Gentaglia com’è???
Ultimamente sto latitando parecchio il forum, ma ogni tanto, tempo permettendo, metto assieme qualche foto di qualche uscita così da condividerla con voi.
Questa è dello scorso weekend, location rodata, meteo davvero bizzarro che ha virato da pioggia moderata e costante, a venti davvero forti, fino alla neve di Domenica.
Come al solito, dopo il rito dell’affilatura delle lame da portare (che è stato particolarmente veloce dato che ne ho portata solamente una
), mi riduco all’ultimo per preparare armi e bagagli.
Parto e arrivo prima di tutti per godermi l’alba e farmi un giro da solo.
Sul cammino trovo delle feci, molto probabilmente di lupo, piene di peli, credo di cinghiale, e sono davvero molto fresche.
Arrivo al campo accompagnato da un forte vento e una leggera pioggia, avvolto nella mia swanndri di lana (QUI la recensione) mi sento caldo e asciutto, e non ho intenzione di indossare il poncho, che anzi ho utilizzato per coprire lo zaino appeso all’albero.
Faccio un giro a raccogliere fronde quà e là, cerco rami spezzati o abeti caduti, e presto ho un bel materasso che, oltre che comodo, creerà un primo strato isolante per stanotte.
Continuo il mio giro esplorativo, trovo un pino con ancora visibili I nuovi getti, ideali per un infuso di aghi di pino; poi mi capita davanti un bel pò di rosa canina, I frutti sono già segnati dalle prime gelate, morbidi e perfetti da aggiungere agli aghi, si prospetta un infuso super vitaminico.
La mia gatherer pouch, fatta fare su mie specifiche da un amico, casca a pennello.
Torno al campo e trovo gli altri, Mitch, @BuDD (Leo), @Samuele88 (Sam), @PaoKU (Paolo), e Francesco.
Con Paolo e Francesco chiacchieriamo subito un pò di kit, oggetti indispensabili, e funzionalità del poncho; poi, fra una chiacchiera e l’altra, iniziamo a testare un pò di coltelli..
Un custom forgiato da Francesco, aka FraXknives (Trovate I suoi lavori su Istagram proprio QUI)
Faccio un pò di prove utilizzando il Six, altro custom portato da Paolo, fatto dal maker Mauro Miliano.
Davvero comodo in mano, maneggevole, istintivo da usare, e buone pure le prestazioni di taglio (merce sempre più rara).
Si cazzeggia un pò, ma neanche troppo.
E si brinda anche!
E’ ora di preparare un pò di legna e completare I bivacchi.
Mi impossesso dello Skrama di Sam e ci abbatto senza sforzo un piccolo pino morto in piedi.
Ho deciso di non far portare alcuna scure o accetta, abbiamo tre bei grossi coltelli e utilizzeremo solo quelli per processare la legna, ma non ci siamo fatti mancare qualche sega.
Leo completa la sua branda rialzata ricoperta di fronde.
Ogni tanto ci mettiamo pure in posa, Mitch, Leo, ed io.
Francesco completa il suo bivacco fatto col poncho, ha dovuto integrare il tutto con molti rami e fronde per ripararsi dal forte vento che si sarebbe altrimenti inserito sotto al poncho
Iniziamo a fare un pò di pratica col fuoco, in particolare one stick fire, accensione con coltello e firesteel utilizzando un ramo (senza alcun tipo di esca).
Ma presto lascio soli I ragazzi, ho il mio Wander Tactical Smilodon in mano e un bosco davanti, il richiamo è forte, e vado a fare un pò di legna.
Dopo poco torno per provare uno dei custom forgiati portati da Francesco, solo qualche test di taglio e un pò di batoning su 3 grossi rami, mi ha detto di andarci pesante e così ho fatto!
Zero problemi e ottimo feeling.
Poi di nuovo un pò di legna. (schwarzenegger in commando me spiccia casa!)
Sono un feticista dei belt setup, lo sapevate vero?
Mitch col suo Liosteel M7 (ne ho fatto una recensione QUI)
Francesco e il suo coltello forgiato
Leo col suo cinturone full optional
Me medesimo
Ad ognuno il suo setup, qui sotto la comparazione del mio cinturone, con coltello, gatherer pouch e guanti da lavoro, e il cinturone super accessoriato di Leo.
Il campo è finito, I rifugi sono pronti, il vento non si placa e decidiamo di trasportare qui “un coso” di metallo arrugginito che abbiamo visto in un campo non troppo distante, lo utilizzeremo come paravento per il fuoco.
