Escursione Val Senales: Rifugio Similaun e Giogo di Tisa

Val Senales: Rifugio Similaun e Giogo di Tisa


Racconto: Vernago - Maso Tisa - Valle di Tisa - Rifugio Similaun - Giogo di Tisa . 


Ciao



Ritorno a presentare in forma di racconto un' altra escursione fatta sempre nel luglio 2010: la salita al Rifugio Similaun e anche a decifrare tutti quei sentimenti che si sono susseguiti mentre passo, passo siamo saliti nella Val di Tisa, sacra ai valligiani , fino ad arrivare ai ghiacciai del Similaun, la montagna sacra per eccellenza , come tutte le montagne a forma piramidale o conica ( l' esempio classico resta sempre e comunque il Cervino ). 


E' un ricordo che rimarrà impresso profondamente e interiormente per tutti quelli che affrontano questa montagna e questa valle.


E' la zona della Val Senales che parte dal lago di Vernago e sale fino alle cime del Gruppo Similaun a destra e a sinistra viene chiusa dal Gruppo Finail con la conca o Giogo di Tisa.

Dopo il Gruppo Palla Bianca sono le cime più alte della Val Senales. 


Dislivello : posteggio lago di Vernago vicino alla diga ( metri 1680 ) - Rifugio Similaun ( metri 3019 ) poi Matteo ( e questo mi è stato detto da lui dopo il ritorno al rifugio Similaun ma il sottoscritto aveva intuito tutto) al Giogo di Tisa ( metri 3208 ).


Unico segnavia andata e ritorno : 2 


Escursione di una giornata fatta con molta tranquillità, adattabile a ottimi camminatori, più impegnativa nella parte centrale e parte finale che porta al rifugio.... poi tutta la parte per il Giogo di Tisa molto più impegnativa, essendo tutto il percorso su sfasciume, rocce terminali , ma ben assicurato da corde di appoggio o corrimani in punti esposti...nulla di preoccupante....


Basta essere ottimi camminatori, buon passo e nessun problema di quota o vertigini..inoltre massima calma...soste e molti liquidi assorbiti se il periodo è caldo.



Tempo di percorrenza.


Con cadenza tranquilla e brevi soste di riposo si arriva senza patemi al Rifugio in ore 3. 00 massimo 3 ore e 30 minuti poi a Giogo di Tisa massimo un ora. La discesa nel totale di tutto il percorso da Giogo di Tisa con soste per ammirare i panorami tempo massimo : ore 3 e 30 minuti.

Km. totali andata e ritorno : da Vernago al Rifugio Similaun e ritorno - 14.00 Km. circa.

Dal rifugio Similaun a Giogo di Tisa e ritorno al rifugio: meno di km. 4,00. 


Per noi, come sempre, Il tempo tra il salire e lo scendere non è importante. Come ripeto nelle nostre camminate si sa solo che alle 19,00 si cena presso la magnifica pensione Oberraindhof.
Il resto lo decidiamo noi,come fanno anche escursionisti, giovani e vecchi che incontriamo e sono numerosi.



Dopo la solita abbondante colazione preparata nella nostra pensione Oberraindhof e un saluto a tutti gli ospiti..partiamo con la macchina al posteggio vicinissimo alla diga e alla chiesa di Vernago.

Si sale spediti il primo pezzo su strada asfaltata che porta al Maso di Tisa ( metri 1814 ) , molto ma molto bello nella sua caratteristica di casolare di montagna e per le notevole dimensione.



