- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Regionale Sirente-Velino
Dati
Data: 8/9 agosto 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Santa Maria in Valle, Rosciolo
Località di arrivo: Corona, Massa d'Albe
Tempo di percorrenza: 7 h soste incluse il primo giorno, 6.5 h soste incluse il secondo giorno
Chilometri: 32 circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nel periodo estivo direi assolutamente nessuna
Periodo consigliato: primavera inoltrata, estate, inizio autunno; in inverno con neve diventa fattibile ma molto più impegnativo
Segnaletica: buona più o meno ovunque
Quota massima: 2.424 metri in vetta al Monte Cafornia
Accesso stradale: da Magliano dei Marsi si prende per Rosciolo e quindi per Santa Maria in Valle
Traccia GPS: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7723
Descrizione
Dopo essere ritornato in possesso dell’uso delle gambe in seguito all’escursione fatta con i “due mostri” Alessandro (@alexmoscow73) e Francesco (@franz69) era giunta l’ora di affrontare un’escursione in solitaria sognata e progettata da almeno un anno: due giorni in giro nello splendido anfiteatro dominato dal Monte Velino pernottando al rifugio Vincenzo Sebastiani.
1° Giorno:
il programma prevede di partire da Santa Maria in Valle, sopra Rosciolo, seguire la sterrata che conduce al Passo Le Forche, riscendere fino a Bocca di Teve per percorrere tutta la Valle di Teve, svalicare al Lago della Duchessa risalendo il Malopasso per poi percorrere tutto il Costone e ridiscendere infine al Rifugio Sebastiani per pernottare.
A dire la verità il progetto iniziale prevedeva anche di salire a Cima Zis in modo da avere una visuale diversa del Lago della Duchessa, ma la paura che le gambe potessero non essere del tutto d’accordo ed un po’ di tempo perso a Passo Le Forche prima (animale grande e nero dotato di corna proprio in mezzo alla sterrata, con me vestito con maglietta e zaino rossi) e a Capo Teve poi (due diversi greggi di pecore che mi hanno fatto da tappo nella risalita del Malopasso) mi hanno convinto a togliere questa meta intermedia dal programma.
La Valle di Teve è lunghissima e piuttosto monotona, ma per lo meno ha il pregio di non essere spaccagambe; arrivato a Capo Teve, approfittando del riposo forzato dovuto al passaggio delle pecore (mai avrei immaginato di finire in coda in un posto come questo) ho potuto scambiare piacevolmente due chiacchiere con un pastore di Rosciolo salito fin lì con il fuoristrada.
La salita del Malopasso non è affatto problematica come in un primo tempo potrebbe sembrare e permette di avere belle vedute sulla Cimata di Macchia Triste guardando avanti, sulla lunga e boscosa Valle di Teve a sinistra e sul Monte Velino guardandosi alle spalle.
Superato il primo gregge di pecore e approfittando della deviazione del secondo, in breve raggiungo facilmente l’avvallamento che conduce allo splendido Lago della Duchessa, con parecchi animali - per lo più cavalli - al pascolo tutto intorno o ad abbeverarsi nelle sue acque; purtroppo il cielo è fin troppo terso per le fotografie, anche se ovviamente ne scatto a profusione.
Il tempo di mangiare il primo panino della giornata (sono circa le 11) ed è già tempo di dirigersi verso il Costone, raggiungendo in un facile fuori sentiero la Selletta di Solagne: anche da qui le foto al Lago della Duchessa ed al Velino si sprecano.
Passato accanto ad una cavalla con il suo puledro, arrivo poi al Costone pensando potesse avere qualche difficoltà, ma mi devo ricredere: il sentiero, per quanto non segnatissimo (del resto basta tenersi vicino alla cresta), è piuttosto agevole e permette di lasciare andare lo sguardo tutto intorno, al Passo del Puzzillo, al Rifugio Sebastiani (mia destinazione giornaliera), alla vetta del Costone stesso, al Velino, alla Valle di Teve e - guardando alle proprie spalle - alla Duchessa, incastonata fra Murolungo e Cima Zis.
Il cielo comincia a rannuvolarsi parecchio, così per evitare brutte sorprese accelero un po’ il passo, finisco di percorrere il Costone e scendo verso il rifugio ammirando la parete verticale del Costone che precipita nella Fossa del Puzzillo.
Arrivo al Sebastiani poco prima delle 15 accolto da un paio di gocce di pioggia che subito se ne vanno: il secondo panino ed una bella birra presa al rifugio se ne vanno tranquillamente ed ho poi tutto il tempo di sistemare le mie cose e fare la conoscenza di Eleonora, la responsabile del rifugio (due occhi celesti spettacolari!) e della sua aiutante; a sorpresa scopro di essere l’unico ospite per la notte e così mi posso godere in tranquillità l’ottima cena che mi viene servita (pasta con il ragù di pecora e costine).
