- Parchi del Veneto
-
- Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Dati
Data: 27/02/2022
Regione e provincia: Veneto (BL)
Località di partenza: Rifugio Capanna Trieste (Listolade) ~1100m
Località di arrivo: Van delle Sasse ~2400m
Tempo di percorrenza: 5h
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: Ambiente montano invernale
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita: 1300m
Dislivello in discesa:
Quota massima: ~2400m
Accesso stradale: Rifugio Capanna Trieste
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
Finalmente dopo tanto (troppo) tempo riesco a fare un pò di attività invernale!
Le condizioni di meteo e neve ci fanno rinunciare al progetto originario di fare una cresta appenninica (Monte Alto oppure Monte Giovo), e ripieghiamo sulle Dolomiti: danno una giornata molto fredda e serena. Decidiamo di tentare la salita a Cima Busazza.
Partiamo da Bologna il sabato pomeriggio con calma, giusto in tempo per fermarci a mangiare a La Stanga (poco prima di Agordo, consigliatissimo) e andare a parcheggiare al rifugio Capanna Trieste. La strada è abbastanza sgombra e si arriva su bene. Il rifugio è chiuso d'inverno.
Notte fresca, a occhio sui -5°C. Sotto il piumone si sta belli al calduccio, ma la sveglia suona inesorabile alle 5:00 e mettere il naso fuori richiede coraggio e intraprendenza! I preparativi ci prendono un pò di tempo: siamo stati pigri la sera prima e non avevamo preparato gli zaini! e oltre alla colazione prepariamo anche il tè per riempire due thermos per la giornata.
Comunque alle 6:30 partiamo. il primo tratto di salita è la carrabile che arriva al rifugio Vazzoler. c'è un pò di neve e ghiaccio per terra, ma nulla di che. Procediamo spediti fino al bivio per il Van delle Sasse dove lasciamo la strada e ci infiliamo nel sentiero in mezzo ai mughi. Il sentiero continua a essere pulito e ben visibile per il primo tratto e continua a salire dolcemente.
Passiamo sotto l'imponente e bellissima Torre Trieste, studiandone alcune possibili linee di arrampicata sognandone la salita. Attraversiamo il greto di un torrente in secca, scendiamo qualche decina di metri di dislivello e il sentiero torna a salire più ripido e più sporco di neve. proseguiamo una mezz'oretta dopodichè è il momento di inforcare i ramponi. La traccia qui inizia a sparire per lunghi tratti, ma il percorso è comunque abbastanza logico. Basta seguire le impronte dei camosci!
Sbuchiamo nella vallata sotto il Van delle Sasse e scopriamo i responsabili di quelle impronte! un branco di 6-7 camosci ci controllano arrampicati sulle rocce di fronte a noi.. si vedono a malapena in foto!
Qui la salita si fa decisamente più ripida. Mancano 400 metri di dislivello, e il sentiero si intuisce solo dove zigzaga nei tratti più verticali. Per il resto si risale la vallata su una bella crosta che però spesso cede e ci fa affondare fino quasi al ginocchio. Una faticaccia!
Ripagata dalla vista e dalla giornata, ma pur sempre una faticaccia!
Comunque arriviamo al Van delle Sasse che ci accoglie con tutta la sua magnificenza
Sono ormai le 11:30, l'ultimo tratto aprendo la traccia ci ha fatto perdere tanto tempo ed energie. Cima Busazza è lì a portata di mano (è il panettone sulla sinistra della panoramica), mancano 400m di dislivello. Ma resistiamo al richiamo della vetta e decidiamo che per oggi basta così: servono tempo ed energie per scendere fino alla macchina e tornare a Bologna che il lunedì si lavora!
Tempo di un boccone, qualche granaglia e del tè caldo e si riparte!
Per la discesa la morosa preferisce essere legata: il ripido a scendere la mette un pò in soggezione. Ci imbraghiamo e scendiamo in conserva corta, sfoderando anche le picche che per la salita erano rimaste nello zaino.
un'occhiata alla salita tracciata ci dà sempre una certa soddisfazione.
la discesa ci impegnerà per le successive 3 ore, soprattutto per il tratto ripido nel quale il passo lo fa lei e la progressione è lenta. Ma non abbiamo fretta e va bene così: forzare sarebbe stupido.
Alle 15 siamo alla macchina, stanchi ma soddisfatti. Nell'ultimo tratto di sentiero incontriamo le uniche quattro persone viste in tutto il giorno! Finiamo il tè caldo con alcuni biscotti, ci cambiamo e ripartiamo per tornare in pianura!
Peccato per la cima: con una giornata così il panorama doveva essere grandioso. Ma la cima resta lì, e la salita è solo rimandata!
