Escursione Valle Aurina : Casere - Valle Rossa - Rif. Giogo Lungo - Valle del Vento

Parchi del Trentino-Alto Adige
  1. Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina
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Dati


Data: 07 /07 /2016
Regione e provincia: Trentino Alto Adige, prov. Bolzano
Località di partenza: Casere (1582 m.)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza:
Chilometri:
Grado di difficoltà:
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita: ca. 1000 m.
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2603 m. (Rif. Giogo Lungo)
Accesso stradale: Casere

Descrizione

La Valle Aurina, ed in particolare la sua parte più settentrionale (quella corrispondente al comune di Predoi), ha tra le varie caratteristiche quella di aver rappresentato una delle zone più importanti di estrazione del rame. L'attività mineraria si svolse per oltre quattro secoli da inizio '400 fino al crepuscolo dell'800, costituendo a lungo l'innervatura economica di questo angolo di territorio.

Lo sfruttamento, come in tutti i giacimenti, cominciò intaccando le vene più superficiali - quindi più in quota, oltre i 2000m - attraverso semplici pozzi, il cui progressivo esaurimento comportò di passare al rame più profondo (ed anche qualitativamente peggiore). Pertanto vennero scavati tunnel verticali e, periodicamente, le relative gallerie d'ingresso orizzontali, via via più lunghe scendendo dall'alto in basso (trattandosi delle penetrazioni di un cono rovesciato sotterraneo); tali gallerie erano necessarie anche all'espulsione esterna dell'acqua derivante dalle falde idriche progressivamente incontrate.
Le prime gallerie (quelle più elevate) furono realizzate a mano, ossia con scalpello e piccone ; ma già nella prima metà del '600 venne utilizzata per la prima volta la polvere da sparo, che nel '700 costituiva già una tecnica così collaudata da essere normalmente adottata.
Col trascorrere del tempo si confrontavano due tendenze opposte : da un lato il progresso tecnologico negli scavi, che li rendeva più veloci e meno bisognosi di manodopera ; ma all'opposto anche la loro necessaria profondità e lunghezza, sempre maggiori, che li rendeva via via meno proficui. L'effetto netto delle due tendenze contrapposte si mantenne positivo fino a inizio '700, quando fu infatti raggiunto il picco di produzione, per poi irreversibilmente declinare.
L'attività mineraria venne sospesa a fine '800 per poi riprendere in una brevissima parentesi nel dopoguerra, tra il 1957 ed il 1971, prima della definitiva chiusura.
Nel 1996 le miniere furono dapprima trasformate in un 'attrazione turistica (con il caratteristico trenino sotterraneo che corre per un km., il museo, ecc.) e poi sfruttate anche per le cure asmatiche.

Le vestigia (chiamiamole così) di quella lunga epoca si ritrovano disseminate in una serie di elementi.
Gli ingressi delle gallerie sono tuttora ben visibili lungo tutta la parte iniziale del sentiero he si inerpica in quota a partire dal fondovalle.
Ma soprattutto il segno più tangibile e affascinante del rame è nel trasudamento del suo color rosso. Non per nulla la valle si chiama appunto Valle Rossa (Rot-tal): buona parte dei gradoni attraverso i quali la si sale nella parte iniziale hanno questa velatura cromatica e più in quota, come si vede nella foto di copertina, si possono addirittura incontrare rocce ricoperte di muschi "intrisi" del colore del minerale, dalle tonalità inconfondibili e decisamente suggestive.

L'anello con partenza ed arrivo a Casere rappresenta un vero e proprio classico escursionistico della zona, e si può compiere in senso orario o antiorario.
Si sale in quota fino a dove la Valle Rossa si schiude in un grande anfiteatro al cui ingresso si trova una caratteristica malga che, manco a dirlo, si chiama Malga Rossa (Rot-Alm) ; successivamente, percorsa la spianata, ci si comincia ad inerpicare una seconda volta piegando decisamente verso sinistra ed infilandosi in un ampio canalone ascendente, mantenendosi a mezzacosta sulla sinistra e fronteggiando le pareti destre costituite dalla catena che culmina nel Pizzo Rosso (3495 m.).
Quest'ultimo, con il suo ghiacciaio incombe direttamente e frontalmente sul rifugio che si trova all'estremo superiore del canalone, il Giogo Lungo: un rifugio dove l'eccezionalità del panorama non consiste nello spazio, bensì proprio nel trovarsi così ravvicinato a una meraviglia naturale.