Vedi l'allegato 47739



Vedi l'allegato 47740




Si entra nella loro proprietà per un lungo tratto fino a metri 2200 e la salita è leggermente impegnativa.
Sia nella salita , sia nella discesa si incontrano numerose mucche al pascolo di proprietà del maso...molto ma molto curiose tanto da mettere il muso nello zaino di Matteo, lasciato a terra momentaneamante mentre stava scattando alcune fotografie. Troppo simpatiche e anche dispettose nel mettersi in mezzo al percorso come a dire adesso voglio vedere se hai il coraggio di passare.
E' stata esilarante la situazione di una coppia anziana tedesca imbarazzata di fronte a tanta mole che non voleva assolutamente spostarsi dal sentiero,nonostante il pungolo con i bastoncini...hanno chiesto aiuto a Matteo che benevolmente ha accarezzato il groppone e il muso di quello stupendo animale , accompagnandolo poi a lato del sentiero. 


Incontriamo un masso erratico particolare ..dico particolare per le tradizioni orali che risalgono a centinaia di anni addietro e rimane quale testimone e documento storico importantissimo nella memoria dei valligiani anziani. 



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Questo masso viene cosiderato sacro, come tutta valle, perchè era ritenuto la bussola o meglio il punto di riferimento e orientamente durante le transumanze , che sono antichissime, quando i valligiani salivano a giugno al passo Giogo di Tisa e scendevano in Val di Vent per poi ritornare a settembre e questo fino al 600 ( Secolo XVII ) in quanto poi la piccola glaciazione ha bloccato il passaggio sul giogo di Tisa.

Hanno poi ripreso dal XVIII secolo e successivamente dal 1800 in poi ( Secolo XIX ) con l'abbassamento del ghiacciaio di Giogo di Tisa .

Per questo motivo e per l'aiuto che dava, questo masso era anche onorato con feste decisamente pagane,tanto è vero , come sempre succede, che la Chiesa Cattolica ha poi imposto la sua metodologia, sacralizzando alla sua maniera il luogo, mettendo vicinissimo una stele o tabernacolo votivo, per capovolgere totalmente il concetto di questi atti propiziatori paganeggianti.
 
Vicino a questo masso erratico si trova anche un altro documento storico importante che andrò a spiegare nel ritorno della escursione.


Si sale con pendenza meno impegnativa fino ai metri 2500 circa tra detriti e sassi residui di antichi ghiacciai che si sono sciolti anticamente. 



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Arriva la parte più impegnativa ( sentiero a zig – zag per creare meno fatica nella salita) che noi abbiamo già superato e ci porta a quota metri oltre 2700.


Incontriamo un gruppo di tedeschi con guida che scendono con passo deciso.. ..sicuramente hanno pernottato al Rifugio Similaun dopo una scalata nella giornata precedente a Cima Similaun.
Infatti al ritorno li ritroviamo a riposare e ospiti al maso di Tisa.



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Nota importante. 
Nel ritorno, proprio su questo tratto a zig-zag, incontreremo tre coppie di tedeschi giovani con le bici (raffinate e perfette mountain byke adatte a questi percorsi ) sulle spalle che stanno salendo fino al Rifugio per poi ridiscendere da veri equilibristi fino a Vernago.


Si vede molto bene a sinistra e vicinissimo il Giogo di Tisa, pieno di neve e con la parte terminale del piccolo ghiacciaio, che scende in val di Vent. Il giogo è percorribile per poter poi affrontare immediatamente la Cima Finail.
 
Da sempre proprio dal Giogo di Tisa ( metri 3208 )passavano le transumanze. Ora fanno un percorso meno complicato e seguono completamente segnavia 2 passando a Giogo Basso e davanti al rifugio Similaun ( metri 3019 ) per poi scendere in Austria.



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Si prosegue e si arriva al rifugio.



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Matteo sparisce dicendomi ”riposati, prendi al rifugio qualche cosa da bere... ti lascio il mio materiale ingombrante ..ci si vede tra un ora e 30 minuti”.

Al sottoscritto va benissimo. Ha anche capito la sua meta.
Ne sono felicissimo.

