- Parchi della Toscana
-
- Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna
Dati
Data: luglio 2015
Regione e provincia: Toscana, Firenze-Arezzo
Località di partenza: Marradi
Località di arrivo: Chiusi della Verna
Tempo di percorrenza: 10 gg
Chilometri: 170 circa
Grado di difficoltà: facile
Descrizione delle difficoltà: T/E
Periodo consigliato: Primavera/Estate/Autunno
Segnaletica: verticale in legno
Descrizione
Dato che mi è stato cortesemente richiesto, pubblico volentieri un sintetico resoconto di quanto fatto la scorsa estate. Vado a memoria, non sono uno che tiene diari di viaggio.
Avendo con la famiglia sempre fatto solo escursioni giornaliere, abbiamo deciso di intraprendere un facile trekking di più giorni. Essendo la prima volta per i miei figli e dato che la piccola aveva solo 11 anni all’epoca, abbiamo cercato qualcosa di semplice, non troppo faticoso e relativamente comodo dal punto di vista logistico.
La scelta è caduta sul tratto che percorre le Foreste Casentinesi dell’ Alta Via dei Parchi, lunga via che si snoda fra Emilia-Toscana-Marche e della quale trovate molte info qui, http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/fruizione/altavia , comprese le tracce gps. La traccia gps assieme a google earth mi ha aiutato a pianificare l’itinerario: alcune delle tappe così come sono risultavano per noi un po’ lunghe, perciò le ho spezzate in due come era possibile, in base alla collocazione delle strutture ricettive, in modo da farne una tranquilla vacanza per tutti. Quindi poche ore al giorno di cammino e niente levatacce. Insomma ce la siamo decisamente presa comoda, ma non volevo che mia figlia “prendesse male” questa prima volta per la troppa stanchezza, anche se in realtà si rivelerà bambina dalle mille energie.
Siamo partiti leggeri, senza sacchi a pelo, tre zaini da 50 litri, più uno zainetto da 20 per mia figlia. Per le foto ci siamo affidati ai cellulari.
Siamo partiti da Marradi, facilmente raggiungibile in treno da Firenze, per arrivare al santuario de La Verna e poi a Chiusi. Per rientrare, bus fino a Bibbiena, treno per Arezzo e poi per Roma. Il sentiero dell’Alta Via cammina perlopiù sulle creste. Questo fa sì che in certi casi effettui dei giri un po’ tortuosi e un po’ di su e giù. Guardando le carte si nota che volendo si potrebbe in alcuni casi “tagliare” per sentieri più diretti, ma noi non l’abbiamo fatto. Sebbene effettuato all’inizio di luglio 2015 quando le temperature sono state ovunque piuttosto alte, non si è sofferto quasi mai il caldo, perché il percorso risulta per la gran parte in ombra: infatti le quote sono modeste e il bosco è presente fino in cima. Giusto nella prima tappa abbiamo percorso ampi tratti scoperti, altrimenti abbiamo goduto di un ombreggiamento piacevole. La zona è stupenda e quello che mi ha piacevolmente sorpreso è che è più selvaggia e disabitata di quanto mi aspettassi. I sentieri sono ben visibili e ben segnalati. Non frequentatissimi, abbiamo incrociato qualche escursionista giornaliero solo nella domenica di metà percorso. Immagino che ad agosto ci sia più afflusso. In tutta quella zona il percorso coincide spesso sia con l’itinerario delle Foreste Sacre, sia con quello del Cammino di Dante, le indicazioni sono talvolta doppie o triple, ma è difficile sbagliarsi. I dislivelli sono sempre contenuti. Quindi posso dire che sia alla portata di tutti. Gli alloggi che abbiamo utilizzato, in alcuni casi erano obbligati, in altri la scelta è volutamente caduta su strutture economiche, dato che dovevo riprendermi da un viaggio finanziariamente piuttosto impegnativo .
Queste sotto le tappe che abbiamo fatto noi, con qualche fotina Se si seguisse il percorso tradizionale suggerito, le tappe sarebbero credo solo 6. Come detto, è un programma ritagliato su esigenze di chi non ha voglia o energie per fare grandi scarpinate, è sufficiente avere un minimo di abitudine e allenamento al cammino in sentiero.
