Trenini umani.....

E' anche una questione di eta',generazionale. Ora non conosco chi ha postato questa riflessione ma l'argomento andrebbe messo a fuoco partendo dai vari fattori differenti tra i comuni fruitori. Per fare subito un esempio,una volta c'erano i "vecchi" che andavano su' in montagna con i pantaloni alla zuava e ricordo persino chi,non eccessivamnte maturo, qui sul forum tento' anacronisticamente di rivalutarne gli aspetti positivi , quindi i benefici ma penso non ci sia riuscito o meglio,penso sia rimasto l'unico ad essere convinto di cio' che andava sbandierando. Oggi ci sono gli utenti "hitech": abbigliamento all'ultimo grido di marca e possibilmente con colori sguargianti ed alla moda,cuffiette rigorosamente bianche perche' nere non sono piu di moda, scarponi anch'essi tutto fuorche' Decathlon..li riconosci perche' alcuni somigliano ai pirati dei caraibi in quanto rigorosamente bandana -dipendenti ecc. ecc. I tempi sono cambiati,non si va' in montagna solo per camminare,ammirare,soffermarsi a sentire gli odori,i rumori,le tracce, e via di questo passo. Ora si corre,e andiamo di fretta anche in montagna,e' il mondo che cambia. Sta' a noi adeguarci,farci trascinare o restare fermi e determinati a non accettare il cambiamento e con esso mille cose che ci vengono imposte ogni giorno. E' cambiato il modo di approciarsi alla montagna,all'escursionismo ed in conclusione penso e ripeto sia un fenomeno legato alle tendenze generazionali legate al sentire comune incultato dai media.La ricerca affannosa del primato,il record,la prestazione,il tempo,la performance, tutte cose in effetti che con la montagna non hanno granche' in comune, e' vero ma se ci riflettiamo su', l'ambiente motano e' un ottimo punto di partenza per mettersi in gioco con se' stessi. ed ecco che questi aspetti ora hanno preso il sopravvento sulla vecchia ed obsoleta "contemplazione", il "passo lento" ormai anacronistico per i piu'. I vecchi di allora siamo noi ora e forse sta' qui la difficolta' a comprendere i nuovi modi di approcciare una escursione,un'uscita con bivacco vista ora piu' come occasione ed opportunita' per testare se stessi,misurare e superare i propri limiti,che come occasione per "staccare la spina", ora la spina e' sempre attaccata o meglio forse sia il caso di dire...la conessione!, il nuovo cordone ombelicare tra noi e gli altri. La montagna,i sentieri, le cime,il bosco,l'odore dei licheni,i rari colori delle alture sono solo un misero dettaglio da fotografare per i social dove si e' spostata la battaglia a colpi di percorsi Gps, tempi, e puttanate varie che non ti lasciano spazio per contemplare anzi...guai a fermarsi troppo, la similitudine: lento,perdente,sfigato e costantemente in agguato. Un saluto.
Questa riflessione l'ho postata io ed in effetti non ci conosciamo ma è stato un piacere ritrovarmi in quello.che.hai scritto.
 
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