Trekking Trekking sul Kilimanjaro per la Lemosho Route e la Western Breach

Dati

Data: 1-9 gennaio 2017
Regione e provincia: Tanzania, Parco nazionale del Kilimanjaro
Località di partenza: Lemosho Gate
Località di arrivo: Mweka Gate
Tempo di percorrenza: 9 giorni
Chilometri: ca. 65
Grado di difficoltà: I grado
Descrizione delle difficoltà: Passaggi su roccia, camminata su neve e su tratti ghiacciati, attraversamento ghiacciaio
Periodo consigliato: dicembre-inizi marzo; fine giugno-fine ottobre
Quota massima: 5895 mt



Colgo l’invito di Gerifalco e Mezcal di riportare qui l’esperienza del trekking sul Kilimanjaro che ho fatto tra l’1 e il 9 gennaio 2017. Erano due anni che io e Alessia avevamo pensato di salire sul Kilimanjaro. Solo quest'anno ci siamo decisi e abbiamo realizzato questo nostro desiderio. Quando a dicembre scorso ci stava riflettendo sulle possibili mete, ad un certo punto lei mi ha detto: "Si potrebbe anche andare sul Kilimanjaro...". In poco più di tre settimane abbiamo organizzato tutto, contando sui materiali e i contatti che avevamo raccolto negli anni precedenti. Così, abbiamo intrapreso un trekking sull’Uhuru seguendo un itinerario non molto frequentato ma di rara bellezza.


Descrizione

30 dicembre 2016 Roma-Amsterdam

Partiamo dall'aeroporto di Roma. Prima destinazione Amsterdam. L'idea di volare su Amsterdam e poi su Kilimanjaro è nata dal fatto che era l'unica possibilità che avevamo per evitare la vaccinazione contro la febbre gialla, obbligatoria se fossimo passati dai paesi limitrofi alla Tanzania (Kenya, Ruanda, ecc.). Arrivati ad Amsterdam in serata, decidiamo di depositare gli zaini più ingombranti nel deposito bagagli dell'aeroporto. In questo modo siamo più liberi di muoverci verso il centro. Prendiamo il comodo treno e, giunti alla stazione centrale, ci dirigiamo verso A-Train Hotel che avevamo prenotato per una notte pochi minuti prima di prendere l'aereo. L'Hotel è carino, non troppo caro, e si trova a pochi minuti a piedi dalla stazione. Questo ci agevola rispetto ai tempi. Lasciamo i bagagli in camera e, stimolati dalla pubblicità di un ristorante riportata sulla cartina di Amsterdam che abbiamo trovato in camera, decidiamo di cenare indiano. Il Gandhi Restaurant fa al caso nostro. Si trova in via Damrak, a pochi minuti dall'Hotel e nel pieno centro di Amsterdam. Mangiamo un piatto di riso con verdure ("a little spiced" ci dice la cameriera...). Al nostro palato è sembrato piuttosto forte ma ce lo siamo comunque gustato. Dopo cena andiamo a farci una passeggiata per le vie del centro. Sia su Damrak sia sulle strade vicine è un pullulare di locali, uno dietro l'altro. Ma l'indomani ci aspetta un lungo viaggio per raggiungere l'aeroporto di Kilimanjaro e decidiamo così di andare a riposarci.
 
