- Parchi del Lazio
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 3/4 luglio 2022
Regione e provincia: Marche Lazio Abruzzo
Località di partenza: Spelonga (AP) fine sterrata per il monte Comunitore, quota 1500mt.
Località di arrivo: Campotosto (AQ)
Tempo di percorrenza: 7h + 8,30h
Chilometri:19+ 18
Grado di difficoltà: EE superallenati
Descrizione delle difficoltà: Tutto quello che passa la montagna
Periodo consigliato: giugno/ ottobre
Segnaletica: sentiero Italia
Dislivello in salita: 1500mt. + 1200mt.
Dislivello in discesa: 800mt. + 1900mt.
Quota massima: Monte Gorzano 2458mt.
Accesso stradale: sulla ss4 Salaria salire a Spelonga e poi 8 km. di sterrata ( da fare con fuoristrada o auto un po' rialzate)
Descrizione
Laga selvaggia, laga fiabesca, Laga bellissima, e Laga lontanissima oserei dire, almeno per me.
Ma pur essendo lontanissima (soprattutto per le vie di accesso), l'ho percorsa abbastanza ed in tutti i settori, anche d'inverno.
Ed e' stato in un freddo lunedì del marzo di quest'anno che, mentre un gelido vento mi obbligava ad indossare il passamontagna per la prima volta in quindici anni, ripassando a mente i vari pezzi di cresta percorsi nelle precedenti occasioni ho pensato di unire il tutto e traversare tutta la Laga da nord a sud.
Ho cominciato a pensare a come risolvere i problemi di logistica/spostamenti e quelli legati all'approvvigionamento di acqua senza dover scendere di centinaia di metri dal percorso di cresta.
Un amico si è prestato ad accompagnarmi alla partenza e di ripasso a depositare la mia Panda 4x4 a Campotosto, per l'acqua ho chiesto consiglio ad un grande conoscitore della Laga, Leo da Solo; in ogni caso la domenica precedente, in occasione di una gita al Pelone Nord (troppo spostato ad est da includere nella traversata) sono salito a Cima Lepri per dare uno sguardo al percorso fino al Pizzo di Moscio ma soprattutto ho provveduto a depositare tre litri di acqua sotto un roccione nei pressi del Vado di Annibale.
E così dopo tre ore e mezzo di viaggio da casa, mi avvio a piedi dalla fine della sterrata che sale da Spelonga col mio zaino da due giorni e osservando con timore e speranze il mio primo riferimento di giornata, il lontanissimo Pizzo di Sevo.
Dopo Passo il Chino risalgo i verdi pascoli fino alla prima di quelle che alla fine saranno quattordici delle diciassette cime over 2000 dell'intera catena, la Macera della Morte; da qui il Pizzo mi sembra molto più vicino, anche perchè conosco benissimo percorso e distanze. Intanto nonostante non sia afoso, sudo tantissimo e consumo acqua, ma alle quattordici ed in anticipo, dopo aver attraversato i pascoli tra Le Vene ed il Pizzitello una piccola pettata di duecento metri mi conduce sul Pizzo di Sevo 2419mt.
Grandiosa vista sulla conca amatriciana da un lato e sulla valle del Rio Castellano dall'altra, mentre il Pizzo di Moscio (mio b&b odierno), appare ancora lontanissimo a sud est della Cima Lepri.
Mentre scendo osservo il Vado di Annibale dove un gruppo di escursionisti e' in sosta, ma quando arrivo giù sono andati via e realizzo che oramai sono solo sulla montagna ( vedrò da lontano due persone solo 24 ore dopo nei pressi della Sella Laga), la situazione mi crea qualche apprensione è vero, ma mi dà un senso di appagamento interiore molto profondo, sono solo con la mia fatica ed i miei pensieri circondato da bellezze naturali che mi fanno stare veramente molto bene.
Pensando e pensando, osservando e osservando, sono al cospetto dell'ultima fatica di giornata, la cresta ovest del Pizzo di Moscio che brucia le mie residue energie ma che calpesto in perfetto orario col mio programma alle 17,00, è la quarta volta ma è incredibilmente la prima che la vedo senza neve; mi appaiono visuali conosciute verso la Storna ed i rifugi di quel lato, i boschi della Morricana e del Ceppo, ora devo solo trovare l'acqua che ci dovrebbe essere e c'è, a 2300 mt. alcune rocce sul sentiero verso la Storna distillano rivoli di preziosa acqua, come del resto mi aveva garantito Leo da Solo, fino a domani alla Fonte Pane e Cacio sono a posto, Grazie infinite Leo.
Lunedì 4 luglio
Un discreto vento da ovest ha tormentato il mio riposo a 2300 mt. appena sotto la vetta del Pizzo di Moscio, la tenda ha ballato senza sosta ma ha retto bene, pur non essendo un habituè penso di averla ancorata perfettamente, ma mi godo ( grazie Leo) un'alba sull'Adriatico indimenticabile con il sole che fa capolino e sale esattamente al centro delle Montagne Gemelle, che da questo punto di osservazione sono diversissime da come appaiono dalla costa.
