Escursione Traversata del Vulcano Laziale

Parchi del Lazio
  1. Parco Regionale dei Castelli Romani
Dati

Data: 29 gennaio 2022
Regione e provincia: Lazio, Roma
Località di partenza: Stazione di Castelgandolfo
Località di arrivo: Stazione di Frascati
Tempo di percorrenza: 9h 27m totali, 8h 40m in movimento.
Chilometri: 44.15
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: Lunghezza, assenza quasi totale di fonti d'acqua, qualche tratto non segnato.
Periodo consigliato: Autunno e Inverno
Segnaletica: Spesso presente ma assente o poco chiara in qualche tratto
Dislivello in salita: 1600 circa
Dislivello in discesa: 1600 circa
Quota massima: 956 m s.l.m.
Accesso stradale:
Traccia GPS:

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/traversata-del-vulcano-laziale-93981113

Il GPS è impazzito dalle parti di Monte Cavo e del Maschio delle Faete (forse per le antenne?) quindi ho corretto manualmente questi punti che potrebbero non risultare totalmente affidabili. Inoltre si è spento per 5 minuti prima dei pratoni (mi era successo anche in un'altra escursione proprio in questo stesso punto). Considerando la comprovata affidabilità del Garmin credo proprio che qui ai Castelli ci sia qualcosa che lo infastidisce.

Descrizione


Sono le ore 7.24 quando scendo dalla Stazione di Castelgandolfo che, abbarbicata sul fianco della montagna, regala una vista sul lago di Albano ancora addormentato prima che il sole sbuchi da dietro i crinali. Dopo molto tempo torno finalmente a tentare una grande traversata, una di quelle in cui i km da macinare sembrano infiniti: questa è l'unica dimensione in cui riesco a perdermi completamente nel ritmo del camminare.
L'idea è attuare un progetto che avevo in mente da tempo ovvero attraversare tutto (o quasi) il Vulcano Laziale in un solo giorno toccando sia il cratere interno che quello esterno in una traversata dei Colli Albani che connetta i punti salienti di questo territorio in eterna oscillazione tra estremamente selvaggio ed estremamente antropizzato. Disegnandola ho cercato di connettere emergenze ambientali, archeologiche, storiche e panoramiche anche se, inevitabilmente, qualcosa è rimasto fuori anche perché siamo in inverno e le ore a disposizione sono non più di una decina.

Il borgo di Castelgandolfo è ancora assopito quando mi metto in marcia lungo il CNP che dopo un po' si inoltra nel bosco lungo una traccia piacevolissima che regala scorci sul lago e sul borgo appena lasciato alle spalle. Il passo sostenuto non mi fa sentire la temperatura sotto lo zero che caratterizza questa mattinata invernale, l'obiettivo è il Monte Cavo per la Via Sacra che imbocco lasciando i sentieri segnati all'altezza della Via dei Laghi e procedendo per tracce di bikers fino all'imponente basolato. Come decine di altre volte mi concedo una pausa al Belvedere dei due laghi che ho ormai eletto a "cima di Monte Cavo" visto che quella vera è un' orrida dimostrazione della follia umana. Castelgandolfo, che da ora in poi ricercherò sistematicamente lungo questo viaggio come unità di misura della strada percorsa e dei luoghi attraversati, domina il crinale tra l'azzurro vivo del lago e quello più sfumato del mare. Si prosegue lungo il CNP verso il Maschio delle Faete lungo una bellissima linea tra rocce e boschi spogli che ogni tanto regalano aperture mozzafiato sul lago di Nemi; questa seconda "vetta" è stuprata quanto la precedente ma un sentierino che costeggia le recinzioni porta ad un belvedere notevole da cui si riescono a scorgere gli Appennini innevati, Colle Jano e i Campi d'Annibale sfregiati dalla speculazione edilizia. Quello che mi piace dei Castelli Romani è che si riesce a camminare per ore ed ore tra i boschi: questa dimensione del camminare offre sensazioni diverse da quelle che regalano le grandi montagne o i grandi spazi aperti risultando magari meno adrenalinica ma interessante da altri punti di vista in quanto il fondo morbido, il passo che trova un suo ritmo costante e il paesaggio "monotono" mi assorbono totalmente.

