Viaggio Transiberiana 1998

Singolare questa cosa, me lo dicevano anche in un altro topic che nei paesi sovietici si "escursionava" molto. Sarebbe interessante approfondire.
Il popolo russo ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la natura e la tradizione fiabesca è permeata di questo tipico carattere. Un rapporto che trovi amo anche nella canzone popolare, basti pensare alle parole della abbastanza nota Kalinka.
"O viburno rosso di casa mia, dove in giardino fioriscono i lamponi. Bacche di bosco, lasciatemi dormire, sotto il pino verde odoroso. E voi fate piano, non turbate i miei sogni leggeri".

Rapporto che per le classi più povere era anche utilitaristico: caccia, funghi, bacche, legna, pesca (un russo pescherebbe anche in una pozzanghera), mentre quello escursionistico era proprio delle classi più colte, soprattutto durante l'era sovietica.

Questo scriveva Aleksandr Solzenicyn di un'uscita in montagna.
"Tutto era tenebra: né vette, né abissi, né orizzonte. Ma si accendeva un lampo e la tenebra si separava dalla luce, emergevano i titani dei monti: la Belaja-Kaja e il Dzuguturljucat, e i neri pini intorno a noi, alti molti metri, dello stesso metro delle montagne. E soltanto per un attimo ci si dava a vedere che esisteva una solida terra, perché subito, di nuovo, tutto era oscurità e abisso. E sempre negli stessi luoghi emergevano montagne e pini, lasciandoci sbigottiti per la loro grandezza; e, quando scomparivano, non si poteva credere che esistessero".

Mi viene il dubbio che questa passione escursionistica si possa essere sviluppata come momento di fuga da un potere opprimente e anche perché non c'era molto altro da fare (ad esempio i tassi di lettura nell'era sovietica erano i più alto del mondo, ma che altro potevano fare?)

Ma nel rapporto con la natura i russi sono molto simili agli americani; che che se ne pensi sono due popoli molto simili, come aveva già evidenziato Umberto Nobile che nei due paesi aveva vissuto e lavorato: "...all’infuori delle loro cose d’America i giovani americani...sapevano ben poco del resto del mondo, e questa ignoranza li rendeva persino presuntuosi. Erano persuasi che nulla vi fosse di meglio al mondo dell’America e delle cose americane. La stessa ignoranza e la stessa presunzione trovai dieci anni più tardi tra i giovani comunisti russi. Nell’Unione Sovietica, come in America, tutto era meglio, e tutto si faceva meglio che altrove".

Comunque anche nella Russia sovietica c'erano gli scout (i Giovani Pionieri) e ogni università aveva un gruppo escursionistico.
Fra l'altro uno di questi gruppi nel 1959 rimase tragicamente coinvolto in quello che viene chiamato Incidente del passo di Djatlov, tutt'ora irrisolto
https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_del_passo_di_Djatlov
 
Il popolo russo ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la natura e la tradizione fiabesca è permeata di questo tipico carattere. Un rapporto che trovi amo anche nella canzone popolare, basti pensare alle parole della abbastanza nota Kalinka.
"O viburno rosso di casa mia, dove in giardino fioriscono i lamponi. Bacche di bosco, lasciatemi dormire, sotto il pino verde odoroso. E voi fate piano, non turbate i miei sogni leggeri".

Rapporto che per le classi più povere era anche utilitaristico: caccia, funghi, bacche, legna, pesca (un russo pescherebbe anche in una pozzanghera), mentre quello escursionistico era proprio delle classi più colte, soprattutto durante l'era sovietica.

Questo scriveva Aleksandr Solzenicyn di un'uscita in montagna.
"Tutto era tenebra: né vette, né abissi, né orizzonte. Ma si accendeva un lampo e la tenebra si separava dalla luce, emergevano i titani dei monti: la Belaja-Kaja e il Dzuguturljucat, e i neri pini intorno a noi, alti molti metri, dello stesso metro delle montagne. E soltanto per un attimo ci si dava a vedere che esisteva una solida terra, perché subito, di nuovo, tutto era oscurità e abisso. E sempre negli stessi luoghi emergevano montagne e pini, lasciandoci sbigottiti per la loro grandezza; e, quando scomparivano, non si poteva credere che esistessero".

Mi viene il dubbio che questa passione escursionistica si possa essere sviluppata come momento di fuga da un potere opprimente e anche perché non c'era molto altro da fare (ad esempio i tassi di lettura nell'era sovietica erano i più alto del mondo, ma che altro potevano fare?)

Ma nel rapporto con la natura i russi sono molto simili agli americani; che che se ne pensi sono due popoli molto simili, come aveva già evidenziato Umberto Nobile che nei due paesi aveva vissuto e lavorato: "...all’infuori delle loro cose d’America i giovani americani...sapevano ben poco del resto del mondo, e questa ignoranza li rendeva persino presuntuosi. Erano persuasi che nulla vi fosse di meglio al mondo dell’America e delle cose americane. La stessa ignoranza e la stessa presunzione trovai dieci anni più tardi tra i giovani comunisti russi. Nell’Unione Sovietica, come in America, tutto era meglio, e tutto si faceva meglio che altrove".

