- Parchi del Piemonte
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- Parco Nazionale della Val Grande
Dati
Data: 16 maggio 2017
Regione e provincia: Piemonte , Verbano-Cusio-Ossola
Località di partenza: Cicogna
Chilometri: solo per Cima Sasso a/r sono 11 circa. per l'anello circa 18
Grado di difficoltà: qualche tratto EE
Descrizione delle difficoltà: pietraie da risalire per la cima. in autunno il sentiero per Pogallo potrebbe essere ricoperto di foglie
Periodo consigliato: primavera e autunno
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: solo per la cima 1200 metri, per l'anello circa 1400
Quota massima: 1916m
Descrizione
bella uscita in Val Grande, la meta è la Cima Sasso, che trovandosi in mezzo al parco è un ottimo punto di osservazione.
non ci sono difficoltà particolari, il sentiero è ben segnato e la traccia sempre presente e marcata, difficile sbagliarsi.
eviterei di andarci in inverno, per la cima occorre compiere dei traversi che con la neve potrebbero essere pericolosi; eviterei anche di andarci in piena estate per evitare di squagliarsi dal caldo.
io ho deciso di compiere un anello per riuscire ad apprezzare al meglio una parte di questi territori: partendo da Cicogna sono salito per il sentiero normale all'Alpe Prà, da qui attraversando una bellissima faggeta sono salito sulla lunga dorsale che mi ha condotto in cima al Sasso. scendendo mi sono fermato all'incrocio dell'Alpe Leciuri e ho seguito la traccia per Pogallo, compiendo un lungo traverso nei boschi. da Pogallo sono quindi tornato a Cicogna.
la Val Grande è un territorio particolare, abitato e sfruttato moltissimo fino a una cinquantina di anni fa, per poi essere totalmente abbandonato; molte sono le tracce dei nostri antenati, baite, casupole, muretti, sentieri, la Val Grande è un labirinto puntellato di tutti questi reperti. la sua peculiarità non è quindi la classica conquista della vetta quanto invece la riscoperta avventurosa di tutte queste tracce del passato.
attività che potrebbe essere pericolosa, oramai molti sentieri sono stati ripresi in mano ai boschi, e in un territorio "feroce" come quello andare alla ricerca di un'antica alpe vuole dire rischiare di cacciarsi nei guai, non sono poche le persone che ci hanno lasciato le penne alla ricerca di un muretto, quindi attenzione, occorre seguire i sentieri ufficiali, le altre tracce che ogni tanto si intravedono potrebbero portare in zone un pò troppo impervie; eventualmente ci sono le guide, converrebbe andare con loro.
oppure andate a Cima Sasso
moltissimi camosci! il bello è che se ne stanno in panciolle nel bosco ad osservare l'ignaro escursionista e se visti continuano a stare in panciolle
come acqua si trova una fonte all'alpe Prà e una a Pogallo; esistono poi una moltitudine di torrentelli freschi
qualche spunto e suggerimenti per la Val Grande la si può trovare qui
www.in-valgrande.it
foto!
il giro ad anello che ho fatto, la gita si allunga di un bel pò ma lo consiglio
la mulattiera inizia nel bosco, prendendo quota il panorama si allarga. notevole il lavoro fatto per la costruzione, opere a mano di questo tipo oramai non si fanno più
l'Alpe Prà. da qualche parte dovrebbe esserci un masso con intagliate delle coppelle, ho girato un pò ma non l'ho trovato, vabbè, una scusa per tornarci
dall'alpe occorre attraversare una bella faggeta regno dei camosci
il sentiero attraversa una roccia lavorata a mano per far passare le bestie
si giunge al pianoro panoramico dell'alpe Leciuri, qui ci sarà a destra il sentiero per Pogallo. a sinistra invece la traccia che prosegue nella faggeta per la mia meta
si incomincia ad intravedere la dorsale da percorrere
luminosa e vivace, anche d'autunno credo sia bello passeggiare da queste parti
uscito dal bosco ecco sulla sinistra i corni di Nibbio
la dorsale
Cima Sasso che spunta laggiù in fondo, purtroppo anche i nuvoloni
bella lei, ma è ancora lunga
pendio finale, tutto ben tracciato
hip hip hurrà!
un famoso, ricco e bell'alpinista
la dorsale percorsa; in lontananza il Lago Maggiore
panorama sui corni e sulla seconda cima che avrei voluto salire ma della quale non sono riuscito a trovare il passaggio, la Cima Tuss
la Cima Sasso è grossa, l'ho girata in lungo e in largo
il simbolo della Val Grande, Cima Pedum, magari il prossimo anno..
