Un rifugio chiuso non è un rifugio!!!!

Ciao a tutti, volevo il vostro parere su una mia riflessione.
Più volte mi è capitato di trovare i rifugi delle mie zone, chiusi, con porte di ferro ed inferriate alle finestre. Proprio ieri lungo il percoso che ho fatto, ho incontrato due rifugi entranbi chiusi con porte di ferro ed inferiate alle finestre.
Allora mi chiedo, se queste strutture non sono accessibili a chi ne potrebbe avere bisogno per trovare riparo, non dovrebbero chiamarsi rifugi, come indicato nelle mappe. Che senso ha una struttura in mezzo al bosco a diversi chilometri dalla "civiltà", chiusa senza alcuna possibilità di accesso.
un escursionista in situazione di sopravvivenza potrebbe percorrere parecchi chilometri per ragiungere quel rifugio, per poi trovarsi tagliato fuori.
Per me queste strutture dovrebbero rimanere tutte aperte e così meritarsi il nome di "RIFIGIO". SE NO NON E' UN RIFUGIO!!!!!!!!
 
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quoto completamente; è veramente incivile e contro tutti i principi di chi ama l'escursionismo e il vagabondaggio nella natura, chiudere a chiave un rifugio. non esistono scuse; certo il cai te le da anche le chiavi se telefoni e te le vai a prendere; ma se uno si trova a dover dormire fuori in caso di necessità/emergenza e magari ha accanto un bel rifugio chiuso a chiave questo caso non viene contemplato.
non importa se c'è gente che dentro si comporta in maniera maleducata e frega o sporca; quello non lo puoi prevenire comportandoti ancora più incivilmente chiudendo un rifugio (possibile ricovero del povero pellegrino di passaggio) ci sono altri modi, ad esempio meglio un rifugio vuoto scarno senza nemmeno una panca che un rifugio chiuso (sono sempre quattro mura e un tetto che di notte fanno la differenza) quante volte persone anche iscritte al cai non hanno potuto usufruire di un rifugio del cai solo perchè il cai ci aveva messo i paletti, come se fosse edificato su terreno privato) certe cose non mi piacciono nemmeno a me, penso sia proprio un'idea storta quella di chiudere un rifugio e metterci le proprie cose sapendo che ce le ritroverai perchè tanto nessuno potrà entrarci (mica perchè ti fidi del prossimo, ci mancherebbe) è assurdo che per appoggiarsi ad un rifugio bisogna spesso chiedere le chiavi; se uno si deve fare una settimana in traversata e vuole usare i rifugi-bivacchi deve andare in giro col mazzo di chiavi? che cavolata dai... poi però è pure illegale pernottare in tenda e quindi spesso se lo vado a chiedere ai guarda parco che vado su in montagna a dormire in tenda, mi dicono che non se può fare e che devo usare i rifugi; poi è normale che uno per far prima preferisce infilarsi in una busta di plastica semi-traspirante

è verissimo che molti rifugi aperti in luoghi molto frequentati (tipo quello poco prima di raggiungere il vettore) sono sporchi e trattati da discarica, ma ne ho visitati moltissimi nel lazio, abruzzo, toscana e (centro italia) che sono tutto sommato tenuti discretamente se non puliti (se escludiamo che magari fuori si trovano i resti d megafalò coi resti di latte e vetri) spesso poi ci sono rifugi chiusi a chiave sporchissimi peggio di quelli aperti (tipo rif.acquanera nel parco d'abruzzo) e cmq moltissimi rifugi situati in zone non frequentatissime sono chiusi senza motivo (perchè cmq bisogna anche considerare chi è che realisticamente ci può andare al rifugio, se sta a 30-40min dalla strada ovvio che se resta aperto sarà un cesso, ma già se si trova a 3-4 ore di cammino, la storia cambia e non dovrebbe essere chiuso agli escursionisti)
 
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Il problema è l'equivocità dei termini: "rifugio", "bivacco", "ricovero", sulle mappe sono usati come se fossero equivalenti.
Ieri sono stato al Rifugio Monteaperta / Ricovero Montemaggiore (ex ospedale militare di Passo Tanamea): la struttura è divisa in 2, il Rifugio A.N.A. di Monteaperta (chiuso) e il Ricovero, sempre aperto. Sulla carta il tutto era segnato come "Ric. Montemaggiore".
 
Io ho dormito solo in un rifugio ed era chiuso, ma c'era un chiavistello da girare e la porta si è aperta.

Nel caso in cui ti trovi in situazione di bisogno e di pericolo, chi non sfonderebbe la porta di un rifugio pubblico e stupidamente chiuso? A costo poi di presentarmi il giorno dopo dai carabinieri a pagare il mio "debito" nei confronti della comunità per aver sfondato la porta di un rifugio pubblico per salvarmi la vita.
 
