Data: 28 gennaio 2014
Regione e provincia: Lazio, Viterbo
Località di partenza: SP20 Bomarzo (cartello indicatore)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 5 ore comprese le visite
Chilometri: 9,5
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, forse qualche rovo d'estate
Periodo consigliato: sempre, evitare le giornate più calde
Segnaletica: presente (!) incredibile in Etruria!!
Molto utili avere le coordinate GPS per individuare i manufatti presenti essendo spesso avvolti dalla vegetazione, come riportate dalla traccia allegata (che non è mia)
Dislivello in salita: 100
Dislivello in discesa: 100
Quota massima:
Accesso stradale: SP20 Bomarzese
Splendida facile escursione fiabesca, misteriosa e molto suggestiva tra rovine e manufatti etruschi e medievali che destano sempre vivo l'interesse del trekkers che incammina accompagnato da una atmosfera magica e fuori dal tempo...
Etruschi, Romani, Longobardi, Bizantini e il grande regista Pier Paolo Pasolini sono i protagonisti di questa bellissima avventurosa escursione...
Veniamo alla mappa del percorso e alle immagini:
Al solito sono sempre affiancato dai miei due fedelissimi cani che di certo non si annoiano a uscire con me sia in quote alte che basse.
Lasciamo la macchina al km 1,100 della SP20 Bomarzese dove c'è un cartello che indica Santa Cecilia:
Si oltrepassa un campo sportivo e si arriva in una radura dove c'è un area di picnic e una tomba antropomorfa scavata direttamente sulla viva roccia:
(il primo che trova la tomba e il cane marrone mimetizzato nella foto vince un passaggio assicurato gratis andata/ritorno da Roma nella mia macchina, ciò vale anche per un escursione in alta montagna)
Oltre la tomba antropomorfa, si scende per un’antica tagliata etrusca:
Anche questa tagliata, come molte presenti in Etruria, presenta una successiva storica peculiarità, oltre alle solite croci cristiane incise sulle pareti di tufo, un riquadro incassato che in epoca medievale doveva
contenere un’immagine sacra (il cosiddetto scacciadiavoli) che doveva dare coraggio e conforto al viandante costretto a percorrerla al buio...
In breve si arriva a un un gigantesco masso, utilizzato come abitazione rupestre, che sicuramente ha dato ispirazione agli Orsini per la realizzazione del Parco dei Mostri di Bomarzo, così come altri manufatti scavati su grossi massi presenti in tutta l'area (Selva di Malano, Bosco del Serraglio):
Proseguendo lungo il sentiero nel bosco appaiono i resti dell’antico e altomedievale insediamento rupestre denominato di Santa Cecilia. Il luogo è noto anche come “camposanto di Chia” o “Cimitero Vecchio”.
Tutt'intorno alla chiesa di Santa Cecilia emergono disordinati (probabilmente iù per eventi sismici che per vandalismo, anche se quest'ultimo purtroppo non è escluso) diversi sarcofagi contenenti sepolture sia di tipo antopomorfo che a vasca:
"Numerose sepolture circondano i resti della chiesa. Esse sono
di due tipi: il primo tipo sono i sarcofagi cosiddetti a vasca, mentre il secondo consiste nello scavo di una fossa direttamente nel terreno. Entrambi i tipi presentano una particolare morfologia, detta a “logette” (incavo
in corrispondenza della testa), estremamente rara in Italia."
"Tra i sarcofagi a vasca, ne spicca uno dietro l’abside, che presenta un coperchio a tetto spiovente, decorato da quattro croci nella parte superiore, ed altre due nei timpani, chiaramente destinato ad un personaggio di alto rango."
