- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data:14/10/2017
Partenza/arrivo
ietracamela(paese)
Dislivello:1480 mt
Km:circa16
Tempi di percorrenza:4 ore e 20 per la vetta compreso qualche breve pausa. Discesa non calcolata.
Grado di difficoltà EE e l'ultimo pezzo non saprei definirlo credo F
Difficoltà:tanto dislivello, esposizione, tratti di ghiaccio gli ultimi 200 mt e terreno veramente instabile in mezzo alle rocce del pezzo finale.
Descrizione:
Battono come tamburi le tempie, il petto pompa
veloce e la mente suda concentrata su ogni appiglio. Ogni tre passi ne perdo uno scivolando indietro e per riprendere devo liberare le punte coperte di sfasciumi. Mi volto ed il mondo appare piccino, colorato e lontano. Avvolto da rocce giganti ogni suono scompare,solo il mio ansimare e la cornacchia che gracchia provano invano a rompere un silenzio da cattedrale. Ed ecco finalmente l'agognata croce.
Sensazioni adrenaliniche e di pace si guardano sempre negli occhi nel versante teramano del Gran Sasso. Valloni profondi dove ci si sente granelli di sabbia e vette aguzze dove si diventa fari svettanti in un mare di montagna.
Ho voluto iniziare dalla fine di questa avventurosa escursione in una delle montagne più wild del Parco "dietro casa":il Pizzo di Intermesoli, o meglio, la Vetta settentrionale dello stesso. Partito da Pietracamela con due opzioni nello zaino mi sono diretto trottante verso colle dell'asino da dove avrei deciso che direzione prendere:rifugio del Monte per poi ridiscendere a Prato selva/intermesoli/Pietracamela, oppure la vetta nord di Pizzo di Intermesoli. Cuor felice il cel l'aiuta e così appena dentro il primo bosco incontro due uomini e una donna che salgono sul pizzo. Gli dico che, visto che salgono loro, anch'io vado su e che ci saremmo visti in giro perché io ho la mia strana andatura a strappi e pause. Remo, ha una grande esperienza di tutto lappennino da come ho capito, vengono dalla Maiella, e sono un po' stupiti (mi è parso) di vedermi solo con la lupa a girare per certi posti isolati. Cmq io parto più deciso che mai, leggero e rapido fino al colle dell'asino dove una prima pausa mi fa capire che tra non molto sarà da manica corta tutto il giorno.
Il sentiero da adesso sale ripido senza pause fino a sopra. Ripido nei boschi, ripido nei prati fuori bosco e ripido in mezzo ai massi :che salita ragazzi! Con gli altri è stato un continuo incrociarsi quando mi fermavo e quando ripartivo. Prima dell'ultima chiazza in piano, e da dove si erigeva l'ultimo semiverticale muro per la vetta, cominciavano alcune insidiose chiazze di ghiaccio in mezzo ai massi ed in un pezzo non aggirabile tutti abbiamo avuto molta soggezione e ripensamenti per proseguire fino in cima. All'ultima pianetta infatti ho visto il gruppetto fermarsi, ma io ormai a metà muro ho cercato di incoraggiarli spiegando che mancavano soli 10 minuti (alla fine so stati 20) dall'alto :una voce femminile echeggiava "molto di più". Salgo mani e piedi ancora un po' e loro pare stiano li ad aspettarmi, per cui l'altra vetta e quell'ultima funanbolica cresta avrei dovuto lasciarle per la prossima. Accellero perché il pensiero che mi aspettino preoccupati (ed è cosi infatti) mi mette premura, la sosta in vetta sarà brevissima, e la discesa molto, molto impegnativa. Da una parte dispiaciuto che mi aspettarsero ma da un'altra scendendo dagli sfasciumi a picco, qualcuno che guarda se succede qualcosa rincuora:Grazie Remo, Giovanni e la bionda che spero mi perdoni se non ne ricordo il nome. Il colossale Monte corvo ridimensionato, rifugio del monte grande come un sassolino, Campotosto una pozzetta turchese, le tre vette di sua maestà che spuntano dietro corno piccolo, la valle del crivellaro poco più di un giardinetto e laga come collinette:ecco la poderosa vista da quassù. E poi c'è questa ultima cresta avanti a me che porta al pizzo vero e proprio:splendida, funanbolica, quasi irreale in queste chiarissime giornate autunnali. Di ritorno al pianetto finalmente un bel the caldo e una fumata rilassano un po' la tensione accumulata e asciugano un po' tutti i sudori.La truppa riparte con la mia benedizione di non preoccuparsi che io resto ancora un po', poi li incrocero' di nuovo in discesa e all'uscita dell'altro sentiero più lungo che ho fatto al ritorno. Rinfrancato psicologicamente dalle fatiche riparto in discesa abbandonandomi alla legge di gravità e frenando pochissimo, così che ben presto, seguendo alla ceca nuovi segni e pali, mi ritrovo a scendere per un altro bosco più a nord di quello dell'andata. Giro più lungo ma meno impattante sulle giunture perché un tantino meno ripido.
Territori e ambienti veramente duri da percorrere ma dove la vista appaga sempre ogni fatica,e consiglio a tutti coloro che ne hanno la forza e allenamento per farlo:ne rimarrete veramente affascinati. Adesso basta con le parole, anche se le bellissime sensazioni di perdimento nell'ascesa, specie dalla conca del sambuco, meriterebbero un racconto a parte,come per la numerosa flotta di camosci per niente infastidito dalla nostra presenza. Con ancora lo stupore nel cuore vi posto qualche foto.
Alla prossima.
PS:avvistato un branco di almeno 50 camoscio.