Io ho dormito solo in un rifugio ed era chiuso, ma c'era un chiavistello da girare e la porta si è aperta.

Nel caso in cui ti trovi in situazione di bisogno e di pericolo, chi non sfonderebbe la porta di un rifugio pubblico e stupidamente chiuso? A costo poi di presentarmi il giorno dopo dai carabinieri a pagare il mio "debito" nei confronti della comunità per aver sfondato la porta di un rifugio pubblico per salvarmi la vita.

Il problema è sempre quello dell'inciviltà delle minoranze.
Di fronte alle quali non si può biasimare a priori la "legittima difesa" di chi la subisce.

Comunque si tratta anche di vedere in concreto cosa si cerchi in un rifugio di fronte a un'emergenza: se è solo un tetto, allora si potrebbero tranquillamente affiancare ai rifugi stessi degli stanzoni assolutamente vuoti e liberamente aperti (tipo "capanni"). Puoi essere vandalo o ladro quanto vuoi, ma di fronte a quattro mura e un tetto c'è poco da danneggiare; e la funzione resterebbe integra.
Viceversa se si cerca nei rifugi anche qualcosa di più (sempre per emergenza) allora si corre il rischio che lasciandoli aperti i vandalismi e/o furti li spoglino proprio di ciò di cui si avrebbe bisogno, con la conseguenza che risulterebbero comunque inutili esattamente come se fossero stati chiusi a chiave: in questo caso, tanto vale chiuderli.

Al limite, in epoca di gps e simili, si provasse a pensare a qualche soluzione appena più tecnologica: ad es. delle serrature a combinazione elettronica in modo che - per entrare - basterebbe telefonare a un numero verde Cai e ricevere il numero da comporre per aprire la porta di quel rifugio.

Infine resta il mistero, per me, di come in ogni caso un escursionista possa "dissacrare" un rifugio danneggiandolo in qualsiasi modo, a parte il reato in sè. Mi sembra davvero inconcepibile, ma tant'è.
 
Infine resta il mistero, per me, di come in ogni caso un escursionista possa "dissacrare" un rifugio danneggiandolo in qualsiasi modo, a parte il reato in sè. Mi sembra davvero inconcepibile, ma tant'è.

E' un mistero anche per me... credo sia un mistero per chiunque non fa una cosa del genere.

Per il resto, direi che per un rifugio di montagna basta un tetto e un paio di brandine, qualunque cosa ci si aggiunge può essere sempre utile, ma per me è accettabile anche solo un tetto e una brandina.
 
per me inizia a chiamarsi rifugio qualsiasi costruzione abbia almeno quattro mura e un tetto (mi sono riparato dal vento e dalla pioggia di notte anche in quei casottini con le foto degli animali che si trovano in vari punti del pnalm); tutto il resto è un extra, ma una struttura per ripararsi dal vento e le possibili intemperie dovrebbe, se esiste, rimanere sempre aperta; se poi uno ci aggiunge altra roba e per paura che sia rubata lo chiude, fa un grosso sbaglio.

i rifugi che hanno due zone distinte, una adibita a bivacco invernale sempre aperto e l'altra chiusa a chiave o gestita, sono perfette perchè contemplano la possibilità che qualcuno possa aver bisogno anche solo di un ricovero;
 
Un rifugio dovrebbe essere (lo è ancora?), se proprio chiuso, come il Garibaldi di campo Pericoli, dove esiste un locale sempre aperto adiacente. Dove ho trovato candele e lampadina tascabile che son rimaste al loro posto.
Capisco il rammarico per chi si reca in un rifugio e lo trova sprangato ma la colpa è di qualche incivile dai comportamenti adeguati alla sua ....stronzaggine.
Scusate: ma quando ce vò, ce vò!
Sprangare è solo...legittima difesa e, avolte, non basta. :-x
In uno del Friuli dove c'era tanta roba come scatolame e pasta, non solo non ho usato (non ero in emergenza) ma ho sentito il dovere di lasciare qualcosa di mio come degli snake, fazzoletti, cerotti: 4 stupidaggini ma un comportamento da imitare.
 
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In uno del Friuli dove c'era tanta roba come scatolame e pasta, non solo non ho usato (non ero in emergenza) ma ho sentito il dovere di lasciare qualcosa di mio come degli snake, fazzoletti, cerotti: 4 stupidaggini ma un comportamento da imitare.

Generalizzo, quindi già perchè generalizzo, sbaglio... però c'è da dire che il Friuli è un'altra Italia rispetto alle zone in cui vado io di solito (Roma e monti adiacenti).

Dove sono andato io c'era un cartello: "qua c'è della legna, ma è da usare solo in caso di emergenza, se volete cuocere, andatevi a fare la legna da soli...". Evidentemente la gente viene lì e usa la legna di emergenza per farsi le salsicce con gli amici, dopo che è arrivato lì con la macchina.
 
