Trekking Valle di Teve - Lago della Duchessa - Costone - Cafornia

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Regionale Sirente-Velino
Dati

Data: 8/9 agosto 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Santa Maria in Valle, Rosciolo
Località di arrivo: Corona, Massa d'Albe
Tempo di percorrenza: 7 h soste incluse il primo giorno, 6.5 h soste incluse il secondo giorno
Chilometri: 32 circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nel periodo estivo direi assolutamente nessuna
Periodo consigliato: primavera inoltrata, estate, inizio autunno; in inverno con neve diventa fattibile ma molto più impegnativo
Segnaletica: buona più o meno ovunque
Quota massima: 2.424 metri in vetta al Monte Cafornia
Accesso stradale: da Magliano dei Marsi si prende per Rosciolo e quindi per Santa Maria in Valle
Traccia GPS: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7723


Descrizione

Dopo essere ritornato in possesso dell’uso delle gambe in seguito all’escursione fatta con i “due mostri” Alessandro (@alexmoscow73) e Francesco (@franz69) era giunta l’ora di affrontare un’escursione in solitaria sognata e progettata da almeno un anno: due giorni in giro nello splendido anfiteatro dominato dal Monte Velino pernottando al rifugio Vincenzo Sebastiani.

1° Giorno:

il programma prevede di partire da Santa Maria in Valle, sopra Rosciolo, seguire la sterrata che conduce al Passo Le Forche, riscendere fino a Bocca di Teve per percorrere tutta la Valle di Teve, svalicare al Lago della Duchessa risalendo il Malopasso per poi percorrere tutto il Costone e ridiscendere infine al Rifugio Sebastiani per pernottare.
A dire la verità il progetto iniziale prevedeva anche di salire a Cima Zis in modo da avere una visuale diversa del Lago della Duchessa, ma la paura che le gambe potessero non essere del tutto d’accordo ed un po’ di tempo perso a Passo Le Forche prima (animale grande e nero dotato di corna proprio in mezzo alla sterrata, con me vestito con maglietta e zaino rossi) e a Capo Teve poi (due diversi greggi di pecore che mi hanno fatto da tappo nella risalita del Malopasso) mi hanno convinto a togliere questa meta intermedia dal programma.
La Valle di Teve è lunghissima e piuttosto monotona, ma per lo meno ha il pregio di non essere spaccagambe; arrivato a Capo Teve, approfittando del riposo forzato dovuto al passaggio delle pecore (mai avrei immaginato di finire in coda in un posto come questo) ho potuto scambiare piacevolmente due chiacchiere con un pastore di Rosciolo salito fin lì con il fuoristrada.
La salita del Malopasso non è affatto problematica come in un primo tempo potrebbe sembrare e permette di avere belle vedute sulla Cimata di Macchia Triste guardando avanti, sulla lunga e boscosa Valle di Teve a sinistra e sul Monte Velino guardandosi alle spalle.
Superato il primo gregge di pecore e approfittando della deviazione del secondo, in breve raggiungo facilmente l’avvallamento che conduce allo splendido Lago della Duchessa, con parecchi animali - per lo più cavalli - al pascolo tutto intorno o ad abbeverarsi nelle sue acque; purtroppo il cielo è fin troppo terso per le fotografie, anche se ovviamente ne scatto a profusione.
Il tempo di mangiare il primo panino della giornata (sono circa le 11) ed è già tempo di dirigersi verso il Costone, raggiungendo in un facile fuori sentiero la Selletta di Solagne: anche da qui le foto al Lago della Duchessa ed al Velino si sprecano.
Passato accanto ad una cavalla con il suo puledro, arrivo poi al Costone pensando potesse avere qualche difficoltà, ma mi devo ricredere: il sentiero, per quanto non segnatissimo (del resto basta tenersi vicino alla cresta), è piuttosto agevole e permette di lasciare andare lo sguardo tutto intorno, al Passo del Puzzillo, al Rifugio Sebastiani (mia destinazione giornaliera), alla vetta del Costone stesso, al Velino, alla Valle di Teve e - guardando alle proprie spalle - alla Duchessa, incastonata fra Murolungo e Cima Zis.
Il cielo comincia a rannuvolarsi parecchio, così per evitare brutte sorprese accelero un po’ il passo, finisco di percorrere il Costone e scendo verso il rifugio ammirando la parete verticale del Costone che precipita nella Fossa del Puzzillo.
Arrivo al Sebastiani poco prima delle 15 accolto da un paio di gocce di pioggia che subito se ne vanno: il secondo panino ed una bella birra presa al rifugio se ne vanno tranquillamente ed ho poi tutto il tempo di sistemare le mie cose e fare la conoscenza di Eleonora, la responsabile del rifugio (due occhi celesti spettacolari!) e della sua aiutante; a sorpresa scopro di essere l’unico ospite per la notte e così mi posso godere in tranquillità l’ottima cena che mi viene servita (pasta con il ragù di pecora e costine).
Dopo una partitina a carte ed aver constatato che il cielo è completamente nuvoloso (quindi nessuna possibilità di fare foto alle stelle come speravo), alle 22 si va in branda: sono abbastanza stanco ma molto soddisfatto della giornata.