1. Marradi – Badia della Valle. A Marradi abbiamo pernottato al B&B Cà Mino, sopra il ristorante Il Camino, lo consiglio, praticamente un mini appartamento con 2 camere da letto. La mattina ci siamo fatti fare dei panini e siamo partiti. Il sentiero si prende dal centro del paese, sotto un arco.
Si sale subito sulle creste
Si passa per il bel Eremo di Gamogna.
Arrivati nelle primissime ore del pomeriggio all’agriturismo Badia della Valle, bellissimo. Per arrivarci bisogna fare una deviazione dal percorso di circa 2 km, ma era l’unico modo per spezzare questa che era la prima tappa e non volevo che l’inizio fosse faticoso.
2. Badia della Valle – Lago di Ponte. Tappa decisamente breve, pernottamento con cena al rifugio Casa Ponte a poche centinaia di metri dal lago, molto carino. La sera, tappeto di lucciole sul prato.
3. Lago di Ponte – San Benedetto in Alpe. Tappa comoda, arrivati a ora di pranzo, alloggiato all’albergo Acquacheta, camere molto semplici ma pulite e poi si mangia benissimo con porzioni adatte a camminatori affamati. Vale la pena visitare l'Abbazia.
4.San Benedetto in Alpe – Eremo dei Toschi. Si passa per le celebri cascate dell’Acquacheta,
dove ci si può rinfrescare, molto piacevole. E' stata l'unica giornata di tempo incerto
L’Eremo dei Toschi è appunto un antico eremo, con tanto di chiesa ancora consacrata, che ora è la casa di una azienda agricola con una parte attrezzata ad ostello. Sistemazione confortevole, anche perché eravamo gli unici nel camerone da 10 letti, ottima cena cucinata dalla proprietaria.
5. Eremo dei Toschi – Castagno d’Andrea. Tappa carina, come tutte d’altronde.
Sottobosco ricco di felci.
Abbiamo pernottato al B&B Il Vado, una sistemazione magnifica, con la colazione sulla terrazza esterna che dà sul ruscello sottostante. Hanno anche una piccola piscina per rilassarsi un po’. Consigliato vivamente!
Se si ha tempo vale la pena arrivare con il bus a San Godenzo per vedere la bella abbazia.
6. Castagno d’Andrea – La Burraia. Si arriva ai Prati della Burraia, dove si può alloggiare al rifugio CAI Città di Forli. Noi abbiamo invece pernottato allo Chalet la Burraia, leggermente più a valle (deviazione rispetto al percorso) al quale si arriva percorrendo in discesa la pista da sci in disuso che si vede proprio sotto il rifugio CAI. La mattina bisogna risalire a monte per riprendere il sentiero, ma si fa in fretta. Ancora molte felci nel percorso, sembra di essere a Jurassic park!
7. La Burraia – Camaldoli. Poco prima di arrivare, imperdibile visita all’Eremo al quale si arriva dopo aver attraversato un inusuale bosco di abeti bianchi. Pernottato alla Locanda dei Baroni, essenziale al limite del monastico. Serata con bottiglietta di nocino dei monaci!
8. Camaldoli – Badia Prataglia. Questa e quella successiva sono state forse le due tappe più lunghe, ma sempre molto piacevoli.
Dormito all’ Antica Podesteria. Avevamo praticamente un’intera casa tutta per noi in posizione molto tranquilla. E’ collocata alla fine di una ripida salita, ma per gente che va a piedi di sicuro non è un problema. Se si sceglie la soluzione B&B, la colazione, abbondante, si fa in un ottimo bar poco più sotto dove, tra l’altro, trovate l’eccellente birra di Collesi.
9. Badia Prataglia – Podere Santicchio. Forse la tappa più lunga, alla fine il gps diceva 23 km, anche se per la verità abbiamo fatto tardi a forza di raccogliere lamponi e fragoline di bosco,
una delizia.
Il Podere Santicchio si trova in un luogo magnifico, assolutamente isolato da tutto, con una vecchia casa coloniale dove danno ospitalità. Possiede una piccola piscina e una sauna. Anche qui cena rustica ma eccellente. E anche qui eravamo soli, proprietari a parte.
10. Santicchio – La Verna. Tappa breve, pur non essendo partiti prestissimo siamo arrivati in mattinata. Molto bello il tratto nel bosco
poco prima del Santuario
che abbiamo visitato per poi scendere a Chiusi, dove abbiamo alloggiato all’Albergo Letizia, semplice ma pulito, frequentato da molti ospiti abituali, si mangia discretamente.