31 dicembre 2016 Amsterdam-Kilimanjaro Airport-Moshi

Colazione presto, treno per l'aeroporto e check in.
DSCF2220.JPG

le poltrone a forma di tazza nell'aeroporto di Amsterdam

Si parte per il Kilimanjaro! In aereo Alessia dorme per la maggior parte del tempo. Io ho letto una pubblicazione sui problemi di salute che si possono avere in alta montagna, ho sentito musica e ho visto alcuni video sugli animali predatori e sulla sopravvivenza. Arrivati all'aeroporto di Kilimanjaro verso le 21 ora locale (in Tanzania ci sono due ore di differenza di fuso orario rispetto all'Italia), abbiamo sbrigato le pratiche dei visti. Ci abbiamo messo un pò di tempo perché abbiamo dovuto fare tre file, tra compilazione del modulo del visto, fotografia con la web-cam, e impronte digitali. Verso le 22.15 finalmente tocchiamo la terra africana. Ad attenderci c'è Wilfred, il responsabile di Kili-Treks. Ci accoglie con il solito calore e la simpatia con cui lo avevamo conosciuto su skype durante alcuni collegamenti fatti prima di partire. Saliamo nel suo furgone vintage e ci muoviamo verso Moshi. E' il 31 dicembre. Tra meno di un paio d'ore inizierà il nuovo anno. E per noi inizierà con la prima tappa del trekking per il Kilimanjaro. Ci sistemiamo al Kilimanjaro Wonders Hotel, un hotel moderno e accogliente dotato di diversi conforts (tra cui la piscina). Wilfred ci attende con Isa, la guida del nostro trekking, per darci le ultime spiegazioni e per ricevere da noi il pagamento dei materiali che avremmo noleggiato (un paio di bottiglie di plastica e un sacco a pelo). Gli ultimi preparativi per sistemare i due zaini a testa (uno grande da ca. 65 lt. che avremmo dato ai portatori e uno piccolo da ca. 28 lt. che avremmo portato con noi) a poi ci aspetta la prima notte in terra d'Africa. In realtà era solo per me la prima volta che mi trovavo in questo continente perché Alessia si può considerare una "veterana", una di quelle persone che soffrono di "mal d'Africa". Era già stata in Africa più di una volta, anche in Tanzania a fare un safari e a Zanzibar. Ed è stato proprio durante uno di
questi viaggi che, in aereo, avendo visto il Kilimanjaro, se ne era innamorata e si era detta che un giorno ci sarebbe tornata.
 
1 gennaio 2017 – Moshi- Big Tree/Forest Camp

Isa ci è venuto a prendere un pò in anticipo, ci siamo mossi con il furgone per raccogliere tutti gli 11 portatori, il cuoco (Emanuel), l'aiuto cuoco (Pasco) e l'aiuto guida (Renatus). Tutti gli zaini e i materiali sono stati sistemati sul tetto del furgone e siamo partiti alla volta di Londorosi Gate, il punto nel quale c'è l'ufficio dove scriviamo i nostri nomi nel registro.

DSCF2234.JPG

Sistemazione degli zaini sul tetto del furgone

Ritorniamo quindi con il furgone sulla strada percorsa per dirigerci nel punto vero e proprio di inizio del trekking. Pioviggina. Arrivati a Lemosho Gate, il cuoco prepara il pranzo e mangiamo qualcosa prima di metterci in marcia. Ci vogliono circa due ore e mezzo per giungere al Forest Camp attraversando la foresta pluviale. La vegetazione lungo il percorso è rigogliosa e sia Isa che Renatus ci mostrano i principali fiori che incontriamo sul percorso. I fiori più belli che abbiamo visto sono stati lo Scadoxus Multiflorus (Fireball Lily), l'Impatiens kilimanjari e l'Impatiens pseudoviola ‘Alba’.

DSCF2242.JPG

Il Fireball Lily

Siamo anche riusciti a vedere un esemplare di scimmia blu.

DSCF2247.JPG

Scimmia blu nella foresta pluviale

Arriviamo all'area di campeggio un pò bagnati e cerchiamo di trovare qualche spiraglio di sole per far asciugare i vestiti. Scorgiamo una scimmia colobus su un albero vicino. E' di colore nero con alcune parti del corpo (viso e coda) di colore bianco. Ceniamo e ci sistemiamo nella nostra tenda a tre posti.
 
2 gennaio 2017 - Forest Camp/Big tree Camp - Shira I Camp

Nella prima parte del trekking di oggi abbiamo attraversato la foresta pluviale mentre nella seconda parte ci siamo inoltrati in una brughiera con vegetazione più bassa. Mentre eravamo nella foresta pluviale abbiamo visto alcuni fiori particolarmente belli, come il St John's Wort (Hypericum revolutum) e il red hot poker (Kniphofia uvaria o torch lily).

DSCF2264.JPG

Il red hot poker

Bella la vista del Monte Meru mentre stavamo attraversando la foresta.

