Data: domenica 30 settembre
Grado di difficoltà : EE (la seconda E, a mio avviso, un 2000 la merita sempre)
Difficoltà incontrate: interrompere, per le brevi giornate autunnali, la pennichella in Vetta è stata veramente dura-Si stava benissimo
Partenza /Ritorno : Campo Imperatore al bivio per Vado di Corno 1800 mt.
Quota massima:Monte Brancastello 2385 mt
Dislivello :600 Mt circa
Tempi e km ignorati (nei luoghi da sogno, lo spazio e il tempo sono ancora più relativi)
Descrizione :
Ultra descritto, ultra nominato, ultra percorso, inizio romantico del frastagliato e famoso Centenario,il Brancastello affascina e rapisce ogni avventore sempre e comunque,si respira appieno ogni nuvola creata dal frontale Paretone di sua Maestà Corno Grande, per cui non potrebbe essere altrimenti e nuovamente descritto.
Io e Alessandra abbiamo nominato "lu Brancastell" per tutti i nostri giri di minivacanza tra rifugi del Gran Sasso. Lo abbiamo indicato spesso anche da casa e chiamandolo in maniera così dialettale per prendere in giro bonariamente un suo amico che lo chiama sempre così e accentuando, aumentando le R e L: Lu Brrancastelll appunto.
Montagna dove sono sempre stato partendo la notte per vedere l'alba da posizione privilegiata e vista mare, ma la gattina Ciccia scombussola un po' questi piani più impegnativi, per cui lo zaino finisce in spalla solo alle 9 del mattino anche se siamo tra i primi camminatori.
Il cielo è leggermente velato, ma il vetro che sembra avere davanti non è né sporco né troppo opaco. L'aria emana vapori di fresco e piacevole odore di campi, camminando fa presto caldo, procediamo senza fretta, chiacchierando, lentamente e sostiamo due volte per farci sorpassare da un attempato solitario e un gruppetto di puntini neri e rossi tutti uguali. Come coccinelle bipedi, sfilano di gran passo dei ragazzoni dalla tuta di goretex nera e stessi zaini rossi. Noi siamo un gruppetto di tre anime molto più variegate, c'è chi procede a 4 zampe e odora ogni centimetro di montagna, chi porta uno strano cappello di paglia sopra un passamontagna e chi, addirittura, sfila con un pareo da mare in vita, come protezione antivento e non solo, perché lo stile ha sempre la sua importanza nei sogni, piu felpa a pecorella. Dopo le fatiche del Corno Grande apprezziamo ogni metro di una sana, più clemente fisicamente, camminatona sempre nel gruppo centrale di questa meravigliosa e variegata catena montuosa. Al cartello del vado saltiamo anche con le mani nel sentiero di cresta, Ale senza batter ciglio quest'oggi, ma un vento frizzante da nord ci indugie a proseguire a mezza costa per un sentiero al riparo dalla stessa cresta che abbiamo sotto gli scarponi. Nebbie lontane evaporano al sole giù nel "Piccolo Tibet", una sosta fumante mi invita a riposare e non dalla stanchezza, che oggi sarà una dolcissima assenza. In uno sguardo verso il vuoto fa capolino anche l'altro versante dalle fenditoie del "muro di cinta", qualche passo poco esposto ci massaggia viso e corpo con aria direzione Laga. La "mia magica" Laga!Mi chiama sempre! Oggi ne sento quasi gli odori, i mille colori del rosso portati dal vento, ne assaporo i ricordi.
Siamo alla sella del Pizzo San Gabriele, ora aspettiamo anche due ciclisti con i velocipedi spinti a mano che passino avanti,quanta fretta nei pensieri un momento. La Vetta è trafficata per cui puntiamo ad un isolatissimo, lucente, e ventato Pizzo buttando gli zaini ai piedi della sua selletta. Qualche foto e milioni di sguardi, lenti, sul mondo, sul mare che luccica di luci autunnali. Al riparo, poco sotto il Santo, ci facciamo un fumante the verde, ammirando il Paretone che fabbrica cirri e con la bocca aperta davanti alle centinaia di stelle alpine che colorano un altro bel momento.
