- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 25 maggio 2021
Accesso stradale: frazione di Campli (TE) Battaglia - frazione Rocche di Civitella strada che attraversa il paese e scende al parco attrezzato per la Grotta di Sant'Angelo.
Sentiero: segnato, bolli e cartelli con tempistiche.
Periodo consigliato: in assenza di neve tutta la parte a nord sicuramente e forse anche il resto. Nelle gole evitare periodi di piena e scarico massi, tutta la zona è soggetta a slavine di neve o fango con forti perturbazioni piovose o scioglimento ghiacci. Nelle gole consigliatissimo il casco in ogni stagione.
Grado di difficoltà: personalmente EE
Difficoltà riscontrate: terreno duro e sassoso, spesso ripidi ed esposti fuori dai boschi. Consiglio una calzatura dal carrarmato alto, robusto e abiti molto traspiranti nei sempre molto afosi boschi.
Percorso: da Battaglia, (quote da Wikipedia) 692 Mt s.l.m, passando per la cresta di Monticchio fino a Monte Foltrone 1718 Mt. Discesa per Macchia da Sole a 910mt dalla via nord con 3 km di asfalto, poi per la Sella di Castel Manfrino è discesa per le gole del Salinello a circa 500mt. Attraversamento delle gole, visita alla grotta principale e parcheggio di Rocche di Civitella mt 531.
Descrizione:
È la mia più grande passione camminare, attraversare territori e tanto più attraversare montagne di sopra o di sotto, od emtrambi come oggi.
Una passione che attira nella mia vita, in maniera del tutto naturale, persone disposte a ore e ore di macchina per camminare, anche per montagne non blasonate ma ricche di tutte le varietà di emozioni che può scriverci addosso un escursione in ambiente selvaggio, poco battuto per l'asprezza stessa dei lineamenti da percorrere. Nel progettare un escursione con l'amato Club di Cialtroni della Montagna si può azzardare sicuramente escursioni lunghissime o ardue ed intense fisicamente come attraversare un Monte Foltrone sfilando da un versante all'altro di cresta ed a valle giù nelle Gole del Salinello passando anche per paesi e antichi castelli ridotti a ruderi, o grotte. Si può fare perché in un Club di "solitari camminatori di monti" l'avventura di territori poco frequentatati scorre potente negli scarponi. Che poi conoscere una montagna vivendone più volti possibili con una sola escursione è sempre il top. Con questa eccitazione dell'anima la salita da Battaglia è sempre di mille metri in una manciata di kilometri, di cui gli ultimi abbastanza esposti, ma vola sudatissima e leggera come una pedalata quando senti la gamba sciolta e potente. Ben presto ci ritroviamo a contemplare il mare adriatico, in un contorno di boschi dal verde rovente e fioriture di peonie sotto la cresta del Monticchio. Da qualche tempo ho un fastidioso dolore alla pianta del piede, sotto l'alluce, eppure sono consapevole che pietre aguzze o scalini di terra e ghiaia mi accompagneranno fino a sera, per cui mi farò distrarre volentieri dal territorio tutto il tempo. Sulle gobbe di cresta e qualche altro taglio del sentiero mi abbandono a piccole camminate solitarie, per qualche scatto di una visuale diversa dei compagni d'avventura e allietare la vista su ogni piccolo affaccio delle scoscese pareti occidentali. Su queste cimette, che portano alla croce di vetta, leggo la meraviglia negli occhi anche nei pelosi, che instancabili scortano e allietano la via. In vetta la pausa di pane e salsicce sott'olio è d'obbligo, come lo è la contemplazione piacevolmente ventilata, che asciuga sudori e vestiti. Siamo in mezzo a due correnti che si alternano e guerreggiano sopra le nostre teste. Lo schieramento di Re Scirocco attacca da sud con gli arcieri che sfrecciano cirri dall'odore di mare. Sua maestà tramontana ha gli scudi di ghiaccio ben serrati e respinge ogni colpo con un'azzurrissima flotta volante. La distrazione funziona per i dolori e rimane alta nei pensieri la meraviglia di tanta scenografia anche nella discesa spaccapiedi.