grandi territori che una volta erano sfruttati e abitati, adesso regna il silenzio
bellissimi i Corni di Nibbio, peccato per i nuvoloni che mi hanno coperto il Monte Rosa
ritorno indietro, mi fermerò più volte ad ammirare ovunque, a fare questo giro ci ho messo un'eternità
uno sguardo indietro, l'ambiente asprigno caratterizza tutte le cime della vallata
la sotto da qualche parte c'è Pogallo
ritorno nella faggeta, ometti e segni sugli alberi fanno sempre andare sulla giusta rotta
giunto nuovamente all'alpe Leciuri scendo seguendo la traccia. qualche cartello illustrativo spiega curiosità inerenti l'ambiente
a piedi nudi
a quota 1200 giungo all'alpe del Braco, probabilmente una volta al posto degli alberi c'erano pascoli
i resti di una teleferica per la legna
in discesa nel bosco si incontra una graziosa cappella
dopo l'arsura della dorsale una passeggiata nel bosco fresco è un toccasana
mistero su come sia penetrato
dopo una passeggiata di 2 chilometri e mezzo nel bosco, dal fondo della vallata spunta Pogallo
un cartello illustra la storia di Pogallo e delle sue vallate
la sede della ditta oggi
mangio finalmente un boccone, non so manco che ore sono; poi nel pratone di Pogallo mi distendo e credo di essermi addormentato una mezz'ora, ho pure sognato ma non ricordo cosa
su pogallo incomincia a calare la luce, la cima Laurasca ne fa da contorno
incomincio a fare le valigie, comunque mi rimangono più di 5 chilometri per il ritorno
il sentiero del ritorno, pian piano si trasformerà in qualcosa di unico
qui la storia della strada
la Val Pogallo.
si cammina su un lungo balcone che costeggia a mezza costa tutta la gorgia; è una meraviglia! solo quel tratto di percorso vale la gita, ci sono scorci bellissimi sul torrente che col tempo ha scavato le rocce, tutto il sentiero è stato fatto a mano, scavato nella roccia e lastricato, ponti e ponticelli fan superare tratti con un salto mica male sul fiume impetuoso al di sotto, bellissimo!
rocce spaccate per creare il passaggio
rio Pogallo
è una zona ricchissima di acqua, ci sono cascate ad ogni angolo
piace anche ai camosci, qui in un incontro ravvicinato
pontili che assicurano i tratti più scabrosi o svalangati nel tempo
d'un tratto a sinistra si intravede un sentiero, se lo si prende si giunge su quel ponticello dirimpetto alla cascata
il sentiero sui cartelli indicativi dura un'ora e mezza, io ci ho messo un'ora in più, ero sempre fermo!
e poi girato l'angolo ecco incrociare la strada per Cicogna, due minuti di salita e sono nuovamente al punto di partenza
ciò che mi è rimasto da questa uscita è una profonda sensazione di tranquillità, la Val Grande mi ha regalato questo, camminate piano assaporando tutti i passi, ne vale la pena.
insomma, escursione che consiglio, a me è piaciuta parecchio, fatela nei giorni feriali che c'è meno gente in giro
alla prossima!
Data: 16 maggio 2017
Regione e provincia: Piemonte , Verbano-Cusio-Ossola
Località di partenza: Cicogna
Chilometri: solo per Cima Sasso a/r sono 11 circa. per l'anello circa 18
Grado di difficoltà: qualche tratto EE
Descrizione delle difficoltà: pietraie da risalire per la cima. in autunno il sentiero per Pogallo potrebbe essere ricoperto di foglie
Periodo consigliato: primavera e autunno
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: solo per la cima 1200 metri, per l'anello circa 1400
Quota massima: 1916m
Descrizione
bella uscita in Val Grande, la meta è la Cima Sasso, che trovandosi in mezzo al parco è un ottimo punto di osservazione.
non ci sono difficoltà particolari, il sentiero è ben segnato e la traccia sempre presente e marcata, difficile sbagliarsi.
eviterei di andarci in inverno, per la cima occorre compiere dei traversi che con la neve potrebbero essere pericolosi; eviterei anche di andarci in piena estate per evitare di squagliarsi dal caldo.
io ho deciso di compiere un anello per riuscire ad apprezzare al meglio una parte di questi territori: partendo da Cicogna sono salito per il sentiero normale all'Alpe Prà, da qui attraversando una bellissima faggeta sono salito sulla lunga dorsale che mi ha condotto in cima al Sasso. scendendo mi sono fermato all'incrocio dell'Alpe Leciuri e ho seguito la traccia per Pogallo, compiendo un lungo traverso nei boschi. da Pogallo sono quindi tornato a Cicogna.
la Val Grande è un territorio particolare, abitato e sfruttato moltissimo fino a una cinquantina di anni fa, per poi essere totalmente abbandonato; molte sono le tracce dei nostri antenati, baite, casupole, muretti, sentieri, la Val Grande è un labirinto puntellato di tutti questi reperti. la sua peculiarità non è quindi la classica conquista della vetta quanto invece la riscoperta avventurosa di tutte queste tracce del passato.
attività che potrebbe essere pericolosa, oramai molti sentieri sono stati ripresi in mano ai boschi, e in un territorio "feroce" come quello andare alla ricerca di un'antica alpe vuole dire rischiare di cacciarsi nei guai, non sono poche le persone che ci hanno lasciato le penne alla ricerca di un muretto, quindi attenzione, occorre seguire i sentieri ufficiali, le altre tracce che ogni tanto si intravedono potrebbero portare in zone un pò troppo impervie; eventualmente ci sono le guide, converrebbe andare con loro.
