- Parchi del Trentino-Alto Adige
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- Parco Naturale Puez-Odle - Puez-Gaisler
Dati
Data: 22-25 Agosto 2012
Regione e provincia: Alto Adige
Località di partenza: Selva Gardena
Località di arrivo: S.Cristina Val Gardena
Tempo di percorrenza: 4 gg
Grado di difficoltà: E (con un tratto EE)
Descrizione delle difficoltà: Dalla Forcella della Piza scendendo verso il rif. Firenze, si richiede piede fermo e molta attenzione per affrontare 500 metri di dislivello su roccia
Segnaletica: CAI sempre presente
Dislivello in salita: circa 1400
Dislivello in discesa: circa 1500
Quota massima: 2500
Descrizione
Preparati gli zaini in fretta e furia per questa uscita improvvisata (per scappare dal caldo torrido), cominciamo quella che sarà la prima esperienza di Carmela, la mia dolce metà, senza prenotare alcunché.
Partiamo da Modena Mercoledì 22 con treno diretto alla stazione di Ponte Gardena, da li in bus (n° 350, biglietto acquistabile in vettura) fino a Selva.
Breve pit stop per rifornirci d'acqua e acquistare la protezione solare (protezione 50) e burro cacao protettivo. Ci accorgeremo presto che saranno indispensabili.
Dal centro del paese ci dirigiamo verso la frazione Daunei per prendere il sentiero n° 3 diretti al rif. Juac. (ci siamo accorti dopo che è possibile partire direttamente dal centro di Selva)
Rimaniamo subito affascinati dai luoghi, non sapendo che dopo miglioreranno ancora. Carmela, ovviamente, sembra una bambina alla festa del paese...le brillavano gli occhi!
La prima impressione è quella di trovarmi in un posto fin troppo curato. Erba rasata priva di qualsiasi ramoscello o pietruzza, mi ricordavano più un campo da golf che un sentiero escursionistico. Per fortuna mi ricrederò.
Alle 18:00, arrivati senza alcuna difficoltà al rifugio, ristrutturato da poco e molto moderno, la proprietaria ci guarda in cagnesco mentre mangia un panino. Ci accorgeremo presto che in realtà ha solo trascorso una giornata molto pesante. Ci racconta che i turisti non le hanno dato nemmeno il tempo di una pausa pranzo. Si rivela gentilissima e ci propone al posto della solita bevanda isotonica, un'ottimo energizzante naturale a base di menta (come disse col suo accento tedesco "Tutt voba natuvale!"
Usciamo dopo una mezz'ora e ci accorgiamo di una leggera pioggerellina, motivo per cui ci affrettiamo a cercare un buon posto per piazzare la tenda. Ci fermiamo al primo posto utile senza considerare troppo la furia degli elementi.
Infatti giusto il tempo di preparare un risottino e delle salsicce con formaggio fuso (usando il mio mitico fornello a benzina di cui un giorno vi farò una recensione), ci siamo dovuti rifugiare in tenda. La natura aveva scatenato contro di noi il peggior temporale possibile. Carmela credeva che una serie di paparazzi, appostati tra gli alberi, immortalassero con i loro ripetuti flash la sua prima uscita!
Tenendo presente il terreno morbidissimo che non dava grip ai picchetti, l'erba alta che teneva le falde alzate, l'assenza totale di pietre o rami da piazzare sulle stesse e il fatto di non aver usato nessun tirante aggiuntivo, devo dire che la Ferrino Blow Lite ha tenuto alla grande!
Trascorriamo la notte con un po di paura. I fulmini cadevano abbastanza vicino e ci sentivamo troppo esposti. Stranamente riesco comunque a dormire molto meglio che ai 38 gradi di Modena.
Ci svegliamo infreddoliti e ci accorgiamo che il sole tarderà ad arrivare quindi subito dopo un the al bergamotto riponiamo la tenda ancora bagnata e ripartiamo verso il rif. Stevia (2312 m.) seguendo il sentiero n°17.
Passo dopo passo Carmela comincia a rendersi conto di quali percorsi gradisce di più. A differenza mia che prediligo il bosco, lei è attratta dalla roccia classica delle quote sopra i 2000...
Saliamo circa a quota 2300 e arriviamo alla forcella Silvester Scharte dove uno splendido paesaggio ci si presenta davanti. Un ponte naturale al centro di quella che sembra una cartolina.
