Tarp, ecco un'altro inglesismo che fa spesso capolino nella terminologia dell'escursionista. Il neofita si chiederà subito di cosa si tratta. Chiedendo al dizionario la risposta è semplicemente telo, ed in effetti non fa una grinza.
Parliamo infatti del telo che si utilizza come copertura a tutto tondo nell'escursionismo.
La bellezza di questo oggetto è la polivalenza e flessibilità nell'uso.
Si può infatti utilizzare per realizzare una copertura provvisoria e veloce per creare un riparo contro la pioggia o la volta sotto la quale montare l'amaca per la notte.
Nulla però ci vieta di poggiarlo per terra e sedercisi sopra o usarlo per trascinare la legna. Insomma è un jolly il cui uso è a 360°.
L'utilizzo principe è però quello di un riparo sotto il quale dormire.
Iniziamo a parlare della struttura di questo telo e di come sia fatto.
Fermo restando che non esiste una regola inviolabile, le dimensioni standard dei tarp commerciali sono 3x3, 4x4 o 3x4 metri.
Queste dimensioni comandano le strutture che si possono creare con il telo stesso, ma questa è una cosa che vedremo più dettagliatamente in seguito.
Fondamentalmente abbiamo due tipi di qualità di telo, quelli reperibili in ferramenta, in materiale plastificato
caratterizzato da occhielli agli angoli e/o raramente da fettucce. Ed un tipo di qualità superiore, più leggero in tessuto ripstop, di marca e dal costo decisamente superiore.
Ecco ad esempio un ritaglio del tarp della dd-hammocks
Recentemente il titolare di BushcraftUSA ne ha realizzato un modello ad alta tecnologia utilizzando un tessuto a NanoSfere.
E' un modello particolare visto che il peso è di 538gr e costa 100€.
Se contate di maltrattare senza pietà il vostro tarp o siete alle prime armi allora optare per il primo tipo, ma non si può nascondere che un tarp di qualità anche se costa quasi dieci volte tanto è molto più versatile nelle molteplici configurazioni che andremo a vedere in seguito.
Ecco comunque come si presenta un tarp di qualità formato 3x4 che ha in totale 19 asole.
prima di passare alle applicazioni del tarp desidero aprire una piccola parentesi dedicata agli appassionati del fai da te.
La costruzione in casa di un tarp è sempre stata una cosa molto controversa ed adesso vi spiegherò il perchè.
In linea di massima, non sempre il gioco vale la candela. infatti potrebbe interessare crearsene uno hi-tech, ma i costi sono proibitivi e non sempre i risultati sono soddisfacenti, infatti:
Volendo utilizzare un buon laminato da 11,4gr/mq che extremtextil vende a 28,90€ al metro per un'altezza di 138cm, ci accorgiamo che la matematica ci rema contro. infatti utilizzando due teli affiancati otterremmo un telone largo solo 276cm per difetto, non tenendo conto delle cuciture. passando poi al fattore economico, per creare un telo che peserebbe in tutto solo 68,4gr (che non è poco!!!) ci verrebbe a costare la modica somma di 173,4€, senza considerare che avremmo una cucitura al centro da impermeabilizzare...
Ricordiamoci però che abbiamo a che fare si con un tessuto leggerissimo ma anche molto delicato. se passiamo a tessuti più resistenti il peso aumenta sensibilmente ma il prezzo non si discosta molto, e se andiamo a ritoccare anche il prezzo allora il peso aumenta talmente tanto che alla fine ci avviciniamo ai teloni commerciali con un costo superiore ed in più la fatica della costruzione.
Per chi si volesse comunque cimentare, sappia che deve mettere in bilancio anche l'acquisto di una occhiellatrice grande ed una piccola per eventuali lavoretti di fino.
Questi attrezzi si trovano nei negozi per calzolai più forniti ed il costo non è proibitivo.
Il funzionamento è semplice, l'occhiello è composto da due parti riconoscibili dalla foto accanto all'occhiellatrice blu.