La cagnetta Lilli giustamente me lo fa notare:
"La tipologia di sepolture antropoidi risulta estremamente diffusa in
Santa Cecilia, in Africa settentrionale (Algeria) ed in Francia meridionale (Provenza). Si è ipotizzato, con riferimento ad un passo di Procopio di Cesarea
nella sua “Guerra gotica” dove parla di truppe africane nell’esercito
Bizantino (in particolare provenienti dalla Mauritania), che gli uomini destinati allo scavo di queste sepolture provenissero proprio da queste truppe. Infatti, la linea di combattimento tra Bizantini e Longobardi durante la guerra greco-gotica passava proprio nei pressi di Bomarzo, più volte conquistata dai Bizantini tra il 568 ed il 590 (CERRI ROSSI 1999)"
Lasciamo Santa Cecilia e ci incamminiamo, lungo il sentiero piano piano si apre un bel panorama verso Mugnano e la vicina Umbria:
arriviamo in breve alla Tagliata etrusco-romana delle Rocchette:
Ci accorgiamo che questa tagliata che è (era) di proprietà privata:
Le epigrafi recitano TER, abbreviazione di terminus, cioè linea di confine e "ITER PRIVATVM DVORVM DOMITIORVM", strada privata dei due Domizi. I personaggi indicati dovrebbero essere i fratelli Afer e Lucanus della gens Domitia, un’antica famiglia romana proprietaria di alcune fornaci per laterizi (figulinae), situate nel territorio tra Mugnano in Teverina e Bomarzo. Il probabile periodo di pertinenza è da collocarsi tra il 59 d.c. e il 94 d. C.
Proseguiamo oltre per il sentiero e arriviamo in un incredibile manufatto, una vera casa fiabesca di due piani scavata nel tufo, con tanto di scalini che portavano in un piano superiore che doveva avere un pavimento ligneo ovviamente non più esistente:
Incavo di un tronco contenente acqua:
Arriviamo alla cosiddetta misteriosa "Piramide Etrusca":
Ricavato da un enorme masso di peperino ed ancora in buono stato di conservazione, l’altare si erge in altezza per circa 16 metri. Tale manufatto, avente la probabile funzione di ara sacrificale e per le divinazioni, è stato realizzato in posizione dominante il paesaggio. L’altare è realizzato su tre
livelli, raggiungibili con diverse scalinate e presenta nicchie e canalizzazioni per lo scolo dei liquidi consacrati...
Io e Lilli saliamo in cima alla Piramide e ci prendiamo una pausa contemplativa di riposo, mentre l'altra cagnetta Laika continua a fiutare e gironzolare più in basso intorno al masso...
Continuiamo a camminare in direzione del castello di Chia:
L'antico sentiero scende nella forra e costeggia il Fosso Castello:
Ai piedi della rupe di Chia spicca un ponte romano:
... un primo mulino
con più in basso quella che era la sua macina...
Il fosso Castello:
Ai piedi della rupe di Chia appare un incavo con una croce, presumibilmente un fontanile o una mangiatoia:
Un altro mulino con una galleria scavata nella roccia che porta verso la diga e le cascate:
Arriviamo alle cascate del fosso Castello che ricordano molto da vicino quelle di Monte Gelato ed è qui dove nel 1964 Pier Paolo Pasolini giro' alcune scene del film "Il Vangelo secondo Matteo":
Saliamo lungo antichi sentieri scavati nel tufo e arriviamo alla torre, di manifattura ghibellina, ora di proprietà privata:
Da Wikipedia:
"Chia era particolarmente amata da Pier Paolo Pasolini, che l'elesse sua seconda dimora restaurandone un antico castello con una torre (la torre di Chia).
Mentre gira le prime sequenze del film Il Vangelo secondo Matteo, Pasolini visita il fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, "nel paesaggio più bello del mondo, dove l'Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri".
L'acquisto della Torre si realizza nell'autunno 1970. Pasolini provvederà al restauro, e vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Costruì ai piedi della Torre una casetta con grandi vetrate, un luminoso studio e una cucina. Negli ultimi tre anni della sua vita visse sempre più spesso a Chia, lavorando ad un romanzo, Petrolio (Einaudi), rimasto incompiuto. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere luterane."
Sperando di non avervi annoiato troppo, vi saluto...