DSCF2259.JPG

Monte Meru (4565 mt)

Siamo arrivati a Shira I Camp prima delle 13. Da qui si può vedere il Kilimanjaro.

DSCF2266.JPG

Il Kilimanjaro imbiancato da una recente nevicata

Abbiamo pranzato con zuppa di verdure e patate (per me due tazze), pasta con pomodori, noccioline tostate, fagiolini e pezzetti di formaggio. Poi insalata a base di carote, fettine di arancio e cocco.
Oggi ho imparato alcune parole chiave in lingua swahili: hakuna matata (nessun problema), jambo (ciao), e pole pole (piano piano).
 
Ultima modifica:
3 gennaio 2017 - Shira I Camp - Moir Camp

Questa notte non ho dormito bene. Oggi abbiamo attraversato l'altopiano Shira e lentamente siamo saliti fino al Moir Camp (4200 mt.) dallo Shira I Camp (3650 mt).

DSCF2274.JPG

Sullo sfondo l'altopiano Shira dal sentiero verso Moir Camp

Degni di nota la pianta lobelia deckenii con il suo lungo fiore seccato e il fiore giallo Euryops dacrydioides, che abbiamo visto lungo il cammino.

DSCF2272.JPG

Lobelia deckenii (in basso a sinistra e al centro, con il fiore essiccato)

Lungo il tragitto abbiamo visto alcuni grossi massi che si sarebbero prestati per un'arrampicata. Nel pomeriggio, dopo aver pranzato al Moir Camp, sono andato con Isa sulla cresta in direzione delle torri che già si intravedevano dal basso. Lo scopo era migliorare l'acclimatamento per poi scendere al campo più in basso. A cena ho mangiato poco perché non avevo molta fame. In giornata ho preso un paio di pastiglie di Ibuprofene per tamponare il mal di testa.
 
4 gennaio 2017 - Moir Camp - Lava Tower

Seconda notte in cui ho dormito poco. La notte è stata piuttosto fredda e ho dovuto mettermi il passamontagna e il pile pesante, anche se ho continuato ad utilizzare il sacco letto di seta.
I portatori normalmente iniziano a salire dopo di noi perché smontano le tende e preparano tutti i materiali. Durante il trekking ci passano avanti e arrivano in anticipo al campo successivo, in modo che quando arriviamo noi le tende sono già sistemate. Abbiamo due grandi tende, una dove pranziamo io e Alessia con una guida a turno, e l'altra dove pranzano e dormono i portatori con il cuoco. Poi ci sono due tende da 2-3 posti (una per noi e una per le guide), e una tendina usata come bagno.

DSCF2277.JPG
Il Kilimanjaro all'alba dal Moir Camp

DSCF2278.JPG

Moir Camp all'alba. Si notano in alto le torri verso le quali mi sono diretto il giorno prima per favorire l'acclimamento

DSCF2279.JPG

In basso il Moir Camp dal sentiero per le Lava Tower

Oggi abbiamo raggiunto le Lava Tower (4600 mt) dove abbiamo trovato molte persone al campeggio. E' un punto di passaggio sia per chi proviene dalla Lemosho Route, sia per chi viene dalla Machame o dalla Shira Route.

DSCF2286.JPG

Arrivo alle Lava Tower

Ho scalato le Lava Tower con Renatus per la via normale (passaggi di I-II grado). Nel pomeriggio il cielo si è un po' aperto e la vista del Kilimanjaro si è fatta più nitida. Si comincia a vedere la Western Breach.

DSCF2293.JPG

Il Kilimanjaro con la Western Breach al centro

DSCF2297.JPG

Particolare della Western Breach. Ingrandendo l'immagine e guardando la cima della montagna al centro della foto, si nota un nevaio a sinistra di un costone roccioso dove si trova il crater rim. Lì siamo sbucati sul cratere.
 