Il rifugio Similaun è molto accogliente e disposto in modo intelligente per dare tutti i migliori servizi sia ai normali escursionisti ma in particolare a chi affronta le cime e i ghiacciai. Infatti si entra in un enorme salone con tantissime panche e sostegni.
L' ambiente è molto nebbioso e caldo in quanto ci sono bagni, le docce e tutto cio che serve per rilasarsi, cambiarsi, lavarsi ecc....ottimi sono anche gli ambienti di riposo cuccette e le sale da ristoro. La proprietà è della valle di Senales , molto esperta e competente nella gestione in quanto anche proprietaria di un albergo lussuoso a Vernago.


Nel tempo che aspetto Matteo anche il sottoscritto fa la sua parte e si porta con il sentierino che vedrete poi dalle foto sul bordo del ghiacciaio Similian dove partono le cordate per la cima del monte sacro .
Mi siedo, come un tibetano a bordo del ghiacciaio e metto i piedi in quel meraviglioso manto bianco freddissimo,lasciando libero sfogo ai sentimenti. 

Prima di tutto, a fiotti, arrivano antichi ricordi su quella cima e il suo dirimpettaio Cima Finail, percorsi nei nostri momenti di irresponsabili e un poco pazzoidi anni 70.....poi , ma è proprio il Similaun con la sua forma, bellezza e tranquillità che ispira certi pensieri.
Arriva un vorticoso insieme di sentimenti , riflessioni , che nascono dal cervello, dal cuore e si tuffano in quel manto bianco e perenne....mi sembra di quasi toccare il paradiso terrestre....

Siamo nel paradiso terrestre.

Il Similaun è una montagna sacra da sempre per tanti motivi il primo e più emblematitico che risale ai vecchi tempi nelle tradizioni popolari e riguarda proprio la sua forma , come ho già anticipato, di una piramide...e lì
la mente e il cuore vanno subito e con velocità supersonica al Purgatorio di Dante Alighieri.

Dante Alighieri vive la sua esperienza nel Purgatorio come il cammino faticoso su una una montagna conica o piramidale ( il concetto non cambia ) e per salire è necessario utilizzate tante cenge che circondano la montagna.


Già dal Canto III, 46 - 48 si legge:

“Noi divenimmo intanto ai piè del monte;
quindi trovammo la roccia si erta,
che 'ndarno vi sarien le gambe pronte...”

poi il Canto IV e successivi.

Il Purgatorio è visto così come una montagna, il luogo più vicino dell'esperienza umana e diretta dell' uomo comune a differenza dell' Inferno dove Dante rende impersonale l'uomo rispetto alle atroci sofferenze che vengono descritte e inflitte o alla elevazione sacrale delle figure del Paradiso. Il Purgatorio è il mondo in cui il sommo poeta anche lui pellegrino, diseredato e disperato è in cerca della purificazione per sentirsi più vicino a coloro che incontra e giungere assieme alla vetta della montagna... il paradiso terrestre , chè è la vetta.(.. .pensate al concetto espresso da Dante: la vetta è il paradiso terrestre... è il massimo del sublime e della perfezione interiore ) , ma attenzione poi dice che la vetta è l'apertura e la porta verso la visione del bene assoluto ( il Paradiso ). 


Canto XXXIII ,142 – 145


“Io ritornai da la santissima onda
rifatto sì come piante novelle
rinovellare di novella fronda,
puro e disposto a salire a le stelle.” 


Non avevo più parole....dico la verità...in quel momento il sottoscritto ha pianto.



Non mi accorgo che il tempo era passato e dietro di me vedo arrivare Matteo con il volto felicissimo e soddisfatto per aver raggiunto il suo scopo che poi mi spiega.



L'obiettivo di Matteo , non era per nulla il monumento a ricordo del ritrovamento di Otzi..(so che non ama molto queste forme retoriche) ma era interessato a capire e voleva assolutamente camminare sul piccolo pianoro ghiacciato del Giogo di Tisa che porta a Cima Finail per valutare come era stato possibile per centinaia di anni far passare da quel punto i greggi con la presenza di un ghiacciaio e la Cima Finail, come un gigante imprevedibile e incombente che sovrasta proprio sopra anzi va quasi addosso al Giogo di Tisa. E' rimasto letteralmente sbalordito nel verificare l'abilità, l'intelligenza, la forza, la pazienza di quegli uomini per lo più sconosciuti,tra cui va annoverato anche Otzi, il più famoso.