2° Giorno:

dopo una sveglia alle 5.20 per fotografare l’alba (molto suggestiva la nebbia sopra ai Piani di Pezza vista dall’alto) e una bella colazione all’aperto al tepore del primo sole, il programma prevede di arrivare a Colle dell’Orso per poi percorre il sentiero numero 1 che porta fino al Velino, anche se per quest’anno la mia meta sarà il Cafornia (al Velino per questa strada ci sono arrivato l’anno scorso, quindi quest’anno voglio variare).
E’ la prima volta che affronto per due giorni di fila parecchi chilometri, inoltre la faticaccia sul Gran Sasso un po’ si fa ancora sentire, quindi non so come reagiranno le mie gambe.
Il sole oggi picchia davvero tanto, però la bellezza del panorama è tale che non si ha il tempo di pensare alla fatica e passo dopo passo mi ritrovo praticamente in vetta al monte Cafornia: la vetta è tutta per me mentre sul monte Velino, a poche centinaia di metri in linea d’aria, c’è quasi il tutto esaurito, quindi mi godo la solitudine facendo qualche foto con la croce di vetta e la Madonnina ed infine mi gusto un bel panino.
Per la discesa verso Massa d’Albe avevo due opzioni: il tranquillo sentiero n. 7 o il più diretto sentiero 7a, che si incontrano poi più a valle; viste le mie scarse attitudini in discesa però decido di affrontare la strada più lunga ma meno ripida del sentiero n. 7 che gira tutto attorno per ampi pratoni.
La discesa dal Cafornia è piuttosto lunga, ma quando si comincia a scorgere Fonte Canale sempre più vicina anche il problema di aver esaurito l’acqua (la giornata è davvero torrida!) pesa di meno; quasi arrivato alla fonte, memore del brutto incidente con le mucche di tre anni fa, decido di uscire dal sentiero, non passare da Fonte Canale e raggiungere la sterrata che scende a Corona, frazione di Massa, tagliando per i pratoni.
Ormai il parcheggio di Corona è un piccolo miraggio e l’auto di mio suocero che mi attende con una bella bottiglia d’acqua fresca è davvero un’oasi nel deserto.

La due giorni in solitaria a spasso per le montagne del Velino è conclusa: è stata una piccola sfida con me stesso che posso dire di aver superato con enorme soddisfazione personale.
Ora non mi resta che iniziare a studiare le prossime uscite da affrontare l’anno prossimo quando tornerò in zona.
Ma adesso molto meglio lasciare la parola alle fotografie, che molto più delle mie parole rendono l’idea della bellezza e del fascino selvaggio di queste montagne.

il percorso fatto con il profilo altimetrico
08082016_trekking_1.jpg


il sentiero che risale la Valle di Teve
08082016_Trekking_4.jpg


sul centro destra il Malopasso, da risalire per arrivare alla Duchessa
08082016_Trekking_13.jpg


la Valle di Teve vista da Capo Teve
08082016_Trekking_16.jpg


la parte finale del Malopasso
08082016_Trekking_21.jpg


Murolungo a sinistra, Cima Zis a destra: nel mezzo, nella conca, il lago della Duchessa
08082016_Trekking_41.jpg


primo piano del lago
08082016_Trekking_47.jpg


il profilo del Costone salendo dalla Duchessa
08082016_Trekking_52.jpg


il lago visto dalla selletta di Solagne
08082016_Trekking_54.jpg


salendo al Costone si ammira il versante nord del Velino, stupendamente selvaggio
08082016_Trekking_57.jpg


08082016_Trekking_59.jpg


il panorama è semplicemente fantastico
08082016_Trekking_62-Modifica.jpg


all'inizio del Costone si vede già la meta della giornata: il rifugio Sebastiani
08082016_Trekking_82.jpg


tre immagini del Costone in tutta la sua lunghezza ed imponenza
08082016_Trekking_84.jpg