Ultima modifica:
5 gennaio 2017 - Lava Tower-Arrow Glacier-Lava Tower

Alle 7 del mattino il mio orologio dà 33.8°F, cioè circa 0° C. Sono sveglio da almeno un'ora, da quando più o meno ha iniziato a rischiararsi. Questa notte è passata bene perché non ho patito il freddo e penso di avere anche un po' dormito. Ho iniziato ad usare il sacco letto sintetico e i sottopantaloni in lana merino, oltreché il passamontagna. Ho cambiato cuscino e anziché usare quello gonfiabile ho usato il giaccone di pile arrotolato dentro un sacco di tessuto. E' da almeno un'ora che ci sono raffiche di vento. Nonostante il vento, la temperatura dentro la tenda sta pian piano salendo (alle 7.12 36.4°F).

DSCF2299.JPG

Lava Tower la mattina presto

Ho organizzato lo zaino più grande con alcuni sacchi di diverso colore. Nel sacco blu ho inserito gli indumenti più pesanti (guanti termici, calze di lana pesanti, passamontagna, sottopantaloni, pantaloni pesanti, maglia di lana merino più spessa). Il sacco bianco contiene l'intimo, cioè 4 paia di calzini, 3 paia di mutande, 1 asciugamano sintetico piccolo, pantaloni del pigiama. Il sacco rosso contiene le magliette a maniche lunghe, una tshirt maniche corte, un paio di pantaloni corti, e un gilè.

DSCF2301.JPG

Alcune tende poco distanti dalle Lava Tower

DSCF2305.JPG

Lava Tower Camp dal sentiero verso l'Arrow Glacier

DSCF2303.JPG

Lava Tower dal sentiero per l'Arrow Glacier

Oggi siamo saliti all'Arrow Glacier (4906 mt) in circa un'ora e quaranta dalle Lava Tower. Lungo il sentiero abbiamo trovato alcuni tratti innevati e alcuni punti con del vetrato.

DSCF2309 verso l'arrow glacier.JPG

Sul sentiero verso l'Arrow Glacier

DSCF2317 uhuru dall'arrow glacier.JPG
La Western Breach e il Kilimanjaro dall'Arrow Glacier

Al campeggio dell'Arrow Glacier c'erano altri gruppi arrivati da poco che si stavano sistemando. Qui l'ambiente è più severo e alpino. Ci sono alcuni portatori che spalano la neve con delle tavole di legno per creare uno strato più asciutto dove posare le tende.

DSCF2316 arrow glacier 4800 mt.JPG

Arrow Glacier Camp

Giusto il tempo di bere un paio di tazze di tisana per poi rimetterci in cammino verso il campo delle Lava Tower che abbiamo raggiunto in meno di 45'. Ora c'è una gran confusione. Sono arrivati diversi gruppi, compreso uno che aveva uno stereo con musica alta.
La giornata è più triste delle altre in quanto oggi Pasco rientrerà a Moshi. Ha saputo che il papà è venuto a mancare. Pasco in questi giorni ci ha sempre fatto sentire un po' a casa. Ci veniva sempre a svegliare la mattina portandoci il té. Ci portava la bacinella di acqua tiepida con cui lavarci il viso e ci portava l'acqua calda con cui lavarci le mani prima di pranzo. Da oggi queste azioni non sarà più Pasco a farle ma qualcun altro.
Quella di oggi è stata un'altra giornata di acclimatamento. E' consigliabile passare un paio di notti alle Lava Tower sia perché il posto è molto bello sia perché in questo modo si rende più semplice l'adattamento dell'organismo.
La colazione è sempre a base di porridge, fette di pane da toast, uova e salsicce, frutta (mela, arancio, avocado, mango) e verdure (cetriolo, carote). Si beve del tè o del caffè oppure la tisana alla menta che oggi è terminata. Il pomeriggio, all'ora del tè, tisana allo zenzero o menta con noccioline tostate o pop corn. La tenda da pranzo è alta circa 3.40 mt, nella parte alta ci sono triangoli alternati di colore azzurro e giallo, mentre la base (di ca. 3,5 mt.) è di colore verde. Viene sistemato un tavolo pieghevole in alluminio dove viene posta una tovaglia a quadrati rossi e neri. Poi ci sono due sedie comode e uno sgabello piccolo in alluminio e tessuto. A noi ci fanno sedere nelle sedie mentre una delle guide che mangia con noi si siede nello sgabello.
Nel pomeriggio sono arrivati dei portatori da Moshi che hanno portato cibo fresco.
 