Una parte è obbligata in uno dei due punzoni nel rettangolo rosso l'altra nell'altro. I due punzoni trovano posto alle estremità
della pressa. Messo poi al centro il tessuto si farà forza sulla leva e le due parti si deformeranno una dentro l'altra creando così l'occhiello come siamo abituati normalmente a vederlo.
Una volta che siamo venuti in possesso del nostro tarp vediamo come usarlo.
In alto abbiamo già visto una tra le configurazioni più semplici, ed a seguire eccone delle altre
la prima la si usa usando come appoggio un albero così come si vede nella seguente immagine dove però ho usato un poncho
per prima cosa si lega il cordino al tronco ad un'altezza tale che ci consenta, una volta appoggiatoci sopra il telo, di farlo toccare al suolo. poi si tende lo stesso cordino tanto quanto basta per ospitare comodamente il tarp (è una questione di pratica) e lo si fissa al suolo con un picchetto, quindi si passa alla collocazione del telo e relativo suo fissaggio su tre punti: il primo è il picchetto al quale è stato fissato il cordino, gli altri due sono ai lati (se ne intravede uno con cordino rosso nella foto) quanto basta per mantenere la struttura comodamente aperta.
sia la seconda che la terza configurazione sono un surrogato della arcinota tenda canadese, che necessiteranno o di 2 o di 4 punti di ancoraggio.
ecco qui illustrati gli accorgimenti per legare le estremità, fissare i cordini ed utilizzare il tarp:
se si dovesse legare una estremità non occhiellata o comunque non la si volesse stressare troppo, si può prendere un sasso il puù sferico possibile ed avvolgerlo con l'angolo del tessuto del telo. lo stesso angolo verrà poi avvolto con un cordino a mò di fagotto diventando così un legame molto stabile tra cordino e telo (primo rettangolo dall'alto)
nel secondo rettangolo dall'alto si spiega come legare due cordini diversi in diverse modalità
nel terzo rettangolo dall'alto si pone l'accento sul fatto che eventuali conche al centro del telo possono diventare punti di raccolta d'acqua in caso di pioggia.
nel quarto rettangolo si sconsiglia di accendere falò sotto il tarp, e di scegliere configurazioni che possono favorire la raccolta di acqua in caso di pioggia ma, semmai, favorirne il deflusso.
Ecco qui, a seguire altre 6 configurazioni di riparo ottenibili con un semplice tarp rettangolare
Sappiate che la configurazione 3 (Lean-to) è molto usata anche d'inverno quando la temeratura scende parecchio sotto lo zero, usando l'accorgimento di accendere un fuoco schermato ad una adeguata distanza dal giaciglio.
Un esempio orientativo di fuoco schermato è il seguente:
dove uno schermo di legna riflette parte del calore prodotte che altrimenti andrebbe disperso.
Ecco adesso una tabella comparativa delle diverse configurazioni di assetto di tarp e la relativa percentuale di copertura
Dove si può calcolare velocemente il rapporto benefico costo tra una configurazione ed un'altra.
Infine ecco una divertente raccolta di moltissime configurazioni di assetto di tarp. Insomma ce n'è per tutti i gusti!
Anche se sembra scontato, ritengo sia giusto dirlo.
Al momento di impostare il tarp, prendere nota del vento dominante e posizionare la parte chiusa contro di esso. Rischieremmo altrimenti, nella migliore delle ipotesi di ritrovarci in una galleria del vento, nella peggiore in una sorta di paracadute che, al primo soffio deciso prenderà il volo.
L'argomento però non si conclude qui, perchè il tarp, in un modo o nell'altro andrà fissato per terra.
Lo strumento principe per questa operazione è il picchetto!
Tutti gli escursionisti ne sono in possesso avendo quasi sicuramente, nel loro equipaggiamento una tenda.
E quasi sicuramente avranno quelli in dotazione e cioè:
o qualcosa di orridamente simile...
Personalmente consiglio di battere strade diverse. Principalmente propongo l'acquisto di un set di picchetti in lega leggera (alluminio) o addirittura titanio
hanno si un costo iniziale non indifferente, ma la resa è allineata al prezzo e così la durata. Non parliamo poi del risparmio in peso. Personalmente posseggo un set in titanio preso anni fa da AlpKit che sposto da una tenda all'altra a secondo delle necessità. Soldi benedetti!!! Per chi volesse risparmiare ci sono i picchetti in materiale plastico
hanno un costo irrisorio, sono praticamente indistruttibili (perchè flessibili) e si trovano di diversi colori, quindi consigliati.