A disposizione! Ciao
Data: luglio 2015
Regione e provincia: Toscana, Firenze-Arezzo
Località di partenza: Marradi
Località di arrivo: Chiusi della Verna
Tempo di percorrenza: 10 gg
Chilometri: 170 circa
Grado di difficoltà: facile
Descrizione delle difficoltà: T/E
Periodo consigliato: Primavera/Estate/Autunno
Segnaletica: verticale in legno
Descrizione
Dato che mi è stato cortesemente richiesto, pubblico volentieri un sintetico resoconto di quanto fatto la scorsa estate. Vado a memoria, non sono uno che tiene diari di viaggio.
Avendo con la famiglia sempre fatto solo escursioni giornaliere, abbiamo deciso di intraprendere un facile trekking di più giorni. Essendo la prima volta per i miei figli e dato che la piccola aveva solo 11 anni all’epoca, abbiamo cercato qualcosa di semplice, non troppo faticoso e relativamente comodo dal punto di vista logistico.
La scelta è caduta sul tratto che percorre le Foreste Casentinesi dell’ Alta Via dei Parchi, lunga via che si snoda fra Emilia-Toscana-Marche e della quale trovate molte info qui, http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/fruizione/altavia , comprese le tracce gps. La traccia gps assieme a google earth mi ha aiutato a pianificare l’itinerario: alcune delle tappe così come sono risultavano per noi un po’ lunghe, perciò le ho spezzate in due come era possibile, in base alla collocazione delle strutture ricettive, in modo da farne una tranquilla vacanza per tutti. Quindi poche ore al giorno di cammino e niente levatacce. Insomma ce la siamo decisamente presa comoda, ma non volevo che mia figlia “prendesse male” questa prima volta per la troppa stanchezza, anche se in realtà si rivelerà bambina dalle mille energie.
Siamo partiti leggeri, senza sacchi a pelo, tre zaini da 50 litri, più uno zainetto da 20 per mia figlia. Per le foto ci siamo affidati ai cellulari.
Siamo partiti da Marradi, facilmente raggiungibile in treno da Firenze, per arrivare al santuario de La Verna e poi a Chiusi. Per rientrare, bus fino a Bibbiena, treno per Arezzo e poi per Roma. Il sentiero dell’Alta Via cammina perlopiù sulle creste. Questo fa sì che in certi casi effettui dei giri un po’ tortuosi e un po’ di su e giù. Guardando le carte si nota che volendo si potrebbe in alcuni casi “tagliare” per sentieri più diretti, ma noi non l’abbiamo fatto. Sebbene effettuato all’inizio di luglio 2015 quando le temperature sono state ovunque piuttosto alte, non si è sofferto quasi mai il caldo, perché il percorso risulta per la gran parte in ombra: infatti le quote sono modeste e il bosco è presente fino in cima. Giusto nella prima tappa abbiamo percorso ampi tratti scoperti, altrimenti abbiamo goduto di un ombreggiamento piacevole. La zona è stupenda e quello che mi ha piacevolmente sorpreso è che è più selvaggia e disabitata di quanto mi aspettassi. I sentieri sono ben visibili e ben segnalati. Non frequentatissimi, abbiamo incrociato qualche escursionista giornaliero solo nella domenica di metà percorso. Immagino che ad agosto ci sia più afflusso. In tutta quella zona il percorso coincide spesso sia con l’itinerario delle Foreste Sacre, sia con quello del Cammino di Dante, le indicazioni sono talvolta doppie o triple, ma è difficile sbagliarsi. I dislivelli sono sempre contenuti. Quindi posso dire che sia alla portata di tutti. Gli alloggi che abbiamo utilizzato, in alcuni casi erano obbligati, in altri la scelta è volutamente caduta su strutture economiche, dato che dovevo riprendermi da un viaggio finanziariamente piuttosto impegnativo .
Queste sotto le tappe che abbiamo fatto noi, con qualche fotina Se si seguisse il percorso tradizionale suggerito, le tappe sarebbero credo solo 6. Come detto, è un programma ritagliato su esigenze di chi non ha voglia o energie per fare grandi scarpinate, è sufficiente avere un minimo di abitudine e allenamento al cammino in sentiero.
1. Marradi – Badia della Valle. A Marradi abbiamo pernottato al B&B Cà Mino, sopra il ristorante Il Camino, lo consiglio, praticamente un mini appartamento con 2 camere da letto. La mattina ci siamo fatti fare dei panini e siamo partiti. Il sentiero si prende dal centro del paese, sotto un arco.
