- Parchi delle Marche
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 22/06/2020
Regione e provincia:Marche AP
Località di partenza: Fonte d'amore (San Giovanni)
Località di arrivo: Fonte d'amore
Tempo di percorrenza: 8h
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Possibili nevai nei numerosi fossi
Periodo consigliato: giugno/luglio
Segnaletica: presente (S.I e poi 325)
Dislivello in salita: 917m
Dislivello in discesa: 917 m
Quota massima: 1800 m (circa)
Accesso stradale: fino a San Giovanni poi si continua lungo una sterrata per cui serve pagare il pedaggio
Traccia GPS:
Descrizione
Vorrei descrive un magnifico anello che permette di immergersi nella valle del Castellano e di scoprire le numerose cascate e scivoli d'acqua che caratterizzano soprattutto la testata della valle.
Il percorso è riportato nella guida dei Monti della Laga (Alesi, Calibani, Palermi) che consiglio vivamente a chi interessato.
Prima di iniziare la descrizione voglio precisare che per percorrere la strada sterrata che conduce alla partenza (Fonte d'amore) serve acquistare un permesso giornaliero (per la raccolta funghi) del costo di 10 euro a macchina, questo almeno per chi viene da Ascoli si può comprare nel bar dell'ultima area di sosta prima di Acquasanta Terme.
Percorsi circa 6 km di strada bianca e sconnessa dopo San Giovanni si arriva ad un evidente bivio e qui si lascia l'auto (piccolo slargo sulla sinistra) e si imbocca a piedi la strada che continua in salita.
La si percorre fino a che questa termina con una sbarra in ferro (con una piccola deviazione è possibile visitare la prima magnifica cascata incastonata tra gli alberi e le rocce), si supera la sbarra e immediatamente, in corrispondenza di un paletto (senza alcun segnale) si prende a destra un esile sentiero che risale all'interno del bosco una ripida cresta con numerosi tornanti.
Quando la salita torna dolce si intercetta la pista che sale dai Piani Cattini (1474 m) ora la vista sul bosco di S.Gerbone è magnifica e vale la pena fermarsi un momento a bere e mangiare qualcosa, si continua a seguire la pista in salita evitando il bivio (con sbarra) e in breve sempre salendo comodamente si arriva ad un casale (1525 m) al limite superiore del bosco. Qui termina la pista e si risale il pendio all'inizio liberamente e poi si segue una pista che si fa netta e attraversa il prato e gli arbusti. Si trascurano tutte le deviazioni, alcune sono semplici piste di animali che poi si perdono tra gli arbusti, fino ad arrivare sulla cresta boscosa dove ci si collega al largo e segnalato sentiero Italia, lo si prende e si segue verso sinistra.
Si segue la larga traccia che supera sulla destra il rilievo di Costa la Tana e poi sulla sinistra il Monte Cesarotta, sempre attraversando uno stupendo bosco di faggi che qui raggiunge quote veramente notevoli, siamo intorno ai 1800 m.
Ora si imbocca la deviazione sulla sinistra (segnata) e il sentiero abbandonata la cresta continua pianeggiante fino ad uscire dal bosco, qui ci si trovo in un ambiente completamente diverso da quello del resto dell'escursione percorsa fino ad ora, lo sguardo non spazia più verso le colline del piceno e non è più possibile vedere la parete del Gran Sasso fare capolino tra le vette, ma si è completamente immersi nella valle del castellano con un continuo susseguirsi di cascatelle e piccoli rii da attraversare. Ogni fosso nasconde diramazioni della valle dando al tutto un'aria selvaggia e di natura incontaminata,complice le nuvole che ogni tanto ci riversavano addosso un bel acquazzone.
Ora il sentiero è sempre segnato e ben inciso, bisogna comunque fare attenzione a seguire i paletti con i segnali bianco-rossi e non invece una delle tante piste dei cinghiali, dopo il Fosso li Quarti si ritorna prima a costeggiare poi si rientra nel bosco secolare da cui si esce quando ormai si è sulla testata della valle. Raggiunto un casale si superano due fossi molto incisi e poi si continua in discesa dove si incontra addirittura un cartello con le indicazioni del sentiero da seguire.
Si scende con il rumore dell'acqua che rimbomba sempre più forte, ovunque ci si volti si vedono cascate anche di dimensioni notevoli e ruscelli impetuosi, quando si entra nuovamente, e definitivamente nel bosco ormai convinti che gli spettacoli d'acqua più belli siano alle spalle, si attraversa il ruscello che subito a valle del guado crea una magnifica pozza che invoglierebbe a farsi un bagno, ma guai perché solo un metro dopo l'acqua precipita per decine di metri in quella che come dice il nome è La Regina, tra le cascate della valle del castellano.
Con una brevissima deviazione è possibile arrivare ad un balconcino roccioso da cui la cascata si ammira in tutta la sua bellezza.
Ora non resta che scendere lungo il bosco lungo una crestina a cui il muschio dona un'aria fiabesca, fino alle prese dell'Enel nella Piana dei cavalieri. Se decidete di visitarla preparatevi a veder sparire la gran parte dell'acqua che viene da monte, permettendo solo di immaginare qual'era la portata d'acqua e la bellezza del Rio Castellano.
Ora l'escursione è praticamente finita non rimane che seguire la pista di servizio (per circa 5 km) fino al bivio dove si è lasciata l'auto, fortunatamente a distrarci dalla noia della pista e dalla stanchezza c'è ancora l'acqua del rio con le sue trote e il magnifico bosco.
Spero che questa descrizione possa risultare interessante e utile a qualcuno, anche se questo gruppo montuoso risulta, a torto, fortemente sottovalutato.