Dopo una partitina a carte ed aver constatato che il cielo è completamente nuvoloso (quindi nessuna possibilità di fare foto alle stelle come speravo), alle 22 si va in branda: sono abbastanza stanco ma molto soddisfatto della giornata.
2° Giorno:
dopo una sveglia alle 5.20 per fotografare l’alba (molto suggestiva la nebbia sopra ai Piani di Pezza vista dall’alto) e una bella colazione all’aperto al tepore del primo sole, il programma prevede di arrivare a Colle dell’Orso per poi percorre il sentiero numero 1 che porta fino al Velino, anche se per quest’anno la mia meta sarà il Cafornia (al Velino per questa strada ci sono arrivato l’anno scorso, quindi quest’anno voglio variare).
E’ la prima volta che affronto per due giorni di fila parecchi chilometri, inoltre la faticaccia sul Gran Sasso un po’ si fa ancora sentire, quindi non so come reagiranno le mie gambe.
Il sole oggi picchia davvero tanto, però la bellezza del panorama è tale che non si ha il tempo di pensare alla fatica e passo dopo passo mi ritrovo praticamente in vetta al monte Cafornia: la vetta è tutta per me mentre sul monte Velino, a poche centinaia di metri in linea d’aria, c’è quasi il tutto esaurito, quindi mi godo la solitudine facendo qualche foto con la croce di vetta e la Madonnina ed infine mi gusto un bel panino.
Per la discesa verso Massa d’Albe avevo due opzioni: il tranquillo sentiero n. 7 o il più diretto sentiero 7a, che si incontrano poi più a valle; viste le mie scarse attitudini in discesa però decido di affrontare la strada più lunga ma meno ripida del sentiero n. 7 che gira tutto attorno per ampi pratoni.
La discesa dal Cafornia è piuttosto lunga, ma quando si comincia a scorgere Fonte Canale sempre più vicina anche il problema di aver esaurito l’acqua (la giornata è davvero torrida!) pesa di meno; quasi arrivato alla fonte, memore del brutto incidente con le mucche di tre anni fa, decido di uscire dal sentiero, non passare da Fonte Canale e raggiungere la sterrata che scende a Corona, frazione di Massa, tagliando per i pratoni.
Ormai il parcheggio di Corona è un piccolo miraggio e l’auto di mio suocero che mi attende con una bella bottiglia d’acqua fresca è davvero un’oasi nel deserto.
La due giorni in solitaria a spasso per le montagne del Velino è conclusa: è stata una piccola sfida con me stesso che posso dire di aver superato con enorme soddisfazione personale.
Ora non mi resta che iniziare a studiare le prossime uscite da affrontare l’anno prossimo quando tornerò in zona.
Ma adesso molto meglio lasciare la parola alle fotografie, che molto più delle mie parole rendono l’idea della bellezza e del fascino selvaggio di queste montagne.
il percorso fatto con il profilo altimetrico
il sentiero che risale la Valle di Teve
sul centro destra il Malopasso, da risalire per arrivare alla Duchessa
la Valle di Teve vista da Capo Teve
la parte finale del Malopasso
Murolungo a sinistra, Cima Zis a destra: nel mezzo, nella conca, il lago della Duchessa
primo piano del lago
il profilo del Costone salendo dalla Duchessa
il lago visto dalla selletta di Solagne
salendo al Costone si ammira il versante nord del Velino, stupendamente selvaggio
il panorama è semplicemente fantastico
all'inizio del Costone si vede già la meta della giornata: il rifugio Sebastiani
tre immagini del Costone in tutta la sua lunghezza ed imponenza
tutta la Valle di Teve vista dal Costone
il Sebastiani si avvicina
un paio di tentativi di fotografare l'alba sui Piani di Pezza, ricoperti da una coltre di nubi
il Velino e nel mezzo la Valle dei Briganti
il Malopasso visto salendo verso il Cafornia
un altro escursionista proveniente da Punta Trento mi sta raggiungendo, ma io non ho fretta
la vetta del Cafornia mi attende
non può mancare un selfie in vetta, alle spalle il Monte Velino, che quest'anno ho volutamente ignorato (un po' a malincuore però!)