Regione e provincia: Lazio, Viterbo
Località di partenza: SP20 Bomarzo (cartello indicatore)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 5 ore comprese le visite
Chilometri: 9,5
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, forse qualche rovo d'estate
Periodo consigliato: sempre, evitare le giornate più calde
Segnaletica: presente (!) incredibile in Etruria!!
Molto utili avere le coordinate GPS per individuare i manufatti presenti essendo spesso avvolti dalla vegetazione, come riportate dalla traccia allegata (che non è mia)
Dislivello in salita: 100
Dislivello in discesa: 100
Quota massima:
Accesso stradale: SP20 Bomarzese
Splendida facile escursione fiabesca, misteriosa e molto suggestiva tra rovine e manufatti etruschi e medievali che destano sempre vivo l'interesse del trekkers che incammina accompagnato da una atmosfera magica e fuori dal tempo...
Etruschi, Romani, Longobardi, Bizantini e il grande regista Pier Paolo Pasolini sono i protagonisti di questa bellissima avventurosa escursione...
Veniamo alla mappa del percorso e alle immagini:
Al solito sono sempre affiancato dai miei due fedelissimi cani che di certo non si annoiano a uscire con me sia in quote alte che basse.
Lasciamo la macchina al km 1,100 della SP20 Bomarzese dove c'è un cartello che indica Santa Cecilia:
Si oltrepassa un campo sportivo e si arriva in una radura dove c'è un area di picnic e una tomba antropomorfa scavata direttamente sulla viva roccia:
(il primo che trova la tomba e il cane marrone mimetizzato nella foto vince un passaggio assicurato gratis andata/ritorno da Roma nella mia macchina, ciò vale anche per un escursione in alta montagna)
Oltre la tomba antropomorfa, si scende per un’antica tagliata etrusca:
Anche questa tagliata, come molte presenti in Etruria, presenta una successiva storica peculiarità, oltre alle solite croci cristiane incise sulle pareti di tufo, un riquadro incassato che in epoca medievale doveva
contenere un’immagine sacra (il cosiddetto scacciadiavoli) che doveva dare coraggio e conforto al viandante costretto a percorrerla al buio...
In breve si arriva a un un gigantesco masso, utilizzato come abitazione rupestre, che sicuramente ha dato ispirazione agli Orsini per la realizzazione del Parco dei Mostri di Bomarzo, così come altri manufatti scavati su grossi massi presenti in tutta l'area (Selva di Malano, Bosco del Serraglio):
Proseguendo lungo il sentiero nel bosco appaiono i resti dell’antico e altomedievale insediamento rupestre denominato di Santa Cecilia. Il luogo è noto anche come “camposanto di Chia” o “Cimitero Vecchio”.
Tutt'intorno alla chiesa di Santa Cecilia emergono disordinati (probabilmente iù per eventi sismici che per vandalismo, anche se quest'ultimo purtroppo non è escluso) diversi sarcofagi contenenti sepolture sia di tipo antopomorfo che a vasca:
"Numerose sepolture circondano i resti della chiesa. Esse sono
di due tipi: il primo tipo sono i sarcofagi cosiddetti a vasca, mentre il secondo consiste nello scavo di una fossa direttamente nel terreno. Entrambi i tipi presentano una particolare morfologia, detta a “logette” (incavo
in corrispondenza della testa), estremamente rara in Italia."
"Tra i sarcofagi a vasca, ne spicca uno dietro l’abside, che presenta un coperchio a tetto spiovente, decorato da quattro croci nella parte superiore, ed altre due nei timpani, chiaramente destinato ad un personaggio di alto rango."
