anche a Gianni, il quale gli viene mandato anche un " arf" da zeta.ciao ciao
 
Anche se solo per meta' programma, mi e' molto piaciuta questa trasferta sui Sibillini, anche perche' del settore nord non conoscevo niente.
E con piacere ho rivisto amici di ormai tante gite e fatto la conoscenza di nuovi forumisti, quando si dice spirito del forum:D
Le mie foto, alcune con brevi descrizioni, si riferiscono quindi alla traversata dal Fargno alla Fonte S. Lorenzo, in direzione N-S attraverso quattro belle cime, nell'ordine Bove sud, Porche, Palazzo e Sasso Borghese ed Argentella.
Un saluto ed un ringraziamento a tutti:D

Foto(1) Monti Sibillini 20102013
 
Di nuovo grazie a tutti, ragazzi! Non potevo pensare ad una riuscita migliore: dall'inizio alla fine è tutto andato liscio ed ogni momento è stato davvero piacevole.
Non saprei davvero da che parte cominciare, c'è un gruppo numeroso ma rivelatosi davvero affiatato tenuto anche conto che una metà non conosceva l'altra.
Poi i Sibillini nord, per me davvero una rivelazione, tra i punti più belli metto il passaggio davanti la piramide della Priora dopo essere scesi dalla cima e il Porche che si erge pian piano davanti a noi dal cammino sulla cresta.
Il rifugio, davvero uno spettacolo, rinnovo i miei complimenti a Mario e allo staff per come sono riusciti ad organizzarlo, con una quindicina di letti veri, luci a led, una doccia calda per tutti con asciugamani a disposizione (!!) e un salone ampio ma accogliente corredato da un camino gigante.
E per finire, l'ottimo panino col fischiabotto a Castelluccio, con uso libero e indiscriminato di boccione di rosso piceno! :D


gicat ha scritto:
Una annotazione tecnica: dai dati che ho ricavato dal mio personale “GPS” confermo quanto detto da Gerifalco nell’altro thread per dislivello e lunghezza dei percorsi.

Ecco! Andrè, e non ci sminuiamo!:p e poi che è quel "facile" nella difficolta? Un EE ce lo saremo meritato in tutta quella tarantella, no? :p:p


Un abbraccio a tutti e, se avete nostalgia, tutti a http://www.avventurosamente.it/vb/1...mo-con-un-distillato-i-pomeriggi-di-luce.html



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Ultima modifica di un moderatore:
Arrivo in ritardo....ma proprio non m'ero accorto di questo nuovo thread!
Buongiorno a tutti, un saluto caloroso alla truppa di amici "vecchi e nuovi" che difficilmente dimenticherò...
I ringraziamenti, dopo che in tanti già ne avete fatti, potrebbero essere noiosi, lo so. Ma come potrei esimermi dal farlo?
GRAZIE! a tutti... Uno in particolare a Francesco (@Gerifalco), promotore dell'iniziativa, ed un altro a Mauro (@Zetacane), infaticabile e meticoloso. Ed entrambi meritano i complimenti di tutti, perché tutto è andato liscio come l'olio, senza intoppi, come perfettamente pianificato.
E' stata una bellissima esperienza, che spero si possa ripetere, magari in qualche altra zona della nostra bellissima Italia.
Mi spiace non aver potuto completare l'escursione con voi, ma avrò modo di rifarmi, ne sono certo.
Io foto non he ho scattate, confidando nell'esperienza di coloro che ho visto muniti di ottimi "cannoni" sin dal primo momento :biggrin:
Ora non resta che attendere di poter leggere la (sicuramente) stupenda recensione che redigerà il buon @HenryThoreau :D
Dei complimenti rivolti al Rifugio del Fargno non posso che esserne contento e ringraziarvi: non mancherò di girarli subito ad Andrea, vera "mente" e "papà" di tutto quanto avete potuto sperimentare. E' LUI il vero gestore, io sono solo il suo bastone della vecchiaia!!! :biggrin::lol: (per fortuna non frequente il forum...).
A presto dunque, buona vita a tutti!

Mario
P.S.: a quando la prossima? la facciamo "invernale"? ;)
 
Bella per voi ( spiace non aver potuto partecipare aimhe'). Veramente 1 bel giro.Quando organizza Gerifalco e' una garanzia!
 
Up.

Per la gioia di Mauro, Mario (e lo stordimento di altri :biggrin::p), sia pur con un ritardo del tutto non convenzionale, anche l'acefala Sibillinata ha giustamente recuperato la sua "testa", ovvero il thread d'apertura.

Certo è che il ritardo ha reso analogamente non convenzionale anche il modo di farlo e quello che c'è dentro (specie l'inizio ed il finale), ma tant'è...ai pensieri come al cuore non si comanda.

Un saluto e un abbraccio a tutti.
 
Alto Basso