anche la discesa dal Cafornia offre scorci panoramici notevoli
i pratoni del sentiero n. 7 che scende dal Cafornia
alcuni cavalli mi attendono alla confluenza fra il sentiero n. 7 ed il 7a, la direttissima del Cafornia
Data: 8/9 agosto 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Santa Maria in Valle, Rosciolo
Località di arrivo: Corona, Massa d'Albe
Tempo di percorrenza: 7 h soste incluse il primo giorno, 6.5 h soste incluse il secondo giorno
Chilometri: 32 circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nel periodo estivo direi assolutamente nessuna
Periodo consigliato: primavera inoltrata, estate, inizio autunno; in inverno con neve diventa fattibile ma molto più impegnativo
Segnaletica: buona più o meno ovunque
Quota massima: 2.424 metri in vetta al Monte Cafornia
Accesso stradale: da Magliano dei Marsi si prende per Rosciolo e quindi per Santa Maria in Valle
Traccia GPS: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7723
Descrizione
Dopo essere ritornato in possesso dell’uso delle gambe in seguito all’escursione fatta con i “due mostri” Alessandro (@alexmoscow73) e Francesco (@franz69) era giunta l’ora di affrontare un’escursione in solitaria sognata e progettata da almeno un anno: due giorni in giro nello splendido anfiteatro dominato dal Monte Velino pernottando al rifugio Vincenzo Sebastiani.
1° Giorno:
il programma prevede di partire da Santa Maria in Valle, sopra Rosciolo, seguire la sterrata che conduce al Passo Le Forche, riscendere fino a Bocca di Teve per percorrere tutta la Valle di Teve, svalicare al Lago della Duchessa risalendo il Malopasso per poi percorrere tutto il Costone e ridiscendere infine al Rifugio Sebastiani per pernottare.
A dire la verità il progetto iniziale prevedeva anche di salire a Cima Zis in modo da avere una visuale diversa del Lago della Duchessa, ma la paura che le gambe potessero non essere del tutto d’accordo ed un po’ di tempo perso a Passo Le Forche prima (animale grande e nero dotato di corna proprio in mezzo alla sterrata, con me vestito con maglietta e zaino rossi) e a Capo Teve poi (due diversi greggi di pecore che mi hanno fatto da tappo nella risalita del Malopasso) mi hanno convinto a togliere questa meta intermedia dal programma.
La Valle di Teve è lunghissima e piuttosto monotona, ma per lo meno ha il pregio di non essere spaccagambe; arrivato a Capo Teve, approfittando del riposo forzato dovuto al passaggio delle pecore (mai avrei immaginato di finire in coda in un posto come questo) ho potuto scambiare piacevolmente due chiacchiere con un pastore di Rosciolo salito fin lì con il fuoristrada.
La salita del Malopasso non è affatto problematica come in un primo tempo potrebbe sembrare e permette di avere belle vedute sulla Cimata di Macchia Triste guardando avanti, sulla lunga e boscosa Valle di Teve a sinistra e sul Monte Velino guardandosi alle spalle.
Superato il primo gregge di pecore e approfittando della deviazione del secondo, in breve raggiungo facilmente l’avvallamento che conduce allo splendido Lago della Duchessa, con parecchi animali - per lo più cavalli - al pascolo tutto intorno o ad abbeverarsi nelle sue acque; purtroppo il cielo è fin troppo terso per le fotografie, anche se ovviamente ne scatto a profusione.
Il tempo di mangiare il primo panino della giornata (sono circa le 11) ed è già tempo di dirigersi verso il Costone, raggiungendo in un facile fuori sentiero la Selletta di Solagne: anche da qui le foto al Lago della Duchessa ed al Velino si sprecano.
Passato accanto ad una cavalla con il suo puledro, arrivo poi al Costone pensando potesse avere qualche difficoltà, ma mi devo ricredere: il sentiero, per quanto non segnatissimo (del resto basta tenersi vicino alla cresta), è piuttosto agevole e permette di lasciare andare lo sguardo tutto intorno, al Passo del Puzzillo, al Rifugio Sebastiani (mia destinazione giornaliera), alla vetta del Costone stesso, al Velino, alla Valle di Teve e - guardando alle proprie spalle - alla Duchessa, incastonata fra Murolungo e Cima Zis.
Il cielo comincia a rannuvolarsi parecchio, così per evitare brutte sorprese accelero un po’ il passo, finisco di percorrere il Costone e scendo verso il rifugio ammirando la parete verticale del Costone che precipita nella Fossa del Puzzillo.
Arrivo al Sebastiani poco prima delle 15 accolto da un paio di gocce di pioggia che subito se ne vanno: il secondo panino ed una bella birra presa al rifugio se ne vanno tranquillamente ed ho poi tutto il tempo di sistemare le mie cose e fare la conoscenza di Eleonora, la responsabile del rifugio (due occhi celesti spettacolari!) e della sua aiutante; a sorpresa scopro di essere l’unico ospite per la notte e così mi posso godere in tranquillità l’ottima cena che mi viene servita (pasta con il ragù di pecora e costine).