La cagnetta Lilli giustamente me lo fa notare:
"La tipologia di sepolture antropoidi risulta estremamente diffusa in
Santa Cecilia, in Africa settentrionale (Algeria) ed in Francia meridionale (Provenza). Si è ipotizzato, con riferimento ad un passo di Procopio di Cesarea
nella sua “Guerra gotica” dove parla di truppe africane nell’esercito
Bizantino (in particolare provenienti dalla Mauritania), che gli uomini destinati allo scavo di queste sepolture provenissero proprio da queste truppe. Infatti, la linea di combattimento tra Bizantini e Longobardi durante la guerra greco-gotica passava proprio nei pressi di Bomarzo, più volte conquistata dai Bizantini tra il 568 ed il 590 (CERRI ROSSI 1999)"
Lasciamo Santa Cecilia e ci incamminiamo, lungo il sentiero piano piano si apre un bel panorama verso Mugnano e la vicina Umbria:
arriviamo in breve alla Tagliata etrusco-romana delle Rocchette:
Ci accorgiamo che questa tagliata che è (era) di proprietà privata:
Le epigrafi recitano TER, abbreviazione di terminus, cioè linea di confine e "ITER PRIVATVM DVORVM DOMITIORVM", strada privata dei due Domizi. I personaggi indicati dovrebbero essere i fratelli Afer e Lucanus della gens Domitia, un’antica famiglia romana proprietaria di alcune fornaci per laterizi (figulinae), situate nel territorio tra Mugnano in Teverina e Bomarzo. Il probabile periodo di pertinenza è da collocarsi tra il 59 d.c. e il 94 d. C.
Proseguiamo oltre per il sentiero e arriviamo in un incredibile manufatto, una vera casa fiabesca di due piani scavata nel tufo, con tanto di scalini che portavano in un piano superiore che doveva avere un pavimento ligneo ovviamente non più esistente:
Incavo di un tronco contenente acqua:
Arriviamo alla cosiddetta misteriosa "Piramide Etrusca":
Ricavato da un enorme masso di peperino ed ancora in buono stato di conservazione, l’altare si erge in altezza per circa 16 metri. Tale manufatto, avente la probabile funzione di ara sacrificale e per le divinazioni, è stato realizzato in posizione dominante il paesaggio. L’altare è realizzato su tre
livelli, raggiungibili con diverse scalinate e presenta nicchie e canalizzazioni per lo scolo dei liquidi consacrati...
Io e Lilli saliamo in cima alla Piramide e ci prendiamo una pausa contemplativa di riposo, mentre l'altra cagnetta Laika continua a fiutare e gironzolare più in basso intorno al masso...
Continuiamo a camminare in direzione del castello di Chia:
L'antico sentiero scende nella forra e costeggia il Fosso Castello:
Ai piedi della rupe di Chia spicca un ponte romano:
... un primo mulino
con più in basso quella che era la sua macina...
Il fosso Castello:
Ai piedi della rupe di Chia appare un incavo con una croce, presumibilmente un fontanile o una mangiatoia:
Un altro mulino con una galleria scavata nella roccia che porta verso la diga e le cascate:
Arriviamo alle cascate del fosso Castello che ricordano molto da vicino quelle di Monte Gelato ed è qui dove nel 1964 Pier Paolo Pasolini giro' alcune scene del film "Il Vangelo secondo Matteo":
Saliamo lungo antichi sentieri scavati nel tufo e arriviamo alla torre, di manifattura ghibellina, ora di proprietà privata:
Da Wikipedia:
"Chia era particolarmente amata da Pier Paolo Pasolini, che l'elesse sua seconda dimora restaurandone un antico castello con una torre (la torre di Chia).
Mentre gira le prime sequenze del film Il Vangelo secondo Matteo, Pasolini visita il fortilizio medioevale abbandonato. Se ne innamora. È la primavera del 1964. Nel 1966 scrive che vorrebbe andare a vivere dentro quella Torre che non può comprare, "nel paesaggio più bello del mondo, dove l'Ariosto sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta innocenza di querce, colli, acque e botri".
L'acquisto della Torre si realizza nell'autunno 1970. Pasolini provvederà al restauro, e vi soggiornerà spesso negli ultimi anni di vita. Costruì ai piedi della Torre una casetta con grandi vetrate, un luminoso studio e una cucina. Negli ultimi tre anni della sua vita visse sempre più spesso a Chia, lavorando ad un romanzo, Petrolio (Einaudi), rimasto incompiuto. Spedirà da lì non poche delle sue Lettere luterane."
Sperando di non avervi annoiato troppo, vi saluto...
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