Una sezione di bosco appena devastata dal taglio ceduo interrompe l'idillio e costringe a trovare una via improvvisata in quanto il sentiero non esiste più (o forse sono io che non ho visto il bivio) e al suo posto ci sono solo macerie ma è il preludio all'uscita sugli stupendi pratoni del Vivaro, in località Domatore. Questo luogo da far west offre viste sugli Appennini e sul cratere maggiore del Vulcano Laziale, mia prossima meta, tra pratoni di un verde intenso, recinzioni e cavalli al pascolo e regala anche un fondamentale punto di ristoro nel bar del maneggio dove mi concedo un caffè. A questo punto si rientra nel bosco lungo sentieri CAI verso il Maschio d'Ariano, con annessa indignazione per l'ennesima discarica abusiva, affrontando una ascesa che sfianca ma che è ripagata da rare quanto splendide aperture verso la pianura pontina e il mare prima e, una volta in vetta, verso i Prenestini, i Lepini e i Simbruini poi. I resti del castello sono grandi massi di pietra a secco riassorbiti dal tempo e dagli elementi naturali ed ammaliano come reperti dispersi nella giungla. Aggiungo una deviazione al vicino Canyon, l'emergenza ambientale più spettacolare della zona, per completare l'itinerario. Alte pareti scavate dall'acqua danno vita ad un luogo incredibile che appare improvvisamente nei meandri della selva ed accoglie il visitatore tra alte pareti vulcaniche. Un "Antelope de noatri".

I km fatti sono tanti, oltre 20, ma ce ne sono ancora tantissimi da fare quindi mi affretto per boschi e ridiscendo il bordo del cratere districandomi tra sentieri e strade forestali fino a raggiungere la località "Madonnina" di Rocca Priora per poi risbucare, dopo una forestale infangata insostenibile, sui pratoni del Vivaro con una vista splendida sui Pantani della Doganella luogo che non avevo mai visitato e che appare d'improvviso regalando una vista idilliaca grazie ad una palette cromatica che abbraccia l'azzurro dell'acqua, il verde intenso dei prati, e quello scuro delle alture retrostanti.
La sezione che da qui conduce a Rocca Priora è decisamente la peggiore della giornata con un tratto di Tuscolana e successive salite su asfalto intervallate da qualche carrareccia, tuttavia il borgo e il suo Belvedere della Rocca ripagano della fatica avvolgendo il camminatore tra vicoli dal sapore antico e limpide viste sul territorio che va dai Lepini al Soratte.


Sono in netto anticipo sulla tabella di marcia e quindi mi godo pienamente i 10 km di splendido crinale che separano Rocca Priora da Frascati. I dolci rilievi erbosi tra Monte Salomone e il Monte Tuscolo sembrano pennellate impressioniste con le ombre lunghe del pomeriggio che contrastano con i colori accessi dell'erba e con le macchie più scure dei residui di bosco, questo crinale esposto regala un 360 gradi pazzesco sui Lepini, gli Appennini innevati, la linea di costa e gran parte del territorio attraversato: Rocca Priora, le alture boscose del cratere esterno, il Monte Cavo, i pratoni del Vivaro e la cupola di Castelgandolfo che ora appare come una lontanissima silouhette che sfuma verso il mare appena riconoscibile nella foschia. Per un viaggiatore non c'è nulla di meglio che ripercorrere mentalmente la strada fatta e vedere i luoghi in cui si è passati trasformarsi progressivamente in paesaggi lontani.
L'ultima fatica della giornata è l'ascesa del Tuscolo che da questo versante si impenna ma ripaga con una discesa sublime verso Tusculum dove mi emoziono alla vista di questo dolce rilievo affacciato su un paesaggio infinito, dove i resti di una antica civiltà si fondono con una brughiera e dove tante persone, che da qui appaiono come puntini lungo flebili tracce, si muovono verso i resti del teatro come in una processione laica.
Una piacevole discesa tra boschi e imponenti Ville fa da preludio all'arrivo in una Frascati in piena movida da sabato sera, prima che il viaggio termini come era cominciato: in una stazione ferroviaria dove, in attesa del treno, ho tempo di ripensare ai passi appena compiuti in un paesaggio dove le ferite inferte dall'uomo coesistono con una bellezza che esiste e resiste.
 

Allegati

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Utente 32323

Guest
Grazie! Luoghi che non conosco, ma ho riconosciuto le emozioni: lo studio del tracciato, l'avventura del percorrerlo, la meditazione del raccontarlo.
 