08082016_Trekking_85.jpg


08082016_Trekking_86.jpg


tutta la Valle di Teve vista dal Costone
08082016_Trekking_88.jpg


il Sebastiani si avvicina
08082016_Trekking_90.jpg


08082016_Trekking_175.jpg


un paio di tentativi di fotografare l'alba sui Piani di Pezza, ricoperti da una coltre di nubi
09082016_Alba_Sebastiani_3.jpg


09082016_Alba_Sebastiani_7.jpg


il Velino e nel mezzo la Valle dei Briganti
09082016_Trekking_117.jpg


il Malopasso visto salendo verso il Cafornia
09082016_Trekking_137.jpg


09082016_Trekking_141.jpg


un altro escursionista proveniente da Punta Trento mi sta raggiungendo, ma io non ho fretta
09082016_Trekking_143.jpg


la vetta del Cafornia mi attende
09082016_Trekking_145.jpg


09082016_Trekking_148.jpg


non può mancare un selfie in vetta, alle spalle il Monte Velino, che quest'anno ho volutamente ignorato (un po' a malincuore però!)
09082016_Trekking_150.jpg


anche la discesa dal Cafornia offre scorci panoramici notevoli
09082016_Trekking_155.jpg


i pratoni del sentiero n. 7 che scende dal Cafornia
09082016_Trekking_157.jpg


09082016_Trekking_160.jpg


alcuni cavalli mi attendono alla confluenza fra il sentiero n. 7 ed il 7a, la direttissima del Cafornia
09082016_Trekking_167.jpg
 
Ultima modifica:
Dati

Data: 8/9 agosto 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Santa Maria in Valle, Rosciolo
Località di arrivo: Corona, Massa d'Albe
Tempo di percorrenza: 7 h soste incluse il primo giorno, 6.5 h soste incluse il secondo giorno
Chilometri: 32 circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nel periodo estivo direi assolutamente nessuna
Periodo consigliato: primavera inoltrata, estate, inizio autunno; in inverno con neve diventa fattibile ma molto più impegnativo
Segnaletica: buona più o meno ovunque
Quota massima: 2.424 metri in vetta al Monte Cafornia
Accesso stradale: da Magliano dei Marsi si prende per Rosciolo e quindi per Santa Maria in Valle
Traccia GPS: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7723


Descrizione

Dopo essere ritornato in possesso dell’uso delle gambe in seguito all’escursione fatta con i “due mostri” Alessandro (@alexmoscow73) e Francesco (@franz69) era giunta l’ora di affrontare un’escursione in solitaria sognata e progettata da almeno un anno: due giorni in giro nello splendido anfiteatro dominato dal Monte Velino pernottando al rifugio Vincenzo Sebastiani.

1° Giorno:

il programma prevede di partire da Santa Maria in Valle, sopra Rosciolo, seguire la sterrata che conduce al Passo Le Forche, riscendere fino a Bocca di Teve per percorrere tutta la Valle di Teve, svalicare al Lago della Duchessa risalendo il Malopasso per poi percorrere tutto il Costone e ridiscendere infine al Rifugio Sebastiani per pernottare.
A dire la verità il progetto iniziale prevedeva anche di salire a Cima Zis in modo da avere una visuale diversa del Lago della Duchessa, ma la paura che le gambe potessero non essere del tutto d’accordo ed un po’ di tempo perso a Passo Le Forche prima (animale grande e nero dotato di corna proprio in mezzo alla sterrata, con me vestito con maglietta e zaino rossi) e a Capo Teve poi (due diversi greggi di pecore che mi hanno fatto da tappo nella risalita del Malopasso) mi hanno convinto a togliere questa meta intermedia dal programma.
La Valle di Teve è lunghissima e piuttosto monotona, ma per lo meno ha il pregio di non essere spaccagambe; arrivato a Capo Teve, approfittando del riposo forzato dovuto al passaggio delle pecore (mai avrei immaginato di finire in coda in un posto come questo) ho potuto scambiare piacevolmente due chiacchiere con un pastore di Rosciolo salito fin lì con il fuoristrada.
La salita del Malopasso non è affatto problematica come in un primo tempo potrebbe sembrare e permette di avere belle vedute sulla Cimata di Macchia Triste guardando avanti, sulla lunga e boscosa Valle di Teve a sinistra e sul Monte Velino guardandosi alle spalle.
Superato il primo gregge di pecore e approfittando della deviazione del secondo, in breve raggiungo facilmente l’avvallamento che conduce allo splendido Lago della Duchessa, con parecchi animali - per lo più cavalli - al pascolo tutto intorno o ad abbeverarsi nelle sue acque; purtroppo il cielo è fin troppo terso per le fotografie, anche se ovviamente ne scatto a profusione.
Il tempo di mangiare il primo panino della giornata (sono circa le 11) ed è già tempo di dirigersi verso il Costone, raggiungendo in un facile fuori sentiero la Selletta di Solagne: anche da qui le foto al Lago della Duchessa ed al Velino si sprecano.
Passato accanto ad una cavalla con il suo puledro, arrivo poi al Costone pensando potesse avere qualche difficoltà, ma mi devo ricredere: il sentiero, per quanto non segnatissimo (del resto basta tenersi vicino alla cresta), è piuttosto agevole e permette di lasciare andare lo sguardo tutto intorno, al Passo del Puzzillo, al Rifugio Sebastiani (mia destinazione giornaliera), alla vetta del Costone stesso, al Velino, alla Valle di Teve e - guardando alle proprie spalle - alla Duchessa, incastonata fra Murolungo e Cima Zis.
Il cielo comincia a rannuvolarsi parecchio, così per evitare brutte sorprese accelero un po’ il passo, finisco di percorrere il Costone e scendo verso il rifugio ammirando la parete verticale del Costone che precipita nella Fossa del Puzzillo.
Arrivo al Sebastiani poco prima delle 15 accolto da un paio di gocce di pioggia che subito se ne vanno: il secondo panino ed una bella birra presa al rifugio se ne vanno tranquillamente ed ho poi tutto il tempo di sistemare le mie cose e fare la conoscenza di Eleonora, la responsabile del rifugio (due occhi celesti spettacolari!) e della sua aiutante; a sorpresa scopro di essere l’unico ospite per la notte e così mi posso godere in tranquillità l’ottima cena che mi viene servita (pasta con il ragù di pecora e costine).
Dopo una partitina a carte ed aver constatato che il cielo è completamente nuvoloso (quindi nessuna possibilità di fare foto alle stelle come speravo), alle 22 si va in branda: sono abbastanza stanco ma molto soddisfatto della giornata.

2° Giorno:

dopo una sveglia alle 5.20 per fotografare l’alba (molto suggestiva la nebbia sopra ai Piani di Pezza vista dall’alto) e una bella colazione all’aperto al tepore del primo sole, il programma prevede di arrivare a Colle dell’Orso per poi percorre il sentiero numero 1 che porta fino al Velino, anche se per quest’anno la mia meta sarà il Cafornia (al Velino per questa strada ci sono arrivato l’anno scorso, quindi quest’anno voglio variare).
E’ la prima volta che affronto per due giorni di fila parecchi chilometri, inoltre la faticaccia sul Gran Sasso un po’ si fa ancora sentire, quindi non so come reagiranno le mie gambe.
Il sole oggi picchia davvero tanto, però la bellezza del panorama è tale che non si ha il tempo di pensare alla fatica e passo dopo passo mi ritrovo praticamente in vetta al monte Cafornia: la vetta è tutta per me mentre sul monte Velino, a poche centinaia di metri in linea d’aria, c’è quasi il tutto esaurito, quindi mi godo la solitudine facendo qualche foto con la croce di vetta e la Madonnina ed infine mi gusto un bel panino.
Per la discesa verso Massa d’Albe avevo due opzioni: il tranquillo sentiero n. 7 o il più diretto sentiero 7a, che si incontrano poi più a valle; viste le mie scarse attitudini in discesa però decido di affrontare la strada più lunga ma meno ripida del sentiero n. 7 che gira tutto attorno per ampi pratoni.
La discesa dal Cafornia è piuttosto lunga, ma quando si comincia a scorgere Fonte Canale sempre più vicina anche il problema di aver esaurito l’acqua (la giornata è davvero torrida!) pesa di meno; quasi arrivato alla fonte, memore del brutto incidente con le mucche di tre anni fa, decido di uscire dal sentiero, non passare da Fonte Canale e raggiungere la sterrata che scende a Corona, frazione di Massa, tagliando per i pratoni.
Ormai il parcheggio di Corona è un piccolo miraggio e l’auto di mio suocero che mi attende con una bella bottiglia d’acqua fresca è davvero un’oasi nel deserto.