Ultima modifica:
6 gennaio 2017 - Lava Tower-Arrow Glacier

06:39 Sono sveglio già da un po'. Ora la temperatura in tenda è di 34.3°F, mentre un'ora fa era di 29.8 Ho avuto un po' freddo ai piedi questa notte ma nel complesso è andata bene e non ho avuto mal di testa. Non c'è stato praticamente vento. Poco fa sono uscito dalla tenda e fuori non c'era nessuno: tutto taceva. Sull'altopiano in basso verso ovest ristagliava l'ombra del Kilimanjaro. E' stato un momento di particolare intensità, prima che albeggiasse.
Dovrò aspettare un po' più di un'ora per avere del tè caldo, a meno che i cuochi non si sveglino a breve e glielo possa chiedere prima delle 8.

Questa mattina siamo saliti all'Arrow Glacier.

DSCF2320.JPG

Un portatore mentre sale verso l'Arrow Glacier

Arrivati all'Arrow Glacier abbiamo proseguito fino a quota 5040 mt., nel punto in cui un cartello indicava l'area di pericolo caduta massi. Poi siamo scesi per l'ora di pranzo. Avremo fatto circa 140 mt. di dislivello in salita. Durante la discesa, Isa si è fatto fotografare sdraiato sulla neve.

DSCF2331.JPG

La tenda da pranzo e quella dei portatori all'Arrow Glacier Camp

Domani sarà il grande giorno, quello per me più atteso: salire al Crater Camp per la Western Breach. Un cartello al campo indica "Warning. Hikers must begin ascents no later than 05:30 a.m." Negli anni passati ci sono stati alcuni incidenti mortali dovuti al distacco di alcuni massi dalla parte alta del ghiacciaio. Salire la Western Breach partendo prima dell'alba è quindi un obbligo per evitare il rischio di caduta massi dovuta allo scioglimento di tratti ghiacciati per l'innalzamento delle temperature.

DSCF2327.JPG

Arrow Glacier Camp con, sullo sfondo, il cartello di pericolo

Sono più eccitato all'idea di questa giornata che a quella in cui saliremo in vetta. Forse domani saliremo già in vetta se avremo ancora le forze per proseguire una volta arrivati al Crater Camp. Non possiamo sapere come reagirà il nostro corpo a 5800 mt. Se dovessimo avere problemi, potremo decidere di scendere a Mweka Camp senza dover rientrare al Cratere.
 
Ultima modifica:
7 gennaio 2017 - Arrow Glacier-Crater Camp

Oggi è stata una levataccia. Alle 3:15 ci siamo alzati e abbiamo iniziato a prepararci. Siamo partiti poco dopo le 4:30 insieme alle due guide, Isa e Renatus. Ancora una volta, quando inizia a fare giorno, è visibile l'ombra del Kilimanjaro sotto di noi.

DSCF2333.JPG

L'ombra del Kilimanjaro dalla Western Breach all'alba


DSCF2335.JPG

Salendo per la Western Breach

La Western Breach è davvero bella e ci sono tratti ghiacciati in cui bisogna fare attenzione. Isa aveva una piccozza e ogni tanto la usava per rompere il ghiaccio in alcuni punti di passaggio. Nella parte alta ci sono tratti dove per la progressione devono essere usate le mani.

DSCF2340.JPG

Blocchi di roccia sulla Western Breach

DSCF2348.JPG

Kilimanjaro dalla Western Breach

DSCF2346.JPG

Alcuni passaggi di roccia nella parte alta della Western Breach

Il cratere (5800 mt) è bellissimo.

DSCF2352.JPG


DSCF2361.JPG

Cratere con sullo sfondo la vetta del Kilimanjaro

Ci sono dei muri di ghiaccio poco lontano (Furwangler Glacier). Ci sono andato vicino, attratto da tutto quel bianco intorno a noi.