Il cammino verso sud riprende con Pelone Meridionale e Monte Spaccato, prima di affrontare una durissima e verticale salita di 300 metri verso il re della Laga, il Monte Gorzano; salita da non sottovalutare e da affrontare con giusto ritmo e scegliendo quasi ad ogni passo gli appoggi giusti.
Questo tratto non l'avevo mai fatto e devo dire che è molto bello con i tipici fossi della Laga a dx e a sx, mentre dal Gorzano e per tutto il tempo dell'attraversamento delle tre Cime della Laghetta, alla mia sx domina la grandiosa valle delle Cento Fonti e delle Cento Cascate, alla mia dx impressionanti fossi su Amatrice e poco dietro l'azzurrissimo lago di Campotosto e la via mi ridiventa familiare. Dalla Laghetta Nord una cresta di un km. scende per duecentocinquanta metri fino alla Cipollara 2125mt., la faccio libero dal peso dello zaino in poco più di un'ora, poi cavalcata su e giù fino alla Sella Laga dove la sorgente Pane e Cacio ritempra la mia gola ormai arsa.
Quindi ultima fatica la salita al Monte di Mezzo di Campotosto, con un passaggio per niente banale di arrampicata che si può evitare girandogli attorno a dx, ma anche questa via, sebbene recante vecchi segni bianchi e rossi, è molto delicata e da affrontare con grandissima attenzione.
La discesa su Campotosto dal Colle del Vento è stata decisamente avventurosa e non la consiglio nonostante la presenza di grossi ometti.
E questo e' quanto le mie forze mi hanno concesso sulla Bellissima Laga nei giorni di domenica 3 e lunedi 4 luglio 2022.
Ora alcune delle tantissime immagini immortalate
In partenza
Un lontanissimo Pizzo di Sevo
Verso la Macera della Morte, dietro il Monte Vettore
Dalla Macera della Morte il Pizzitello, Pizzo di Sevo e Cima Lepri
La strada percorsa fino al Pizzo di Sevo
Tutta la salita per Cima Lepri, il Pizzo di Moscio ancora lontano
Da Cima Lepri si intravvede il Lago di Campotosto
Impressionanti fossi scendono verso la conca di Amatrice
Il Pizzo di Moscio
Pizzo di Moscio 2411mt.
Dal Monte Spaccato la pettata al Gorzano
Gorzano
Verso la Cipollara
Sulla cresta della Laghetta
La Valle delle Cento Fonti ed il Gran Sasso
Cresta della Laghetta
Laghetta Sud
Monte di Mezzo di Campotosto
Data: 3/4 luglio 2022
Regione e provincia: Marche Lazio Abruzzo
Località di partenza: Spelonga (AP) fine sterrata per il monte Comunitore, quota 1500mt.
Località di arrivo: Campotosto (AQ)
Tempo di percorrenza: 7h + 8,30h
Chilometri:19+ 18
Grado di difficoltà: EE superallenati
Descrizione delle difficoltà: Tutto quello che passa la montagna
Periodo consigliato: giugno/ ottobre
Segnaletica: sentiero Italia
Dislivello in salita: 1500mt. + 1200mt.
Dislivello in discesa: 800mt. + 1900mt.
Quota massima: Monte Gorzano 2458mt.
Accesso stradale: sulla ss4 Salaria salire a Spelonga e poi 8 km. di sterrata ( da fare con fuoristrada o auto un po' rialzate)
Descrizione
Laga selvaggia, laga fiabesca, Laga bellissima, e Laga lontanissima oserei dire, almeno per me.
Ma pur essendo lontanissima (soprattutto per le vie di accesso), l'ho percorsa abbastanza ed in tutti i settori, anche d'inverno.
Ed e' stato in un freddo lunedì del marzo di quest'anno che, mentre un gelido vento mi obbligava ad indossare il passamontagna per la prima volta in quindici anni, ripassando a mente i vari pezzi di cresta percorsi nelle precedenti occasioni ho pensato di unire il tutto e traversare tutta la Laga da nord a sud.
Ho cominciato a pensare a come risolvere i problemi di logistica/spostamenti e quelli legati all'approvvigionamento di acqua senza dover scendere di centinaia di metri dal percorso di cresta.
Un amico si è prestato ad accompagnarmi alla partenza e di ripasso a depositare la mia Panda 4x4 a Campotosto, per l'acqua ho chiesto consiglio ad un grande conoscitore della Laga, Leo da Solo; in ogni caso la domenica precedente, in occasione di una gita al Pelone Nord (troppo spostato ad est da includere nella traversata) sono salito a Cima Lepri per dare uno sguardo al percorso fino al Pizzo di Moscio ma soprattutto ho provveduto a depositare tre litri di acqua sotto un roccione nei pressi del Vado di Annibale.
E così dopo tre ore e mezzo di viaggio da casa, mi avvio a piedi dalla fine della sterrata che sale da Spelonga col mio zaino da due giorni e osservando con timore e speranze il mio primo riferimento di giornata, il lontanissimo Pizzo di Sevo.
