Dati
Data: 9-10/08/2023
Regione e provincia: VCO - VS - TI
Località di partenza: Riale (Formazza
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 28h
Chilometri: 44,2
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: brevi tratti molto esposti con necessità di arrampicare (facile)
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: ben segnato su tutta la tratta
Dislivello in salita: 2601m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2698m
Accesso stradale: fino a Riale
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Giorno 1: Riale - Griess - Passo della Novena - Ticino [19,9km, 1070D+]
Lasciata l’auto al parcheggio di Riale (1750), si sale verso la diga di Morasco e si prende la strada bianca o il sentiero in direzione dell’Alpe Bettelmatt (2111) e del Passo del Griess (2458).
Durante la salita, iniziata con il sole e una leggera brezza, iniziano ad addensarsi nuvole nere dietro la Punta dei Camosci e a tirare vento contrario che arriverà ad essere molto forte al valico. Il sole resterà oscurato fino al tramonto, con poche occhiate tra gli strappi nelle nuvole regalando un’illuminazione molto particolare sulle verdeggianti colline del canton Vallese.
Superato il passo si arriva a vedere il Blinnenhorn, denominato “Corno Cieco” perché, pur facendo parte della Val Formazza, nonché sua cima più alta, non si vede se non da quote molto elevate e solo da particolari angolazioni. Congiungere la vista di questa montagna con quella della Punta d’Arbola (molto più iconica) è ancora più complicato, ma da qui è possibile.
Gli svizzeri hanno pensato bene di sfruttare la zona ventosa con un allestimento di 4 pale eoliche e, una volta circumnavigate e passati dalla diga, si può scendere fino alla strada che sale al Nufenenpass (per i vallesi) o Passo della Novena (per i ticinesi).
Il facile sentiero che risale al passo (2478) riporta all’asfalto e di qui a poco si arriva a un tornante dove si può abbandonare l’asfalto per risalire alla sorgente del fiume Ticino, dove ho pianificato di dormire.
Continuando a essere perseguitato dal vento che scende proprio dal Pizzo Gallina con raffiche a circa 70km/h (secondo Windy app) che mi sballottano sulla strada, decido di continuare a scendere verso il fondovalle e un luogo più riparato tra le anse del fiume (2040). La strada sembra non finire mai e arrivo a piantare la tenda che ormai iniziava a fare buio, verso le 21.00.
Cena a base di tortellini al prosciutto crudo (250g) in brodo di carne
Giorno 2: Ticino - Capanna Corno Griess - San Giacomo - Passo di Grandinagia - Lago di Cavagnöö - Cresta d'Arzo - Bocchetta di Val Maggia - Riale [24,3km, 1783D+]
La notte passa tranquilla, nonostante alla fine il vento mi abbia raggiunto. Il cielo si è ripulito e vedo finalmente un po' di stelle.
Verso le 8.00 inizio a levare il campo e riparto risalendo verso la Capanna Corno Griess (2336) e girando spedito verso Est e il Passo di San Giacomo (che mi riporterebbe verso la Formazza).
Il cielo è perfettamente sereno, ci sono 17° e il vento si è calmato. Procedo tranquillo seguendo, dall'Alpe San Giacomo (2219), i segni bianco-blu dell'Alta Via Idra nella faticosa salita verso il Passo di Grandinagia (2698) da cui rivedo il Passo della Novena e le anse del Ticino dove ho dormito, ormai lontanissimi.
Oltrepassato il valico, la discesa è altrettanto ripida, in un paesaggio arido e lunare per qualche chilometro fino a vedere il Lago dei Cavagnöö (o Cavagnoli secondo i cartelli). Qui (2500) il sentiero riprende a salire, si fa esposto e, per un breve tratto, sale quasi in verticale obbligando ad aiutarsi con le mani.
Nel giro di una mezz'ora si scollina (2600), ignoro il Bivio2600 dell'Alta Via Idra e inizio a ridiscendere verso la diga (2320) che ho poi attraversato verso la Cresta d'Arzo (2440) e poi giù di nuovo verso il Lago di Robiei fino a incrociare il sentiero (2150) che sale verso la Bocchetta di Val Maggia.
Raggiungo volentieri l'alpeggio di Arzo (2230) dove riesco finalmente a riempire la sacca dell'acqua alle 16.00 (nelle ultime 7h ho centellinato i 2L di acqua presi al Ticino e sono arrivato qui completamente a secco, senza aver trovato torrenti). Da qui si vede bene il versante orientale del Basodino con il rimasuglio del suo ghiacciaio.
Proseguo e salgo il sentiero su roccia compatta che mi pare infinito fino al Lago dei Matörgn (2450)
e, per un'altra ora abbondante, fino alla Bocchetta che mi riconduce finalmente in Italia (2635),
con un meraviglioso panorama di laghi (Toggia e Boden) nel sole ormai basso a Ovest e montagne ricoperte di prati verdi, dal gruppo di Valrossa alle, più lontane, montagne che attorniano la vallata di Riale.
Il sentiero per la discesa è un'orrenda pietraia franata fino ai laghi Boden, poi è tutta per pascoli, veloce e pulita.