Partenza/arrivo
Dislivello:1480 mt
Km:circa16
Tempi di percorrenza:4 ore e 20 per la vetta compreso qualche breve pausa. Discesa non calcolata.
Grado di difficoltà EE e l'ultimo pezzo non saprei definirlo credo F
Difficoltà:tanto dislivello, esposizione, tratti di ghiaccio gli ultimi 200 mt e terreno veramente instabile in mezzo alle rocce del pezzo finale.
Descrizione:
Battono come tamburi le tempie, il petto pompa
veloce e la mente suda concentrata su ogni appiglio. Ogni tre passi ne perdo uno scivolando indietro e per riprendere devo liberare le punte coperte di sfasciumi. Mi volto ed il mondo appare piccino, colorato e lontano. Avvolto da rocce giganti ogni suono scompare,solo il mio ansimare e la cornacchia che gracchia provano invano a rompere un silenzio da cattedrale. Ed ecco finalmente l'agognata croce.
Sensazioni adrenaliniche e di pace si guardano sempre negli occhi nel versante teramano del Gran Sasso. Valloni profondi dove ci si sente granelli di sabbia e vette aguzze dove si diventa fari svettanti in un mare di montagna.
Ho voluto iniziare dalla fine di questa avventurosa escursione in una delle montagne più wild del Parco "dietro casa":il Pizzo di Intermesoli, o meglio, la Vetta settentrionale dello stesso. Partito da Pietracamela con due opzioni nello zaino mi sono diretto trottante verso colle dell'asino da dove avrei deciso che direzione prendere:rifugio del Monte per poi ridiscendere a Prato selva/intermesoli/Pietracamela, oppure la vetta nord di Pizzo di Intermesoli. Cuor felice il cel l'aiuta e così appena dentro il primo bosco incontro due uomini e una donna che salgono sul pizzo. Gli dico che, visto che salgono loro, anch'io vado su e che ci saremmo visti in giro perché io ho la mia strana andatura a strappi e pause. Remo, ha una grande esperienza di tutto lappennino da come ho capito, vengono dalla Maiella, e sono un po' stupiti (mi è parso) di vedermi solo con la lupa a girare per certi posti isolati. Cmq io parto più deciso che mai, leggero e rapido fino al colle dell'asino dove una prima pausa mi fa capire che tra non molto sarà da manica corta tutto il giorno.
Il sentiero da adesso sale ripido senza pause fino a sopra. Ripido nei boschi, ripido nei prati fuori bosco e ripido in mezzo ai massi :che salita ragazzi! Con gli altri è stato un continuo incrociarsi quando mi fermavo e quando ripartivo. Prima dell'ultima chiazza in piano, e da dove si erigeva l'ultimo semiverticale muro per la vetta, cominciavano alcune insidiose chiazze di ghiaccio in mezzo ai massi ed in un pezzo non aggirabile tutti abbiamo avuto molta soggezione e ripensamenti per proseguire fino in cima. All'ultima pianetta infatti ho visto il gruppetto fermarsi, ma io ormai a metà muro ho cercato di incoraggiarli spiegando che mancavano soli 10 minuti (alla fine so stati 20) dall'alto :una voce femminile echeggiava "molto di più". Salgo mani e piedi ancora un po' e loro pare stiano li ad aspettarmi, per cui l'altra vetta e quell'ultima funanbolica cresta avrei dovuto lasciarle per la prossima. Accellero perché il pensiero che mi aspettino preoccupati (ed è cosi infatti) mi mette premura, la sosta in vetta sarà brevissima, e la discesa molto, molto impegnativa. Da una parte dispiaciuto che mi aspettarsero ma da un'altra scendendo dagli sfasciumi a picco, qualcuno che guarda se succede qualcosa rincuora:Grazie Remo, Giovanni e la bionda che spero mi perdoni se non ne ricordo il nome. Il colossale Monte corvo ridimensionato, rifugio del monte grande come un sassolino, Campotosto una pozzetta turchese, le tre vette di sua maestà che spuntano dietro corno piccolo, la valle del crivellaro poco più di un giardinetto e laga come collinette:ecco la poderosa vista da quassù. E poi c'è questa ultima cresta avanti a me che porta al pizzo vero e proprio:splendida, funanbolica, quasi irreale in queste chiarissime giornate autunnali. Di ritorno al pianetto finalmente un bel the caldo e una fumata rilassano un po' la tensione accumulata e asciugano un po' tutti i sudori.La truppa riparte con la mia benedizione di non preoccuparsi che io resto ancora un po', poi li incrocero' di nuovo in discesa e all'uscita dell'altro sentiero più lungo che ho fatto al ritorno. Rinfrancato psicologicamente dalle fatiche riparto in discesa abbandonandomi alla legge di gravità e frenando pochissimo, così che ben presto, seguendo alla ceca nuovi segni e pali, mi ritrovo a scendere per un altro bosco più a nord di quello dell'andata. Giro più lungo ma meno impattante sulle giunture perché un tantino meno ripido.
Territori e ambienti veramente duri da percorrere ma dove la vista appaga sempre ogni fatica,e consiglio a tutti coloro che ne hanno la forza e allenamento per farlo:ne rimarrete veramente affascinati. Adesso basta con le parole, anche se le bellissime sensazioni di perdimento nell'ascesa, specie dalla conca del sambuco, meriterebbero un racconto a parte,come per la numerosa flotta di camosci per niente infastidito dalla nostra presenza. Con ancora lo stupore nel cuore vi posto qualche foto.
Alla prossima.
PS:avvistato un branco di almeno 50 camoscio.
Allegati
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