Dopo Passo il Chino risalgo i verdi pascoli fino alla prima di quelle che alla fine saranno quattordici delle diciassette cime over 2000 dell'intera catena, la Macera della Morte; da qui il Pizzo mi sembra molto più vicino, anche perchè conosco benissimo percorso e distanze. Intanto nonostante non sia afoso, sudo tantissimo e consumo acqua, ma alle quattordici ed in anticipo, dopo aver attraversato i pascoli tra Le Vene ed il Pizzitello una piccola pettata di duecento metri mi conduce sul Pizzo di Sevo 2419mt.
Grandiosa vista sulla conca amatriciana da un lato e sulla valle del Rio Castellano dall'altra, mentre il Pizzo di Moscio (mio b&b odierno), appare ancora lontanissimo a sud est della Cima Lepri.
Mentre scendo osservo il Vado di Annibale dove un gruppo di escursionisti e' in sosta, ma quando arrivo giù sono andati via e realizzo che oramai sono solo sulla montagna ( vedrò da lontano due persone solo 24 ore dopo nei pressi della Sella Laga), la situazione mi crea qualche apprensione è vero, ma mi dà un senso di appagamento interiore molto profondo, sono solo con la mia fatica ed i miei pensieri circondato da bellezze naturali che mi fanno stare veramente molto bene.
Pensando e pensando, osservando e osservando, sono al cospetto dell'ultima fatica di giornata, la cresta ovest del Pizzo di Moscio che brucia le mie residue energie ma che calpesto in perfetto orario col mio programma alle 17,00, è la quarta volta ma è incredibilmente la prima che la vedo senza neve; mi appaiono visuali conosciute verso la Storna ed i rifugi di quel lato, i boschi della Morricana e del Ceppo, ora devo solo trovare l'acqua che ci dovrebbe essere e c'è, a 2300 mt. alcune rocce sul sentiero verso la Storna distillano rivoli di preziosa acqua, come del resto mi aveva garantito Leo da Solo, fino a domani alla Fonte Pane e Cacio sono a posto, Grazie infinite Leo.
Lunedì 4 luglio
Un discreto vento da ovest ha tormentato il mio riposo a 2300 mt. appena sotto la vetta del Pizzo di Moscio, la tenda ha ballato senza sosta ma ha retto bene, pur non essendo un habituè penso di averla ancorata perfettamente, ma mi godo ( grazie Leo) un'alba sull'Adriatico indimenticabile con il sole che fa capolino e sale esattamente al centro delle Montagne Gemelle, che da questo punto di osservazione sono diversissime da come appaiono dalla costa.
Il cammino verso sud riprende con Pelone Meridionale e Monte Spaccato, prima di affrontare una durissima e verticale salita di 300 metri verso il re della Laga, il Monte Gorzano; salita da non sottovalutare e da affrontare con giusto ritmo e scegliendo quasi ad ogni passo gli appoggi giusti.
Questo tratto non l'avevo mai fatto e devo dire che è molto bello con i tipici fossi della Laga a dx e a sx, mentre dal Gorzano e per tutto il tempo dell'attraversamento delle tre Cime della Laghetta, alla mia sx domina la grandiosa valle delle Cento Fonti e delle Cento Cascate, alla mia dx impressionanti fossi su Amatrice e poco dietro l'azzurrissimo lago di Campotosto e la via mi ridiventa familiare. Dalla Laghetta Nord una cresta di un km. scende per duecentocinquanta metri fino alla Cipollara 2125mt., la faccio libero dal peso dello zaino in poco più di un'ora, poi cavalcata su e giù fino alla Sella Laga dove la sorgente Pane e Cacio ritempra la mia gola ormai arsa.
Quindi ultima fatica la salita al Monte di Mezzo di Campotosto, con un passaggio per niente banale di arrampicata che si può evitare girandogli attorno a dx, ma anche questa via, sebbene recante vecchi segni bianchi e rossi, è molto delicata e da affrontare con grandissima attenzione.
La discesa su Campotosto dal Colle del Vento è stata decisamente avventurosa e non la consiglio nonostante la presenza di grossi ometti.
E questo e' quanto le mie forze mi hanno concesso sulla Bellissima Laga nei giorni di domenica 3 e lunedi 4 luglio 2022.
Ora alcune delle tantissime immagini immortalate
In partenza
Un lontanissimo Pizzo di Sevo
Verso la Macera della Morte, dietro il Monte Vettore
Dalla Macera della Morte il Pizzitello, Pizzo di Sevo e Cima Lepri
La strada percorsa fino al Pizzo di Sevo
Tutta la salita per Cima Lepri, il Pizzo di Moscio ancora lontano
Da Cima Lepri si intravvede il Lago di Campotosto
Impressionanti fossi scendono verso la conca di Amatrice
Il Pizzo di Moscio
Pizzo di Moscio 2411mt.
Dal Monte Spaccato la pettata al Gorzano
Gorzano
Verso la Cipollara
Sulla cresta della Laghetta
La Valle delle Cento Fonti ed il Gran Sasso
Cresta della Laghetta
Laghetta Sud
Monte di Mezzo di Campotosto