DSCF2357.JPG

Ghiacciaio Furtwangler

Abbiamo pranzato presto (11:30) ma oramai erano passate diverse ore dalla colazione. Il mal di testa si è fatto sentire nel pomeriggio. Lo abbiamo passato in tenda a riposarci, tenendo aperte le finestre da entrambi i lati in modo che passasse aria. Si comincia a sentire la stanchezza. Domani sarà una giornata lunga, forse la più lunga in quanto dovremo perdere 2895 mt. di dislivello.

Cena l'abbiamo fatta nella tenda da pranzo dove dormono i portatori. L'altra tenda da pranzo, quella dove mangiavamo di solito, ci attende a Mweka Camp insieme ad una parte dei portatori. Infatti il gruppo si è diviso. Non era necessario che tutti venissero al Cratere per poi salire in vetta. Solo alcuni di loro (5 o 6) lo hanno fatto insieme a noi e alle guide.

DSCF2365.JPG

Crater camp

DSCF2364.JPG

Ghiacciaio Furtwangler

Nella tenda c'è un grande fornello che emana calore e fa piacere bersi qui una tisana calda con tutti i ragazzi. Abbiamo cenato presto, verso le 18-18.30.
Oggi è stata l'unica giornata del trekking in cui eravamo solo noi, i portatori, il cuoco e le guide. Nessun altro gruppo si trovava sul cratere.
 
8 gennaio 2017 - Crater Camp-Uhuru Peak-Mweka Camp

E' il giorno della vetta. Questa mattina non abbiamo sentito la sveglia. Durante la notte ho usato anche il sacco da bivacco in alluminio che mi ero portato per un'emergenza. Poiché non avevo un sacco a pelo molto caldo (confort da +8 a -5°C) ho dovuto compensare con due sacchi letto (uno interno in seta e uno intermedio in tessuto sintetico), calze di lana merino Smartwool, sottopantaloni in lana merino, pantaloni pesanti, passamontagna, guanti di pile, maglietta di lana merino, giacca nano air hoody, cappello di lana. Era la prima volta che dormivo a 5800 mt. e volevo esser certo di non soffrire il freddo. Invece le calze non hanno funzionato bene perché avevo i piedi freddi... La temperatura che sono riuscito a verificare durante la mattina presto è stata di -4/-5°C in tenda. Fuori dalla tenda ci saranno stati almeno -10/-12°C
Appena sveglio ho organizzato tutto il materiale, compreso il caldo e voluminoso sacco a pelo di Alessia. Sono arrivato più tardi a colazione e ci siamo mossi alle 05:48. In un'ora siamo saliti sulla vetta del Kilimanjaro (06:45). Durante la salita avevo molto freddo alle mani e anche ai piedi. Appena arrivati in vetta c'era una certa confusione. Gente arrivata da ogni parte, persone in fila per farsi fotografare davanti al cartello della vetta, festeggiamenti.

DSCF2367.JPG

Trekkers in posa per la foto di vetta

DSCF2370.JPG

Io e Alessia

Ho cercato di isolarmi un pò per vivere meglio quel momento e coglierne il lato spirituale. Poi abbiamo iniziato a scendere poco dopo le 7.

DSCF2376 uhuru da stella point.JPG

Kilimanjaro da Stella Point (5756 mt)