La luce cala velocissima, cosi come la temperatura, l’unica cosa che cresce è la pioggia che, sferzata dal vento, scende obliqua e fastidiosa.
Decidiamo di raggiungere l’eremo distante circa 300mt per cenare più comodamente ed asciugarci un pò.
Trasportiamo ciascuno un paio di ciocchi di legna preparati al campo; nel rifugio verranno tutti lavorati con la triade firmata Wander Tactical
Il mio Smilodon, il Godfather di Leo, e l’Uro di Paolo.
Leo passa dal pestare brutalmente sul dorso del godfather per prepare legna….
Al prepararci un aperitivo, ovviamente sempre col suo inseparabile coltello!
Ma lo smilodon è nato ispirandosi in parte ai santoku giapponesi per cui…
La mia giacca umida, lasciata davanti al camino, fuma letteralmente, dalla foto si capisce poco ma il vapore era davvero tanto e ben visibile.
In casa abbiamo modo di vedere, e provare, alcuni coltelli forgiati da Francesco.
Coltelli con caratteristiche diverse, con diversi design e diverse dimensioni, ma tutti accumunati dallo stesso stile; utensili forgiati, lame brute de forge, aspetto rustico…
La serata scorre via fra chiacchiere, cena, tecniche di affilatura, e prove di accensione con l’utilizzo di alcune esche naturali.
Usciamo per raggiungere il bosco, il vento è molto forte e la pioggia battente, usciamo dal rifugio caldi e asciutti, e arriviamo al bosco completamente bagnati, specialmente I pantaloni. La pioggia scendeva di traverso e alle nostre spalle, arrivo al mio bivacco con I pantaloni bagnati e appiccicati alle gambe.
La notte la pioggia va e viene, più o meno forte, mentre il vento ha continuato a sferzare violentemente I nostri rifugi tanto che più di una volta ho creduto che il mio piccolo tarp potesse prendere il volo.
Sicuramente la temperatura è scesa di qualche grado sotto lo zero.
La mattina dopo c’è ancora vento, ma per lo meno la pioggia sembra cessata.
Colazione veloce e poi dritti a fare un pò di legna, tanto per il fuoco quanto per scaldarsi un pò, e, perchè no, per avere un pretesto per provare I coltelli degli altri.
Su consiglio di Samuele si decide di optare per un fuoco lungo, scelta azzeccata, potremo scaldarci tutti e al contempo cucinare comodamente, poi però decidiamo di combinare un fuoco lungo con un fuoco finlandese, due pali perpendicolari e uno sovrapposto.
Il Six lavora molto molto bene
Sarà un fuoco di mantenimento, che durerà parecchio, e con cui potremo scaldarci facilmente.
Nel frattempo abbiamo accatastato un bel pò di scorte per la giornata.
Proviamo un esca fornita da Sam, una bustina di the cerata, l'abbiamo tagliata in tre parti per accendere tre fuochi sui due tronchi e devo dire che ha durato davvero tanto.
Per la cronaca, il fuoco lungo è stato acceso agevolmente ed ha funzionato bene, ma ci è stato molto difficile gestire al meglio il terzo palo sovrapposto; probabilmente quest’ultimo era troppo umido poiché Sam ha alimentato costantemente il fuoco per più di mezzora, ma il terzo palo bruciava a fatica, mentre I due paralleli stavano ardendo molto bene al centro.
Per migliorare ulteriormente la cucina, decido di preparare una torcia svedese per cuocere più comodamente.
Leo giustamente prende la palla al balzo per aiutarmi facendo un pò di riccioli, ma si parte dallo spaccare piccoli tronchi.
Io preparo il corpo della torcia svedese.
Dopo aver diviso in quattro parti un ciocco, ne asporto leggermente la parte centrale per aumentare il tiraggio, e incido il legno in modo da agevolarne la combustione.
Se possiedi un buon coltello, passare dallo spaccare tronchi d’albero al creare sottili riccioli non comporta alcuno sforzo.
Leo lo possiede.
La torcia è pronta per l’accensione.
Mentre spaccavo legna mi sono trovato per le mani un pezzo di fatwood, e decido di utilizzarlo per accendere la torcia.
Un metodo che utilizzo spesso col fatwood è quello di ricavarne una scheggia da utilizzare come fiammifero, dura davvero molto ed è molto più funzionale rispetto ad inserire la classica mucchietta grattata e accesa col firesteel.