A questo punto non sto a spiegare la storia del ritrovamento e le varie polemiche . I documenti sono tantissimi.


Preferisco ritornare al periodo del Seicento – la piccola glaciazione - importantissima per i valligiani, in quanto è stata completamente sconvolta la loro vita e le abitudini...e da lì poi sono sorte tantissime leggende.
Questo vale anche per tutto l'arco delle Alpi.


I valligiani del Seicento vissero l’avanzata dei ghiacciai alpini come una maledizione e un terribile dramma. Li vedevano scendere senza posa verso valle, distruggendo nel lento ma inarrestabile avanzare i pascoli e le foreste che li circondavano.. I ghiacciai avanzavano sempre, trascinando con sé dalle regioni superiori tutte le macerie delle montagne e massi immensi e gigantesche quantità di sabbia e sassi. Il ghiacciaio diventa così un drago primordiale mandato dalla divinità che dalle montagne scende verso il fondovalle a distruggere e seppellire tutto i e tutti , a castigare la cattiveria ed egoismi degli uomini.



Al riguardo Vi invito a leggere il libro di Enrico Camanni dal titolo:
Ghiaccio vivo - Storia e antropologia dei ghiacciai alpini. 


Mi auguro di non avevi tediato.


Matteo scatta numerose foto del Similaun e del suo ghiacciaio.



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Ritorniamo al rifugio affamati e un poco frastornati .


Decidiamo per un ottimo piatto di minestrone e verdura fresca e una bella birra Forst.



Rimaniamo poi seduti su una panca all'esterno ..a scaldarci al sole molto intenso e guardare ancora il ghiacciaio del Similaun.


Si scende sempre con lo stesso sentiero.



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Arriviamo al famoso “ labirinto”.



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E ' obbligo dare alcune informazioni su questa struttura.

Sono resti ristrutturati di una costruzione arcaica a forma proprio di un labirinto , utilizzando sassi tagliati e sovrapposti uno sull'altro in modo da fare un rifugio con all'interno un lungo corridoio a chiocciola che porta alla stanza interna dotata di una nicchia.

Le dimensioni di tutta l'opera ha un diametro superiore a metri 4.


L'utilizzo:
luogo per mettere i greggi a protezione di bestie feroci, sconvolgimenti metero ecc.,conta dei greggi dal momento che poi venivano costretti a uscire uno alla volta.
Luogo sacro da venerare e rispettare.

Vicino nella conca adiacente si trovano anche i ruderi di un a costruzione molto ampia circolare sempre in pietre dove sono state trovate delle selci per l'accensione del fuoco e altri utensili.
Di sicuro era la dimora dei pastori.


Visitiamo la struttura e poi riprendiamo la discesa. Come succede spesso incontriamo una mucca dispettosa....ci fa comodo per fare tante carezze al musone di questo magnifico animale con la massima attenzione a non trovarci il nostro muso lavato inesorabilmente dalla sua lingua.


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Si ritorna alla pensione per un ottima cena e a raccontare tra noi le impressioni di questa escursione.

Buona serata.

Arrivederci alla prossima.

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Nota.

Nel 2011 a fine luglio ho voluto portare anche Marta al Rifugio Similaun.

Allego due fotografie che ritraggono il ghiacciaio del Similaun.



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Vi invito a fare i dovuti confronti con l'anno precedente.

Cosa veramente pietosa.

Vogliamo una buona volta riflettere seriamente e smetterla definitivamente di rovinare tutto quello che ci circonda.

Una vera catastrofe.
 
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