La due giorni in solitaria a spasso per le montagne del Velino è conclusa: è stata una piccola sfida con me stesso che posso dire di aver superato con enorme soddisfazione personale.
Ora non mi resta che iniziare a studiare le prossime uscite da affrontare l’anno prossimo quando tornerò in zona.
Ma adesso molto meglio lasciare la parola alle fotografie, che molto più delle mie parole rendono l’idea della bellezza e del fascino selvaggio di queste montagne.

il percorso fatto con il profilo altimetrico
Vedi l'allegato 121245

il sentiero che risale la Valle di Teve
Vedi l'allegato 121214

sul centro destra il Malopasso, da risalire per arrivare alla Duchessa
Vedi l'allegato 121215

la Valle di Teve vista da Capo Teve
Vedi l'allegato 121216

la parte finale del Malopasso
Vedi l'allegato 121217

Murolungo a sinistra, Cima Zis a destra: nel mezzo, nella conca, il lago della Duchessa
Vedi l'allegato 121218

primo piano del lago
Vedi l'allegato 121219

il profilo del Costone salendo dalla Duchessa
Vedi l'allegato 121220

il lago visto dalla selletta di Solagne
Vedi l'allegato 121221

salendo al Costone si ammira il versante nord del Velino, stupendamente selvaggio
Vedi l'allegato 121222

Vedi l'allegato 121223

il panorama è semplicemente fantastico
Vedi l'allegato 121224

all'inizio del Costone si vede già la meta della giornata: il rifugio Sebastiani
Vedi l'allegato 121225

tre immagini del Costone in tutta la sua lunghezza ed imponenza
Vedi l'allegato 121226

Vedi l'allegato 121227

Vedi l'allegato 121228

tutta la Valle di Teve vista dal Costone
Vedi l'allegato 121229

il Sebastiani si avvicina
Vedi l'allegato 121230

Vedi l'allegato 121231

un paio di tentativi di fotografare l'alba sui Piani di Pezza, ricoperti da una coltre di nubi
Vedi l'allegato 121232

Vedi l'allegato 121233

il Velino e nel mezzo la Valle dei Briganti
Vedi l'allegato 121234

il Malopasso visto salendo verso il Cafornia
Vedi l'allegato 121235

Vedi l'allegato 121236

un altro escursionista proveniente da Punta Trento mi sta raggiungendo, ma io non ho fretta
Vedi l'allegato 121237

la vetta del Cafornia mi attende
Vedi l'allegato 121238

Vedi l'allegato 121239

non può mancare un selfie in vetta, alle spalle il Monte Velino, che quest'anno ho volutamente ignorato (un po' a malincuore però!)
Vedi l'allegato 121240

anche la discesa dal Cafornia offre scorci panoramici notevoli
Vedi l'allegato 121241

i pratoni del sentiero n. 7 che scende dal Cafornia
Vedi l'allegato 121242

Vedi l'allegato 121243

alcuni cavalli mi attendono alla confluenza fra il sentiero n. 7 ed il 7a, la direttissima del Cafornia
Vedi l'allegato 121244
Dati

Data: 8/9 agosto 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Santa Maria in Valle, Rosciolo
Località di arrivo: Corona, Massa d'Albe
Tempo di percorrenza: 7 h soste incluse il primo giorno, 6.5 h soste incluse il secondo giorno
Chilometri: 32 circa
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nel periodo estivo direi assolutamente nessuna
Periodo consigliato: primavera inoltrata, estate, inizio autunno; in inverno con neve diventa fattibile ma molto più impegnativo
Segnaletica: buona più o meno ovunque
Quota massima: 2.424 metri in vetta al Monte Cafornia
Accesso stradale: da Magliano dei Marsi si prende per Rosciolo e quindi per Santa Maria in Valle
Traccia GPS: http://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=7723


Descrizione

Dopo essere ritornato in possesso dell’uso delle gambe in seguito all’escursione fatta con i “due mostri” Alessandro (@alexmoscow73) e Francesco (@franz69) era giunta l’ora di affrontare un’escursione in solitaria sognata e progettata da almeno un anno: due giorni in giro nello splendido anfiteatro dominato dal Monte Velino pernottando al rifugio Vincenzo Sebastiani.