Molti escursionisti ci passano davanti. Noi trasportando tenda e affini risultiamo molto lenti e pesanti. Arriviamo però giusti per il pranzo al rifugio Stevia dove un gruppo di 40 tedeschi affamati aveva dato fondo alle riserve di patate al forno! Ci accontentiamo di una omelette e di uova e speck...senza patate.
Rimaniamo di stucco quando scopriamo che non fanno servizio pernottamento. Non volevamo di certo trascorrere un'altra notte d'inferno e avevamo decisamente bisogno di una doccia. Decidiamo quindi di proseguire verso il rifugio Firenze. Per fare questo dobbiamo ancora salire fino alla Forcella della Piza, a circa 2500 m. e poi riscendere su sentiero ripidissimo n°17b fino ai 2000 del Firenze.
Arriviamo al rifugio giusto in tempo per la cena dove gustiamo i canederli e una buonissima "birra e limonata"
Ormai troppo stanchi per qualsiasi altra cosa andiamo a letto e al mattino, dopo una ricca colazione ripartiamo zaino in spalla per una giornata...senza meta!
Seguiamo il sentiero n° 4 ma risulta più che altro una strada percorsa da famigliole con bambini e carrozzine. Decidiamo quindi di addentrarci in un posto tranquillo per provare l'idea della sega di cui parlavamo in un'altra discussione. Il risultato è stato buono, ma bisogna avere un'esigenza specifica per la quale valga la pena costruirla.
Nel pomeriggio ci fermiamo per una sosta e per rifornirci d'acqua al rifugio Fermeda e dopo averlo lasciato abbiamo cominciato a vagare per campi senza seguire alcun sentiero segnato.
Ci ritroviamo la sera a rimontare di nuovo la tenda nelle vicinanze del rifugio Sangon. Questa volta le condizioni climatiche sono state dalla nostra parte regalandoci un cielo stellato quasi imbarazzante e l' incontro con una famiglia di cervidi non meglio identificati.
La mattina seguente, gia col cuore pieno di nostalgia, prendiamo la strada per S. Cristina. A metà percorso ci fermiamo nell'ultimo rifugio per fare colazione e poi alla fermata del bus per il ritorno in stazione.
Data: 22-25 Agosto 2012
Regione e provincia: Alto Adige
Località di partenza: Selva Gardena
Località di arrivo: S.Cristina Val Gardena
Tempo di percorrenza: 4 gg
Grado di difficoltà: E (con un tratto EE)
Descrizione delle difficoltà: Dalla Forcella della Piza scendendo verso il rif. Firenze, si richiede piede fermo e molta attenzione per affrontare 500 metri di dislivello su roccia
Segnaletica: CAI sempre presente
Dislivello in salita: circa 1400
Dislivello in discesa: circa 1500
Quota massima: 2500
Descrizione
Preparati gli zaini in fretta e furia per questa uscita improvvisata (per scappare dal caldo torrido), cominciamo quella che sarà la prima esperienza di Carmela, la mia dolce metà, senza prenotare alcunché.
Partiamo da Modena Mercoledì 22 con treno diretto alla stazione di Ponte Gardena, da li in bus (n° 350, biglietto acquistabile in vettura) fino a Selva.
Breve pit stop per rifornirci d'acqua e acquistare la protezione solare (protezione 50) e burro cacao protettivo. Ci accorgeremo presto che saranno indispensabili.
Dal centro del paese ci dirigiamo verso la frazione Daunei per prendere il sentiero n° 3 diretti al rif. Juac. (ci siamo accorti dopo che è possibile partire direttamente dal centro di Selva)
Rimaniamo subito affascinati dai luoghi, non sapendo che dopo miglioreranno ancora. Carmela, ovviamente, sembra una bambina alla festa del paese...le brillavano gli occhi!
La prima impressione è quella di trovarmi in un posto fin troppo curato. Erba rasata priva di qualsiasi ramoscello o pietruzza, mi ricordavano più un campo da golf che un sentiero escursionistico. Per fortuna mi ricrederò.
Alle 18:00, arrivati senza alcuna difficoltà al rifugio, ristrutturato da poco e molto moderno, la proprietaria ci guarda in cagnesco mentre mangia un panino. Ci accorgeremo presto che in realtà ha solo trascorso una giornata molto pesante. Ci racconta che i turisti non le hanno dato nemmeno il tempo di una pausa pranzo. Si rivela gentilissima e ci propone al posto della solita bevanda isotonica, un'ottimo energizzante naturale a base di menta (come disse col suo accento tedesco "Tutt voba natuvale!"