Se poi volete veramente risparmiare, potete dedicarvi al fai-ta-te. Ecco lo stato dell'arte del picchetto fatto in casa
ovviamente avrà i suoi limiti, ma volete mettere la soddisfazione dell'autocostruzione ed il costo uguale a zero?
Oltre ai picchetti necessiterà il cordino.
Si fa un gran parlare del paracord, cioè i tiranti dei paracadute o comunque del materiale avente le stesse caratteristiche.
Si parla di una carico statico di circa 200kg e della sua costituzione fatta con 7 trefoli interni che, singolarmente possono diventare a loro volta 7 cordini più piccoli dai molteplici usi.
In pratica tutti lo vogliono, moltissimi lo comprano, pochi lo usano perchè visto che costa tanto sembra brutto sprecarlo...
Quindi alla fine si ripiega sul volgare cordino da 4/6mm da ferramenta e/o per veneziana.
Consiglio di comprarne matasse da 15 o 30 metri (nei megastore si trovano a poco) e creare delle matassine sui 5metri circa e qualche matassa sui 10/15 metri della serie non-si-sa-mai.
Le matasse si avvolgono nel seguente modo:
tenete il cordino ben sciolto per terra e mettete un capo libero tra il medio e l'anulare della mano che vi viene più congeniale, facendo sporgere l'estremità per circa 5/6cm.
Con l'altra mano avvolgete il cordino facendolo passare alternativamente tra il pollice ed il mignolo creando un otto e NON uno zero; in pratica il cordino si deve incrociare man mano al centro ad ogni passaggio.
Poco prima che la matassa finisca fermarsi di arrotolare, uscire questo grande otto dalle dita, ed avvolgergli attorno il filo avanzato bloccandolo infilandolo dentro una maglia.
Se non ci riuscite o non avete capito una mazza sul come si fa andate su youtube e guardatevi questo filmato
a parte qualche piccola differenza il metodo è quello.
Parliamo infatti del telo che si utilizza come copertura a tutto tondo nell'escursionismo.
La bellezza di questo oggetto è la polivalenza e flessibilità nell'uso.
Si può infatti utilizzare per realizzare una copertura provvisoria e veloce per creare un riparo contro la pioggia o la volta sotto la quale montare l'amaca per la notte.
Nulla però ci vieta di poggiarlo per terra e sedercisi sopra o usarlo per trascinare la legna. Insomma è un jolly il cui uso è a 360°.
L'utilizzo principe è però quello di un riparo sotto il quale dormire.
Iniziamo a parlare della struttura di questo telo e di come sia fatto.
Fermo restando che non esiste una regola inviolabile, le dimensioni standard dei tarp commerciali sono 3x3, 4x4 o 3x4 metri.
Queste dimensioni comandano le strutture che si possono creare con il telo stesso, ma questa è una cosa che vedremo più dettagliatamente in seguito.
Fondamentalmente abbiamo due tipi di qualità di telo, quelli reperibili in ferramenta, in materiale plastificato
caratterizzato da occhielli agli angoli e/o raramente da fettucce. Ed un tipo di qualità superiore, più leggero in tessuto ripstop, di marca e dal costo decisamente superiore.
Ecco ad esempio un ritaglio del tarp della dd-hammocks
Recentemente il titolare di BushcraftUSA ne ha realizzato un modello ad alta tecnologia utilizzando un tessuto a NanoSfere.
E' un modello particolare visto che il peso è di 538gr e costa 100€.
Se contate di maltrattare senza pietà il vostro tarp o siete alle prime armi allora optare per il primo tipo, ma non si può nascondere che un tarp di qualità anche se costa quasi dieci volte tanto è molto più versatile nelle molteplici configurazioni che andremo a vedere in seguito.
Ecco comunque come si presenta un tarp di qualità formato 3x4 che ha in totale 19 asole.
prima di passare alle applicazioni del tarp desidero aprire una piccola parentesi dedicata agli appassionati del fai da te.
