Gli spunti proposti dall'articolo sono parecchi, anche se molti non nuovi.
I ragazzi che ravanano come bestie su una pietraia mentre Ardito passa sul comodo sentiero poco sopra e gli dicono "non è possibile, la traccia è qui!" (negando cioè l'evidenza), non è una semplice banale risposta, ma la trasposizione "escursionistica" della terribile deriva attuale, per cui la forma mentis di tanti è quella di sostituire e scambiare letteralmente la realtà virtuale con quella reale.
Mi soffermo poi su quell'accenno ad Alto Adige (dove mi trovo), o Svizzera, perché colpisce in pieno un aspetto che non ho mai compreso. In questo preciso istante sto scrivendo seduto su due gradini davanti alla diga e al lago di Neves, reduce da un lungo anello iniziato stamane e giunto quasi a conclusione.
Tutto su sentieri perfettamente numerati, segnalati e rappresentati su una cartina, senza bisogno di alcuna traccia, progettazione attraverso app o quant'altro. Possibilità di perdersi pari a zero.
E allora mi chiedo: il problema è solo la sentieristica, oppure ci mettono del loro anche i cultori del gps pretendendo di andare in giro fuori sentiero, letteralmente alla cieca, infilandosi in qualsiasi anfratto, burrone, e quant'altro il gps gli suggerisca di andare ? Che poi tra l'altro non ho mai capito anche l'andare "fuori sentiero" per un escursionista normale, magari con zaino pesante, che senso avrebbe : è forse piacevole ritrovarsi con la schiena carica in mezzo a rovi, savane, pendii scoscesissimi, scivolosi ed esposti, pietraie dove inciampare e fratturarsi è un attimo, e così via ?
Perché questo sembra : che il gps di per sé, per il solo fatto di orientare e offrire una traccia, renda padroni assoluti del territorio, anzi proprio del terreno, a prescindere da qualsiasi sua morfologia: manca solo di camminare sulle acque...perché la traccia passa di lì.
Chiudo allegando l'ultimo dei tre commenti a quel post, in cui mi ritrovo in pieno: ormai andare in natura sembra essersi ridotto tutto a un parossistico, tracciare, conservare, riprodurre, schematizzare, raccontare, dichiarare dati (distanze, pendenze, dislivelli), ecc. ecc.
Un effluvio di tecnologia che si presta a narcisistici esibizionismo o che, in certi casi, fa addirittura venire il sospetto che sia la natura ad essere utilizzata come divertente "test" per la tecnologia stessa, anziché essere cercata, assaporata e goduta in quanto tale.
Non mi sembra un gran progresso.