Usciamo dopo una mezz'ora e ci accorgiamo di una leggera pioggerellina, motivo per cui ci affrettiamo a cercare un buon posto per piazzare la tenda. Ci fermiamo al primo posto utile senza considerare troppo la furia degli elementi.
Infatti giusto il tempo di preparare un risottino e delle salsicce con formaggio fuso (usando il mio mitico fornello a benzina di cui un giorno vi farò una recensione), ci siamo dovuti rifugiare in tenda. La natura aveva scatenato contro di noi il peggior temporale possibile. Carmela credeva che una serie di paparazzi, appostati tra gli alberi, immortalassero con i loro ripetuti flash la sua prima uscita!
Tenendo presente il terreno morbidissimo che non dava grip ai picchetti, l'erba alta che teneva le falde alzate, l'assenza totale di pietre o rami da piazzare sulle stesse e il fatto di non aver usato nessun tirante aggiuntivo, devo dire che la Ferrino Blow Lite ha tenuto alla grande!
Trascorriamo la notte con un po di paura. I fulmini cadevano abbastanza vicino e ci sentivamo troppo esposti. Stranamente riesco comunque a dormire molto meglio che ai 38 gradi di Modena.
Ci svegliamo infreddoliti e ci accorgiamo che il sole tarderà ad arrivare quindi subito dopo un the al bergamotto riponiamo la tenda ancora bagnata e ripartiamo verso il rif. Stevia (2312 m.) seguendo il sentiero n°17.
Passo dopo passo Carmela comincia a rendersi conto di quali percorsi gradisce di più. A differenza mia che prediligo il bosco, lei è attratta dalla roccia classica delle quote sopra i 2000...
Saliamo circa a quota 2300 e arriviamo alla forcella Silvester Scharte dove uno splendido paesaggio ci si presenta davanti. Un ponte naturale al centro di quella che sembra una cartolina.
Molti escursionisti ci passano davanti. Noi trasportando tenda e affini risultiamo molto lenti e pesanti. Arriviamo però giusti per il pranzo al rifugio Stevia dove un gruppo di 40 tedeschi affamati aveva dato fondo alle riserve di patate al forno! Ci accontentiamo di una omelette e di uova e speck...senza patate.
Rimaniamo di stucco quando scopriamo che non fanno servizio pernottamento. Non volevamo di certo trascorrere un'altra notte d'inferno e avevamo decisamente bisogno di una doccia. Decidiamo quindi di proseguire verso il rifugio Firenze. Per fare questo dobbiamo ancora salire fino alla Forcella della Piza, a circa 2500 m. e poi riscendere su sentiero ripidissimo n°17b fino ai 2000 del Firenze.
Arriviamo al rifugio giusto in tempo per la cena dove gustiamo i canederli e una buonissima "birra e limonata"
Ormai troppo stanchi per qualsiasi altra cosa andiamo a letto e al mattino, dopo una ricca colazione ripartiamo zaino in spalla per una giornata...senza meta!
Seguiamo il sentiero n° 4 ma risulta più che altro una strada percorsa da famigliole con bambini e carrozzine. Decidiamo quindi di addentrarci in un posto tranquillo per provare l'idea della sega di cui parlavamo in un'altra discussione. Il risultato è stato buono, ma bisogna avere un'esigenza specifica per la quale valga la pena costruirla.
Nel pomeriggio ci fermiamo per una sosta e per rifornirci d'acqua al rifugio Fermeda e dopo averlo lasciato abbiamo cominciato a vagare per campi senza seguire alcun sentiero segnato.
Ci ritroviamo la sera a rimontare di nuovo la tenda nelle vicinanze del rifugio Sangon. Questa volta le condizioni climatiche sono state dalla nostra parte regalandoci un cielo stellato quasi imbarazzante e l' incontro con una famiglia di cervidi non meglio identificati.
La mattina seguente, gia col cuore pieno di nostalgia, prendiamo la strada per S. Cristina. A metà percorso ci fermiamo nell'ultimo rifugio per fare colazione e poi alla fermata del bus per il ritorno in stazione.
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