La torcia si innesca molto bene e, come sempre, si dimostra uno dei fuochi più comodi per cucinare.
Il menù offre uova e pancetta!
Ormai lo sapete gentaglia, quando chiamo a raccolta per una foto di gruppo, intendo questo.
Che ve ne pare dei ferri in dotazione? Se consideriamo le temperature e il fatto che eravamo in 6, per quanto riguarda la legna nessuno ha sentito la mancanza di accette o altro, ma c’è da dire che le seghe hanno svolto, come sempre, molto molto lavoro.
Sotto la pioggia (si, è tornata!) iniziamo a smontare I bivacchi, poi la pioggia assume la forma di palline di ghiaccio, che col passare dei minuti si trasformano a tutti gli effetti In neve, e come se non bastasse il vento torna a soffiare.
Ci mettiamo in marcia e ci imbattiamo in questo Trapper e il suo cavallo, che spettacolo!
Qualche minuto ed il bianco, tutto attorno a noi, prende il sopravvento.
Alla sua prima vera uscita di 2 giorni, il mio Fjallraven Lappland friluft si è comportato molto bene.
I poncho, a causa del vento, svolazzano da tutte le parti, I softshell spesso non offrono protezione e soprattutto calore adeguati, per non parlare dei possibili danni provocati da scintille o ramaglie.
Io e Mitch abbiamo scelto la via della lana, dentro le nostre swanndri bush shirt siamo comodi, caldi, e asciutti. (interessa la lana? leggi QUESTO)
E’ quasi tempesta...è quasi tutto perfetto.
E’ stato davvero un fantastico weekend, ricco di attività e convivialità, buon cibo e vino (anche vin brulè caldo!).
Mi sono mancati parecchio alcuni dei ragazzi di ReWild reduci dal Kenya dove hanno partecipato allo S.N.A.K.E. 2021 con Daniele Dal Canto, con loro e non solo con loro il divertimento sarebbe solo stato maggiore.
Finalmente ho rivisto Paolo, e mi ha fatto molto piacere conoscere Francesco in arte FraXknives, spero di poterli rivedere e replicare spesso, magari la prossima volta con molta molta più neve (e possibilmente senza tutto questo ***** di vento!
)
Spero di non avervi annoiato, ma un weekend come questo meritava di essere ben documentato e raccontato

#staywild
Ultimamente sto latitando parecchio il forum, ma ogni tanto, tempo permettendo, metto assieme qualche foto di qualche uscita così da condividerla con voi.
Questa è dello scorso weekend, location rodata, meteo davvero bizzarro che ha virato da pioggia moderata e costante, a venti davvero forti, fino alla neve di Domenica.
Come al solito, dopo il rito dell’affilatura delle lame da portare (che è stato particolarmente veloce dato che ne ho portata solamente una
Parto e arrivo prima di tutti per godermi l’alba e farmi un giro da solo.
Sul cammino trovo delle feci, molto probabilmente di lupo, piene di peli, credo di cinghiale, e sono davvero molto fresche.
Arrivo al campo accompagnato da un forte vento e una leggera pioggia, avvolto nella mia swanndri di lana (QUI la recensione) mi sento caldo e asciutto, e non ho intenzione di indossare il poncho, che anzi ho utilizzato per coprire lo zaino appeso all’albero.
Faccio un giro a raccogliere fronde quà e là, cerco rami spezzati o abeti caduti, e presto ho un bel materasso che, oltre che comodo, creerà un primo strato isolante per stanotte.
Continuo il mio giro esplorativo, trovo un pino con ancora visibili I nuovi getti, ideali per un infuso di aghi di pino; poi mi capita davanti un bel pò di rosa canina, I frutti sono già segnati dalle prime gelate, morbidi e perfetti da aggiungere agli aghi, si prospetta un infuso super vitaminico.
La mia gatherer pouch, fatta fare su mie specifiche da un amico, casca a pennello.
Torno al campo e trovo gli altri, Mitch, @BuDD (Leo), @Samuele88 (Sam), @PaoKU (Paolo), e Francesco.
Con Paolo e Francesco chiacchieriamo subito un pò di kit, oggetti indispensabili, e funzionalità del poncho; poi, fra una chiacchiera e l’altra, iniziamo a testare un pò di coltelli..
Un custom forgiato da Francesco, aka FraXknives (Trovate I suoi lavori su Istagram proprio QUI)
Faccio un pò di prove utilizzando il Six, altro custom portato da Paolo, fatto dal maker Mauro Miliano.