Il Rifugio Giogo Lungo (2603 m.) costituisce il punto più alto dell'itinerario escursionistico, che in quel punto viene bipartito esattamente a metà in due ideali semicerchi.
Da lì ha inizio la deviazione verso il percorso propriamente alpinistico, che conduce appunto verso il Pizzo Rosso e sarebbe stato nelle mie originarie intenzioni che per problemi fisici ho dovuto abbandonare già all'inizio della vacanza. L'itinerario escursionistico prosegue invece nel successivo semicerchio, ossia nella discesa verso Casere attraverso l'adiacente Valle del Vento.


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Tutte le strade portano a Roma, tutti i sentieri partono da...Casere.
Col senno di poi, avrei tenuto in grande considerazione le ultime due frecce, tra l'altro anche in risalto per quanto belle lucide....:cry::D Foto con evidente sovraesposizione, il dito era ancora "freddo" o forse la testa per aria...:ka:


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Un po' la metafora della vita : per emergere in un fotogramma colorato e luminoso, deve scorrere in basso, all'ombra.

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Il cartello, diciamo così, commemorativo. Memoria storica.

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Il fresco delle conifere di primo mattino, il suono e l'aerosol delle acque che arriva a metri di distanza sono la più piacevole delle sberle per svegliarsi e cancellare ogni traccia di sonno anche al mattino presto (sono circa le 6,30).

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Il panorama alle spalle è praticamente antitetico a quello frontale: spazio, luce, profondità.
La perfezione estetica che caratterizza la Valle Aurina nella nitidezza e linearità delle componenti paesaggistiche e delle loro proporzioni.

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La prima parte del sentiero equivale in pratica a una grande, sia pur irregolare, scalinata ricavata nella roccia.

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L'ingresso ad una delle principali gallerie di collegamento al tunnel minerario.

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Il cartello con gli istogrammi che illustrano l'andamento storico della produzione di rame della zona.

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La giornata si preannuncia magnifica. Sarà la migliore (e la più calda) dell'intera settimana.

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Vedi l'allegato 126981

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Un cartello "a tavolozza" che riassume tutta la topografia e la toponomastica del panorama di fronte.

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Il ripido tratto si è concluso e questo passaggio semicircolare con corrimano fa da prologo...

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...al dischiudersi del grandioso anfiteatro della Valle Rossa inondata dal sole,

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per la quale la vecchia malga Rot-Alm funge idealmente da ingresso.

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Di seguito, l'andamento pianeggiante m' invoglierà a sbizzarrirmi in fotografie in lungo e in largo. Qui la parte frontale. Meraviglioso "deserto verde" contrappuntato dal grigio della roccia, dal bianco e dall'azzurro...

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...e di seguito in retrospettiva. Nonostante sia uno degli itinerari più noti e frequentati, non ho incontrato finora anima viva, e così sarà fino al Rifugio. La consueta esclamazione interiore "Una valle tutta per me !" di cui non si è mai abbastanza sazi :).

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Le rovine di un antico alpeggio.

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Il grande pianoro è terminato e la valle ricomincia a elevarsi, incuneandosi a breve, in modo deciso, verso sinistra.

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Già più in alto di alcune decine di metri mi concedo un paio di autoscatti per immortalarmi col suo sfondo subito prima che, procedendo, scompaia definitivamente alla vista.

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Il sentiero piega e riprende a salire mantenendosi a mezzacosta : di lato, sull'altro versante, la cresta culminante nel Pizzo Rosso (3495 m.), che rimarrà costantemente visibile allo sguardo insieme al suo ghiacciaio fino all'arrivo al Rifugio.

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Il quale Rifugio, con occhio aguzzo, è visibile già da qui : quel piccolo "foruncolo" nella selletta che si intravede sulla sinistra, lungo l'ideale direttrice del sentiero in primo piano.

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Ma con lo zoom è possibile "anticiparne" i dettagli.