DSCF2378.JPG

Discesa verso Mweka Camp

DSCF2386.JPG

Renatus e un mezzo per trasportare persone ferite o che stanno male

DSCF2384.JPG

Isa mentre scendiamo verso Mweka Camp

Alle 10:40 siamo arrivati al Millenium Camp (ca. 3837 mt.), circa 2000 mt sotto la vetta, con una leggera pioggia. Qui abbiamo ritrovato i portatori che avevano sistemato due tende per il pranzo.
Dopo pranzo siamo scesi a Mweka Camp (3100 mt.) che ha tutt'intorno molta vegetazione. Ci sono diverse tende e nel pomeriggio arriverà altra gente. Fortunatamente ha spesso di piovere. La nostra tenda è stata sistemata un pò in discesa. Toccherà mettere dei sacchi in fondo ai piedi per non scivolare. Ho dato un'occhiata al registro delle presenze ma non ho trovato tracce di italiani nelle ultime pagine.
Oggi abbiamo fatto 2795 mt in discesa mentre domani ci aspettano altri 1455 mt per arrivare al Mweka Gate. Sento un pò di fastidio alle ginocchia per il superlavoro che hanno dovuto sopportare, nonostante avessi i bastoncini.
Al Mweka Camp c'è un certo movimento. I portatori dei diversi gruppi sistemano tende e preparano da mangiare. Poi ce ne sono molti che stanno oziando, dopo aver fatto il loro lavoro. In questo campeggio l'atmosfera è completamente differente da quella dei giorni scorsi, per lo meno da quattro giorni a questa parte, cioé da quando siamo entrati in ambiente alpino (dai 4600 mt. delle Lava Tower in su). La temperatura è più gradevole.
Sono le 15:30. Uno dei ragazzi mi è venuto a cercare per dirmi che è l'ora del té (e dei pop-corn) e se volevo venire a lavarmi le mani. Il té oggi l'ho preso da solo. Poi mi ha raggiunto Renatus che mi ha detto i nomi delle piante e dei fiori che ho fotografato durante il trekking.
 
9 gennaio 2017 Mweka Camp-Mweka Gate

La giornata è iniziata con la solita colazione, ma per una volta abbiamo evitato accuratamente il porridge… Dopo colazione c'è stata la consegna delle mance, dopo le solite "raccomandazioni" di Isa che, sia io che Alessia, abbiamo ritenuto eccessive. Non c'era bisogno di sottolineare l'importanza delle mance per sostenere l'economia dei lavoratori del Tour Operator e della popolazione della Tanzania in generale. Le mance le lasci se sei soddisfatto. Non ci deve essere un obbligo. Noi abbiamo lasciato poco più del 10% di mancia rispetto al prezzo totale del trekking. Cioé 385$ per gli 11 portatori per 9 giorni (35$ a portatore per l'intero trekking), 70$ per cuoco e assistente cuoco (35$ a testa per i 9 giorni) e 145$ per le guide (72.5$ a testa per i 9 giorni). In totale abbiamo lasciato 600$ che a me sembrano più che sufficienti, tenendo conto che eravamo solo in due a fare il trekking. Non è giusto seguire l'atteggiamento di turisti americani o russi che elargiscono mance eccessive anche per gli standard dei salari dei tanzaniani. In Tanzania il reddito annuo pro capite è di circa 629 dollari e il 60% della popolazione sopravvive con meno di 2 dollari al giorno.
http://www.fiscooggi.it/dal-mondo/schede-paese/articolo/tanzania
Dopo la consegna delle mance i ragazzi hanno intonato la canzone del saluto, da quel che abbiamo appreso "importata" dal vicino Kenia.

DSCF2391.JPG

Con le guide, i portatori e il cuoco dopo la canzone del saluto

Durante la discesa ho sentito fastidi alle ginocchia. La vista del Kilimanjaro ci ha accompagnato fin quasi a Mweka Gate

DSCF2392.JPG

Kilimanjaro

Arrivati a Mweka Gate ci siamo registrati. Io ho controllato nel registro dei commenti dei viaggiatori quanti italiani fossero saliti sul Kilimanjaro (ca. l'1-2%). Ci siamo quindi mossi verso Moshi con un furgone nel quale c'erano 6-7 ragazzi del gruppo. Ci siamo fermati per un pranzo al sacco in un bar-negozio a Kijiji The Village. Dopo aver pranzato e visitato il negozio con i vari oggetti della tradizione locale, comprese le pietre preziose di tanzanite, ci siamo mossi verso il Kili Wonders Hotel. Qui abbiano ricevuto i diplomi relativi al raggiungimento della vetta da parte di Isa. Quindi ci siamo salutati.
Durante un momento di relax sorseggiando una birra "Kilimanjaro" ai bordi della piscina dell'hotel, Wilfred ci fa la sorpresa di venirci a trovare per salutarci. Gli abbiamo offerto un succo di frutta e abbiamo parlato della bella esperienza del nostro viaggio. Dopo averlo salutato, ci siamo goduti una buona cena a base di pesce e verdure alla modica cifra di 17$ per due persone.
 