La costruzione in casa di un tarp è sempre stata una cosa molto controversa ed adesso vi spiegherò il perchè.
In linea di massima, non sempre il gioco vale la candela. infatti potrebbe interessare crearsene uno hi-tech, ma i costi sono proibitivi e non sempre i risultati sono soddisfacenti, infatti:
Volendo utilizzare un buon laminato da 11,4gr/mq che extremtextil vende a 28,90€ al metro per un'altezza di 138cm, ci accorgiamo che la matematica ci rema contro. infatti utilizzando due teli affiancati otterremmo un telone largo solo 276cm per difetto, non tenendo conto delle cuciture. passando poi al fattore economico, per creare un telo che peserebbe in tutto solo 68,4gr (che non è poco!!!) ci verrebbe a costare la modica somma di 173,4€, senza considerare che avremmo una cucitura al centro da impermeabilizzare...
Ricordiamoci però che abbiamo a che fare si con un tessuto leggerissimo ma anche molto delicato. se passiamo a tessuti più resistenti il peso aumenta sensibilmente ma il prezzo non si discosta molto, e se andiamo a ritoccare anche il prezzo allora il peso aumenta talmente tanto che alla fine ci avviciniamo ai teloni commerciali con un costo superiore ed in più la fatica della costruzione.
Per chi si volesse comunque cimentare, sappia che deve mettere in bilancio anche l'acquisto di una occhiellatrice grande ed una piccola per eventuali lavoretti di fino.
Questi attrezzi si trovano nei negozi per calzolai più forniti ed il costo non è proibitivo.
Il funzionamento è semplice, l'occhiello è composto da due parti riconoscibili dalla foto accanto all'occhiellatrice blu.
Una parte è obbligata in uno dei due punzoni nel rettangolo rosso l'altra nell'altro. I due punzoni trovano posto alle estremità
della pressa. Messo poi al centro il tessuto si farà forza sulla leva e le due parti si deformeranno una dentro l'altra creando così l'occhiello come siamo abituati normalmente a vederlo.
Una volta che siamo venuti in possesso del nostro tarp vediamo come usarlo.
In alto abbiamo già visto una tra le configurazioni più semplici, ed a seguire eccone delle altre
la prima la si usa usando come appoggio un albero così come si vede nella seguente immagine dove però ho usato un poncho
per prima cosa si lega il cordino al tronco ad un'altezza tale che ci consenta, una volta appoggiatoci sopra il telo, di farlo toccare al suolo. poi si tende lo stesso cordino tanto quanto basta per ospitare comodamente il tarp (è una questione di pratica) e lo si fissa al suolo con un picchetto, quindi si passa alla collocazione del telo e relativo suo fissaggio su tre punti: il primo è il picchetto al quale è stato fissato il cordino, gli altri due sono ai lati (se ne intravede uno con cordino rosso nella foto) quanto basta per mantenere la struttura comodamente aperta.
sia la seconda che la terza configurazione sono un surrogato della arcinota tenda canadese, che necessiteranno o di 2 o di 4 punti di ancoraggio.
ecco qui illustrati gli accorgimenti per legare le estremità, fissare i cordini ed utilizzare il tarp:
se si dovesse legare una estremità non occhiellata o comunque non la si volesse stressare troppo, si può prendere un sasso il puù sferico possibile ed avvolgerlo con l'angolo del tessuto del telo. lo stesso angolo verrà poi avvolto con un cordino a mò di fagotto diventando così un legame molto stabile tra cordino e telo (primo rettangolo dall'alto)
nel secondo rettangolo dall'alto si spiega come legare due cordini diversi in diverse modalità
nel terzo rettangolo dall'alto si pone l'accento sul fatto che eventuali conche al centro del telo possono diventare punti di raccolta d'acqua in caso di pioggia.
nel quarto rettangolo si sconsiglia di accendere falò sotto il tarp, e di scegliere configurazioni che possono favorire la raccolta di acqua in caso di pioggia ma, semmai, favorirne il deflusso.
