- Parchi del Lazio
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- Parco Regionale dei Monti Lucretili
Domenica 27 maggio ho compiuto la traversata dei Lucretili da Vicovaro a Monteflavio. Di tutto l’itinerario conoscevo solo una parte ristretta, comprendente la tratta Fosso di Vena Scritta-Fonte di Campitello e la discesa a Monteflavio per la strada sterrata che arriva a Via di Monte Gennaro. Tutto il resto è stato per me una piacevole scoperta.
Prendo da Roma la corriera fino alla Stazione ferroviaria di Mandela e da qui attendo la corriera che mi porti a Vicovaro. Alle 10.30 scendo alla fermata prima del paese di Vicovaro, nei pressi della frazione di Santa Maria. Chiedo a un passante indicazioni e mi immetto poco dopo sul sentiero 304A, dapprima su strada in parte sterrata e in parte asfaltata
che passa dal versante orientale di Colle Cerro, poi per il sentiero nel bosco.
Il sentiero confluisce in seguito sul 304 dopo aver superato il fosso Valle S. Martino.
Superata Fonte Fumiccia arrivo ai ruderi un po’ nascosti della Madonna dei Ronci,
proseguo costeggiando il Fosso di Vena Caprara
e giungo al Fosso di Vena Scritta passando nei pressi di Prato delle Forme.
Prendo il sentiero 305, abbondantemente segnato con bolli rossi.
Risalgo la valle fino a Fonte di Campitello (1025 m.), punto di intersezione di diversi sentieri. Avevo lasciato aperte varie possibilità per proseguire l’escursione, non sapendo l’ora in cui sarei arrivato al fontanile e tantomeno le condizioni in cui mi sarei trovato. Ero in cammino da 3 ore e mezzo, la stanchezza stava cominciando a farsi sentire ed erano le tre del pomeriggio. Proseguire per Marcellina sarebbe stato più semplice, sia perché conoscevo entrambi i sentieri (via Prato Favale o per la Scarpellata) sia perché erano più brevi. La guida diceva che per percorrere il tratto dalla fonte di Campitello a Monteflavio erano richieste 2 ore e 50’. Attratto dall’idea di immergermi in ambienti a me sconosciuti, decido di muovermi in direzione Monte Pellecchia-Monteflavio per il sentiero 305C che non avevo mai percorso. L’inizio del sentiero è dei più promettenti, con bellissimi faggi secolari dalle forme impressionanti.
La guida diceva che per un tratto, tra Monte Guardia e Casale Capo di Porco, era facile perdersi. Data l’ora non potevo permettermi il “lusso” di perdermi, quindi ho cercato di essere sveglio, ridestando tutti i sensi intorpiditi dalle abitudini e dalla stanchezza. Giunto sul punto panoramico della sella tra Colle Zinno e Monte Guardia,
mi imbatto in un gruppo di escursionisti provenienti da Roccagiovine; si stavano riposando prima di riprendere la via del ritorno. Chiedo loro conferma sul tragitto che avrei dovuto percorrere ma nessuno lo conosce con precisione. Uno di loro mi lascia la fotocopia di una cartina della zona consentendomi di fare un utile confronto con quella che avevo con me. La cartina comprende il territorio centrale della mia escursione e arriva quasi a Colle Pendente. Scendo per il sentiero nella valle sottostante e cerco di fare affidamento sulla mappa e sulla bussola, visto che la segnaletica non è sempre ben visibile e si incontrano diversi bivi. Procedo a un certo punto in un tratto sassoso
Osservando la carta escursionistica dei Lucretili curata dal Parco, questa parte dovrebbe corrispondere al sentiero che si stacca sulla sinistra dal 305C.
Infine giungo in un colle (dovrebbe essere nelle vicinanze di Costa dell'Ornello)
da dove, scendendo in direzione nord, si comincia a intravedere il paese di Monteflavio mentre a est domina il Monte Pellecchia. Poco più in basso ritrovo la carrozzabile che mi conduce al paese.
Mi rifocillo al bar sopra la piazzetta e alle 19.15 prendo la corriera per Passo Corese dove aspetto il treno che mi riporta a Roma.
E’ stata una giornata intensa che mi ha messo alla prova soprattutto sul piano fisico ma anche su quello psicologico. Affrontare un tratto che non si conosce, anche se si hanno con sé cartina e bussola per orientarsi, richiede impegno e energia. Se ci si trova nella parte conclusiva di una lunga escursione, possono non essere sempre disponibili.
Prendo da Roma la corriera fino alla Stazione ferroviaria di Mandela e da qui attendo la corriera che mi porti a Vicovaro. Alle 10.30 scendo alla fermata prima del paese di Vicovaro, nei pressi della frazione di Santa Maria. Chiedo a un passante indicazioni e mi immetto poco dopo sul sentiero 304A, dapprima su strada in parte sterrata e in parte asfaltata