Data: 22/06/2020
Regione e provincia:Marche AP
Località di partenza: Fonte d'amore (San Giovanni)
Località di arrivo: Fonte d'amore
Tempo di percorrenza: 8h
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Possibili nevai nei numerosi fossi
Periodo consigliato: giugno/luglio
Segnaletica: presente (S.I e poi 325)
Dislivello in salita: 917m
Dislivello in discesa: 917 m
Quota massima: 1800 m (circa)
Accesso stradale: fino a San Giovanni poi si continua lungo una sterrata per cui serve pagare il pedaggio
Traccia GPS:
Descrizione
Vorrei descrive un magnifico anello che permette di immergersi nella valle del Castellano e di scoprire le numerose cascate e scivoli d'acqua che caratterizzano soprattutto la testata della valle.
Il percorso è riportato nella guida dei Monti della Laga (Alesi, Calibani, Palermi) che consiglio vivamente a chi interessato.
Prima di iniziare la descrizione voglio precisare che per percorrere la strada sterrata che conduce alla partenza (Fonte d'amore) serve acquistare un permesso giornaliero (per la raccolta funghi) del costo di 10 euro a macchina, questo almeno per chi viene da Ascoli si può comprare nel bar dell'ultima area di sosta prima di Acquasanta Terme.
Percorsi circa 6 km di strada bianca e sconnessa dopo San Giovanni si arriva ad un evidente bivio e qui si lascia l'auto (piccolo slargo sulla sinistra) e si imbocca a piedi la strada che continua in salita.
La si percorre fino a che questa termina con una sbarra in ferro (con una piccola deviazione è possibile visitare la prima magnifica cascata incastonata tra gli alberi e le rocce), si supera la sbarra e immediatamente, in corrispondenza di un paletto (senza alcun segnale) si prende a destra un esile sentiero che risale all'interno del bosco una ripida cresta con numerosi tornanti.
Quando la salita torna dolce si intercetta la pista che sale dai Piani Cattini (1474 m) ora la vista sul bosco di S.Gerbone è magnifica e vale la pena fermarsi un momento a bere e mangiare qualcosa, si continua a seguire la pista in salita evitando il bivio (con sbarra) e in breve sempre salendo comodamente si arriva ad un casale (1525 m) al limite superiore del bosco. Qui termina la pista e si risale il pendio all'inizio liberamente e poi si segue una pista che si fa netta e attraversa il prato e gli arbusti. Si trascurano tutte le deviazioni, alcune sono semplici piste di animali che poi si perdono tra gli arbusti, fino ad arrivare sulla cresta boscosa dove ci si collega al largo e segnalato sentiero Italia, lo si prende e si segue verso sinistra.
Si segue la larga traccia che supera sulla destra il rilievo di Costa la Tana e poi sulla sinistra il Monte Cesarotta, sempre attraversando uno stupendo bosco di faggi che qui raggiunge quote veramente notevoli, siamo intorno ai 1800 m.
Ora si imbocca la deviazione sulla sinistra (segnata) e il sentiero abbandonata la cresta continua pianeggiante fino ad uscire dal bosco, qui ci si trovo in un ambiente completamente diverso da quello del resto dell'escursione percorsa fino ad ora, lo sguardo non spazia più verso le colline del piceno e non è più possibile vedere la parete del Gran Sasso fare capolino tra le vette, ma si è completamente immersi nella valle del castellano con un continuo susseguirsi di cascatelle e piccoli rii da attraversare. Ogni fosso nasconde diramazioni della valle dando al tutto un'aria selvaggia e di natura incontaminata,complice le nuvole che ogni tanto ci riversavano addosso un bel acquazzone.
Ora il sentiero è sempre segnato e ben inciso, bisogna comunque fare attenzione a seguire i paletti con i segnali bianco-rossi e non invece una delle tante piste dei cinghiali, dopo il Fosso li Quarti si ritorna prima a costeggiare poi si rientra nel bosco secolare da cui si esce quando ormai si è sulla testata della valle. Raggiunto un casale si superano due fossi molto incisi e poi si continua in discesa dove si incontra addirittura un cartello con le indicazioni del sentiero da seguire.
Si scende con il rumore dell'acqua che rimbomba sempre più forte, ovunque ci si volti si vedono cascate anche di dimensioni notevoli e ruscelli impetuosi, quando si entra nuovamente, e definitivamente nel bosco ormai convinti che gli spettacoli d'acqua più belli siano alle spalle, si attraversa il ruscello che subito a valle del guado crea una magnifica pozza che invoglierebbe a farsi un bagno, ma guai perché solo un metro dopo l'acqua precipita per decine di metri in quella che come dice il nome è La Regina, tra le cascate della valle del castellano.
Con una brevissima deviazione è possibile arrivare ad un balconcino roccioso da cui la cascata si ammira in tutta la sua bellezza.
Ora non resta che scendere lungo il bosco lungo una crestina a cui il muschio dona un'aria fiabesca, fino alle prese dell'Enel nella Piana dei cavalieri. Se decidete di visitarla preparatevi a veder sparire la gran parte dell'acqua che viene da monte, permettendo solo di immaginare qual'era la portata d'acqua e la bellezza del Rio Castellano.
Ora l'escursione è praticamente finita non rimane che seguire la pista di servizio (per circa 5 km) fino al bivio dove si è lasciata l'auto, fortunatamente a distrarci dalla noia della pista e dalla stanchezza c'è ancora l'acqua del rio con le sue trote e il magnifico bosco.
Spero che questa descrizione possa risultare interessante e utile a qualcuno, anche se questo gruppo montuoso risulta, a torto, fortemente sottovalutato.