oppure andate a Cima Sasso
moltissimi camosci! il bello è che se ne stanno in panciolle nel bosco ad osservare l'ignaro escursionista e se visti continuano a stare in panciolle
come acqua si trova una fonte all'alpe Prà e una a Pogallo; esistono poi una moltitudine di torrentelli freschi
qualche spunto e suggerimenti per la Val Grande la si può trovare qui
www.in-valgrande.it
foto!
il giro ad anello che ho fatto, la gita si allunga di un bel pò ma lo consiglio
la mulattiera inizia nel bosco, prendendo quota il panorama si allarga. notevole il lavoro fatto per la costruzione, opere a mano di questo tipo oramai non si fanno più
l'Alpe Prà. da qualche parte dovrebbe esserci un masso con intagliate delle coppelle, ho girato un pò ma non l'ho trovato, vabbè, una scusa per tornarci
dall'alpe occorre attraversare una bella faggeta regno dei camosci
il sentiero attraversa una roccia lavorata a mano per far passare le bestie
si giunge al pianoro panoramico dell'alpe Leciuri, qui ci sarà a destra il sentiero per Pogallo. a sinistra invece la traccia che prosegue nella faggeta per la mia meta
si incomincia ad intravedere la dorsale da percorrere
luminosa e vivace, anche d'autunno credo sia bello passeggiare da queste parti
uscito dal bosco ecco sulla sinistra i corni di Nibbio
la dorsale
Cima Sasso che spunta laggiù in fondo, purtroppo anche i nuvoloni
bella lei, ma è ancora lunga
pendio finale, tutto ben tracciato
hip hip hurrà!
un famoso, ricco e bell'alpinista
la dorsale percorsa; in lontananza il Lago Maggiore
panorama sui corni e sulla seconda cima che avrei voluto salire ma della quale non sono riuscito a trovare il passaggio, la Cima Tuss
la Cima Sasso è grossa, l'ho girata in lungo e in largo
il simbolo della Val Grande, Cima Pedum, magari il prossimo anno..
grandi territori che una volta erano sfruttati e abitati, adesso regna il silenzio
bellissimi i Corni di Nibbio, peccato per i nuvoloni che mi hanno coperto il Monte Rosa
ritorno indietro, mi fermerò più volte ad ammirare ovunque, a fare questo giro ci ho messo un'eternità
uno sguardo indietro, l'ambiente asprigno caratterizza tutte le cime della vallata
la sotto da qualche parte c'è Pogallo
ritorno nella faggeta, ometti e segni sugli alberi fanno sempre andare sulla giusta rotta
giunto nuovamente all'alpe Leciuri scendo seguendo la traccia. qualche cartello illustrativo spiega curiosità inerenti l'ambiente
a piedi nudi
a quota 1200 giungo all'alpe del Braco, probabilmente una volta al posto degli alberi c'erano pascoli
i resti di una teleferica per la legna
in discesa nel bosco si incontra una graziosa cappella
dopo l'arsura della dorsale una passeggiata nel bosco fresco è un toccasana
mistero su come sia penetrato
dopo una passeggiata di 2 chilometri e mezzo nel bosco, dal fondo della vallata spunta Pogallo
un cartello illustra la storia di Pogallo e delle sue vallate
la sede della ditta oggi
mangio finalmente un boccone, non so manco che ore sono; poi nel pratone di Pogallo mi distendo e credo di essermi addormentato una mezz'ora, ho pure sognato ma non ricordo cosa
su pogallo incomincia a calare la luce, la cima Laurasca ne fa da contorno
incomincio a fare le valigie, comunque mi rimangono più di 5 chilometri per il ritorno
il sentiero del ritorno, pian piano si trasformerà in qualcosa di unico
qui la storia della strada
la Val Pogallo.
si cammina su un lungo balcone che costeggia a mezza costa tutta la gorgia; è una meraviglia! solo quel tratto di percorso vale la gita, ci sono scorci bellissimi sul torrente che col tempo ha scavato le rocce, tutto il sentiero è stato fatto a mano, scavato nella roccia e lastricato, ponti e ponticelli fan superare tratti con un salto mica male sul fiume impetuoso al di sotto, bellissimo!
rocce spaccate per creare il passaggio
rio Pogallo
è una zona ricchissima di acqua, ci sono cascate ad ogni angolo
piace anche ai camosci, qui in un incontro ravvicinato
pontili che assicurano i tratti più scabrosi o svalangati nel tempo
d'un tratto a sinistra si intravede un sentiero, se lo si prende si giunge su quel ponticello dirimpetto alla cascata
il sentiero sui cartelli indicativi dura un'ora e mezza, io ci ho messo un'ora in più, ero sempre fermo!
e poi girato l'angolo ecco incrociare la strada per Cicogna, due minuti di salita e sono nuovamente al punto di partenza
ciò che mi è rimasto da questa uscita è una profonda sensazione di tranquillità, la Val Grande mi ha regalato questo, camminate piano assaporando tutti i passi, ne vale la pena.
insomma, escursione che consiglio, a me è piaciuta parecchio, fatela nei giorni feriali che c'è meno gente in giro
alla prossima!