Pensa io proprionora ho finito di fare un giretto dal Maschio di Ariano al Monte Peschio! Complimenti per la distanza e la costanza. Grazie del reportage.
 
Hai percorso il Sentiero Maratona del Parco dei Castelli Romani che viene pubblicizzato per essere esattamente di 42,195 Km. Incontrando tutta la romantica bellezza e l’orrenda antropizzazione che lo contraddistingue e di cui l’indiscriminata opera di taglio è uno degli aspetti più perniciosi, soprattutto per chi cerchi di seguire un sentiero.

Credo che se non avessi i suoceri a Rocca di Papa (la prossima volta che ci vado a pranzo ho in programma anche io di partire da Castel Gandolfo) non mi sarei mai avventurato sui suoi sentieri, ma bisogna dire che, come hai sperimentato anche tu, è uno dei pochi comprensori naturali nazionali ottimamente servito da treni e autobus e che consente di lasciare finalmente a casa l’automobile. Complimenti per la determinazione e la sgroppata.

Il GPS è difficilmente tratto in inganno da altre radiofrequenze. Quando si spegne per cause non imputabili alle batterie è consigliabile reinstallare il system, che è anche l’occasione per vedere se sono stati rilasciati aggiornamenti.
 
Grazie! Luoghi che non conosco, ma ho riconosciuto le emozioni: lo studio del tracciato, l'avventura del percorrerlo, la meditazione del raccontarlo.

Grazie a te! Contento di aver trasmesso qualcosa.

Pensa io proprionora ho finito di fare un giretto dal Maschio di Ariano al Monte Peschio! Complimenti per la distanza e la costanza. Grazie del reportage.
Ti ringrazio, come avrai visto sono luoghi con i loro spunti di interesse. Il Peschio mi manca.

Hai percorso il Sentiero Maratona del Parco dei Castelli Romani che viene pubblicizzato per essere esattamente di 42,195 Km. Incontrando tutta la romantica bellezza e l’orrenda antropizzazione che lo contraddistingue e di cui l’indiscriminata opera di taglio è uno degli aspetti più perniciosi, soprattutto per chi cerchi di seguire un sentiero.

Credo che se non avessi i suoceri a Rocca di Papa (la prossima volta che ci vado a pranzo ho in programma anche io di partire da Castel Gandolfo) non mi sarei mai avventurato sui suoi sentieri, ma bisogna dire che, come hai sperimentato anche tu, è uno dei pochi comprensori naturali nazionali ottimamente servito da treni e autobus e che consente di lasciare finalmente a casa l’automobile. Complimenti per la determinazione e la sgroppata.

Il GPS è difficilmente tratto in inganno da altre radiofrequenze. Quando si spegne per cause non imputabili alle batterie è consigliabile reinstallare il system, che è anche l’occasione per vedere se sono stati rilasciati aggiornamenti.

Grazie per la dritta, ne ignoravo l'esistenza anche perché non ha alcuna segnaletica. Ho cercato on line ed ho notato delle differenze rispetto alla mia traccia. Loro non passano per il Maschio delle Faete e Monte Cavo e fanno una sezione molto più lunga del cratere esterno che io ho preferito tagliare sia per ragioni di tempo che perché la ritengo poco varia.
Chiaramente al mio itinerario manca il fiore all'occhiello dei Castelli: il lago di Nemi e il relativo borgo. Ho pensato di fare una deviazione ed includerli ma avrei passato abbondantemente i 50 km e non me la sono sentita.
Un'altra via che in parte ho toccato è l'itinerario delle Terre Ospitali (35.5 km tra Frascati e Rocca di Papa, logisticamente poco logico a mio parere ) che ha una specifica segnaletica ma non è affatto pubblicizzato e on line non si trova praticamente nulla.

La logistica facilitata di questo territorio si presterebbe molto a realizzare un cammino o qualcosa di simile e questo contribuirebbe anche a rimuovere un po' di monnezza e scempi vari magari. Purtroppo il Parco è totalmente assente (non riesce nemmeno a rimuovere le numerose discariche abusive presenti) e il territorio è totalmente in balìa dei taglialegna.
Nonostante tutto a me piace, trovo che abbia dei picchi notevoli.

Guarda con il GPS non so che dire, la cosa strana è che l'unica altra volta che mi si è spento era esattamente nello stesso punto in cui è successo stavolta. Mentre nei pressi delle antenne ha fatto delle strane virgole (in questo caso è la prima volta). Cercherò di approfondire.
 
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