Condivido. Purtroppo.
Specialmente in posti dove si arriva comodamente.
Dove c'è da camminare gli strxxxi spesso si fermano prima.
Spesso non sempre. Ri purtroppo.
 
Condivido che i rifugi stiano chiusi nei periodi invernali ma sempre, almeno quelli in zone dove un bivacco coperto può far la differenza e lontani da altre strutture, con un locale, bastan quattro pareti di latta e 5 coperte. I rifugi -numerosi- da cui son passato, tutti sull'arco Alpino, hanno questo bivacco annesso che può essere bello brutto sporco pulito con stufa o senza...ma sempre aperto con numerosissime coperte. E' un obbligo da statuto per quelli CAI con determinate caratteristiche.
 
Mi associo al coro di proteste per i rifugi chiusi.
Perfsonalmente ho pernottato diverse volte in rifugio/ricovero con i miei ragazzi ed è stato arduo riuscire a spiegare loro perche si presentavano sporchi, danneggiati e con le mura decorate con frasi indegne di un essere umano. In tali occasioni abbiamo pulito e ci siamo accomodati...lasciandolo poi un po meglio di come l'abbiamo trovato.
In ogni caso ricordo che la Legge non punisce chi agisce in stato di necessita, vedi il caso che in emergenza io sfondi la porta sprangata o la finestra chiusa di un rifugio per salvarmi la vita.
 
ma la legge o i regolamenti, cosa dicono a proposito dei rifugi?
qualcuno conosce qualche fonte di riferimento?:-=
 
allora.... parlo di rifugi CAI un gestore, con cui ho parlato essendo zio di una mia amica mi ha detto che:

- se nelle vicinanze non ci sono bivacchi
- se il rifugio è ad una quota importante o è lontano da centri abitati

c'è l'obbligo "morale" di lasciare un locale, chiamato appunto "locale invernale" con coperte, materassi e possibilmente un telefono che effettua solo chiamate di emergenza.

ovviamente questo locale è aperto "solo" quando il rifugio è chiuso, altrimenti paghi i tuoi 11 euro per dormire.

aggiungo, "morale" vuol dire che è oramai consuetudine ed inoltre credo che le sezioni del CAI spingano molto perchè ciò avvenga.

si potrebbe leggere il regolamento del cai per capire se è un reale obbligo o cosa... però non ho molta voglia :p
 
ah aggiungo una cosa, ho letto che molti si lamentano per i rifugi chiusi... però... chiamare prima? noi lo facciamo sempre e non abbiamo mai avuto problemi di un tetto sopra la testa :)
 
Mi rincresce, ma mi dissocio dal coro.
I rifugi, specialmente quelli del CAI, vengono gestiti da persone esterne, e non direttamente dal CAI stesso. E' un mestiere vero e prorio, con i suoi costi di gestione (a volte altissimi, specie dove tutto il materiale deve essere portato con l'elicottero, causa assenza di strade o mulattiere). Un mestiere che deve dare da vivere al gestore, che magari ci lavora solo 5 o 6 mesi l'anno, per poi chiudere nel periodo di eccessivo innevamento o di mancanza di escursionisti. Dove sarebbe il guadagno se ogni anno si dovesse rinnovare completamente il mobilio e il materiale, causa vandalismi?
Dai vostri topic, deduco che la maggior parte di voi non si muove da casa se non con l'ausilio del GPS. Ci si affida tanto alla tecnologia, e non si usa internet o il telefono per sapere se un rifugio è aperto in tale periodo, se apre nei fine settimana invernali, se ha il bivacco di emergenza e quante persone può accogliere?
Quando abbiamo fatto l'Alta Via delle Alpi Apuane, sapevamo di farla in un periodo di chiusura di molti rifugi. Per cui ho fatto un giro in internet e diverse telefonate. Dove il rifugio era aperto, abbiamo alloggiato usufruendo anche dei pasti. Dove era chiuso abbiamo usato il locale invernale, organizzandoci per essere autonomi nei pasti , così come nei bivacchi che abbiamo adoperato.
Avvisando preventivamente il rifugio Forte dei Marmi, dove siamo arrivati domenica pomeriggio, poco prima che chiudesse (apriva solo nei fine settimana), ci hanno messo a disposizione una depandance, che non aveva accesso alla parte con cucina e bar, una sorta di bivacco invernale di lusso, con camino e lavabo. Andando via abbiamo lasciato le chiavi in un posto concordato. Ci siamo mossi insomma con intelligenza, senza lasciare niente al caso.
Se poi, per qualcuno di voi, essere degli "avventurosi" significa muoversi all'avventura, con una buona dose di incoscenza e molta improvvisazione, sicuri che il rifugio tal dei tali, sia a sua disposizione, allora devo aver sbagliato forum.
 