che passa dal versante orientale di Colle Cerro, poi per il sentiero nel bosco.

Il sentiero confluisce in seguito sul 304 dopo aver superato il fosso Valle S. Martino.

Superata Fonte Fumiccia arrivo ai ruderi un po’ nascosti della Madonna dei Ronci,

proseguo costeggiando il Fosso di Vena Caprara

e giungo al Fosso di Vena Scritta passando nei pressi di Prato delle Forme.

Prendo il sentiero 305, abbondantemente segnato con bolli rossi.

Risalgo la valle fino a Fonte di Campitello (1025 m.), punto di intersezione di diversi sentieri. Avevo lasciato aperte varie possibilità per proseguire l’escursione, non sapendo l’ora in cui sarei arrivato al fontanile e tantomeno le condizioni in cui mi sarei trovato. Ero in cammino da 3 ore e mezzo, la stanchezza stava cominciando a farsi sentire ed erano le tre del pomeriggio. Proseguire per Marcellina sarebbe stato più semplice, sia perché conoscevo entrambi i sentieri (via Prato Favale o per la Scarpellata) sia perché erano più brevi. La guida diceva che per percorrere il tratto dalla fonte di Campitello a Monteflavio erano richieste 2 ore e 50’. Attratto dall’idea di immergermi in ambienti a me sconosciuti, decido di muovermi in direzione Monte Pellecchia-Monteflavio per il sentiero 305C che non avevo mai percorso. L’inizio del sentiero è dei più promettenti, con bellissimi faggi secolari dalle forme impressionanti.

La guida diceva che per un tratto, tra Monte Guardia e Casale Capo di Porco, era facile perdersi. Data l’ora non potevo permettermi il “lusso” di perdermi, quindi ho cercato di essere sveglio, ridestando tutti i sensi intorpiditi dalle abitudini e dalla stanchezza. Giunto sul punto panoramico della sella tra Colle Zinno e Monte Guardia,

mi imbatto in un gruppo di escursionisti provenienti da Roccagiovine; si stavano riposando prima di riprendere la via del ritorno. Chiedo loro conferma sul tragitto che avrei dovuto percorrere ma nessuno lo conosce con precisione. Uno di loro mi lascia la fotocopia di una cartina della zona consentendomi di fare un utile confronto con quella che avevo con me. La cartina comprende il territorio centrale della mia escursione e arriva quasi a Colle Pendente. Scendo per il sentiero nella valle sottostante e cerco di fare affidamento sulla mappa e sulla bussola, visto che la segnaletica non è sempre ben visibile e si incontrano diversi bivi. Procedo a un certo punto in un tratto sassoso

Osservando la carta escursionistica dei Lucretili curata dal Parco, questa parte dovrebbe corrispondere al sentiero che si stacca sulla sinistra dal 305C.
Infine giungo in un colle (dovrebbe essere nelle vicinanze di Costa dell'Ornello)

da dove, scendendo in direzione nord, si comincia a intravedere il paese di Monteflavio mentre a est domina il Monte Pellecchia. Poco più in basso ritrovo la carrozzabile che mi conduce al paese.
Mi rifocillo al bar sopra la piazzetta e alle 19.15 prendo la corriera per Passo Corese dove aspetto il treno che mi riporta a Roma.
E’ stata una giornata intensa che mi ha messo alla prova soprattutto sul piano fisico ma anche su quello psicologico. Affrontare un tratto che non si conosce, anche se si hanno con sé cartina e bussola per orientarsi, richiede impegno e energia. Se ci si trova nella parte conclusiva di una lunga escursione, possono non essere sempre disponibili.
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