Davvero comodo in mano, maneggevole, istintivo da usare, e buone pure le prestazioni di taglio (merce sempre più rara).
Si cazzeggia un pò, ma neanche troppo.
E si brinda anche!
E’ ora di preparare un pò di legna e completare I bivacchi.
Mi impossesso dello Skrama di Sam e ci abbatto senza sforzo un piccolo pino morto in piedi.
Ho deciso di non far portare alcuna scure o accetta, abbiamo tre bei grossi coltelli e utilizzeremo solo quelli per processare la legna, ma non ci siamo fatti mancare qualche sega.
Leo completa la sua branda rialzata ricoperta di fronde.
Ogni tanto ci mettiamo pure in posa, Mitch, Leo, ed io.
Francesco completa il suo bivacco fatto col poncho, ha dovuto integrare il tutto con molti rami e fronde per ripararsi dal forte vento che si sarebbe altrimenti inserito sotto al poncho
Iniziamo a fare un pò di pratica col fuoco, in particolare one stick fire, accensione con coltello e firesteel utilizzando un ramo (senza alcun tipo di esca).
Ma presto lascio soli I ragazzi, ho il mio Wander Tactical Smilodon in mano e un bosco davanti, il richiamo è forte, e vado a fare un pò di legna.
Dopo poco torno per provare uno dei custom forgiati portati da Francesco, solo qualche test di taglio e un pò di batoning su 3 grossi rami, mi ha detto di andarci pesante e così ho fatto!
Zero problemi e ottimo feeling.
Poi di nuovo un pò di legna. (schwarzenegger in commando me spiccia casa!)



Sono un feticista dei belt setup, lo sapevate vero?

Mitch col suo Liosteel M7 (ne ho fatto una recensione QUI)
Francesco e il suo coltello forgiato
Leo col suo cinturone full optional
Me medesimo
Ad ognuno il suo setup, qui sotto la comparazione del mio cinturone, con coltello, gatherer pouch e guanti da lavoro, e il cinturone super accessoriato di Leo.
Il campo è finito, I rifugi sono pronti, il vento non si placa e decidiamo di trasportare qui “un coso” di metallo arrugginito che abbiamo visto in un campo non troppo distante, lo utilizzeremo come paravento per il fuoco.
La luce cala velocissima, cosi come la temperatura, l’unica cosa che cresce è la pioggia che, sferzata dal vento, scende obliqua e fastidiosa.
Decidiamo di raggiungere l’eremo distante circa 300mt per cenare più comodamente ed asciugarci un pò.
Trasportiamo ciascuno un paio di ciocchi di legna preparati al campo; nel rifugio verranno tutti lavorati con la triade firmata Wander Tactical
Il mio Smilodon, il Godfather di Leo, e l’Uro di Paolo.
Leo passa dal pestare brutalmente sul dorso del godfather per prepare legna….
Al prepararci un aperitivo, ovviamente sempre col suo inseparabile coltello!
Ma lo smilodon è nato ispirandosi in parte ai santoku giapponesi per cui…
La mia giacca umida, lasciata davanti al camino, fuma letteralmente, dalla foto si capisce poco ma il vapore era davvero tanto e ben visibile.
In casa abbiamo modo di vedere, e provare, alcuni coltelli forgiati da Francesco.
Coltelli con caratteristiche diverse, con diversi design e diverse dimensioni, ma tutti accumunati dallo stesso stile; utensili forgiati, lame brute de forge, aspetto rustico…
La serata scorre via fra chiacchiere, cena, tecniche di affilatura, e prove di accensione con l’utilizzo di alcune esche naturali.
Usciamo per raggiungere il bosco, il vento è molto forte e la pioggia battente, usciamo dal rifugio caldi e asciutti, e arriviamo al bosco completamente bagnati, specialmente I pantaloni. La pioggia scendeva di traverso e alle nostre spalle, arrivo al mio bivacco con I pantaloni bagnati e appiccicati alle gambe.
La notte la pioggia va e viene, più o meno forte, mentre il vento ha continuato a sferzare violentemente I nostri rifugi tanto che più di una volta ho creduto che il mio piccolo tarp potesse prendere il volo.
Sicuramente la temperatura è scesa di qualche grado sotto lo zero.
La mattina dopo c’è ancora vento, ma per lo meno la pioggia sembra cessata.
Colazione veloce e poi dritti a fare un pò di legna, tanto per il fuoco quanto per scaldarsi un pò, e, perchè no, per avere un pretesto per provare I coltelli degli altri.