Veniamo "disturbati" da un gruppetto di ragazze che si presentano con solo due, meno timide e italiane, ambasciatrici, per chiedere se quello ai nostri piedi fosse il Brancastello. Le risatine sui loro visi mi hanno fatto interrompere di fumare imbarazzato, quindi dar loro cordiali spiegazioni sul pizzo, che hanno bocciato, e sul cercato e vistoso Brancastello. Di nuovo soli oziamo ancora un po', I cirri diventano cumuli soffici e bianchi. Il vento sbatte sul versante verticale nord della catena, i nembi si accavallano uno sull'altro fino a far quasi sparire i tanti paesi visti fin'ora. La civiltà viene cancellata di umido bianco sotto i nostri occhi e, come nei migliori sogni, viaggiamo verso l'ultima salita di oggi con il cuore gonfio di gratitudine. In Vetta il vento non è forte, anzi piacevole, tanto che le ragazze sono ancora in ozio a prendere il sole e mangiare.
Ci ricamiamo un prato riparato e soffice dopo un pranzo frugale, poi, con tanta bellezza, tanta pace e tanto silenzio, le mie amate sprofondano in un sorridente sogno nel sogno. Linda russa, "la Segugia" sogna con un sorriso sereno, io armeggio con foto raso terra ancora un po', prima di lasciarmi sedurre da un dolce Morfeo.
Mi sveglio ai salti di un grillo "parlante", con gli occhi a picco tra stelle alpine e un infinito e denso tappeto bianco. Siamo a metà tra il bianco del nulla, infinito, di destra, e prati dorati, anch'essi infiniti, dello smisurato Campo Imperatore. Sveglio così Alessandra, nel mezzo di due universi che è un po' la nostra metafora:due personalità forti e distinte in accordo sul vivere a pieno di tanta natura, di montagna, di vita,di bellezza e alla ricerca passionale di momenti come questi. Ci infiliamo verso il basso, a respirare nuvole con pieni polmoni, a continuare il sogno fino alla fine del giorno e lo faremo con una montagna intera, adesso tutta per noi. Sempre da sogno il Gran Sasso :grazie Brancastello!
Sogni d'oro e alla prossima.
Grado di difficoltà : EE (la seconda E, a mio avviso, un 2000 la merita sempre)
Difficoltà incontrate: interrompere, per le brevi giornate autunnali, la pennichella in Vetta è stata veramente dura-Si stava benissimo
Partenza /Ritorno : Campo Imperatore al bivio per Vado di Corno 1800 mt.
Quota massima:Monte Brancastello 2385 mt
Dislivello :600 Mt circa
Tempi e km ignorati (nei luoghi da sogno, lo spazio e il tempo sono ancora più relativi)
Descrizione :
Ultra descritto, ultra nominato, ultra percorso, inizio romantico del frastagliato e famoso Centenario,il Brancastello affascina e rapisce ogni avventore sempre e comunque,si respira appieno ogni nuvola creata dal frontale Paretone di sua Maestà Corno Grande, per cui non potrebbe essere altrimenti e nuovamente descritto.
Io e Alessandra abbiamo nominato "lu Brancastell" per tutti i nostri giri di minivacanza tra rifugi del Gran Sasso. Lo abbiamo indicato spesso anche da casa e chiamandolo in maniera così dialettale per prendere in giro bonariamente un suo amico che lo chiama sempre così e accentuando, aumentando le R e L: Lu Brrancastelll appunto.
Montagna dove sono sempre stato partendo la notte per vedere l'alba da posizione privilegiata e vista mare, ma la gattina Ciccia scombussola un po' questi piani più impegnativi, per cui lo zaino finisce in spalla solo alle 9 del mattino anche se siamo tra i primi camminatori.