S

sun75

Guest
Mi rincresce, ma mi dissocio dal coro.
I rifugi, specialmente quelli del CAI, vengono gestiti da persone esterne, e non direttamente dal CAI stesso. E' un mestiere vero e prorio, con i suoi costi di gestione (a volte altissimi, specie dove tutto il materiale deve essere portato con l'elicottero, causa assenza di strade o mulattiere). Un mestiere che deve dare da vivere al gestore, che magari ci lavora solo 5 o 6 mesi l'anno, per poi chiudere nel periodo di eccessivo innevamento o di mancanza di escursionisti. Dove sarebbe il guadagno se ogni anno si dovesse rinnovare completamente il mobilio e il materiale, causa vandalismi?
Dai vostri topic, deduco che la maggior parte di voi non si muove da casa se non con l'ausilio del GPS. Ci si affida tanto alla tecnologia, e non si usa internet o il telefono per sapere se un rifugio è aperto in tale periodo, se apre nei fine settimana invernali, se ha il bivacco di emergenza e quante persone può accogliere?
Quando abbiamo fatto l'Alta Via delle Alpi Apuane, sapevamo di farla in un periodo di chiusura di molti rifugi. Per cui ho fatto un giro in internet e diverse telefonate. Dove il rifugio era aperto, abbiamo alloggiato usufruendo anche dei pasti. Dove era chiuso abbiamo usato il locale invernale, organizzandoci per essere autonomi nei pasti , così come nei bivacchi che abbiamo adoperato.
Avvisando preventivamente il rifugio Forte dei Marmi, dove siamo arrivati domenica pomeriggio, poco prima che chiudesse (apriva solo nei fine settimana), ci hanno messo a disposizione una depandance, che non aveva accesso alla parte con cucina e bar, una sorta di bivacco invernale di lusso, con camino e lavabo. Andando via abbiamo lasciato le chiavi in un posto concordato. Ci siamo mossi insomma con intelligenza, senza lasciare niente al caso.
Se poi, per qualcuno di voi, essere degli "avventurosi" significa muoversi all'avventura, con una buona dose di incoscenza e molta improvvisazione, sicuri che il rifugio tal dei tali, sia a sua disposizione, allora devo aver sbagliato forum.

Quoto, ri-quoto e stra-quoto!

ciao!;)
 
Un rifugio dovrebbe essere (lo è ancora?), se proprio chiuso, come il Garibaldi di campo Pericoli, dove esiste un locale sempre aperto adiacente. Dove ho trovato candele e lampadina tascabile che son rimaste al loro posto.

Ieri col corso di escursionismo del Cai siamo passati proprio per questo rifugio, e devo dire che è esattamente così, c'è il minimo essenziale per aiutare a sopravvivere in caso di emergenza...oddio, mi aspettavo di vedere un po di legna, ma non c'era (mi pare)...forse perchè in una landa desolata come Campo Pericoli, dove la trovi? e come reintegri quella consumata?:roll:

Per quanto riguarda i rifugi gestiti dal cai (che sono molti, ma tanti sono anche gestiti da enti parco e comuni) ci hanno spiegato che è DOVERE di ogni sezione proprietaria del rifugio assicurare uno spazio di ricovero aperto a tutti,specie quando non vi è un gestore! Sulla porta del ricovero del Garibaldi, a monito di chi ne usufruisce è scritto: CHIAPRESERRI (tutto attaccato)! :p Che più in generale dovrebbe essere interpretato come "chi entra dentro, lo tratti bene"!

Il fatto che alcuni di voi abbiano trovato chiusi molti di questi locali "4mura e un tetto" di emergenza... nonostante lo spirito di solidarietà e sicurezza del Cai.. è veramente preoccupante...:eek:
 
M

millamilla

Guest
Infine resta il mistero, per me, di come in ogni caso un escursionista possa "dissacrare" un rifugio danneggiandolo in qualsiasi modo, a parte il reato in sè. Mi sembra davvero inconcepibile, ma tant'è.

Lasciando da parte il resto, io mi chiedo: come diavolo è possibile che un rifugio aperto che funge da riparo a moltissime persone possa essere "non rispettato" e quindi non rispettate le persone che lo mettono a disposizione? Ieri sono stata in un rifugio delizioso in Abruzzo, sono rimasta ammirata da ciò che era stato lasciato dentro dai proprietari per chiunque passasse di là: cose da mangiare, candele, legna, ogni e qualsiasi cosa potesse servire per passare la notte, per mangiare, per stare bene e viversi la montagna... Probabilmente però, se spesso i rifugi sono chiusi è perchè non tutti abbiamo lo stesso rispetto, nulla ci è dovuto, tantomeno in montagna... :eek:
 
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