Su consiglio di Samuele si decide di optare per un fuoco lungo, scelta azzeccata, potremo scaldarci tutti e al contempo cucinare comodamente, poi però decidiamo di combinare un fuoco lungo con un fuoco finlandese, due pali perpendicolari e uno sovrapposto.
Il Six lavora molto molto bene
Sarà un fuoco di mantenimento, che durerà parecchio, e con cui potremo scaldarci facilmente.
Nel frattempo abbiamo accatastato un bel pò di scorte per la giornata.
Proviamo un esca fornita da Sam, una bustina di the cerata, l'abbiamo tagliata in tre parti per accendere tre fuochi sui due tronchi e devo dire che ha durato davvero tanto.
Per la cronaca, il fuoco lungo è stato acceso agevolmente ed ha funzionato bene, ma ci è stato molto difficile gestire al meglio il terzo palo sovrapposto; probabilmente quest’ultimo era troppo umido poiché Sam ha alimentato costantemente il fuoco per più di mezzora, ma il terzo palo bruciava a fatica, mentre I due paralleli stavano ardendo molto bene al centro.
Per migliorare ulteriormente la cucina, decido di preparare una torcia svedese per cuocere più comodamente.
Leo giustamente prende la palla al balzo per aiutarmi facendo un pò di riccioli, ma si parte dallo spaccare piccoli tronchi.
Io preparo il corpo della torcia svedese.
Dopo aver diviso in quattro parti un ciocco, ne asporto leggermente la parte centrale per aumentare il tiraggio, e incido il legno in modo da agevolarne la combustione.
Se possiedi un buon coltello, passare dallo spaccare tronchi d’albero al creare sottili riccioli non comporta alcuno sforzo.
Leo lo possiede.
La torcia è pronta per l’accensione.
Mentre spaccavo legna mi sono trovato per le mani un pezzo di fatwood, e decido di utilizzarlo per accendere la torcia.
Un metodo che utilizzo spesso col fatwood è quello di ricavarne una scheggia da utilizzare come fiammifero, dura davvero molto ed è molto più funzionale rispetto ad inserire la classica mucchietta grattata e accesa col firesteel.
La torcia si innesca molto bene e, come sempre, si dimostra uno dei fuochi più comodi per cucinare.
Il menù offre uova e pancetta!
Ormai lo sapete gentaglia, quando chiamo a raccolta per una foto di gruppo, intendo questo.
Che ve ne pare dei ferri in dotazione? Se consideriamo le temperature e il fatto che eravamo in 6, per quanto riguarda la legna nessuno ha sentito la mancanza di accette o altro, ma c’è da dire che le seghe hanno svolto, come sempre, molto molto lavoro.
Sotto la pioggia (si, è tornata!) iniziamo a smontare I bivacchi, poi la pioggia assume la forma di palline di ghiaccio, che col passare dei minuti si trasformano a tutti gli effetti In neve, e come se non bastasse il vento torna a soffiare.
Ci mettiamo in marcia e ci imbattiamo in questo Trapper e il suo cavallo, che spettacolo!
Qualche minuto ed il bianco, tutto attorno a noi, prende il sopravvento.
Alla sua prima vera uscita di 2 giorni, il mio Fjallraven Lappland friluft si è comportato molto bene.
I poncho, a causa del vento, svolazzano da tutte le parti, I softshell spesso non offrono protezione e soprattutto calore adeguati, per non parlare dei possibili danni provocati da scintille o ramaglie.
Io e Mitch abbiamo scelto la via della lana, dentro le nostre swanndri bush shirt siamo comodi, caldi, e asciutti. (interessa la lana? leggi QUESTO)
E’ quasi tempesta...è quasi tutto perfetto.
E’ stato davvero un fantastico weekend, ricco di attività e convivialità, buon cibo e vino (anche vin brulè caldo!).
Mi sono mancati parecchio alcuni dei ragazzi di ReWild reduci dal Kenya dove hanno partecipato allo S.N.A.K.E. 2021 con Daniele Dal Canto, con loro e non solo con loro il divertimento sarebbe solo stato maggiore.
Finalmente ho rivisto Paolo, e mi ha fatto molto piacere conoscere Francesco in arte FraXknives, spero di poterli rivedere e replicare spesso, magari la prossima volta con molta molta più neve (e possibilmente senza tutto questo ***** di vento!
Spero di non avervi annoiato, ma un weekend come questo meritava di essere ben documentato e raccontato

#staywild