Rifocillati e asciutti si riparte verso una vertiginosa discesa a nord tra brecciai, splendidi faggi allestiti in stile bonsai ed altri abbarbicati su scarichi di roccia verticali. La fantasiosa battaglia di vetta si è adesso trasferita giù nelle Gole dove dovremmo transitare più tardi nel cuore del pomeriggio, così da far apparire le stesse ammantante di soffici nuvole bianche. Il terreno è veramente caprino, anzi Ossocaprino, come il nome dello stazzo prima della Forchetta del Foltrone. Un'altra copiosa sudata stende qualche rivolo di fatica sulla mia schiena, il dolore ricomincia sul brecciaio e ci vorrebbe un'altra bella distrazione che Marco prontamemte scova. Una distesa di Orapi alti mezzo metro. Francesco approfitta per far riposare i cani all'ombra e scattare foto a due Cialtroni che riempiono buste della saporita verdura selvatica. L'umore, come non fosse già buono, migliora ancora, così mente e gambe corrono verso la ciliegina della torta della situazione attuale: qualche km di liscio asfalto e una fontana gelata dove raffreddare i pensieri di stanchezza che cominciano a pressare sui tendini. Le luci si fanno piu tenui tra qualche ciuffo di foschia quando dalla Sella di Castel Manfrino ci avviamo verso le ultime meraviglie di giornata. L'escursione è stata dura sulle gambe e così dentro il cuore dei due Gemelli affronto un guado al fresco del fiume e a piedi nudi, anche se la portata di oggi può essere affrontata con gli scarponi come fanno i soci. A dire il vero io non vedevo l'ora di sentire i miei piedi bollenti stemperarsi nell'acqua gelida. Giornata meravigliosa e di intensità tale da farci cambiare il programma di domani di scalare l'altro gemello. Domani, una bella braciata di arrosticini, piccole passeggiate rilassanti e fotografiche in quel di Prati di tivo, non ce li toglie nessuno. La compagnia, anche se io quando cammino non ne faccio molta perché sempre distratto da visioni pittoriche del cammino, è stata come sempre magnifica e libera di esprimersi ognuno con i suoi passi ed emozioni. Una traversata di un territorio dalla durezza sempre ammorbidita dalle curve visuali dei Sibillini e Laga, dalla vista del Mar Adriatico e mai con un sole che poteva essere molto più violento soprattutto per la Guida più anziana del gruppo: la lupa Linda.
Tutto perfetto, magari anche spingendo i passi un po' più veloci del solito, anche con i tempi ( tutti e tre), è andato tutto con la precisione piacevole di un orologio solare e pure svizzero in alcuni panorami. Grazie Francesco e Marco, illustrissimo Presidente,per le belle emozioni e grazie al Foltrone per la sua selvaggia ed emozionante accoglienza. Buona montagna a tutti!
Accesso stradale: frazione di Campli (TE) Battaglia - frazione Rocche di Civitella strada che attraversa il paese e scende al parco attrezzato per la Grotta di Sant'Angelo.
Sentiero: segnato, bolli e cartelli con tempistiche.
Periodo consigliato: in assenza di neve tutta la parte a nord sicuramente e forse anche il resto. Nelle gole evitare periodi di piena e scarico massi, tutta la zona è soggetta a slavine di neve o fango con forti perturbazioni piovose o scioglimento ghiacci. Nelle gole consigliatissimo il casco in ogni stagione.
Grado di difficoltà: personalmente EE
Difficoltà riscontrate: terreno duro e sassoso, spesso ripidi ed esposti fuori dai boschi. Consiglio una calzatura dal carrarmato alto, robusto e abiti molto traspiranti nei sempre molto afosi boschi.
Percorso: da Battaglia, (quote da Wikipedia) 692 Mt s.l.m, passando per la cresta di Monticchio fino a Monte Foltrone 1718 Mt. Discesa per Macchia da Sole a 910mt dalla via nord con 3 km di asfalto, poi per la Sella di Castel Manfrino è discesa per le gole del Salinello a circa 500mt. Attraversamento delle gole, visita alla grotta principale e parcheggio di Rocche di Civitella mt 531.
Descrizione:
È la mia più grande passione camminare, attraversare territori e tanto più attraversare montagne di sopra o di sotto, od emtrambi come oggi.