1° Giorno:

il programma prevede di partire da Santa Maria in Valle, sopra Rosciolo, seguire la sterrata che conduce al Passo Le Forche, riscendere fino a Bocca di Teve per percorrere tutta la Valle di Teve, svalicare al Lago della Duchessa risalendo il Malopasso per poi percorrere tutto il Costone e ridiscendere infine al Rifugio Sebastiani per pernottare.
A dire la verità il progetto iniziale prevedeva anche di salire a Cima Zis in modo da avere una visuale diversa del Lago della Duchessa, ma la paura che le gambe potessero non essere del tutto d’accordo ed un po’ di tempo perso a Passo Le Forche prima (animale grande e nero dotato di corna proprio in mezzo alla sterrata, con me vestito con maglietta e zaino rossi) e a Capo Teve poi (due diversi greggi di pecore che mi hanno fatto da tappo nella risalita del Malopasso) mi hanno convinto a togliere questa meta intermedia dal programma.
La Valle di Teve è lunghissima e piuttosto monotona, ma per lo meno ha il pregio di non essere spaccagambe; arrivato a Capo Teve, approfittando del riposo forzato dovuto al passaggio delle pecore (mai avrei immaginato di finire in coda in un posto come questo) ho potuto scambiare piacevolmente due chiacchiere con un pastore di Rosciolo salito fin lì con il fuoristrada.
La salita del Malopasso non è affatto problematica come in un primo tempo potrebbe sembrare e permette di avere belle vedute sulla Cimata di Macchia Triste guardando avanti, sulla lunga e boscosa Valle di Teve a sinistra e sul Monte Velino guardandosi alle spalle.
Superato il primo gregge di pecore e approfittando della deviazione del secondo, in breve raggiungo facilmente l’avvallamento che conduce allo splendido Lago della Duchessa, con parecchi animali - per lo più cavalli - al pascolo tutto intorno o ad abbeverarsi nelle sue acque; purtroppo il cielo è fin troppo terso per le fotografie, anche se ovviamente ne scatto a profusione.
Il tempo di mangiare il primo panino della giornata (sono circa le 11) ed è già tempo di dirigersi verso il Costone, raggiungendo in un facile fuori sentiero la Selletta di Solagne: anche da qui le foto al Lago della Duchessa ed al Velino si sprecano.
Passato accanto ad una cavalla con il suo puledro, arrivo poi al Costone pensando potesse avere qualche difficoltà, ma mi devo ricredere: il sentiero, per quanto non segnatissimo (del resto basta tenersi vicino alla cresta), è piuttosto agevole e permette di lasciare andare lo sguardo tutto intorno, al Passo del Puzzillo, al Rifugio Sebastiani (mia destinazione giornaliera), alla vetta del Costone stesso, al Velino, alla Valle di Teve e - guardando alle proprie spalle - alla Duchessa, incastonata fra Murolungo e Cima Zis.
Il cielo comincia a rannuvolarsi parecchio, così per evitare brutte sorprese accelero un po’ il passo, finisco di percorrere il Costone e scendo verso il rifugio ammirando la parete verticale del Costone che precipita nella Fossa del Puzzillo.
Arrivo al Sebastiani poco prima delle 15 accolto da un paio di gocce di pioggia che subito se ne vanno: il secondo panino ed una bella birra presa al rifugio se ne vanno tranquillamente ed ho poi tutto il tempo di sistemare le mie cose e fare la conoscenza di Eleonora, la responsabile del rifugio (due occhi celesti spettacolari!) e della sua aiutante; a sorpresa scopro di essere l’unico ospite per la notte e così mi posso godere in tranquillità l’ottima cena che mi viene servita (pasta con il ragù di pecora e costine).
Dopo una partitina a carte ed aver constatato che il cielo è completamente nuvoloso (quindi nessuna possibilità di fare foto alle stelle come speravo), alle 22 si va in branda: sono abbastanza stanco ma molto soddisfatto della giornata.

2° Giorno:

dopo una sveglia alle 5.20 per fotografare l’alba (molto suggestiva la nebbia sopra ai Piani di Pezza vista dall’alto) e una bella colazione all’aperto al tepore del primo sole, il programma prevede di arrivare a Colle dell’Orso per poi percorre il sentiero numero 1 che porta fino al Velino, anche se per quest’anno la mia meta sarà il Cafornia (al Velino per questa strada ci sono arrivato l’anno scorso, quindi quest’anno voglio variare).
E’ la prima volta che affronto per due giorni di fila parecchi chilometri, inoltre la faticaccia sul Gran Sasso un po’ si fa ancora sentire, quindi non so come reagiranno le mie gambe.
Il sole oggi picchia davvero tanto, però la bellezza del panorama è tale che non si ha il tempo di pensare alla fatica e passo dopo passo mi ritrovo praticamente in vetta al monte Cafornia: la vetta è tutta per me mentre sul monte Velino, a poche centinaia di metri in linea d’aria, c’è quasi il tutto esaurito, quindi mi godo la solitudine facendo qualche foto con la croce di vetta e la Madonnina ed infine mi gusto un bel panino.
Per la discesa verso Massa d’Albe avevo due opzioni: il tranquillo sentiero n. 7 o il più diretto sentiero 7a, che si incontrano poi più a valle; viste le mie scarse attitudini in discesa però decido di affrontare la strada più lunga ma meno ripida del sentiero n. 7 che gira tutto attorno per ampi pratoni.
La discesa dal Cafornia è piuttosto lunga, ma quando si comincia a scorgere Fonte Canale sempre più vicina anche il problema di aver esaurito l’acqua (la giornata è davvero torrida!) pesa di meno; quasi arrivato alla fonte, memore del brutto incidente con le mucche di tre anni fa, decido di uscire dal sentiero, non passare da Fonte Canale e raggiungere la sterrata che scende a Corona, frazione di Massa, tagliando per i pratoni.
Ormai il parcheggio di Corona è un piccolo miraggio e l’auto di mio suocero che mi attende con una bella bottiglia d’acqua fresca è davvero un’oasi nel deserto.

La due giorni in solitaria a spasso per le montagne del Velino è conclusa: è stata una piccola sfida con me stesso che posso dire di aver superato con enorme soddisfazione personale.
Ora non mi resta che iniziare a studiare le prossime uscite da affrontare l’anno prossimo quando tornerò in zona.
Ma adesso molto meglio lasciare la parola alle fotografie, che molto più delle mie parole rendono l’idea della bellezza e del fascino selvaggio di queste montagne.

il percorso fatto con il profilo altimetrico
Vedi l'allegato 121245

il sentiero che risale la Valle di Teve
Vedi l'allegato 121214

sul centro destra il Malopasso, da risalire per arrivare alla Duchessa
Vedi l'allegato 121215

la Valle di Teve vista da Capo Teve
Vedi l'allegato 121216

la parte finale del Malopasso
Vedi l'allegato 121217

Murolungo a sinistra, Cima Zis a destra: nel mezzo, nella conca, il lago della Duchessa
Vedi l'allegato 121218

primo piano del lago
Vedi l'allegato 121219

il profilo del Costone salendo dalla Duchessa
Vedi l'allegato 121220

il lago visto dalla selletta di Solagne
Vedi l'allegato 121221

salendo al Costone si ammira il versante nord del Velino, stupendamente selvaggio
Vedi l'allegato 121222

Vedi l'allegato 121223

il panorama è semplicemente fantastico
Vedi l'allegato 121224

all'inizio del Costone si vede già la meta della giornata: il rifugio Sebastiani
Vedi l'allegato 121225

tre immagini del Costone in tutta la sua lunghezza ed imponenza
Vedi l'allegato 121226

Vedi l'allegato 121227

Vedi l'allegato 121228

tutta la Valle di Teve vista dal Costone
Vedi l'allegato 121229

il Sebastiani si avvicina
Vedi l'allegato 121230

Vedi l'allegato 121231

un paio di tentativi di fotografare l'alba sui Piani di Pezza, ricoperti da una coltre di nubi
Vedi l'allegato 121232

Vedi l'allegato 121233

il Velino e nel mezzo la Valle dei Briganti
Vedi l'allegato 121234

il Malopasso visto salendo verso il Cafornia
Vedi l'allegato 121235

Vedi l'allegato 121236

un altro escursionista proveniente da Punta Trento mi sta raggiungendo, ma io non ho fretta
Vedi l'allegato 121237

la vetta del Cafornia mi attende
Vedi l'allegato 121238

Vedi l'allegato 121239

non può mancare un selfie in vetta, alle spalle il Monte Velino, che quest'anno ho volutamente ignorato (un po' a malincuore però!)
Vedi l'allegato 121240

anche la discesa dal Cafornia offre scorci panoramici notevoli
Vedi l'allegato 121241

i pratoni del sentiero n. 7 che scende dal Cafornia
Vedi l'allegato 121242

Vedi l'allegato 121243

alcuni cavalli mi attendono alla confluenza fra il sentiero n. 7 ed il 7a, la direttissima del Cafornia
Vedi l'allegato 121244
Davvero tutto molto bello.Gita indovinata e mi ha impressionato il Costone e anche il Cafornia non scherza.Mozzafiato le immagini dell'alba.Complimenti
 
Grande Marco, bellissima avventura!