Si sale subito sulle creste
Si passa per il bel Eremo di Gamogna.
Arrivati nelle primissime ore del pomeriggio all’agriturismo Badia della Valle, bellissimo. Per arrivarci bisogna fare una deviazione dal percorso di circa 2 km, ma era l’unico modo per spezzare questa che era la prima tappa e non volevo che l’inizio fosse faticoso.
2. Badia della Valle – Lago di Ponte. Tappa decisamente breve, pernottamento con cena al rifugio Casa Ponte a poche centinaia di metri dal lago, molto carino. La sera, tappeto di lucciole sul prato.
3. Lago di Ponte – San Benedetto in Alpe. Tappa comoda, arrivati a ora di pranzo, alloggiato all’albergo Acquacheta, camere molto semplici ma pulite e poi si mangia benissimo con porzioni adatte a camminatori affamati. Vale la pena visitare l'Abbazia.
4.San Benedetto in Alpe – Eremo dei Toschi. Si passa per le celebri cascate dell’Acquacheta,
dove ci si può rinfrescare, molto piacevole. E' stata l'unica giornata di tempo incerto
L’Eremo dei Toschi è appunto un antico eremo, con tanto di chiesa ancora consacrata, che ora è la casa di una azienda agricola con una parte attrezzata ad ostello. Sistemazione confortevole, anche perché eravamo gli unici nel camerone da 10 letti, ottima cena cucinata dalla proprietaria.
5. Eremo dei Toschi – Castagno d’Andrea. Tappa carina, come tutte d’altronde.
Sottobosco ricco di felci.
Abbiamo pernottato al B&B Il Vado, una sistemazione magnifica, con la colazione sulla terrazza esterna che dà sul ruscello sottostante. Hanno anche una piccola piscina per rilassarsi un po’. Consigliato vivamente!
Se si ha tempo vale la pena arrivare con il bus a San Godenzo per vedere la bella abbazia.
6. Castagno d’Andrea – La Burraia. Si arriva ai Prati della Burraia, dove si può alloggiare al rifugio CAI Città di Forli. Noi abbiamo invece pernottato allo Chalet la Burraia, leggermente più a valle (deviazione rispetto al percorso) al quale si arriva percorrendo in discesa la pista da sci in disuso che si vede proprio sotto il rifugio CAI. La mattina bisogna risalire a monte per riprendere il sentiero, ma si fa in fretta. Ancora molte felci nel percorso, sembra di essere a Jurassic park!
7. La Burraia – Camaldoli. Poco prima di arrivare, imperdibile visita all’Eremo al quale si arriva dopo aver attraversato un inusuale bosco di abeti bianchi. Pernottato alla Locanda dei Baroni, essenziale al limite del monastico. Serata con bottiglietta di nocino dei monaci!
8. Camaldoli – Badia Prataglia. Questa e quella successiva sono state forse le due tappe più lunghe, ma sempre molto piacevoli.
Dormito all’ Antica Podesteria. Avevamo praticamente un’intera casa tutta per noi in posizione molto tranquilla. E’ collocata alla fine di una ripida salita, ma per gente che va a piedi di sicuro non è un problema. Se si sceglie la soluzione B&B, la colazione, abbondante, si fa in un ottimo bar poco più sotto dove, tra l’altro, trovate l’eccellente birra di Collesi.
9. Badia Prataglia – Podere Santicchio. Forse la tappa più lunga, alla fine il gps diceva 23 km, anche se per la verità abbiamo fatto tardi a forza di raccogliere lamponi e fragoline di bosco,
una delizia.
Il Podere Santicchio si trova in un luogo magnifico, assolutamente isolato da tutto, con una vecchia casa coloniale dove danno ospitalità. Possiede una piccola piscina e una sauna. Anche qui cena rustica ma eccellente. E anche qui eravamo soli, proprietari a parte.
10. Santicchio – La Verna. Tappa breve, pur non essendo partiti prestissimo siamo arrivati in mattinata. Molto bello il tratto nel bosco
poco prima del Santuario
che abbiamo visitato per poi scendere a Chiusi, dove abbiamo alloggiato all’Albergo Letizia, semplice ma pulito, frequentato da molti ospiti abituali, si mangia discretamente.
A disposizione! Ciao
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