Dopo una partitina a carte ed aver constatato che il cielo è completamente nuvoloso (quindi nessuna possibilità di fare foto alle stelle come speravo), alle 22 si va in branda: sono abbastanza stanco ma molto soddisfatto della giornata.
2° Giorno:
dopo una sveglia alle 5.20 per fotografare l’alba (molto suggestiva la nebbia sopra ai Piani di Pezza vista dall’alto) e una bella colazione all’aperto al tepore del primo sole, il programma prevede di arrivare a Colle dell’Orso per poi percorre il sentiero numero 1 che porta fino al Velino, anche se per quest’anno la mia meta sarà il Cafornia (al Velino per questa strada ci sono arrivato l’anno scorso, quindi quest’anno voglio variare).
E’ la prima volta che affronto per due giorni di fila parecchi chilometri, inoltre la faticaccia sul Gran Sasso un po’ si fa ancora sentire, quindi non so come reagiranno le mie gambe.
Il sole oggi picchia davvero tanto, però la bellezza del panorama è tale che non si ha il tempo di pensare alla fatica e passo dopo passo mi ritrovo praticamente in vetta al monte Cafornia: la vetta è tutta per me mentre sul monte Velino, a poche centinaia di metri in linea d’aria, c’è quasi il tutto esaurito, quindi mi godo la solitudine facendo qualche foto con la croce di vetta e la Madonnina ed infine mi gusto un bel panino.
Per la discesa verso Massa d’Albe avevo due opzioni: il tranquillo sentiero n. 7 o il più diretto sentiero 7a, che si incontrano poi più a valle; viste le mie scarse attitudini in discesa però decido di affrontare la strada più lunga ma meno ripida del sentiero n. 7 che gira tutto attorno per ampi pratoni.
La discesa dal Cafornia è piuttosto lunga, ma quando si comincia a scorgere Fonte Canale sempre più vicina anche il problema di aver esaurito l’acqua (la giornata è davvero torrida!) pesa di meno; quasi arrivato alla fonte, memore del brutto incidente con le mucche di tre anni fa, decido di uscire dal sentiero, non passare da Fonte Canale e raggiungere la sterrata che scende a Corona, frazione di Massa, tagliando per i pratoni.
Ormai il parcheggio di Corona è un piccolo miraggio e l’auto di mio suocero che mi attende con una bella bottiglia d’acqua fresca è davvero un’oasi nel deserto.
La due giorni in solitaria a spasso per le montagne del Velino è conclusa: è stata una piccola sfida con me stesso che posso dire di aver superato con enorme soddisfazione personale.
Ora non mi resta che iniziare a studiare le prossime uscite da affrontare l’anno prossimo quando tornerò in zona.
Ma adesso molto meglio lasciare la parola alle fotografie, che molto più delle mie parole rendono l’idea della bellezza e del fascino selvaggio di queste montagne.
il percorso fatto con il profilo altimetrico
il sentiero che risale la Valle di Teve
sul centro destra il Malopasso, da risalire per arrivare alla Duchessa
la Valle di Teve vista da Capo Teve
la parte finale del Malopasso
Murolungo a sinistra, Cima Zis a destra: nel mezzo, nella conca, il lago della Duchessa
primo piano del lago
il profilo del Costone salendo dalla Duchessa
il lago visto dalla selletta di Solagne
salendo al Costone si ammira il versante nord del Velino, stupendamente selvaggio
il panorama è semplicemente fantastico
all'inizio del Costone si vede già la meta della giornata: il rifugio Sebastiani
tre immagini del Costone in tutta la sua lunghezza ed imponenza
tutta la Valle di Teve vista dal Costone
il Sebastiani si avvicina
un paio di tentativi di fotografare l'alba sui Piani di Pezza, ricoperti da una coltre di nubi
il Velino e nel mezzo la Valle dei Briganti
il Malopasso visto salendo verso il Cafornia
un altro escursionista proveniente da Punta Trento mi sta raggiungendo, ma io non ho fretta
la vetta del Cafornia mi attende
non può mancare un selfie in vetta, alle spalle il Monte Velino, che quest'anno ho volutamente ignorato (un po' a malincuore però!)
anche la discesa dal Cafornia offre scorci panoramici notevoli
i pratoni del sentiero n. 7 che scende dal Cafornia
alcuni cavalli mi attendono alla confluenza fra il sentiero n. 7 ed il 7a, la direttissima del Cafornia
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