Sceso alla piana di Riale, ormai distrutto, sono riuscito a strappare un passaggio che mi ha risparmiato gli ultimi 2km (non conteggiati nei 24,3 del giorno, né nei 44,2km totali)
Data: 9-10/08/2023
Regione e provincia: VCO - VS - TI
Località di partenza: Riale (Formazza
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 28h
Chilometri: 44,2
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: brevi tratti molto esposti con necessità di arrampicare (facile)
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: ben segnato su tutta la tratta
Dislivello in salita: 2601m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2698m
Accesso stradale: fino a Riale
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Giorno 1: Riale - Griess - Passo della Novena - Ticino [19,9km, 1070D+]
Lasciata l’auto al parcheggio di Riale (1750), si sale verso la diga di Morasco e si prende la strada bianca o il sentiero in direzione dell’Alpe Bettelmatt (2111) e del Passo del Griess (2458).
Durante la salita, iniziata con il sole e una leggera brezza, iniziano ad addensarsi nuvole nere dietro la Punta dei Camosci e a tirare vento contrario che arriverà ad essere molto forte al valico. Il sole resterà oscurato fino al tramonto, con poche occhiate tra gli strappi nelle nuvole regalando un’illuminazione molto particolare sulle verdeggianti colline del canton Vallese.
Superato il passo si arriva a vedere il Blinnenhorn, denominato “Corno Cieco” perché, pur facendo parte della Val Formazza, nonché sua cima più alta, non si vede se non da quote molto elevate e solo da particolari angolazioni. Congiungere la vista di questa montagna con quella della Punta d’Arbola (molto più iconica) è ancora più complicato, ma da qui è possibile.
Gli svizzeri hanno pensato bene di sfruttare la zona ventosa con un allestimento di 4 pale eoliche e, una volta circumnavigate e passati dalla diga, si può scendere fino alla strada che sale al Nufenenpass (per i vallesi) o Passo della Novena (per i ticinesi).
Il facile sentiero che risale al passo (2478) riporta all’asfalto e di qui a poco si arriva a un tornante dove si può abbandonare l’asfalto per risalire alla sorgente del fiume Ticino, dove ho pianificato di dormire.
Continuando a essere perseguitato dal vento che scende proprio dal Pizzo Gallina con raffiche a circa 70km/h (secondo Windy app) che mi sballottano sulla strada, decido di continuare a scendere verso il fondovalle e un luogo più riparato tra le anse del fiume (2040). La strada sembra non finire mai e arrivo a piantare la tenda che ormai iniziava a fare buio, verso le 21.00.
Cena a base di tortellini al prosciutto crudo (250g) in brodo di carne
Giorno 2: Ticino - Capanna Corno Griess - San Giacomo - Passo di Grandinagia - Lago di Cavagnöö - Cresta d'Arzo - Bocchetta di Val Maggia - Riale [24,3km, 1783D+]
La notte passa tranquilla, nonostante alla fine il vento mi abbia raggiunto. Il cielo si è ripulito e vedo finalmente un po' di stelle.
Verso le 8.00 inizio a levare il campo e riparto risalendo verso la Capanna Corno Griess (2336) e girando spedito verso Est e il Passo di San Giacomo (che mi riporterebbe verso la Formazza).
Il cielo è perfettamente sereno, ci sono 17° e il vento si è calmato. Procedo tranquillo seguendo, dall'Alpe San Giacomo (2219), i segni bianco-blu dell'Alta Via Idra nella faticosa salita verso il Passo di Grandinagia (2698) da cui rivedo il Passo della Novena e le anse del Ticino dove ho dormito, ormai lontanissimi.
Oltrepassato il valico, la discesa è altrettanto ripida, in un paesaggio arido e lunare per qualche chilometro fino a vedere il Lago dei Cavagnöö (o Cavagnoli secondo i cartelli). Qui (2500) il sentiero riprende a salire, si fa esposto e, per un breve tratto, sale quasi in verticale obbligando ad aiutarsi con le mani.
Nel giro di una mezz'ora si scollina (2600), ignoro il Bivio2600 dell'Alta Via Idra e inizio a ridiscendere verso la diga (2320) che ho poi attraversato verso la Cresta d'Arzo (2440) e poi giù di nuovo verso il Lago di Robiei fino a incrociare il sentiero (2150) che sale verso la Bocchetta di Val Maggia.
Raggiungo volentieri l'alpeggio di Arzo (2230) dove riesco finalmente a riempire la sacca dell'acqua alle 16.00 (nelle ultime 7h ho centellinato i 2L di acqua presi al Ticino e sono arrivato qui completamente a secco, senza aver trovato torrenti). Da qui si vede bene il versante orientale del Basodino con il rimasuglio del suo ghiacciaio.
Proseguo e salgo il sentiero su roccia compatta che mi pare infinito fino al Lago dei Matörgn (2450)
e, per un'altra ora abbondante, fino alla Bocchetta che mi riconduce finalmente in Italia (2635),
con un meraviglioso panorama di laghi (Toggia e Boden) nel sole ormai basso a Ovest e montagne ricoperte di prati verdi, dal gruppo di Valrossa alle, più lontane, montagne che attorniano la vallata di Riale.
Il sentiero per la discesa è un'orrenda pietraia franata fino ai laghi Boden, poi è tutta per pascoli, veloce e pulita.
Sceso alla piana di Riale, ormai distrutto, sono riuscito a strappare un passaggio che mi ha risparmiato gli ultimi 2km (non conteggiati nei 24,3 del giorno, né nei 44,2km totali)