Il cielo è leggermente velato, ma il vetro che sembra avere davanti non è né sporco né troppo opaco. L'aria emana vapori di fresco e piacevole odore di campi, camminando fa presto caldo, procediamo senza fretta, chiacchierando, lentamente e sostiamo due volte per farci sorpassare da un attempato solitario e un gruppetto di puntini neri e rossi tutti uguali. Come coccinelle bipedi, sfilano di gran passo dei ragazzoni dalla tuta di goretex nera e stessi zaini rossi. Noi siamo un gruppetto di tre anime molto più variegate, c'è chi procede a 4 zampe e odora ogni centimetro di montagna, chi porta uno strano cappello di paglia sopra un passamontagna e chi, addirittura, sfila con un pareo da mare in vita, come protezione antivento e non solo, perché lo stile ha sempre la sua importanza nei sogni, piu felpa a pecorella. Dopo le fatiche del Corno Grande apprezziamo ogni metro di una sana, più clemente fisicamente, camminatona sempre nel gruppo centrale di questa meravigliosa e variegata catena montuosa. Al cartello del vado saltiamo anche con le mani nel sentiero di cresta, Ale senza batter ciglio quest'oggi, ma un vento frizzante da nord ci indugie a proseguire a mezza costa per un sentiero al riparo dalla stessa cresta che abbiamo sotto gli scarponi. Nebbie lontane evaporano al sole giù nel "Piccolo Tibet", una sosta fumante mi invita a riposare e non dalla stanchezza, che oggi sarà una dolcissima assenza. In uno sguardo verso il vuoto fa capolino anche l'altro versante dalle fenditoie del "muro di cinta", qualche passo poco esposto ci massaggia viso e corpo con aria direzione Laga. La "mia magica" Laga!Mi chiama sempre! Oggi ne sento quasi gli odori, i mille colori del rosso portati dal vento, ne assaporo i ricordi.
Siamo alla sella del Pizzo San Gabriele, ora aspettiamo anche due ciclisti con i velocipedi spinti a mano che passino avanti,quanta fretta nei pensieri un momento. La Vetta è trafficata per cui puntiamo ad un isolatissimo, lucente, e ventato Pizzo buttando gli zaini ai piedi della sua selletta. Qualche foto e milioni di sguardi, lenti, sul mondo, sul mare che luccica di luci autunnali. Al riparo, poco sotto il Santo, ci facciamo un fumante the verde, ammirando il Paretone che fabbrica cirri e con la bocca aperta davanti alle centinaia di stelle alpine che colorano un altro bel momento.
Veniamo "disturbati" da un gruppetto di ragazze che si presentano con solo due, meno timide e italiane, ambasciatrici, per chiedere se quello ai nostri piedi fosse il Brancastello. Le risatine sui loro visi mi hanno fatto interrompere di fumare imbarazzato, quindi dar loro cordiali spiegazioni sul pizzo, che hanno bocciato, e sul cercato e vistoso Brancastello. Di nuovo soli oziamo ancora un po', I cirri diventano cumuli soffici e bianchi. Il vento sbatte sul versante verticale nord della catena, i nembi si accavallano uno sull'altro fino a far quasi sparire i tanti paesi visti fin'ora. La civiltà viene cancellata di umido bianco sotto i nostri occhi e, come nei migliori sogni, viaggiamo verso l'ultima salita di oggi con il cuore gonfio di gratitudine. In Vetta il vento non è forte, anzi piacevole, tanto che le ragazze sono ancora in ozio a prendere il sole e mangiare.
Ci ricamiamo un prato riparato e soffice dopo un pranzo frugale, poi, con tanta bellezza, tanta pace e tanto silenzio, le mie amate sprofondano in un sorridente sogno nel sogno. Linda russa, "la Segugia" sogna con un sorriso sereno, io armeggio con foto raso terra ancora un po', prima di lasciarmi sedurre da un dolce Morfeo.
Mi sveglio ai salti di un grillo "parlante", con gli occhi a picco tra stelle alpine e un infinito e denso tappeto bianco. Siamo a metà tra il bianco del nulla, infinito, di destra, e prati dorati, anch'essi infiniti, dello smisurato Campo Imperatore. Sveglio così Alessandra, nel mezzo di due universi che è un po' la nostra metafora:due personalità forti e distinte in accordo sul vivere a pieno di tanta natura, di montagna, di vita,di bellezza e alla ricerca passionale di momenti come questi. Ci infiliamo verso il basso, a respirare nuvole con pieni polmoni, a continuare il sogno fino alla fine del giorno e lo faremo con una montagna intera, adesso tutta per noi. Sempre da sogno il Gran Sasso :grazie Brancastello!
Sogni d'oro e alla prossima.
Allegati
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