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Un magnifico specchio d'acqua "a sorpresa" : così incassato da risultare visibile, all'improvviso, per appena pochi minuti e poche decine di metri transitando lungo il sentiero.
Arrivati al Rifugio sarà già tornato fuori dallo specchio visuale.

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Occorre oltrepassare alcune strisce di neve...

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...e finalmente si arriva. Il Rifugio si presenterà alquanto affollato : è evidente che la via di salita nettamente privilegiata è quella opposta alla mia, ossia la Valle del Vento (dalla quale io scenderò). Meglio così ;):si::D

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La piccola terrazza a lato del rifugio è così prospiciente la dorsale rocciosa da sembrare un fotomontaggio...

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...ma così non è.

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L'affaccio sull'attigua Valle del Vento che rende onore al suo nome come una sorta di grande mantice che soffia sul fondovalle l'aria sottile di quassù.

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Il panorama sulla splendida dorsale orientale.

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I cartelli testimoniano che ci si trova esattamente a metà del percorso anulare.

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Un altro specchio d'acqua...

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ed inizia la discesa, che da questo lato sarà invece alquanto trafficata. In particolare, dovrò fermarmi per lasciar allontanare un'intera rumorosa colonia di ragazzi tedeschi che aveva pensato bene di lasciare il Rifugio proprio due minuti dopo di me. L'alternativa sarebbe consistita nel distanziarli mettendomi a correre oppure nel trascinarmi fino a valle la rottura di timpani. No grazie.

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Casere è adagiata lì, placida sul fondovalle. La sterrata sulla quale ci si ricongiungerà è quella che, sulla destra fuori campo, prosegue verso la Forcella del Picco, descritta in altra relazione.

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Il classico ambiente di "fondovalle aurino", verde compatto inebriante e purificatissima aria al profumo di lavanda :roll: da respirare a pieni polmoni ;)

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Nonché l'immancabile edicola sacra :)

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Un giro alla portata anche di chi non è troppo allenato, di pieno relax, da gustare possibilmente in silenzio introspettivo o addirittura per provare a impararlo, perché - anche in compagnia - permette di distanziarsi senza perdersi mai di vista : ed il Rifugio Giogo Lungo, esattamente a metà, è perfetto per sfogare le eventuali astinenze logorroiche :D.
Per quanto mi riguarda, credo che anche questo sia uno dei percorsi che più si prestano ad esaltarsi nell'atmosfera autunnale, e quindi ad entrare nella magica agenda che dovrò soddisfare, più prima che poi :si:.
 

Allegati

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Ciao Andrea,
bell'escursione.
Fino al 10 luglio stavo vicinissimo da questi luoghi (San Lorenzo in Sebato) e avevo un giorno libero dalla famiglia per fare un'escursione da solo. Alla fine dopo tanta scelta ho optato per un anello nella Val di Fundres... a saperlo si poteva organizzare assieme :)
 
Ciao Andrea,
bell'escursione.
Fino al 10 luglio stavo vicinissimo da questi luoghi (San Lorenzo in Sebato) e avevo un giorno libero dalla famiglia per fare un'escursione da solo. Alla fine dopo tanta scelta ho optato per un anello nella Val di Fundres... a saperlo si poteva organizzare assieme :)


Ahah, hai risposto prim'ancora che avessi finito di postare le foto (il caricamento è veramente una prova di resistenza :argh::azz:).

Cavolo, è incredibile, praticamente durante la stessa settimana stavamo a due passi.
Avrei dato l'anima per trascorrere almeno una giornata in compagnia, viene veramente da dire "a saperlo", ma chi poteva immaginarlo ? :( Non hai idea di cosa siano stati per me quei giorni, davvero la sagra delle occasioni perdute (prima della sala operatoria che stava per aspettarmi).

Ciao.
 
Prima di andare a fare un giro-escursione-trekking provate a postare in questo forum la proposta.
Forse qualcuno degli utenti che si trova in zona ha tempo/voglia di venire.
Ho fatto un giro una volta con uno degli utenti che ha fatto un post su questo forum.
 
Paesaggi veramente notevoli e diversi. Mi aspettavo di vedere gli gnomi dei wafer a un certo punto:p. Bella escursione, sicuramente più interessante della sala operatoria., che spero tu possa rimandare il più possibile i addirittura saltare. Grazie del giro nella Valle Aurina.:si:
 
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