Comunque anche nella Russia sovietica c'erano gli scout (i Giovani Pionieri) e ogni università aveva un gruppo escursionistico.
Fra l'altro uno di questi gruppi nel 1959 rimase tragicamente coinvolto in quello che viene chiamato Incidente del passo di Djatlov, tutt'ora irrisolto
https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_del_passo_di_Djatlov
Sì conosco bene la vicenda del passo Djatlov, te l'avrei citata io se non l'avessi fatto tu nelle ultime righe del post. Un mistero molto affascinante.
Credo che la similitudine tra i due popoli sia anche dovuta al loro essere parte di "imperi" o ex tali: noi europei abbiamo quasi totalmente sradicato (per fortuna) l'imperialismo dalla nostra cultura, pur praticandolo ancora oggi a livello industriale e politico, mentre americani e russi sono ancora molto chiusi nella narrazione patriottico-imperialista.
Relativamente al rapporto con la natura penso che banalmente sia la bassa densità abitativa e l'ampio spazio a disposizione del territorio selvaggio ad aver fatto sviluppare ad entrambi i popoli una sorta di legame con la natura che noi europei abbiamo totalmente rimosso a causa di una diffusa antropizzazione anche se di recente stiamo provando a recuperarlo. Non è un caso che in Europa i popoli più vicini a questo concetto siano proprio quelli scandinavi: guarda caso ex-sovietici e con ampie lande selvagge a disposizione.
 
Sì conosco bene la vicenda del passo Djatlov, te l'avrei citata io se non l'avessi fatto tu nelle ultime righe del post. Un mistero molto affascinante.
Credo che la similitudine tra i due popoli sia anche dovuta al loro essere parte di "imperi" o ex tali: noi europei abbiamo quasi totalmente sradicato (per fortuna) l'imperialismo dalla nostra cultura, pur praticandolo ancora oggi a livello industriale e politico, mentre americani e russi sono ancora molto chiusi nella narrazione patriottico-imperialista.
Relativamente al rapporto con la natura penso che banalmente sia la bassa densità abitativa e l'ampio spazio a disposizione del territorio selvaggio ad aver fatto sviluppare ad entrambi i popoli una sorta di legame con la natura che noi europei abbiamo totalmente rimosso a causa di una diffusa antropizzazione anche se di recente stiamo provando a recuperarlo. Non è un caso che in Europa i popoli più vicini a questo concetto siano proprio quelli scandinavi: guarda caso ex-sovietici e con ampie lande selvagge a disposizione.
Concordo e aggiungo che nella tradizione russa troviamo un'epica dell'Est come in America abbiamo quella del West. Intesi come territori vergini da conquistare.
 
Concordo e aggiungo che nella tradizione russa troviamo un'epica dell'Est come in America abbiamo quella del West. Intesi come territori vergini da conquistare.

non e' che mi trovo la versione russa dei village people che canta go east? :D

battute a parte, penso che l'epica dell'esplorazione sia antica quanto l'uomo, e gilgamesh forse e' il primo che potrebbe essere considerato nella categoria... o almeno il primo di cui abbiamo notizia (se non consideriamo la tradizione orale degli aborigeni australiani, che va indietro di 50k anni!!!)
 
non e' che mi trovo la versione russa dei village people che canta go east? :D

battute a parte, penso che l'epica dell'esplorazione sia antica quanto l'uomo, e gilgamesh forse e' il primo che potrebbe essere considerato nella categoria... o almeno il primo di cui abbiamo notizia (se non consideriamo la tradizione orale degli aborigeni australiani, che va indietro di 50k anni!!!)
No, ma puoi trovare la versione sovietica di Sulla strada di Kerouac ne Il biglietto stellato di Vasilij Aksenov, che era figlio di Evgenija Ginzburg.
 
Bellissimo, complimenti. Sto provando invidia e ammirazione per il tuo viaggio del 1998. La transiberiana è sempre stato un mio sogno proprio di quel periodo....non sono mai riuscito ad esaudito.
Sulla presunzione dei giovani americani e russi io, nella mia seppur poca esperienza, l'ho riscontrata nei primi ma assolutamente no nei secondi....in questo come in altre cose per me c'è una differenza enorme, e questo vale anche nei paesi ex sovietici.
 
Bellissimo, complimenti. Sto provando invidia e ammirazione per il tuo viaggio del 1998. La transiberiana è sempre stato un mio sogno proprio di quel periodo....non sono mai riuscito ad esaudito.
Sulla presunzione dei giovani americani e russi io, nella mia seppur poca esperienza, l'ho riscontrata nei primi ma assolutamente no nei secondi....in questo come in altre cose per me c'è una differenza enorme, e questo vale anche nei paesi ex sovietici.
Grazie, chissà come è la situazione ora dopo un quarto di secolo e con tutte le cose che sono accadute nel mondo.
In effetti si tratta più di una vulgata comune: ho viaggiato più volte negli Stati Uniti e nella Russia profondi e non è la presunzione il dato che ho per lo più riscontrato, ma la disponibilità è la curiosità. Per il resto mi sono sempre sembrati simili nel loro modo di approcciare il mondo.
 
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