Data: 27/02/2022
Regione e provincia: Veneto (BL)
Località di partenza: Rifugio Capanna Trieste (Listolade) ~1100m
Località di arrivo: Van delle Sasse ~2400m
Tempo di percorrenza: 5h
Grado di difficoltà: F
Descrizione delle difficoltà: Ambiente montano invernale
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita: 1300m
Dislivello in discesa:
Quota massima: ~2400m
Accesso stradale: Rifugio Capanna Trieste
Traccia GPS: [puoi caricare la tua traccia GPS nella Mappa Escursioni ed inserire il link permanente al posto di questo testo]
Descrizione
Finalmente dopo tanto (troppo) tempo riesco a fare un pò di attività invernale!
Le condizioni di meteo e neve ci fanno rinunciare al progetto originario di fare una cresta appenninica (Monte Alto oppure Monte Giovo), e ripieghiamo sulle Dolomiti: danno una giornata molto fredda e serena. Decidiamo di tentare la salita a Cima Busazza.
Partiamo da Bologna il sabato pomeriggio con calma, giusto in tempo per fermarci a mangiare a La Stanga (poco prima di Agordo, consigliatissimo) e andare a parcheggiare al rifugio Capanna Trieste. La strada è abbastanza sgombra e si arriva su bene. Il rifugio è chiuso d'inverno.
Notte fresca, a occhio sui -5°C. Sotto il piumone si sta belli al calduccio, ma la sveglia suona inesorabile alle 5:00 e mettere il naso fuori richiede coraggio e intraprendenza! I preparativi ci prendono un pò di tempo: siamo stati pigri la sera prima e non avevamo preparato gli zaini! e oltre alla colazione prepariamo anche il tè per riempire due thermos per la giornata.
Comunque alle 6:30 partiamo. il primo tratto di salita è la carrabile che arriva al rifugio Vazzoler. c'è un pò di neve e ghiaccio per terra, ma nulla di che. Procediamo spediti fino al bivio per il Van delle Sasse dove lasciamo la strada e ci infiliamo nel sentiero in mezzo ai mughi. Il sentiero continua a essere pulito e ben visibile per il primo tratto e continua a salire dolcemente.
Passiamo sotto l'imponente e bellissima Torre Trieste, studiandone alcune possibili linee di arrampicata sognandone la salita. Attraversiamo il greto di un torrente in secca, scendiamo qualche decina di metri di dislivello e il sentiero torna a salire più ripido e più sporco di neve. proseguiamo una mezz'oretta dopodichè è il momento di inforcare i ramponi. La traccia qui inizia a sparire per lunghi tratti, ma il percorso è comunque abbastanza logico. Basta seguire le impronte dei camosci!
Sbuchiamo nella vallata sotto il Van delle Sasse e scopriamo i responsabili di quelle impronte! un branco di 6-7 camosci ci controllano arrampicati sulle rocce di fronte a noi.. si vedono a malapena in foto!
Qui la salita si fa decisamente più ripida. Mancano 400 metri di dislivello, e il sentiero si intuisce solo dove zigzaga nei tratti più verticali. Per il resto si risale la vallata su una bella crosta che però spesso cede e ci fa affondare fino quasi al ginocchio. Una faticaccia!
Ripagata dalla vista e dalla giornata, ma pur sempre una faticaccia!
Comunque arriviamo al Van delle Sasse che ci accoglie con tutta la sua magnificenza
Sono ormai le 11:30, l'ultimo tratto aprendo la traccia ci ha fatto perdere tanto tempo ed energie. Cima Busazza è lì a portata di mano (è il panettone sulla sinistra della panoramica), mancano 400m di dislivello. Ma resistiamo al richiamo della vetta e decidiamo che per oggi basta così: servono tempo ed energie per scendere fino alla macchina e tornare a Bologna che il lunedì si lavora!
Tempo di un boccone, qualche granaglia e del tè caldo e si riparte!
Per la discesa la morosa preferisce essere legata: il ripido a scendere la mette un pò in soggezione. Ci imbraghiamo e scendiamo in conserva corta, sfoderando anche le picche che per la salita erano rimaste nello zaino.
un'occhiata alla salita tracciata ci dà sempre una certa soddisfazione.
la discesa ci impegnerà per le successive 3 ore, soprattutto per il tratto ripido nel quale il passo lo fa lei e la progressione è lenta. Ma non abbiamo fretta e va bene così: forzare sarebbe stupido.
Alle 15 siamo alla macchina, stanchi ma soddisfatti. Nell'ultimo tratto di sentiero incontriamo le uniche quattro persone viste in tutto il giorno! Finiamo il tè caldo con alcuni biscotti, ci cambiamo e ripartiamo per tornare in pianura!
Peccato per la cima: con una giornata così il panorama doveva essere grandioso. Ma la cima resta lì, e la salita è solo rimandata!