Una passione che attira nella mia vita, in maniera del tutto naturale, persone disposte a ore e ore di macchina per camminare, anche per montagne non blasonate ma ricche di tutte le varietà di emozioni che può scriverci addosso un escursione in ambiente selvaggio, poco battuto per l'asprezza stessa dei lineamenti da percorrere. Nel progettare un escursione con l'amato Club di Cialtroni della Montagna si può azzardare sicuramente escursioni lunghissime o ardue ed intense fisicamente come attraversare un Monte Foltrone sfilando da un versante all'altro di cresta ed a valle giù nelle Gole del Salinello passando anche per paesi e antichi castelli ridotti a ruderi, o grotte. Si può fare perché in un Club di "solitari camminatori di monti" l'avventura di territori poco frequentatati scorre potente negli scarponi. Che poi conoscere una montagna vivendone più volti possibili con una sola escursione è sempre il top. Con questa eccitazione dell'anima la salita da Battaglia è sempre di mille metri in una manciata di kilometri, di cui gli ultimi abbastanza esposti, ma vola sudatissima e leggera come una pedalata quando senti la gamba sciolta e potente. Ben presto ci ritroviamo a contemplare il mare adriatico, in un contorno di boschi dal verde rovente e fioriture di peonie sotto la cresta del Monticchio. Da qualche tempo ho un fastidioso dolore alla pianta del piede, sotto l'alluce, eppure sono consapevole che pietre aguzze o scalini di terra e ghiaia mi accompagneranno fino a sera, per cui mi farò distrarre volentieri dal territorio tutto il tempo. Sulle gobbe di cresta e qualche altro taglio del sentiero mi abbandono a piccole camminate solitarie, per qualche scatto di una visuale diversa dei compagni d'avventura e allietare la vista su ogni piccolo affaccio delle scoscese pareti occidentali. Su queste cimette, che portano alla croce di vetta, leggo la meraviglia negli occhi anche nei pelosi, che instancabili scortano e allietano la via. In vetta la pausa di pane e salsicce sott'olio è d'obbligo, come lo è la contemplazione piacevolmente ventilata, che asciuga sudori e vestiti. Siamo in mezzo a due correnti che si alternano e guerreggiano sopra le nostre teste. Lo schieramento di Re Scirocco attacca da sud con gli arcieri che sfrecciano cirri dall'odore di mare. Sua maestà tramontana ha gli scudi di ghiaccio ben serrati e respinge ogni colpo con un'azzurrissima flotta volante. La distrazione funziona per i dolori e rimane alta nei pensieri la meraviglia di tanta scenografia anche nella discesa spaccapiedi.
Rifocillati e asciutti si riparte verso una vertiginosa discesa a nord tra brecciai, splendidi faggi allestiti in stile bonsai ed altri abbarbicati su scarichi di roccia verticali. La fantasiosa battaglia di vetta si è adesso trasferita giù nelle Gole dove dovremmo transitare più tardi nel cuore del pomeriggio, così da far apparire le stesse ammantante di soffici nuvole bianche. Il terreno è veramente caprino, anzi Ossocaprino, come il nome dello stazzo prima della Forchetta del Foltrone. Un'altra copiosa sudata stende qualche rivolo di fatica sulla mia schiena, il dolore ricomincia sul brecciaio e ci vorrebbe un'altra bella distrazione che Marco prontamemte scova. Una distesa di Orapi alti mezzo metro. Francesco approfitta per far riposare i cani all'ombra e scattare foto a due Cialtroni che riempiono buste della saporita verdura selvatica. L'umore, come non fosse già buono, migliora ancora, così mente e gambe corrono verso la ciliegina della torta della situazione attuale: qualche km di liscio asfalto e una fontana gelata dove raffreddare i pensieri di stanchezza che cominciano a pressare sui tendini. Le luci si fanno piu tenui tra qualche ciuffo di foschia quando dalla Sella di Castel Manfrino ci avviamo verso le ultime meraviglie di giornata. L'escursione è stata dura sulle gambe e così dentro il cuore dei due Gemelli affronto un guado al fresco del fiume e a piedi nudi, anche se la portata di oggi può essere affrontata con gli scarponi come fanno i soci. A dire il vero io non vedevo l'ora di sentire i miei piedi bollenti stemperarsi nell'acqua gelida. Giornata meravigliosa e di intensità tale da farci cambiare il programma di domani di scalare l'altro gemello. Domani, una bella braciata di arrosticini, piccole passeggiate rilassanti e fotografiche in quel di Prati di tivo, non ce li toglie nessuno. La compagnia, anche se io quando cammino non ne faccio molta perché sempre distratto da visioni pittoriche del cammino, è stata come sempre magnifica e libera di esprimersi ognuno con i suoi passi ed emozioni. Una traversata di un territorio dalla durezza sempre ammorbidita dalle curve visuali dei Sibillini e Laga, dalla vista del Mar Adriatico e mai con un sole che poteva essere molto più violento soprattutto per la Guida più anziana del gruppo: la lupa Linda.
Tutto perfetto, magari anche spingendo i passi un po' più veloci del solito, anche con i tempi ( tutti e tre), è andato tutto con la precisione piacevole di un orologio solare e pure svizzero in alcuni panorami. Grazie Francesco e Marco, illustrissimo Presidente,per le belle emozioni e grazie al Foltrone per la sua selvaggia ed emozionante accoglienza. Buona montagna a tutti!
Allegati
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