Nel complesso è stato un viaggio molto bello per il quale serve spirito di adattamento e capacità di resistere ai disagi inevitabili (basse temperature, malessere fisico come mal di testa, nausea o inappetenza, stanchezza). La ricompensa è grande perché la vista del Kilimanjaro per la Lemosho Route è sempre appagante. La Lemosho è un bell'itinerario per giungere in vetta al Kilimanjaro, non così frequentato come la Machame o la Marangu Route (quest'ultima è anche conosciuta come coca-cola route). E' un itinerario per intenditori che amano la montagna e gli ambienti selvaggi della foresta pluviale. Permette un buon acclimatamento perché è un itinerario leggermente più lungo rispetto ad altri (circa 65 km). La Western Breach non è molto frequentata ma vale certamente la pena percorrerla. C'è bisogno di avere un pò di dimestichezza con le escursioni su neve, su passaggi ghiacciati o su passaggi su roccia (non difficili) nei quali si usano le mani. Noi non avevamo i ramponi e abbiamo prestato un pò di attenzione in alcuni passaggi. La guida ti può facilitare rompendo il ghiaccio in alcuni punti se necessario. Per evitare il rischio di caduta massi è sufficiente partire dall'Arrow Glacier non oltre le 5,30 del mattino. Passare una notte al crater camp è stata per me un'esperienza indimenticabile. Se si riesce ad arrivare all'area del cratere in buona forma, è consigliabile fare una camminata fino al cratere Reusch dove c'è un paesaggio lunare. Buon trekking.

Asante Alessia.

Luca
 
@gipsy Spero che tu abbia concluso il tuo racconto, non perché "non se ne poteva più" ma solo perché non voglio interromperlo con un mio post, se così fosse dimmelo che lo cancello immediatamente :si:

...... che dire ...... grazie per le foto ed il racconto, è stata una lettura interessante.

Una curiosità, parli di aver dato il 10%, in mance, dell'intero treking per cui ne deduco che sia sull'ordine di 6000$, se così quanta di quella cifra è stata spesa in loco ?

Ciao :si:, Gianluca
 
Wow, che spettacolo!
Bellissima esperienza e comunque complimenti per l'ascensione. Ho letto su un libro di racconti di montagna che è una delle montagna che ha il più alto numero d' insuccessi. Viene preso molto sottogamba, pensando che salire lassù sia un semplice trekking: invece poi la quota e la stanchezza ha il sopravvento. Questo soprattutto nelle vie più battute.
Grazie per avermi fatto stare un po' lì.
 
a OrsoGrigio66, Kima e Piervi: grazie
a znnglc: grazie. Quando parlavo del 10% del costo del trekking, mi riferivo al costo della proposta da parte di Kili-Treks. Non abbiamo speso nulla dal 1 al 9 gennaio oltre alla cifra pattuita, a parte la cena e le birre del 9 in Hotel.
a Phantom: grazie. Mi fa piacere che ti sia venuta voglia di andarci. Se decidi e hai bisogno di informazioni, chiedi pure.
a Sandro: ti ringrazio. Il Kilimanjaro è affrontabile con un pò di preparazione e di allenamento. Penso che ci possano andare in molti ma hai ragione a dire che alcuni lo sottovalutino. Mentre scendevamo verso Mweka Camp, abbiamo visto scene che mi hanno fatto veramente riflettere. Persone che salivano sostenute da due portatori, una persona che saliva con gli occhi chiusi e sembrava facesse smorfie che esprimevano sofferenza. Il corpo si deve adattare pian piano all'altitudine. Spesso le guide ci dicevano "pole pole" e abbiamo fatto tesoro di questo consiglio. Bevevamo il più possibile anche a costo di alzarci la notte per andare al bagno. E abbiamo scelto volutamente 9 giorni per un trekking che, forse, si può fare anche in 6 ma con un maggiore rischio di non sentirsi bene. In fondo, i sintomi che abbiamo accusato erano più che normali e mi pare che abbiamo reagito piuttosto bene nel complesso. Comunque mi fa piacere se questo racconto può aver fatto sentire a qualcuno di stare un pò lì.
 
Ultima modifica:
Alto Basso