Posti meravigliosi, che prima o poi devo approfondire!

Splendido racconto poi, si percepisce il senso di introspezione che questo viaggio ti ha donato e sono davvero contento per te :si:

Tra l'altro, da quando mia moglie ha scoperto che esiste il rifugio Sebastiani, che era già nelle mie mire da tempo, mi ha intimato che dobbiamo assolutamente farci un giro...:) e tra l'altro un amico "rifugista" di montagna proprio ieri sera (abbiamo dormito in rifugio) ci parlava dei dolci buonissimi che prepara Eleonora ;)

Ancora complimenti :si:
 
Grazie Francesco!
Andare in solitaria ha sempre un gusto particolare, si entra in maggior sintonia con la montagna.
I posti meritano sicuramente una visita da parte tua, prima o poi.
Confermo inoltre quanto di buono detto sul rifugio Sebastiani e su chi lo gestisce: davvero un piccolo gioiello a 2.100 metri.
Grazie del passaggio e del commento.
A presto
 
Complimenti davvero!
Dal racconto si percepisce tutta l'emozione che possono dare questi luoghi solitari.
Le foto poi sono bellissime.
Anni fa, ho dormito nel rifugio invernale del Sebastiani e ho avuto la fortuna di vedere il sorgere del sole dai piani di pezza e la tua foto mi ha riportato a quella mattinata stupenda.
Una curiosità: ma quelle tende intorno al rifugio? Sai se è possibile bivaccare lì senza problemi ed usufruire dei servizi del rifugio?
 
Grazie @mezcal
Per le tende nn saprei cosa dirti: ce n'erano 4 ma tutte "disabitate"; nel caso puoi telefonare al rifugio per chiedere.
Comunque se si può bivaccare di sicuro puoi usufruire del rifugio per pranzo/cena; il bagno però è espressamente riservato a chi pernotta al rifugio, vista la scarsità dell'acqua a disposizione.
 
complimenti per avere realizzato quello che dovrebbe essere un CLASSICO almeno per chi viene dal versante tirrenico (romani e non solo). Con un paio di sconticini (omettendo il lago e la cima del Cafornia, scendendo per la valle Majelama (aperta dal 15/8 in poi se non sbaglio) é veramente alla portata di tutti.

Bella relazione, granzie per avere condiviso!
 
Ti ringrazio @appenninocentrale
Sinceramente penso che per essere alla portata di tutti non servano nemmeno gli sconticini di cui parli (confermo che la Majelama è chiusa fino al 15/8): basta avere un po' di allenamento alla camminata in montagna, di difficoltà non ce ne sono affatto.
Grazie ancora
 
pazzesco vedere come in certi punti d'italia ci siano territori così vasti completamente disabitati e selvaggi, ogni tanto ripenso a certe discussioni qui sul forum dove si dice ".. tanto in italia basta scendere da una montagna che dopo 2 o 3 chilometri si trova subito un paese.."

col cavolo! :woot:
 
complimenti Marco, solo ora vedo la bellezza delle foto e la meraviglia del trekking che hai intrapreso! complimenti sinceri, sei uno tosto (e la tua salita sul Cimone di S.Colomba lo ha dimostrato), e poi in solitaria ha sempre quel fascino in più.
Sarà un piacere rapirti di nuovo la prossima estate, tua moglie è già stata avvisata :biggrin:
 
Grazie Alessandro!
Bhè, questa in confronto alla salita (e discesa :help: ) dal Cimone di S.Colomba è stata una passeggiata in centro per negozi...:woot:
Si, mia moglie mi ha avvertito, però ti avviso che non intende pagare nessun riscatto :biggrin:
Sarà un piacere enorme fare ancora escursioni insieme.
Grazie ancora e a presto.
 
Complimenti davvero!
Dal racconto si percepisce tutta l'emozione che possono dare questi luoghi solitari.
Le foto poi sono bellissime.
Anni fa, ho dormito nel rifugio invernale del Sebastiani e ho avuto la fortuna di vedere il sorgere del sole dai piani di pezza e la tua foto mi ha riportato a quella mattinata stupenda.
Una curiosità: ma quelle tende intorno al rifugio? Sai se è possibile bivaccare lì senza problemi ed usufruire dei servizi del rifugio?
Ciao @mezcal, io ho dormito più volte in tenda vicino al rifugio, usufruendo dei servizi e del vitto dello stesso.
 
Alto Basso