Ecco le mie fotografie, molti giorni dopo la data promessa. Scusate ma è un periodo in cui mi sento un po' apatico.
Ecco i quattro avventurieri alla partenza da Rosciolo. Sono le 17:30. Foto scattata dall'utente "BeataMente"
Ecco il ripido canalone che dovremo risalire con in groppa molti kg di attrezzatura, cibarie e affari vari.
Claudioneg ed Henry Thoreau poco dopo la partenza. Dietro di loro il borgo di Rosciolo (frazione di Magliano de' Marsi ) e parte della piana del Fucino. Sullo sfondo, da sinistra a destra troviamo il Monte Viglio 2156m, Monte Cotento 2015m, Monte Tarino 1961m e Monte Autore 1855m.
Zoom sul Fucino, col paese di Magliano de' Marsi e i succitati M.Viglio e M.Cotento.
Ed eccoci direttamente dentro al rifugio. Un evanescente Henry Thoreau si cuoce il suo bel petto di pollo
Tavola imbandita e noi che brindiamo alla nostra!
Si sale sul Velino. L'obiettivo della mia compatta si apre solo di una piccola fessura, tanto basta per mostrare il volto di H.T. In verde c'è un Gerifalco senza testa, stile Venere di Milo
Claudioneg col suo brutto cappello (eh sì, lo devo dire...)
Anticima del Sevice. Facciamo un attimo il punto della situazione. Da lì, per poche centinaia di metri, perdiamo i segnali del sentiero e procediamo "a vista" senza particolari problemi.
Finalmente in cima, dopo aver superato l'ultimo tratto ripido e ghiaioso. Il panorama è del tutto artificiale, se così si può dire, ma non per questo meno suggestivo.
Il mattino dopo ci trattiamo da gran signori: ecco Cafiero Pasquale che versa 'o ccafè
Si parte per la grande traversata! Autoscatto davanti al nostro ricovero notturno: Capanna Sevice, 2119m
Ancora il Rifugio ed il contesto in cui è situato: la conca verde che si contrappone alla sassosa mole del Sevice
Verso nord, oltre il solco della Val di Teve, i Monti della Duchessa, con (da sinistra a destra) Murolungo 2184m, M.Morrone 2141m, Cima ZIS 2130m, Vado dell'Asina 1900m circa e P.ta dell' Uccettù 2006m
Si scende nella Val di Teve, "sciando" sulle ghiaie di un antico circo glaciale.
Andrea e Claudio quasi alla fine della discesa
Ed ecco Francesco/Gerifalco
Siamo scesi per di là. I versanti settentrionali del Gruppo del Velino sono caratterizzati da testimonianze dell'ultima glaciazione, enormi circhi glaciali che una volta ospitavano ingenti e perenni masse di neve e ghiaccio. Questo qui non è certamente il più grande.
La Val di Teve, anch'essa di origine glaciale. 10000 anni fa ospitava una lingua di ghiaccio che doveva scendere fin quasi a Cartore.
Imponente bastionata rocciosa, forgiata dall'antica azione del ghiaccio.
La Val di Teve nella sua parte alta. Il grigio e le tinte verdi tendono qui a mischiarsi tra loro, creando un effetto assai suggestivo.
Si risale verso il Malo Passo e la Selletta Solagne. Ecco Claudioneg che si impegna sul percorso ripido.
Andrea in prossimità della Selletta Solagne. A fargli da sfondo è il gruppo del Velino nel suo settore occidentale.
Ci concediamo una sosta mangereccia sotto la P.ta dell'Uccettù.
Gerifalco con la Punta dell'Uccettù dietro di sé.
Si consulta il GPS. Siamo proprio dove dovremmo essere
Conquistata la P.ta dell'Uccettù, dopo breve consultazione decidiamo con ingordigia rara di risalire Cima ZIS e M.Morrone. Questa scelta ci costerà molto altro sudore e i nostri piedi non ci ringrazieranno affatto. Il nostro cuore sì!
Duchessa e Velino, binomio perfetto.
Siamo quasi in vetta a Cima ZIS! La cresta è bellissima e panoramica. Un vento allegro ci accompagna per tutto il percorso.
Il M.Morrone da Cima ZIS. Passeremo anche di lì.
Ancora il Lago con la sua conca brulla. In lontananza il Velino è dominatore assoluto dell'orizzonte.
La bella coppia H.T.-Claudioneg impegnati sul versante meridionale del Morrone.
In cima al Morrone una roccia spianata pare fatta apposta per essere apparecchiata. Così Francesco ci si siede sopra e si sistema gli scarponi.
Gli avventurosi in cima al Morrone, ultima asperità della giornata. Ora si scendeee!
E invece no: la discesa per Corvaro prevede ancora una salitella fangosa, giusto per gradire. Ma arrivati a questo punto accettiamo di buon grado l'ennesima fatica.
Belvedere su Corvaro e sulla sua conca.
Il sentiero passa per un vecchio incendio, ben visibile dal paese di Corvaro, che ha bruciato una grossa porzione di faggeta. Un vero peccato.
Scendendo, si passa per lo stazzo di Prime Prata, a circa 1500m di quota.
Lepiota Procera meglio conosciuta come "Mazza di tamburo", fungo ottimo e commestibile. Cresciuta lungo il sentiero di discesa.
L'avventura s'è conclusa. Personalmente forse è la cosa più bella che abbia mai fatto in Appennino. Questo grazie alla bella compagnia degli altri tre personaggi nelle foto
Grazie davvero