Ecco qui, a seguire altre 6 configurazioni di riparo ottenibili con un semplice tarp rettangolare
Sappiate che la configurazione 3 (Lean-to) è molto usata anche d'inverno quando la temeratura scende parecchio sotto lo zero, usando l'accorgimento di accendere un fuoco schermato ad una adeguata distanza dal giaciglio.
Un esempio orientativo di fuoco schermato è il seguente:
dove uno schermo di legna riflette parte del calore prodotte che altrimenti andrebbe disperso.
Ecco adesso una tabella comparativa delle diverse configurazioni di assetto di tarp e la relativa percentuale di copertura
Dove si può calcolare velocemente il rapporto benefico costo tra una configurazione ed un'altra.
Infine ecco una divertente raccolta di moltissime configurazioni di assetto di tarp. Insomma ce n'è per tutti i gusti!
Anche se sembra scontato, ritengo sia giusto dirlo.
Al momento di impostare il tarp, prendere nota del vento dominante e posizionare la parte chiusa contro di esso. Rischieremmo altrimenti, nella migliore delle ipotesi di ritrovarci in una galleria del vento, nella peggiore in una sorta di paracadute che, al primo soffio deciso prenderà il volo.
L'argomento però non si conclude qui, perchè il tarp, in un modo o nell'altro andrà fissato per terra.
Lo strumento principe per questa operazione è il picchetto!
Tutti gli escursionisti ne sono in possesso avendo quasi sicuramente, nel loro equipaggiamento una tenda.
E quasi sicuramente avranno quelli in dotazione e cioè:
o qualcosa di orridamente simile...
Personalmente consiglio di battere strade diverse. Principalmente propongo l'acquisto di un set di picchetti in lega leggera (alluminio) o addirittura titanio
hanno si un costo iniziale non indifferente, ma la resa è allineata al prezzo e così la durata. Non parliamo poi del risparmio in peso. Personalmente posseggo un set in titanio preso anni fa da AlpKit che sposto da una tenda all'altra a secondo delle necessità. Soldi benedetti!!! Per chi volesse risparmiare ci sono i picchetti in materiale plastico
hanno un costo irrisorio, sono praticamente indistruttibili (perchè flessibili) e si trovano di diversi colori, quindi consigliati.
Se poi volete veramente risparmiare, potete dedicarvi al fai-ta-te. Ecco lo stato dell'arte del picchetto fatto in casa
ovviamente avrà i suoi limiti, ma volete mettere la soddisfazione dell'autocostruzione ed il costo uguale a zero?
Oltre ai picchetti necessiterà il cordino.
Si fa un gran parlare del paracord, cioè i tiranti dei paracadute o comunque del materiale avente le stesse caratteristiche.
Si parla di una carico statico di circa 200kg e della sua costituzione fatta con 7 trefoli interni che, singolarmente possono diventare a loro volta 7 cordini più piccoli dai molteplici usi.
In pratica tutti lo vogliono, moltissimi lo comprano, pochi lo usano perchè visto che costa tanto sembra brutto sprecarlo...
Quindi alla fine si ripiega sul volgare cordino da 4/6mm da ferramenta e/o per veneziana.
Consiglio di comprarne matasse da 15 o 30 metri (nei megastore si trovano a poco) e creare delle matassine sui 5metri circa e qualche matassa sui 10/15 metri della serie non-si-sa-mai.
Le matasse si avvolgono nel seguente modo:
tenete il cordino ben sciolto per terra e mettete un capo libero tra il medio e l'anulare della mano che vi viene più congeniale, facendo sporgere l'estremità per circa 5/6cm.
Con l'altra mano avvolgete il cordino facendolo passare alternativamente tra il pollice ed il mignolo creando un otto e NON uno zero; in pratica il cordino si deve incrociare man mano al centro ad ogni passaggio.
Poco prima che la matassa finisca fermarsi di arrotolare, uscire questo grande otto dalle dita, ed avvolgergli attorno il filo avanzato bloccandolo infilandolo dentro una maglia.
Se non ci riuscite o non avete capito una mazza sul come si fa andate su youtube e guardatevi questo filmato
a parte qualche piccola differenza il metodo è quello.
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